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Autore: pixi13    19/01/2017    1 recensioni
A Parsidia da migliaia di anni si vive in pace . Ma l'arrivo di due stranieri, provenienti da un mondo che si credeva solo leggenda, rompe questa armonia. Partano con loro cattive notizie. Lady Katya, la giovane imperatrice di Parsidia si troverà a fare delle scelte per la salvezza della sua gente.
Un nemico oscuro, prove difficili, ma anche l'amore, sconvolgeranno quella che era, fino ad allora, la sua tranquilla esistenza.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lady Katya si svegliò si soprassalto. Un colpo di vento fortissimo aveva fatto spalancare le imposte.
Evidentemente Gemma, la sua domestica personale, si era dimenticata di assicurale con i ganci.
Si alzò e si diresse alla finestra. Diede un occhiata fuori. Mancava poco all'alba , ma il cielo era plumbeo. Forse sarebbe venuto a piovere. Assicurò le imposte velocemente. L'aria era fredda, non gelida,ma quel tanto che bastava per svegliarla completamente dal torpore.
Richiuse la finestra. Ormai di tornare a letto non se ne parlava, tanto valeva fare un giro per il castello. Si mise un vestito semplice e uscì dalla sua stanza.
In giro non c'era ancora nessuno, tutto era tranquillo. Era raro vedere il castello così. Di solito era un via vai di gente che le chiedeva udienza per questioni dei più svariati generi. Avrebbe potuto fare sbrigare quei doveri al suo consigliere, il Gran Maestro Herwood, ma quell'uomo non rappresentava quasi mai il suo pensiero, quindi non aveva piacere a farsi sostituire da lui. Poi adesso, con quell'assurda storia del matrimonio che si era messo in testa, non aveva nemmeno troppo il piacere di vederlo.
Perchè mai avrebbe dovuto sposarsi, e sopratutto sposarsi con un pretendente suggerito proprio da lui?
Non le occorreva un marito per governare il suo regno. Certo, prima o poi ci avrebbe dovuto pensare, più che altro per avere un erede, ma c'era tempo. Lei era giovane, aveva appena ventidue anni, e aveva ancora molti lunghi anni da vivere davanti a se. Nonna Marcy avrebbe compiuto cent' anni tra qualche mese e la Nonna Eve era arrivata a ottantasette. Una buona media . Certo, se si moriva di morte naturale, e non si consideravano gli incidenti, come era successo ai suoi genitori.
Erano passati ormai una decina di anni, ma bruciava ancora , ogni giorno. Un banale viaggio, un banale incidente e da un giorno all'altro lei e sua sorella Kyra si erano ritrovate orfane di entrambe i genitori, e il regno di Parsidia era rimasto senza sovrani.
Quindi, nonostante fosse poco più di una bambina , aveva dovuto prendere il posto dei suoi genitori.
Ovviamente lei era stata per molto tempo una figurante, il vero governante era il Gran Maestro. Non era un uomo cattivo, anzi era saggio e benvoluto, ma aveva idee che Katya considerava leggermente antiquate. Si scontravano spesso, ma in fondo gli voleva bene. Ma questa storia del matrimonio non gli andava proprio giù.
Parsidia era un impero tranquillo, governato da migliaia di anni in modo equo e giusto. Tutti i piccoli regni che lo componevano collaboravano tra di loro e vivevano in pace ed armonia.
Il Gran Maestro stava appunto cercando di convincerla che per mantenere tutto questo , il matrimonio fosse un obbligo, non una scelta. Le aveva fatto capire che si poteva anche scordare un matrimonio basato solo sull'amore. Il suo sposo sarebbe stato un alleato, un sostegno, una altra pietra salda che avrebbe retto e rafforzato il regno. Era sempre stato così. Anche per i suoi genitori era stato cosi. E per i nonni prima di loro. E per tutti quelli che l'avevano preceduta.
In cuor suo, Katya era consapevole che un giorno avrebbe dovuto cedere. Sperava almeno di avere voce in capitolo sulla scelta dei pretendenti, ma non ne era molto convinta.

Senza accorgersene era quasi arrivata alla grande porta di legno scuro che dava sul giardino. Si avvicinò alla grande finestra per dare un occhiata fuori. Il cielo era ancora minaccioso ,ma non pioveva . Notò il suo riflesso sul vetro. Aveva legato i lunghi capelli castani in una coda frettolosa, senza neppure pettinarsi. Si fissò sul suo stesso sguardo. Sorrise ripensando a quando suo padre le diceva che i suoi occhi erano dello stesso colore del mare del sud in primavera. Lei nemmeno l'aveva mai visto il mare del Sud, ne in primavera ne in qualsiasi altra stagione.
Non aveva viaggiato molto in realtà. Lo avrebbe fatto, ma la prematura morte dei genitori l'avevano portata a prendersi le sue responsabilità e a imparare molto più in fretta del tempo che le sarebbe voluto. Passava le sue giornate tra la biblioteca a studiare tutti i libri della lista che il Gran Maestro le aveva dato e la sala d'armi per imparare ad usare al meglio la spada, l'arco , la balestra e tutto il resto dell'armamentario. Ad essere sinceri, quest'ultimo compito non le spettava.

“A voi non serve imparare a brandire una spada! Serve imparare come si amministra un regno, serve imparare ad essere saggia e colta , preparata su tutto. Potreste imparare ad usare uno strumento musicale piuttosto. Avrete più bisogno di saper intrattenere un marito! L'arte delle armi non è affar vostro! ” le ripeteva in continuazione il Gran Maestro.

Katya lo sapeva che non avrebbe mai dovuto prendere parte a nessuno scontro, a nessuna guerra, ma a lei piaceva! Le fare gare di tiro con l'arco e di spada. Perchè era cosi difficile da capire? E poi, era o non era l'Imperatrice Sovrana e poteva fare quello che più le aggradava?
Uscì in giardino e respirò a pieni polmoni l'aria umida.
Quel posto era una delizia per gli occhi.
Fiori e piante di tutti i tipi, rigogliosi e colorati. Qualche metro più avanti si trovava un piccolo padiglione in legno bianco che adesso era ricoperto di fiori viola di salice. Il profumo era inebriante. Oltre il giardino, che si estendeva a perdita d'occhio, c'era un bellissimo frutteto che si estendeva fino a quasi il limitare della Grande Foresta Smeraldo. E oltre la foresta...oltre la foresta un intero mondo che forse non avrebbe mai visto per intero.
Lady Katya si avviò verso il padiglione e una volta lì, si accomodò su una delle poltroncine che vi si trovavano.
Chiuse gli occhi e si rilassò. Cercò di liberare la mente, di svuotarla da tutto quello che la occupava. La sua mente creò la visione di come lei immaginava il mare del Sud, i suoi colori, i suoi profumi. Poteva vedersi mentre passeggiava a piedi scalzi sulla sabbia bianca e calda. Quanto avrebbe voluto visitare quel posto. Un giorno lo avrebbe fatto. Lo giurò a se stessa.

“Lady Katya!”

La ragazza sussultò e aprì gli occhi infastidita. Sapeva già chi era li per disturbarla.

“Gran Maestro..”

“Si può sapere cosa ci fate in giardino all'alba...e in questo stato disdicevole?”

Katya strabuzzò gli occhi.

“Disdicevole?”

“Se qualcuno vi vedesse?”

“Diamine...non sono mica svestita!”

Il Gran Maestro Herwood sobbalzò indispettito da tanta impertinenza.

“Lady Katya! E' mai possibile che proprio non riusciate ad attenervi a delle semplici regole? Non siete una domestica qualsiasi ! Anche se vestita cosi si potrebbe facilmente scambiarvi per una di loro!”

Katya si alzò.

“Va bene! Non agitatevi o dovrò far chiamare il curante di palazzo per farvi dare qualcosa che vi calmi i nervi! Andrò a cambiarmi d'abito se ci tenete tanto!”

L'uomo la guardò paonazzo in volto. Katya era convinta che si trattenesse a risponderle per non mancarle di rispetto. E lei si divertiva a stuzzicarlo.

 

 

 

“Questo colore vi sta d'incanto Mia Lady!” le disse Gemma sistemandole il vestito.

Katya si ammirò allo specchio. Effettivamente si, quel colore le donava parecchio. Un bel blu pervinca, impreziosito da piccole pietre bianche sul corpetto.
Qualcuno bussò alla porta.

“Avanti!” rispose voltandosi.

La porta si aprì e sua sorella Kyra entrò nella stanza.
Katya trovava che la sua sorellina,era solo di un anno più piccola ma per lei sarebbe sempre stata la sua piccolina, fosse molto più bella di lei. Quella mattina indossa un abito giallo come il sole e la faceva davvero risplendere. I capelli corvini le erano stati pettinati in morbidi boccoli e i grandi occhi scuri sprizzavano gioia di vivere.

“Buongiorno Kyra! Sei uno splendore oggi..” disse Katya sincera guardandola sorridendo.

La sorella le sorrise di rimando.

“Anche tu sei bellissima con quel vestito...è nuovo?”

“Credo di si...lo sai che non bado a queste cose..”

Kyra rise.

“Si lo so. Ho incontrato il Gran Maestro....indovina che mi ha detto?”

“Immagino...pensa di tirarti dalla sua parte?”

Kyra andò a sedersi sulla poltroncina vicino al letto.

“Io non capisco cosa ci sia di male nel matrimonio...”

Katya sospirò. Voleva un bene dell'anima alla sorella, ma le loro vedute erano diverse. Kyra era più tranquilla e pacata, obbediente e si atteneva alle regole. Ed era molto più romantica e sognatrice. Katya aveva il sospetto che il Gran Maestro l'avrebbe preferita a lei come Imperatrice.

“Kyra, non vi è nulla di male nel matrimonio...se contratto al momento giusto con la persona giusta e non imposto.”

“Almeno potresti conoscere i pretendenti, magari dando un ballo. Chissà..potrebbe essere che incontri il tuo principe..”le rispose la sorella ammiccando.

Katya la fissò fingendo uno sguardo severo.

“Tu leggi troppe favole..”

“Andiamo! Potrebbe essere divertente! E' un po' che non teniamo feste al castello!”

Katya si sciolse in un sorriso.

“Ci penserò, te lo prometto.”

 

 

 

“Complimenti Lady Katya! Ottimo centro!”

Katya sorrise soddisfatta verso il maestro arciere.

“Vi ringrazio Maestro Carxon. E' merito anche dei vostri insegnamenti” disse rivolgendosi al rubicondo insegnate.

“Per quanto io possa essere bravo come maestro, voi avete una dote innata mia Lady. Pochi uomini sanno tirare come voi!”

Katya distolse lo sguardo e incoccò un altra freccia.

Prese la mira, ma proprio mentre stava per scoccare, qualcuno la chiamò in modo concitato. Abbassò l'arco e si voltò.
Era Gemma e sembrava parecchio agitata.

“Mia Lady...mia Lady...”

“Gemma..che succede?” chiese preoccupata Katya abbassando l'arco e riponendo la freccia nella faretra.

“Dovete venire subito..il Gran Maestro mi ha mandata a chiamarvi..”
“Si può sapere cosa è successo? Mi spaventate..” poi un orrendo pensiero le balenò nella mente.

Kyra era uscita per una passeggiata a cavallo.

“Non..non sarà successo qualcosa a Kyra vero?”

Gemma scosse la testa, stava ancora riprendendo fiato.

“No..no mia Lady. Ma alcune guardie sono uscite a cercarla..sono arrivati degli stranieri a Palazzo..non portano buone notizie..e il Gran Maestro vi vuole vedere subito. Non so altro.”

Katya ripose l'arco nelle mani del Maestro Carxon. Stranieri? Cosa intendeva dire? Nell'impero di Parsidia nessuno era straniero. Da dove venivano costoro? E che brutte notizie parlavano. Forse Gemma aveva esagerato, come al suo solito. Si disse che si stava preoccupando per nulla.

 

 

“Oh Lady Katya, siete qui finalmente!”

Katya entrò nella sala del consiglio dove era attesa dal Gran Maestro. Con lui vi erano due uomini dall'aspetto regale, anche se erano piuttosto in disordine.
Questi, alla sua vista, fecero un leggero inchino. Katya nascose la sorpresa. Fino ad ora aveva sentito parlare degli elfi solo nei libri che aveva studiato. Ed ora si trovavano al loro cospetto.

“Mia Lady...Vi presento il Principe Belecthor e suo figlio Galadhon.”

Katya fece un cenno con la testa e sorrise imbarazzata. Mai aveva visto tanta bellezza in un uomo.
Entrambi con lunghi capelli argentei, dritti come fusi, con penetranti occhi verdi, lineamenti decisi e fisici statuari.
Cerco di non arrossire e distolse la sguardo tornando a guardare il Gran Maestro, decisamente meno avvenente.

“Vengono da GrandAlbero...un regno molto a nord..” borbottò l'uomo. Sembrava costernato.

“Si” lo interruppe Katya tornando a guardare i visitatori “Ne ho già sentito parlare..nei libri. E' davvero molto lontano da qui. Cosa vi porta a compiere un cosi lungo viaggio?”

“Nulla di buono, purtroppo Imperatrice Sovrana” rispose il Principe Belecthor abbassando lo sguardo pensieroso.

“Vi prego..chiamatemi Lady Katya semplicemente..e vi prego, ditemi cosa è successo?”

Katya guardò il Gran Maestro, che stranamente sembrava essere senza parole. Non era certo da lui, e questo non era proprio un buon segno.

“GrandAlbero non esiste più..” disse Galadhon rompendo il silenzio.

Katya lo guardò esterrefatta.

“Cosa..cosa intendete?”

Il principe Belecthor guardò il figlio, quasi a volerlo ammonire.

“Lady Katya, perdonate mio figlio. Non volevamo turbarvi. Ma ...è cosi difficile ammetterlo, ma si, GrandAlbero non esiste più. E non possiamo nemmeno spiegare come questo sia possibile.”

Katya era davvero confusa. Cosa stava dicendo? Di che cosa parlava?

“Vogliate essere più chiaro..non riesco a capire Principe..”

Galadhon fece per riprendere parola ma suo padre lo fermò con un cenno della mano.

“Capirete tutto se parto a raccontare la storia dall'inizio..”

 

 

Come avrete di certo letto nei libri di storia, molte era fa il nostro mondo non è come lo conosciamo oggi . Yildun non aveva divisioni territoriali come ora.

Gli esseri magici e gli umani vivevano tutti insieme, in pace ed armonia.

Un giorno le fate decisero di fare loro un grande dono, il dono della magia.

Ma ahimè,le anime umane sono fragili e facilmente corruttibili.

Molti di lori, trovatisi con grandi poteri, persero la ragione, e iniziarono ad usare la magia per gli scopi più biechi.

Resesi conto dell'errore che avevano fatto le fate cercarono di vanificare il dono.

Ma senza successo. La magia buona si era trasformata in magia nera e ora era controllata da streghe e stregoni malvagi.

Per gli altri esseri umani invece, fu più facile visto che erano ancora buoni.

Il dono venne tolto.

Ma ormai l'equilibrio era stato rotto. Il mondo magico non poteva più mescolarsi con il mondo degli umani. Vennero quindi separati, a nord il regno magico, un posto che via via con il tempo divenne solo leggenda. A sud il nuovo regno degli umani, Parsidia.

Come ultimo dono, forse per rimediare al loro errore, le fate eressero un campo di forza a protezione dei due mondi ove la magia oscura non potesse entrare, confinandola cosi agli estremi confini dei due mondi.

E per migliaia di anni così è stato.

Fino a qualche tempo fa..

 

 

 

Katya, mentre ascoltava il principe Belecthor parlava, iniziò a chiedersi se stesse avendo un brutto sogno.
Per anni era stata convinta che fossero davvero favole e leggende. Che tutte quelle storie fossero frutto di fantasia. E invece a quanto pareva era tutto vero. E ne aveva la prova davanti agli occhi.
Tutto reale, purtroppo.

“Temo ciò che state per dire...” lo interruppe Katya stringendosi le mani.

Il principe la guardò con aria severe e triste.

“In tutti questi anni di silenzio, il male non è scomparso. E non ha nemmeno dormito. Si è solo rafforzato, aspettando il momento migliore per sferrare la sua vendetta: Albali.”

Katya vide suo figlio Galadhon sbiancare.

“Albali? Non conosco questa parola...”

“Perchè non esisteva prima...prima che ..” il principe Belecthor pareva non trovare le parole “Albali vuol dire “colui che inghiotte”...ed è quello che sta accadendo al nord.”

Katya era più confusa di prima.

“ Una nuvola nera che inghiotte tutto, tutto sparisce al suo passaggio...tutto..non resta nulla..nulla”aggiunse Galadhon.

Katya ora iniziava a capire e guardò il Gran Maestro per cercare conforto, ma lui sembrava più disperato di lei.

“Tutto..tutto il regno magico è.. è..” cercò di chiedere Katya, ma le parole non le uscivano di bocca.

“No, non tutto” rispose Galadhon “Almeno non ancora...resistiamo come possiamo..”

“GrandAlbero era uno dei popoli più a nord. Abbiamo scelto quel posto perchè a quelli come noi piace il freddo. Siamo i possessori del potere dell'elemento ghiaccio..” disse il principe con aria afflita “ siamo stati i primi ad essere attaccati..eravamo impreparati..”

Katya rabbrividì...

“Tutto la vostra gente...”

“In pochi siamo riusciti a sfuggire...” le rispose Galadhon con aria assente.

Katya non riusci va nemmeno ad immaginare che cosa terribile dovessero aver vissuto.

“E ..gli altri popoli?” chiese il Gran Maestro con voce tremante.

“Dopo l'attacco ci siamo diretti ad Alnair, dalla luminosa Altair per riferire ciò che era accaduto. Sono state subito adottate le difese più alte,ma non sappiamo quanto resisteremo. Ma pare chiaro che la vendetta consista nella distruzione totale dei nostri mondi.”

Katya lo guardò spalancando gli occhi.

“I nostri mondi?”

Il principe Belecthor la guardò serio.

“Siete in pericolo quanto noi. Pensate che una volta distrutto il mondo magico si fermerà?”

Katya temeva quella risposta,ma era ovvio.

“Io..io non capisco...cosa vi aspettate da noi?” chiese con la mente che turbinava in mille pensieri.

Il principe Belecthor le si avvicinò e le pose una mano sulla spalla.

“Siamo stati mandati per rinsaldare l'alleanza tra i nostri mondi. Solo se uniremo le nostre forze potremmo sperare di avere una possibilità contro questa minaccia!”

 

 

 

 

 

 

   
 
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