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Autore: semolina    19/01/2017    4 recensioni
Dopo il loro incontro al Mollly's [nella 5x03], tra Sylvie Brett e Antonio Dawson è nato un qualcosa, un legame sottile. Il lavoro li terrà lontani ma non indebolirà ciò che è nato, lo rafforzerà invece rendendoli completamente connessi.
Questa è la prima volta che scrivo una fan fiction,non mi era mai capitato di appassionarmi così tanto alla storia nascente tra due personaggi tanto da far accendere la mia fantasia e "costringermi" a scrivere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima cosa da dire: BUON ANNO! Seconda cosa: PERDONO!

Mi scuso per il ritardo imperdonabile nel postare questo capitolo ma sembra proprio che il karma mi si sia rivoltato contro: il pc di punto in bianco mi ha piantato in asso, decidendo che era arrivata la sua ora; quindi non ho potuto scrivere (ho provato a scrivere su carta ma poi ho perso dei fogli [il karma, ancora] e dal cellulare non mi era possibile. Quindi...bando alle ciance. Ecco qua il nuovo capitolo: è corto ma è solo di “transizione”. Spero vi piaccia. Come sempre, buona lettura.

Erano passati cinque mesi da quella cena a casa di Sylvie, e tutte le promesse erano state mantenute. In quei mesi non si erano mai nascosti niente: Antonio aveva reso partecipe di tutto la bella paramedico, gettando così le basi per un rapporto solido e duraturo. Erano stati mesi felici e spensierati dal punto di vista della loro vita sentimentale; ogni giorno si scoprivano sempre più innamorati e complici, sempre più uniti e dipendenti l’uno dall’altro per essere completamente, profondamente, felici. Nonostante i turni di Sylvie e gli orari impossibili di Antonio trovavano sempre momenti da passare insieme, andando a cena fuori, al cinema, a fare passeggiate romantiche in giro per la città, piccole fughe d’amore in giro per l’america. Erano sempre insieme, inseparabili; non si erano però isolati dagli amici, come spesso accade alle neo coppie di innamorati. Continuavano a frequentare i colleghi e amici al Molly’s, Sylvie non aveva mai rinunciato alle serate con le amiche ed Antonio non aveva smesso di frequentare la sua palestra per allenarsi. Erano riusciti a trovare un equilibrio invidiabile, che li definiva come coppia ma non snaturava il loro essere se stessi. Dormivano tutte le notti insieme, a volte a casa di lei e certe volte da lui, cominciando così a sincronizzare le loro vite, come una coppia sposata da molti anni. Dopo un paio di mesi che si frequentavano, Sylvie aveva conosciuto ufficialmente i figli ed i genitori di Antonio e, dopo qualche momento di titubanza da parte dei ragazzi, era stata accolta definitivamente in famiglia. Dopo tutto, come le aveva ripetuto più volte il detective, come potevano non adorarla? Era una ragazza dolcissima, sincera, seria e divertente, impegnata in un lavoro importante per la comunità, capace di vedere il buono in qualsiasi persona e in qualsiasi situazione, ed era amata da tutti proprio per queste sue caratteristiche. Uscivano spesso in coppia con Gabriela e Matt, i quali, nonostante Gabby fosse ancora un po’ a disagio a vedere suo fratello e la sua amica in atteggiamenti intimi e sdolcinati, apprezzavano molto la loro compagnia; così come anche il piccolo Louie adorava giocare con la bionda e lo zio.

Quella mattina la sveglia suonò presto per la bella paramedico, che stiracchiandosi come un gatto, cercò con una mano il corpo di Antonio nel letto. Inaspettatamente non lo trovò al suo fianco. Aprì gli occhi disorientata per cercarlo con lo sguardo, oltre che con il tatto. Le bastò uno sguardo per constatare che se ne era già andato; la sedia, dove la sera prima aveva poggiato i suoi vestiti, era vuota e il distintivo non era più sul cassettone in fondo al letto. Si guardò un’altra volta intorno, fino a che non vide un post-it attaccato alla lampada sul comodino. Si allungò sul letto per afferrarlo.

“ Sono al distretto. Chiamata urgente, non ti ho voluto svegliare. Chiamami quando ti svegli. Un bacio”

Sorrise leggendo il biglietto e senza esitare oltre afferrò il telefono e chiamò Antonio. Dopo soltanto un paio di squilli la voce profonda del detective le arrivò all’orecchio.

“ Buongiorno tesoro.” La salutò gioioso.

“ Buongiorno a te, lavoratore instancabile… come mai così presto? Spero niente di preoccupante.”

“ Tranquilla, niente di preoccupante. Voight ha voluto che interrogassi un tizio con Al...Tu sei già a lavoro?”

“ No, mi sono appena svegliata… mi preparo e passo a prendere Gabby, visto che ha l’auto dal meccanico e Matt non è di turno.”

“ A proposito, ieri sera mi sono dimenticato di dirtelo: Domani i miei ci vogliono a cena da loro. Non sei mica di turno?”

“ No, sono libera. Qualche occasione particolare?”

“ No no. Ma sai com’è mia madre, se non ci vede per un po’...” Sylvie sorrise tra sè.

“ Ok! Adesso ti lascio lavorare, ci vediamo stasera. Ahn, ricordati che oggi è il compleanno di Erin, falle gli auguri anche da parte mia!” Gli ricordò Sylvie.

“ Certo! A stasera bella bionda!” La salutò ridacchiando. Lei rise di gusto, gli buttò un bacio attraverso il telefono e riagganciò. Restò qualche secondo seduta sul letto, sorridendo come un’ebete ripensando alla telefonata, poi si riscosse ed iniziò a prepararsi per andare, prima da Gabby e poi a lavoro.

 

Antonio riagganciò continuando a sorridere.

Notò che c’era un silenzio inusuale nell’ufficio e si voltò intorno per capire quale fosse il motivo; si accorse subito delle espressioni curiose e maliziose sui volti dei suoi colleghi, che lo stavano guardando silenziosi e che probabilmente avevano ascoltato tutta la telefonata con Sylvie.

“ Che c’è?” Chiese a Jay, che nel frattempo si era alzato dal suo posto e si era seduto sulla sua scrivania, sorridendo beffardo.

“ Quindi questa sarebbe la tua faccia felice, eh?!” Rispose il detective Halstead.

Antonio dette un pugno amichevole al braccio del detective e gli sorrise felice.

“ Lo prendo come un sì!” Disse allegro l’altro, scendendo dalla scrivania del collega per tornare al suo posto.

“ Ahn, visto che è il compleanno di Erin, stasera birra al Molly’s, ok? Vietato mancare.” Aggiunse, rivolgendosi a tutti i colleghi. Ricevette solo risposte positive da ognuno dei poliziotti presenti, così tornò a sedersi soddisfatto. L’ilarità del momento fu interrotta dal sergente Voight che, con passo deciso, entrò nella stanza monopolizzando l’attenzione di tutti.

“ Un altro incendio doloso. Sulla Jackson Boulevard. Stesse modalità dell’incendio di sei mesi fa sulla Hastings Street, solo che questa volta un paramedico ci ha rimesso la vita.” Disse secco il sergente.

Antonio, udite quelle parole, sbiancò di colpo; l’ansia gli attanagliò lo stomaco. Nonostante sapesse che Sylvie e Gabby erano al sicuro, sane e salve, non potè reprimere un senso di terrore. Voight si accorse del cambiamento avvenuto sul volto del collega e si premurò di specificare.

“ Nessuno della 51, ma è pur sempre un collega che muore. Sono mesi che seguiamo piste senza concludere niente. Adesso non c’è più tempo. Dobbiamo prendere i responsabili. Nessun altro deve perdere la vita.”

Tutti gli agenti annuirono con decisione; il sergente aveva ragione: non c’era più tempo, quei bastardi andavano presi.

 

Sylvie arrivò da Gabby puntuale come sempre, suonò il campanello e attese che l’amica le aprisse la porta.

“ Buongiorno! Vieni, entra.. mi metto le scarpe e la giacca e sono pronta!”

Sylvie la salutò a sua volta ed entrò in casa; Matt, che era ancora seduto al tavolo della cucina, intento a fare colazione, la salutò, gentile come suo solito e le chiese se poteva offrirle qualcosa. La bionda rifiutò, asserendo di aver già fatto colazione. Nel frattempo Gabby, indossate le scarpe e la giacca, si affacciò nella stanza e con Louie in braccio richiamò l’attenzione dell’amica.

“ Ehi Brett, ti dispiace se facciamo un salto da mia madre prima? Devo lasciarle un paio di cose.”  Chiese, lasciando il piccolo Louie camminare da solo.

“ Certo che no! Tanto siamo in anticipo.” Rispose, mentre si avvicinava per baciare il bimbo sulla guancia.

“ Ma come siamo belli stamani! Questa maglietta con i dinosauri è nuova?!” Chiese al bambino, facendo una vocetta stupida. In tutta risposta Louie le sorrise, mettendo in mostra la maglietta nuova, orgoglioso. Sylvie sorrise dolcemente, continuando a chiedergli dei dinosauri, conoscendo la sua adorazione per quegli animali ormai estinti. Mentre la bionda giocava con il bimbo, la collega salutò il fidanzato con un bacio e prese la borsa appesa all’appendiabiti.

“ Io sono pronta” Annunciò prima di baciare il figlio sulla fronte. “ Dai un bacio alla mamma… ci vediamo stasera ok? Fai il bravo!” Lo salutò affettuosa. Louie ricambiò il bacio di Gabby e muovendosi verso Casey le salutò.

“ Ciao mamma, ciao zia..”

Gabby, Sylvie e Matt si guardarono stupiti per qualche secondo; nessuno aveva mai detto al bimbo di chiamare Sylvie zia, eppure lo aveva appena fatto, facendo riempire gli occhi della bionda di lacrime di gioia.

 

“ Non riesco ancora a crederci..” Sospirò la bionda mentre accendeva l’auto.

“ Davvero non gli avete mai detto di chiamarmi zia?!”

“ No, non sapevamo se fossi d’accordo..sono solo pochi mesi che tu ed Antonio...Insomma, sembrava un pochino affrettato..e Louie deve ancora metabolizzare me..e Matt...e la casa…” Cercò di rispondere la mora a disagio.

“ Ehi...tranquilla! Lo capisco. E credo che abbiate fatto la scelta giusta.” La rassicurò l’amica sorridendole gentile. Gabby ricambiò il sorriso, sollevata che l’amica non fosse rimasta offesa.

“ Credo che ci sia arrivato da solo…” Commentò la Dawson.

“ Ti vede sempre con Antonio, che ha imparato a chiamare zio.. vi vede arrivare insieme, andare via insieme, vi vede baciarvi, scambiarvi carezze e moine..”

Sylvie arrossì visibilmente. Gabby rise di gusto.

“ è quello che vedono tutti… e Louie è davvero un bambino intelligente..” Concluse con il tono orgoglioso, che usano tutte le madri quando parlano dei propri figli.

“ Sì, hai ragione..” Constatò la bionda, concentrandosi sulla strada. Restarono un paio di minuti in silenzio ognuna delle due persa nei propri pensieri; ad un tratto Sylvie sospirò forte.

“ Credi che il fatto che mi abbia chiamato zia significhi che mi ha accettata in quel ruolo?” Chiese trattenendo il respiro, senza staccare gli occhi dalla strada. Gabby la guardò stupita ed incuriosita.

“ Immagino di sì…” Rispose sincera, continuando a fissare la ragazza al volante, che si mordeva le labbra agitata. Le posò una mano sul braccio con fare rassicurante.

“ Louie ti adora. Di questo sono più che certa.” Le disse piano. Sylvie abbozzò un sorriso e l’altra capì che c’era dell’altro che la preoccupava.

“ Brett..Cos’è che ti preoccupa?” La bionda sentendosi scoperta sputò il rospo.

“ Vorrei che anche Diego ed Eva mi accettassero come ha fatto Louie.” Gabriela rimase in silenzio, aspettando che l’amica desse sfogo ai suoi pensieri.

“ Non voglio certo prendere il posto della loro madre, ci mancherebbe… e non pretendo neanche di essere la loro migliore amica...ma vorrei...non so come spiegarlo.” Tacque qualche secondo, come per riordinare le idee.

“ Vorrei che non mi vedessero come una minaccia.. non voglio che pensino che allontanerò il padre da loro! Non lo farei mai..” Gabby, udite quelle parole, sentì l’affetto per l’amica crescere a dismisura, come anche la considerazione di lei. Aveva sempre saputo quanto Sylvie fosse una brava ragazza, piena di valori e principi, dolce e sincera, ma quella preoccupazione nei riguardi dei suoi nipoti, il suo evidente stato d’animo per quella situazione le fece capire quanto quella timida e impacciata ragazza bionda, arrivata dall’indiana, fosse perfetta per il fratello; non avrebbe potuto chiedere di meglio per Antonio.

“ Non so mai come comportarmi...se sono troppo invadente o troppo fredda..troppo presente e magari preferirebbero vedere Antonio da solo qualche volta in più.” Sembrava un fiume in piena; le parole le uscivano di getto, lasciandola senza fiato e confondendo sempre di più Gabby, che non riusciva più a starle dietro.

“ Calma calma! Rallenta un secondo!!” La interruppe la Dawson frastornata da quella raffica violenta di parole.

“ Non ho capito la metà delle cose che hai detto! Fai un bel respiro..” Sylvie, continuando a guardare la strada, prese un’enorme boccata d’aria, trattenendola qualche secondo nei polmoni per poi gettarla fuori lentamente.

“ Brava..e adesso..” Gabby si sistemò sul sedile e guardandola dolcemente le disse:

“ Sei magnifica con i ragazzi.” La bionda si voltò a guardare l’amica, sorpresa dall’incipit del suo discorso.

“ Dico sul serio. Ti stai comportando in maniera esemplare: non sei invadente o troppo presente e allo stesso tempo non sei fredda come un ghiacciolo. Sei spontanea, o almeno sembri spontanea, gentile e attenta. Dimostri un grande rispetto per la loro casa, i loro nonni, le loro abitudini...e loro lo notano. Come hanno notato la forza del legame tra te e Antonio.” Tacque un attimo per vedere la reazione di Sylvie a quelle parole; vide il suo volto rilassarsi leggermente e le mani allentare la presa sul volante.

“ Ho parlato con Eva l’ultima volta che siamo andati a pranzo da mia madre, quindi non mi sto inventando niente. Sono parole sue.”

“ Le hai chiesto di me?” Domandò sorpresa la bionda.

“ Le ho soltanto chiesto come stesse vivendo questa situazione, è stata lei poi a parlarmi di te.”

“ Davvero?!”

“ Sì, davvero. Mi ha detto che da quando ci sei Antonio è molto più felice, felice come non lo avevano mai visto. E questo le basta per far sì che ti voglia bene.” Concluse Gabby ricambiando il sorriso di Sylvie.

 

Arrivarono a casa dei genitori di Gabby dopo poco e Sylvie si concentrò per trovare un parcheggio, cosa che risultò molto difficoltosa e infine infruttuosa. Fecero un paio di giri dell’isolato, sperando di trovarne uno, ma fu tutto inutile.

“ Accidenti!!” Esclamò la bionda dopo l’ennesimo giro a vuoto.

“ Dai accosta qua.. scendo io, lascio questa roba a mia madre in un secondo e ce ne andiamo. è una cosa veloce ed è inutile star qui ad impazzire per il parcheggio.”

Sylvie seguì il suggerimento della mora e si fermò davanti all’abitazione in seconda fila, mise le quattro frecce e spense il motore. Si appoggiò allo schienale del sedile dell’auto e cambiando stazione radio per trovare qualcosa di suo gusto si apprestò ad aspettare il ritorno dell’amica. Dopo qualche minuto, con la coda dell’occhio, vide la porta di casa Dawson aprirsi e istintivamente portò le mani alle chiavi per rimettere in moto l’auto, certa che fosse Gabby ad uscire. Notò invece che ad uscire dalla casa dei genitori di Gabriela era una donna alta, con lunghi capelli mori che le ricadevano sulle spalle in morbide onde; la donna, notata la bionda seduta in auto, sorrise beffarda e si avvicinò decisa, scuotendo la folta chioma al vento.

“ Scusi, deve uscire con l’auto? Mi sposto subito..” Le disse Sylvie, certa che fosse quello il motivo del suo avvicinarsi.

“ No, non esattamente. Lei è Sylvie Brett, mi sbaglio?” Chiese con tono di sufficienza mal celato da gentilezza.

“ Sì, sono io…” Rispose la bionda, leggermente intimidita da quella donna bellissima ed elegante.

“ Piacere Laura, la moglie di Antonio.” Fu come un fulmine a ciel sereno. Sylvie si dette della stupida per non aver riconosciuto Laura fin da subito.

“ E a quanto pare lei è l’amante...beh, non si affezioni troppo. Così sarà meno doloroso quando Antonio la lascerà..” Quelle parole taglienti e crudeli le si piantarono dritte nel cuore, come un coltello affilatissimo, facendolo sanguinare. Sylvie restò a bocca aperta, incapace di ribattere o anche solamente di dire una parola, mentre osservava Laura allontanarsi con passo sicuro, un’aria soddisfatta dipinta sul volto.

 
  
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