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Autore: Dioni    18/01/2017    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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In quello stesso istante,tra le rovine della antica sede della confraternita degli assassini.

Inquietudine,solo e soltanto questa si poteva percepire nell'aria,eppure solo Sesshomaru sentiva quest'ultima come parte integrante di quel luogo,mentre per Ezio per yuki sembrava non essere accaduto nulla di particolare.

Eppure lui l'aveva visto,li,in quel luogo in cui ora si trovava,era un salone immenso,talemente grande da occupare tutto il primo piano,con sei fle di colonne,tre per ogni lato lunghi rettangoli di pietra che si stagliavano verso l'alto,ma non con grazia e delicatezza,avevano un aspetto rude,dagli angoli spigolosi e con segni e figure il cui significato era antico quanto quelle rovine.

Ma non fu l'architettura ad attirare l'attenzione dell'inuyokai.

- Vieni,ti aiuteremo a capire.

Disse yuki mentre proseguiva in avanti verso quella che agli occhi di Sesshomaru era un immagine paradossale.

- Fatti forza ragazzo,ora,l'unico scontro che ti resta da fare è quello con la realtà.

Già,la realtà,ma la si poteva chiamare così?Era davvero possibile definire quel paradosso che stava osservando? Visione di ciò che non avrebbe mai osato immagginare di trovare laggù,la dove il silenzio n'è faceva ormai da padrone,la dove un antica fratellanza aveva custodito un segreto tanto grande da doverlo nascondere la sotto,la cui conoscenza sembrava essere riservata solo a coloro che entravano in contatto con quella enigmatica visione.

E in quel momento fece il suo primo passo,il primo passo incerto che faceva dentro quella construzione,apparentemente il glaciale ragazzo sembrava semplicemente stupito della cosa,ma la verità e che dentro nascondeva un ansia che man mano si faceva sempre più grande,ogni passo lo avvicinava a quella consapevolezza mista ad incertezza e mentre il dubbio si faceva strada in lui un altro brivido gli percorse la schiena.

Il pensiero di quel posto che lo circondava con tutto il suo mistero,l'aria che sapeva di occulto,una sensazione di mistero gli percorsero la colonna vertebrale come una folata di vento gelido che gli entrava nelle ossa,non era una paura folle quella che si stava facendo spazio nel suo animo,ma un sentore di pericolo,come un allarme,come se un istinto primordiale gli dicesse di stare attento,allarmandolo su ciò che potrebbe vedere...e che forse sarebbe stato meglio non vedesse.

Le iscrizioni,i segni dal dubbio significato,disegni dal messaggio criptico e contorto,enfatizzavano una sensazione sgradevole che nasceva alla bocca dello stomaco,il suo corpo reagiva prima ancora che lui potesse comprendere da cosa dovesse difendersi e da cosa ignorare,tutto li emanava un inquietante senso dell'ignoto.

- Sesshomaru.

Disse Yuki tutto ad un tratto.

- In questi ultimi tempi ti sarai ovviamente chiesto perchè stia succedendo tutto questo,perchè a te,perchè ora,ebbene c'è una storia che è giusto che tu conosca.

- Muoio dalla curiosità.

Rispose glacialmente il giovane yokai,con un nota di sarcasmo che non era stata per nulla nascosta in quella frase.

Si atteggiava da duro,ma entrambi gli assassini avevano già compreso quali erano le emozioni che Sesshomaru,in quella tracotanza che era solito indossare non come maschera,ma come un vero e proprio abito,se non addirittura una parte integrate del suo io,un arroganza dedita ad un solo ed unico scopo,preservare quel senso di sicurezza che lo caratterizzava.

L'arroganza era il suo scudo,la sua armatura contro quelle cose che per lui erano sempre stata solo debolezze,affetto,generosità,altruismo,amicizia,amore,lui si era creato una barriera per difendersi da ciò che avrebbe potuto fargli del male,ma allora cos'era quella cosa che gli impediva di fare a pezzi l'umano che da tempo ormai sembrava perseguitarlo? E quell'altra sensazione che aveva provato nel vedere Toran così sofferente e sottomessa di fronte a lui?

Ma queste cose passavano in secondo piano se messe in confronto con un evidenza di gran lunga peggiore,ma come poteva proteggersi se il vero problema di quella storia situava in una sola persona? Come poteva proteggersi da se stesso?

- Molto tempo fa,in un mondo differente dal nostro,quando l'umanità era ancora una razza con poche civiltà,scoppiò una guerra diverse da tutte le altre,un guerra segreta,combattuta da due fazioni differenti.

- Fammi indovinare,assassini e templari,giusto?

- Esatto,entrambe volevano raggiungere un solo ed unico scopo,creare un modo ideale per tutti,ma purtroppo avevano due punti di vista differenti su come compiere tale impresa,da una parte c'erano gli assassini,formato all'inizio da un manipolo di uomini e donne,il cui scopo era quello di difendere il bene che ritenevano più prezioso di tutti,la libertà.

Credevano che la libertà di ogni individuo fosse un bene è che tale doveva rimanere,puro e incotaminato affinchè le persone potessero cresciere sia come persone che come membri di una società giusta ed equa,ma ovviamente ciò impediva la costruzione di un mondo perfettamente in pace e in armonia.

Così intervenne un altra società segreta,i templari,un gruppo dedito all'unificazione totale di ogni nazione e la sottomissione di ogni essere seziente,un mondo unito sotto un unica bandiera,sottommesso ad una sola scuola di pensiero,la loro.

E così nacque la guerra alla quale ormai hai preso parte anche tu,omicidi,scontri,combattimenti e battaglie sono solo un assaggio di un conflitto che si combatte da ormai da troppo tempo,anche l'economia,l'educazione,la religione,persino la politica mondiale e la maggior parte delle guerre fanno parte di questa storia segreta,sono poche le cose che questo conflitto segreto non inglobato al suo interno.

- Aspetta,prima hai detto che questa guerra ha avuto origine in un altro mondo,com'è possibile allora che sia arrivata fin qui? E qual'è questo mondo che ha dato origine a questa cosa?

- Ci stavo giusto arrivando,durante gli inizi del conflitto c'era un altro obbiettivo che entrambi gli schieramenti volevano raggiungere,il recupero degli oggetti lasciati da coloro che vennero prima.

- Aspetta un attimo,ho già sentito questa frase.

- Nei ricordi di Jin?

- Si,ma chi sono,questi...venuti prima?

- Nemmeno noi sappiamo molto,tutto ciò che abbiamo imparato su di loro e che un tempo erano una civiltà di incredibile potenza,le cui conoscenze del mondo erano talmente sconfinate da aver raggiunto un progresso di civilizazzione a dir poco stupefacente,i pochi che sanno della loro esistenza sostengono che fossero in grado di costruire palazzi talmente alti da toccare il cielo,di essere in possesso di armi così potenti da emulare la potenza di mille soli e addirittura dicono che sapessero postarsi fin sopra il cielo fino a raggiungere le stelle.

Sesshomaru era incredulo nel sentire certe cose,gli sembrava di ascoltare una di quelle fiabe che si raccontano ai bambini per intrattenerli quasi si stava tutti insieme in famiglia oppure prima di andare a dormire,come faceva suo padre quando era piccolo,storie di battaglie,di eroici yokai del passato,di armi potenti e di regni perduti,la situazione che stava vivendo in quel momento gli sembrava la medesima.

Ma c'era qualcosa di diverso nella sua situazione,la favola che stava vivendo lui aveva delle parti tanto misteriose quanto inquietanti,i misteri erano troppi e le domande ancor di più,ogni nuova scoperta portava solo ad un altro angolo di storia nascosta da scoprire,ma più andava avanti e più sentiva che la sua pazienza veniva sempre meno,che il suo equilbrio interiore vacillava nel dubbio e nell'incertezza.

Certe battaglie non si potevano vincere di sola spada,lui che aveva un anima da guerriero non poteva accettare ciò,affrontare di petto i problemi e risolverli il prima possibile,questo era il suo stile,ma tutti quei tranelli e inganni per la mente,questa la si poteva considerare una via onorevole?

No,ovviamente non poteva accettare.

- E quindi,cos'hanno a che fare con tutto ciò?

- Ezio,potresti spiegarglielo tu?

Intervenne Ezio.

- Certo,ragazzo ti ricordi il nostro primo incontro?

- Purtroppo si.

- Bene,ma forse questa ti aiuterà a ricordare meglio.

Il fiorentino con un espressione seria in volto,continuò a fissare il giovane yokai,mentre con un mano andava a raccogiere nel piccolo sacchetto appessa alla cinta,il suo misterioso contenuto.

Ed ecco infine che l'ha estrasse,era lei,Sesshomaru non aveva dimenticato quel giorno,quello scontro e le sinistre sorprese di quella giornata di neve.

La sfera,quel misterioso oggetto che ad un urlo della piccola Rin aveva manifestato uno strano potere,ricordava le sensazioni provate e le cose che aveva visto,un innaturale luce più accecante di un tempesta,la totale incapacità di muovere il proprio corpo ed infine lei,quella voce,una donna,una cosa del genere non si scordava così facilmente,soprattutto se quell'evento fu l'origine delle sue attuali disgrazie.

- Ma quella è...

- Si è proprio lei,vedi,quest'oggetto,insieme a molti altri del suo genere viene chiamato frutto dell'Eden o almeno e così che lo chiamiamo dalle mie parti,anche se Yuki mi ha detto che in questo paese vengono chiamati frammetti del paradiso.

- Non ci capisco più nulla,cosa diavolo è quella roba?

- Nello specifico non lo sappiamo nemmeno noi,ma probabilmente nemmeno i templari sanno che cosa siano e quale sia la loro natura,quello che è certo e che questi oggetti possiedono capacità straordinarie,nel mio mondo hanno influenzato gran parte degli avvenimenti storici e religiosi,sono passati per le mani di grandi figure del passato.

- Ad esempio?

- Ad Esempio? Vediamo un pò,conosci Ramses secondo?

- No.

- Annibale?

- Nemmeno.

- Alessandro Magno?

- Mai sentito.

- Giulio Cesare?

- Chi?

- Attila?

- Esattamente come quelli che hai nominato prima,no è puoi anche fermarti,probabilmente sono tutti umani quelli che hai citato,quindi non mi interessano.

- Ragazzo,mi sa tanto che devi farti una cultura,fidati ti farebbe solo bene.

Intervenne Yuki.

- Mi scusi signor Ezio,ma i personaggi da lei elencati non sono molto famosi da queste parti,visto che sono molto più famosi in occidente.

Intervenne Sesshomaru.

- Le terre occidentali sono le terre della mia famiglia e non li ho mai sentiti questi nomi.

- Veramente intendevo più a occidente,oltre il continente.

- Perchè cosa c'è oltre al continente?

- Molte altre nazioni,comunque stiamo divagando,tornando all'argomento principale,signor Ezio continui la prego.

- Tornando a noi,(Disse Ezio riprendendo da dove si era interrotto),questi oggetti sono passati anche per le mani di importanti personaggi storici,ognuno dei quali,nel bene o nel male a usato ed abusato dei loro poteri per raggiungere i loro scopi,molti frutti dell'Eden possiedono forme e capacità differenti.

- Quindi immagino che nei vostri scontri con i templari il recupero di queste cose,abbia una certa priorità.

- Esattamente.

- Però c'è una cosa che non si spiega,quel giorno,quando ci siamo scontrati,c'era anche una donna,che aveva preso il controllo di Rin,chi era? Sembrava conoscerti?

- E una lunga storia,che riguarda sempre questa sfera,mi spiace,ma oggi il tempo a nostra disposizione e poco e quindi,abbiamo altro a cui pensare,c'è una cosa che devi vedere,anche se penso che tu l'abbia già intravista da lontano,vero?

E mentre continuavano a camminare una strana sensazione si fece largo nell'animo dell'Inuyokai,la visione della sfera attirava la sua attenzione,quella palla lucente,dall'aspetto metallico,con strane linee incise sulla superfice mentre frazioni di luce percorrevano le incisioni dando l'impressione che quella cosa fosse viva,come un altra sfera di sua conoscenza,la shikon no tama,la sfera dei quattro spiriti.

Già,la sfera,era tempo che non gli tornava alla memoria quel ninnolo maledetto,un cristallo viola abbastanza piccolo stare nel pugno di uomo,tanto piccola eppure tanto pericolosa poichè in molti,tra umani yokai e chissà quale altra creatura aveva tentato di entrarne in possesso.

Molti erano i privilegi che offriva,forza,potere tutto quello che il suo possessore desiderava,ma c'era un prezzo da pagare,la corruzzione del proprio io,chiunque ne entrasse in possesso avrebbe dovuto sopportare sfortune e miserie continue,tante promesse di un oggetto così ricercato solo per cedere alla sue false lusinghe,più un parassita che un gioiello.

Lui però non era mai ceduto a quelle false promesse,anche se in primo luogo non l'aveva mai cercata,lui era già molto forte di suo,non n'è aveva bisogno,poteva dire la stessa cosa di quella strana palla di metallo,eppure c'era un qualcosa che lo incuriosiva,la natura estranea di quell'oggetto,quel frutto dell'Eden come l'aveva chiamato Ezio,suscitava in lui una curiosità impossibile da estinguere,non fortissima ma comunque presente.

Era conscio della potenza di quella palla,di tutte quelle bizzarie con la quale era entrato in contatto: la mela,la tavola con le incisioni,il grande torii e...Akira.

Per un attimo gli venne in mente il maestro templare,nulla però riguardasse il loro scontro,oppure i segreti che nascondeva riguardo alla sua infanzia o alla misteriosa amicizia con suo padre,no,gli tornavano in mente la passione preferita del suo nuovo nemico,la storia.

Quella strana ossessione che Akira sembrava ostentare come un pregio,ricordava bene come alla festa tenuta nel suo feudo in montagna,aveva collocato con cura maniacale pezzi di antiquariato antichissimi,la maggiorparte degli ospiti non sembrava curarsene più di tanto,lui compreso,solo pochi interessati,qualche nobile,nulla di che.

E poi c'erà quella città,quell'insediamento abbandonato,li nel cuore della montagna,dove antiche costruzioni si mescolavano all'incredibile numero di ossa e scheletri presenti in quel luogo,sicuramente Sesshomaru non'è era di certo il massimo esperto del settore,ma in quella passione di Akira per il passato era fin troppo precisa,curata in ogni minimo dettaglio.

Che quel passatempo dello scavo riguardasse solo una semplice curiosità da parte dello yokai eterocromatico,oppure anche lui era alla disperata ricerca di quei quei frammenti del paradiso? Forse la risposta era più semplice di quello che sembrava.

Ma allora perchè mettere in mostra la tavola di pietra? Perchè permettere che Sesshomaru gli si potesse avvicinare a tal punto da entrarne in contatto,solo per farsela portare via da Toran,valeva così tanto la perdeti di un simile manufatto?

E mentre il suo cervello si impegnava nel frugare la risposta notò quasi in ritardo che il fiorentino e la sua sorella di lama si erano fermati.

- Eccoci qua,preparati a restare di sasso.

Disse Yuki rivolgendosi allo yokai.

Nel sentirla tornò alla realtà e lo spettacolo che vide davanti fu lo stesso che vide a metri e metri di distanza,ora solo più vicino a lui e purtroppo più sconvolgente di quello che credesse.

Di fronte a loro,li dove l'enorme salone finiva vi era collocata una grande statua,una figura d'uomo scolpita in una pietra bianchissima,scopito con una tecnica molto,ma molto differente dallo stile che rispecchiava quel luogo,persino gli abiti che vestiva sembravano davvero estranei a quel luogo.

A partire dagli strane calzature,erano dei sandali,formati da numerose strisce mentre poco sopra lunghi pantaloni lischi dove alla cintola vi era legata un fascia che finiva in un striscia che scendeva dietro le gambe,la veste superiore invece consisteva in sopravveste stretta,aperta in mezzo ma tenuta insieme da un sorta di anello e in testa una capigliatura corta con ciuffi di capelli che andavano verso l'alto,quasi sembravano appuntiti.

E nel vedere quell'insieme di dettagli si concentrò infine sul volto di quell'opera scultorea,un viso liscio,da giovane uomo,con occhi dallo sguardo rilassato pur tuttavia attenti ed espressivi,la bocca contratta in un sorriso appena percettibile e infine le orecchie,semplicemente appuntite.

Sesshomaru lo aveva riconosciuto,era un yokai...un dayokai,purtroppo,aveva riconosciuto la forma del viso,quello che ha distanza di decine di metri sembrava un scherzo dettato dalla stranezza del luogo,era in realtà una verità agghiacciante.

- Non...può essere vero.

Disse lui incredulo sullo spettacolo che gli si figurava davanti agli occhi.

- No? Guarda attentamente,come fai a non vedere l'ovvio? Come fai a non riconoscere il volto di quell'uomo?

L'inuyokai si girò verso di lei con occhi dallo sguardo iracondo.

- E impossibile,chi mi dice invece che questa non sia un altra prova come quella di poco fa?Chi mi dice che non sia un altra menzogna?

- Ti sbagli e la verità,oltretutto questa scultura e talmente vecchia che si trovava già qui prima ancora della fondazione della confraternita,no figlio di Inutaisho,quello che stai osservando adesso e la realtà,per quanto incredibile possa sembrare.

- No,quella statua non può avere quell'aspetto.

Diede un ultima occhiata alla statua,per poi osservarla ancora una volta,con sguardo incredulo e sconcertato.

- Perchè quel volto...e il mio.

Ecco qual'era la verità che non poteva accettare,i lineamenti che aveva riconosciuto in quell'uomo,gli occhi,la forma del naso e della bocca,tutto ciò che c'era da vedere in quella figura,era lui,per filo e per segno.

La somiglianza tra i due era pressochè inconfondibile,ma a questa nuova inquietante scoperta,sorgeva un dubbio quanto mai inquietante,perchè mai c'erà una statua del genere in luogo come quello? E se la statua era così antica come aveva detto Yuki,com'era possibile che c'erà la sua faccia si trovava su quella scultura.

Non poteva credere a una cosa simile,Sesshomaru sentiva che quella cosa era al di fuori non solo da ogni concezione logica,ma anche fuori luogo,come se non dovesse essere li,un pò come quegli oggetti,i frutti dell'Eden o frammenti del paradiso,o come diavolo si chiamassero a lui non gli importava.

Il volto sarà stato anche il suo,questa era più che certo,ma quell'abbigliamento? E sopratutto quel taglio di capelli,era come vedere la propria immagine riflessa,eppure sentiva che c'era qualcosa non tornava.

- Quel volto e il mio,ma quell'uomo non sono io,non posso essere io...non è vero...non ci credo.

- Ora devi cercare di stare calmo.

- Calmo?...Calmo? Dopo tutto quello che ho passato oggi,sono stato ingannato,ho rischiato di perdere la vita giù per un precipizio,mi sono scontrato con un antica rivale,solo per farmi raccontare una favola su una guerra segreta nata tra due parti in lotta e per cosa? Per degli oggetti creati da una chissà quale mitica civiltà scomparsa? E proprio una bella storia,ma dopo quello che ho visto oggi penso proprio che prenderò una pausa da tutto questo,ci vediamo al villaggio.

Li fissò per un attimo,poi alzò un ultimo sguardo verso la grande figura di pietra davanti a lui e infine si girò,intenzionato ad allontanarsi dal quel posto,da quella stanza,ma sopratutto da quella cosa,quella figura che assomigliava a lui in modo pazzesco,gli occhi,il naso,la bocca,tutto di quel volto,persino l'altezza degli zigomi e i minimi particolari erano totalmente somiglianti a ogni parte del suo volto.

Eppure,c'era qualcosa che non quadrava,il viso della statua e il suo erano identici,ma per quanto riguardava il taglio dei capelli e delle vesti? E sopratutto,se era vera la storia che quella scultura era li prima ancora della fondazione della vecchia base degli assassini,allora chi c'è l'aveva messa li? Perchè aveva quell'aspetto? Che anche quello fosse un lascito di quella civiltà perduta?

Ora come ora la cosa non gli poteva importare meno,aveva solo voglia di prendere un pò d'aria,di prendersi un pò di monotona tranquillità,come piaceva fare a lui di solito,isolarsi dal resto del mondo e dedicare un pò di tempo a se stesso,cosa che ultimamente non gli riusciva molto bene.

Uscì dal grande salone e appena attraversata la grande porta la rivide ancora li,Toran,era seduta per terra,poco lontano dall'entrata dell'edificio principale,la vide li,con aria pensierosa e subito dopo vederla che girava lo sguardo verso di lui.

La ragazza si alzò facendo qualche passo verso di lui.

- Allora che ti han...

Chiese lei con tono serio e lievemente preoccupato,preoccupazione probabilmente dovuta al combattimento di prima.

Ma lui si ricominciò ad avanzare per fatti suoi,senza lasciarle il tempo di finire la frase che già l'aveva superata senza degnarla nemmeno di uno sguardo.

- Sesshomaru,che ti succede?

- PERCHE NON LO CHIEDI A LORO?

Disse lui girandosi iracondo verso la pantera,rivolgendosi a lei con tono brusco e uno sguardo carico di rabbia.

Lui vide l'espressione di Toran,stupore misto ad una leggera paura,un silenzio di tomba scese tra i due e poco dopo lo sguardo dell'Inuyokai si calmò,resosi conto di ciò che aveva detto,o meglio,come l'ho aveva detto.

Sesshomaru era nervoso e la cosa era certamente evidente,brevi respiri rapidi,seguiti poi da una respirazione più regolare,il cuore riprendeva il suo ritmo normale e un espressione più rilassata si fece largo sul suo viso,la guardava e in una parte di lui la cosa gli di spiaceva,non avrebbe voluto risponderle così,lei con quelle rivelazioni non c'entrava niente.

Eppure,la cosa che lo ferì di più in quel momento era come lei aveva ricevuto quella sua reazione furiosa,dallo sguardo di Toran si capiva molto bene che la cosa l'aveva lasciata spiazzata,presa di sorpresa.

Lui la guardò un attimo per poi distorgliere lo sguardo da quello di lei,come se provasse vergogna per quello che aveva fatto.

- Ho bisogno di restare da solo.

E detto questo si allontanò,sapendo bene che lei lo stava ancora guardando,la cosa non potè far altro se non aumentare la distanza che c'era tra lui e quel posto la cui vista in quel moemnto non potè dargli altro che fastidio e inquietudine.


Diverse ore più tardi,nel villaggio tra le montagne.


Buio,la sera ormai aveva ricoperto il cielo del sua scura tinta il cielo,che da li si potevano vedere le stelle quasi potessero toccare con un dito.

Sesshomaru le guardava da li,in quella casetta nella quale si era svegliato,da quando era tornato non aveva fatto che mettersi a sedere accanto ad un muro vicino al futon,i suoi occhi osservavano gli astri del cielo,ma la sua mente era altrove.

Da quando quella sua nuova avventura era cominciata aveva visto e affrontato cose e verità con la quale non avrebbe mai pensato di confrontarsi e più il tempo passava più aveva la sensazione che il filo logico di tutta quella storia ormai si stava perdendo.

Una guerra nata per cause che lui nemmeno riusciva a comprendere,che andavano alla ricerca di antichi manufatti realizzati da un popolo dimenticato? Più ci pensava e più gli sembrava di trovarsi dentro una storia per bambini,ma la cosa che gli dava più fastidio era quella statua,quella dannata forma di pietra con le sue sembianze anatomiche,così uguale a lui e pur tuttavia così diversa.

E proprio mentre la sua testa si riaffollava di idee e domande senza capo ne coda,sentì qualcuno entrare dalla porta scorrevole di legno,era Toran.

- Va tutto bene?

- No.

Rispose lui,secco e glaciale com'era nella sua natura,non l'aveva nemmeno guardata quando si rivolse a lei.

- Forse ho fatto male a disturbati,me ne vado.

Disse lei in tono sconsolato e intenta a ritornare su i suoi passi.

- Resta...se vuoi.

Il cane la fermò subito sul ciglio della porta,anche se forse non sarebbe bastato molto a trattenerla li dentro,lei scrutò ancora una volta la sua sagoma e lei lo vide li,illuminato dalla luce delle stelle dandogli un immagine di se come un anima in pena,bella e dannata.

Lei si avvicinò sedendosi dall'altro lato parallelo a quello di Sesshomaru,poichè non osava avvicinarsi troppo, non dopo lo scontro di quella mattina,non dopo essere stata toccata nella sua intimità.

- Vedo che le tue ferite non sono completamente guarite,se non altro il ghiaccio sembra non aver compromesso ulteriormente i danni,comprese le mani,ho avuto paura che le tue mani non riprendessero sensibilità.

- Da quando questa storia e cominciata ho perso buona parte delle mie capacità rigenerative,non riesco più a guarire alla stessa velocità che avevo fino a poco settimane fa,anchè se non credo che tu sia venuta solo per le mie condizioni fisiche,o meglio,non penso sia l'unico motivo per la quale mi hai raggiunto.

- Sono solo preoccupata per te.

- Non n'è vedo la ragione,anche se in effetti ora che ci penso,perchè stai facendo tutto questo?

- B'è visto che oggi il nostro e stato un duello finto...

- Non intendevo quello,perchè sei qui? Cosa ti spinge a collaborare con questi cappucci bianchi?

Abbassò lo sguardo,quasi non volesse guardarlo negli occhi,fece un profondo respiro e gli rispose.

- Ricordi la sera della festa? Due mesi prima ricevetti un invito per una festa che si sarebbe tenuta nelle terre occidentali,la stessa festa in cui io e te ci siamo rincontrati,ma dopo che ricevetti quell'invito ricevetti un visita,una sera,mentre ero nelle mie stanze,comparve una donna che tu già conosci.

- Parli di Yuki?

- Si lei,non ebbi nemmeno il tempo di usare i miei poteri che lei mi gettò ai piedi una lettera che dimostrava che uno dei miei consiglieri era in combutta con un certo feudatario per il controllo delle terre del mio clan.

- E scommetto che quel feudatario era Akira.

- Esatto,giusto il tempo di leggere per intero il messaggio che lei era già svanita,subito dopo avvertì le guardie per arrestare il traditore e farlo processare con la pena capitale,ma quando raggiunsi io suoi alloggi era già morto e vicino al cadavere era stato lasciato un messaggio.

- E cosa diceva il messaggio?

- Attenta,alcuni gatti sono fedeli ad un altro padrone.

Calò di nuovo il silenzio tra i due e per Toran la cosa si faceva imbarazzante,ma per Sesshomaru le cose erano differenti,si era perso di nuovo nei suoi pensieri,lui fissava la pantera dritta negli occhi e lei si sentì in qualche modo colpevole,non sapeva di cosa ma percepiva che qualcosa la collegava ad una dei tanti pensieri alla quale l'inuyokai cercava risposta.

- Devo dedurre che tu stia dalla parte di questi inccappuciati solo per interesse verso il tuo clan,se non altro il tuo e un motivo comprensibile,il mio invece è sapere perchè Akira e così interessato a me.

- Che intendi dire?

- Mentre combattevo con lui ho constatato di persona la sua forza e la sua abilità come combattente,la sua bravurà nel combattere e incredibile.

- E uno avversario così forte?

A quella domanda Sesshomaru non potè rispondere immediatamente,gli tornava alla mente quello scontro,quel suo scompenso di abilità e tecniche fu così evidente che Akira in confronto si dimostrò un autentico maestro della lotta,le sue movenze,le sue schivate e i suoi colpi erano qualcosa con la quale non si era mai confrontato prima,tali furono la destrezza e la forza del templare che ricordava ancora bene il peso di quei pugni,la stretta delle prese e le curiosi posizioni di combattimento,tra i due lui era il pivello e come tale era stato trattato.

Non fu mai messo veramente in pericolo dall'armamento della squadra dei sette,non furono gli imbrogli e gli inganni di Naraku a schiacciarlo è tanto meno Tessaiga,dalla cui potenza era stato sconfitto solo perchè il suo fratellastro imparò ad usarla in modo casuale,ma braccia e gambe e strategia di un uomo della quale non sapeva niente e che al contrario quest'ultimo sapeva tutto di lui.

Il solo pensiero di quell'uomo lo infastidiva dal più profondo della mente,quell'angolo della mente in cui ricordi riaffioravano gli facevano tornare a galla sensazioni di tremenda sconfitta,debolezza e vergogna,vergogna di aver sottovalutato l'avversario,vergogna di essere stato trattato come un bambino di fronte ad un adulto,vergogna della sconfitta subita così facilmente,era un guerriero e come tale si sarebbe rialzato,ma le cicatrici restano e non tutte sono quelle che si posano sulla pelle,il suo animo era marchiato da quella sconfitta.

- Si...ma la prossima volta non mi troverà impreparato.

Rispose così,con tono distaccato,ma ad un orecchio sensibile avrebbe udito una nota di nascosto malessere.

Lei lo fissò attentamente ancora una volta è qualcosa in lei la istigava a non volergli togliere gli occhi di dosso,se solo lui si fosse accorto che lei lo stesse osservando,ma era troppo impegnato a guardare quei puntini luminosi nel cielo,così lontani da loro e dai loro problemi.

Toran aveva sentito tutto di quel loro discorso senza perdere una sola parola,eppure c'era un qualcosa di forte dentro quel ragazzo dalla lunga chioma argentea,così simile nello sguardo,ma così diversi nello spirito,solitamente lei si ricordava di come nei loro più vecchi scontri aveva sempre quegli occhi freddi e lontani,un viso di pietra con un espressione per niente viva.

Ma quella sera si accorse di un altra energia che scaturiva dall'inuyokai,aveva sempre pensato che come lei avesse del ghiaccio che gli scorreva nelle vene,ma ora non poteva non notare un fuoco che gli bruciava dentro,una fiamma che partiva come una scintilla ma che poco alla volta poteva trasformarsi in un incendio,se non peggio,era un altra la fonte di energia che lo alimentava ad andare avanti.

Era la volontà? Era la determinazione? Era la forza? Cosa alimentava così tanto quella sua forza d'animo,che anche nella sconfitta più amara trovava la forza di rialzarsi? Lei non lo sapeva,ma forse nemmeno lui era pienamente conscio di quella sua caratteristica.

Forse era questo ciò che attirava la sua attenzione,forse era questo ciò che l'attraeva di più,lei era una combattente e anche lei poteva capire come lui si sentiva.

Ma forse non lo avrebbe mai capito,non completamente.

- Forse è meglio andare a dormire,chissà cosa accadrà domani.

Disse lei in tono rilassato,come a voler cambiare immediatamente discorso,volendo così allontanare i brutti pensieri,che aleggiavano in quella piccola casupola e detto questo si alzò in piedi avvicinandosi ad una porticina nascosta nel muro che Sesshomaru non aveva degnato neache di uno sguardo,l'aprì e tirò fuori quello sembrava un altro futon.

Lui accorgendosi della cosa osservò la pantera con fare stupito.

- Che stai facendo?

Chiese lui mentre la osservava prepare quel fagotto poco lontano dal futon nella quale aveva dormito lui.

- Mi preparo per la notte.

- Cosa?

- Quando gli assassini non venivano a contrallare le tue condizioni ero io quella ti teneva d'occhio,nel caso fosse accaduto qualcosa di strano,il fatto che stamattina non ci fosse riguardava la tua prova,dovevano farti credere che per questi tre giorni nessuno ti tenesse d'occhio durante la notte.

A quel punto non sapeva più cosa dire e per ciò si alzò in piedi e si diresse verso la porta.

- Dove vai?

Chiese lei incuriosità.

- Non lo so,ma non posso restare qui nel caso ti volessi spogliare per cambiarti d'abito.

E a quel punto,chiudendo il discorso su lei che si toglieva i vestita usci diretto chissà dove.

E lei rimasta completamente sola,divenne rossa dalla vergogna,quasi rischiando di andare a fuoco da come aveva cominciato a scottare,il sole pensiero di lui che avesse immaginato che lei si togliesse il kimono e gli stivaletti la faceva scaldare come una zuppa messa sul fuoco.

E in quel momento si ricordò di una peculiarità che caratterizzava Sesshomaru come l'individuo distaccato che dimostrava di essere.

La delicatezza per lui era un concetto totalmente estraneo.
  
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