Fanfic su attori > Benedict Cumberbatch
Segui la storia  |       
Autore: lallipumbaa    19/01/2017    0 recensioni
Tom Hiddleston - Nuovo Personaggio - Benedict Cumberbatch
Cosa succede se una ragazza incontra un attore che ha fatto il suo stesso percorso e che ora è stato lanciato nella fama? Cosa succede se la ragazza in questione continua a trovarselo tra i piedi? E se lei viene trasportata inaspettatamente nello stesso mondo dorato?
Le avventure e il percorso di Laila, studentessa della RADA, e delle persone che la circondano.
Solo che, senza saperlo, si troverà in questa situazione: HIDDLESBATCHED.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

−CAPITOLO 26−
“The wedding of the year”
 
 
Dopo la cerimonia degli Oscar tornarono a casa. Passarono pochi giorni di tranquillità prima che Laila dovette cominciare a preparare le valigie per andare a girare il suo primo film Marvel: The Avengers – Age of Ultron.
Le riprese si sarebbero divise tra Los Angeles, Val d’Aosta (la location sarebbe stata il forte di Bard. Con l’occasione sarebbe stata un paio di giorni in più in Italia per trovare la famiglia), Seoul e Inghilterra.
 
Era finita in una manica di pazzi.
 
Nonostante quello fosse già un gruppo formato da tempo e rafforzato dalla collaborazione di svariati film, non fece molta fatica ad essere trascinata nelle pazzie di gruppo.
Con Aaron Taylor-Johnson, che interpretava il suo gemello nel film, aveva stretto una meravigliosa amicizia: durante una serata in albergo in Val d’Aosta dove il tempo fuori era terrificante e nessuno aveva osato puntar fuori nemmeno la punta del naso, ovviamente essendo lei Italiana la stavano sfruttando tutti per le ordinazioni e per ogni comunicazione possibile e immaginabile, non erano completamente al cento percento delle loro facoltà mentali dopo qualche cocktail e, con l’aiuto di Robert Downey Jr. (altra persona adorabile e fuori di testa), avevano fatto partire ‘I want it all’ di High School Musical cantandola in playback in piedi su uno dei tavoli del bar.
L’esibizione fece scalpore, senza contare l’intero pubblico presente che piangeva dalle risate, e fu anche registrata con la minaccia di Joss Whedon di usarla come spezzone speciale alla fine dei titoli di coda.
“D’accordo che nel primo vi strafogavate di Shawarma, ma non è che perché siamo Disney nel secondo dobbiamo fare il remake di High School Musical!”
“Tanto questa cosa finirà su internet in tempo zero.” Commentò Chris Evans ridendo mentre Robert esclamò “Done! The Twitter community thanks you two!”
“No waaaay!! I want to see that!” esclamò Scarlet fiondandosi verso di lui.
“I don’t believe you really did that!” aveva riso Aaron scendendo dal bancone.
“Well, look at your phone!”
“Rob, after this one I will take off the Ironman case from my iPhone!” gli disse Laila prima di scoppiare a ridere vedendo il video.
 
Nonostante le serate da idioti, il film fu uno dei più impegnativi che avesse mai fatto. Più che mentalmente lo fu fisicamente: allenamento, scene di combattimento (e per quello ringraziò il professore che in RADA le aveva fatto amare smodatamente quel corso – ricordandosi anche un discorso di Tom risalente ai primi tempi che si conoscevano dove le diceva di non disperarsi che magari un giorno le sarebbero comunque servite), movimenti molto fisici che richiedevano una disciplina data solo dall’allenamento.
Benedict era riuscito ad andare a trovarla un giorno che erano in Inghilterra a girare. Era appena tornato dagli Stati Uniti dove stava lavorando per la Dreamworks nel nuovo film dei Pinguini di Madagascar.
Inutile dire che per lei fu un’enorme sorpresa.
Ancora nei panni della Scarlet Witch se lo trovò sul set. Dopotutto era partita da Londra agli inizi di marzo ed erano due mesi pieni che non si vedevano tra viaggi in Sud Africa, Italia e Corea. Lo vide sorridente che la salutava con una mano, gli occhi azzurri che la guardavano diretti. Gli sorrise raggiante e gli corse incontro “BEN!!!” esclamò prima di saltargli al collo facendo sì che la stringesse a sé. “Che ci fai qui?”
“Piccola sorpresa! Tu l’hai fatta a me… e io l’ho fatta a te! Non te l’aspettavi, vero?”
“Assolutamente no!! Io… pensavo di vederti solo tra un paio di settimane per andare a New York, ma- ”. Le prese il viso tra le mani “Mi sei mancata…” “Anche tu…”
Non fece nemmeno in tempo a baciarla che da dietro scoppiò il finimondo di urla “Dateci dentro!!!” “Oh, voglio i popcorn che se sfocia in un porno non voglio perdermelo!”
“Aaron, sei un coglione!” lo rimbeccò Laila girandosi arrossendo come una dannata.
“Certo che vedere tutti in costume è una cosa un po’ strana, eh!” commentò Benedict guardando l’insieme di supereroi poco distante da lui.
“Ehm… dopo un po’ ci fai l’abitudine a vedere Chris perennemente vestito da Thor e Robert in armatura da Ironman!”
“Bè, in quest’esatto momento mi sento molto un bambino davanti ai suoi eroi!”
“Dai, vieni che te li presento!”.
Lo prese per mano e lo condusse verso il nugolo di attori che stavano sorridendo sornioni nella loro direzione “Allora… lui è Benedict, ossia il santo che mi sopporta!”
“Cazzarola, finalmente ti conosciamo! Ragazzo… condoglianze. Tu lo sai che non ha le rotelle a posto, vero?!” gli disse Robert stringendogli la mano “Ah, ne sono pienamente cosciente!”
“Visto? Ha valutato i rischi e ne è pienamente cosciente!” gli disse la ragazza incrociando le dita facendogli la linguaccia.
“E il fatto che russa come una segheria in piena attività?” disse Chris Evans in pieno costume da Capitan America.
“Ha il sonno pesante il ragazzo!” “Oddio, quando ci si mette…” “BENEDICT!” esclamò facendo ridere tutti.
“Ma come fate ad averla sentita?”
“Ah, una volta dopo pranzo non la si trovava più. Abbiamo sentito un rumore strano ed era lì che se la dormiva spaparanzata su due sedie russando come un camionista ubriaco.” Raccontò Chris Hemsworth facendo ridere tutti, compreso Benedict, mentre Laila tratteneva le risate “Mi era calato l’abbiocco post pranzo! Siete degli infami!”
“Esistono anche fotografie!!” esclamò Mark Ruffalo con in mano il cellulare facendo ridere tutti.
“CHE?! Tu quoque, Brute, fili mii?” citò lei con finta aria di chi si era appena presa 23 coltellate.
“Esatto! Guarda un po’!”
“Hai davvero capito la citazione a Cesare? No, io questa la voglio vedere! Mica lo sapevo che me l’avevate fatta!”.
 
L’uomo rimase con loro per un paio di giorni. Erano sdraiati l’uno di fianco all’altro, lui la teneva stretta a sé, il petto che si alzava e abbassava velocemente per l’attività svolta fino a poco prima.
“Non sono quasi più abituata a vederti del tuo colore naturale… ora siamo davvero agli antipodi.” Commentò lei passandogli le dita tra i ricci morbidi.
“Bè, ora sono il tuo principe alto, biondo e con gli occhi azzurri!”
“E con due zigomi della madonna! Ma tanto tu mi fai sempre ruoli da cattivo, e io ho quasi sempre fatto il tifo per i cattivi! A parte che con Joffrey… diciamo che quando ha tirato le cuoia ho ballato!” disse facendolo ridere di cuore.
“Per il Met è tutto a posto?” le chiese giocherellando con una ciocca dei capelli castano scuro di lei.
“Sì, tranquillo. Ho una piccola pausa dal set anche perché gireranno scene dove non ci sono, quindi credo che per la metà di giugno dovrei tornare a casa dato che dovremo girare negli studios alcune scene all’interno.”
“Poi tanto io dopo il Met sarò preso con Black Mass… e cercherò di tornare a casa per il matrimonio di Joanne e Liam! E non dimenticare che poi abbiamo il Comi-Con.”
“Oh, cazzo!!! Già è vero che si sposano il 25 luglio… me ne stavo completamente dimenticando.”
“E meno male che sei la damigella d’onore!” se la rise lui vedendo la sua espressione sconvolta.
“Guarda, in questo esatto momento credo di avere l’encefalogramma piatto. Dopotutto quello abbiamo combinato prima credo che possa definirsi illegale in un bel po’ di paesi, mio caro!” gli disse sbattendo le palpebre.
“Bè, Bridget, io sono pronto per un altro giro!”
“Ancora? Guarda che mi va in sciopero!!”
“Ah, non mi interessa nulla!” commentò pesandosi verso di lei facendo sì che finisse con la schiena sul materasso, ridendo.
“Holy crap, you’re such a randy!”
“Darling, I am a randy, but you are a nympho!”
“Only towards you!” gli rispose circondandogli il collo tirandolo verso di sé, sorridendogli.
 
Alla fine si trovarono nuovamente per partire per New York. La persona invitata al Gala organizzato da Anna Wintour era effettivamente lui, ma ovviamente si fece accompagnare da lei, nonostante tutte quelle gran cerimonie non la facessero impazzire.
“Tesoro, non fanno impazzire nemmeno me, ma se ci sei tu la cosa diventa più sopportabile… e poi sarebbe la prima volta anche per me!”
“Uff… e va bene. Ma solo perché sei tu!”.
Sul red carpet del Met c’era una marea di gente. Tutte le star del mondo più in vista stavano calcando quel tappeto rosso per entrare al Metropolitan. “Oddio, quella è Beyoncè! E quello è Johnny Depp!” gli sussurrò stringendogli ancora più forte la mano. Ma quello che rapiva di più il suo sguardo era l’uomo che la stava tenendo per mano: quando aveva visto Benedict in quella meraviglia di completo era rimasta senza parole “Questa volta tocca a me rimanere a bocca aperta.” Commentò completamente sconvolta: giacca e pantalone nero, ma, come indicato dall’invito, camicia, doppiopetto e papillon bianco.
“Bè, quando mi ricordo come ci si veste e non uso quello che mi è rimasto attaccato quando esco dall’armadio posso essere un bell’uomo anche io!”
“Senti, smettila di farti venire i cali di autostima! E comunque, just for information, mi piaci anche quando esci con le cose che ti escono attaccate dato che è una cosa che faccio anche io quotidianamente, quindi smettila che sei un figo pauroso!”
L’abbracciò “A volte mi chiedo che farei senza di te.”
“Bè, ti basta pensare ad un anno fa e il gioco è fatto!” lo rimbeccò alzando con sufficienza un sopracciglio. La guardò quasi sconvolto per poi risponderle “Bè, sì, effettivamente l’anno scorso in questo periodo me la facevo con una stangona bionda.”
“Vaffanculo!” l’apostrofò lei togliendosi dall’abbraccio e alzando l’orlo del vestito bianco e nero di Marchesa che aveva scelto per l’evento spostandosi verso la finestra dell’hotel. Fortunatamente aveva smesso di piovere e il sole era in pieno cielo, dietro agli altissimi grattacieli di Manhattan.
“Ehy, piccola acida, dai che stavo scherzando.” Le disse abbracciandola da dietro.
“Lo so, ma non sei l’unico ad avere problemi di autostima. Io sono nana, al posto dei fianchi ho dei maniglioni antipanico, non sono una silfide e sicuramente non sono Miss Mondo, poi penso che sto con te e se proprio vuoi saperlo ogni tanto mi guardo allo specchio e mi chiedo che diavolo tu ci possa trovare in una rompicoglioni come la sottoscritta sia te che a quanto pare anche il resto del mondo. Quindi se mi parli di te che frequenti stangone bionde strafighe mi cala l’autostima.”
“Cosa che non devi fare perché per me non esiste nessun’altra. E per me sei stupenda…” le sussurrò stringendola a sé, consolandola.
“E sappi che quella mi sta sul cazzo!” gli rispose voltando la testa sottolineando l’ultima frase puntandogli contro il dito “E non ridere! Che altrimenti non riesco a rimanere seria!!”
Benedict la guardò stringendo le labbra “Ok, no, mi sto trattenendo!”
“Pffff… ma non posso nemmeno litigare con te che mi vien da ridere!”
“Lo faccio apposta!” le rispose prima di baciarla.
“Non te la puoi cavare così ogni volta, lo sai?”
“Fino a quando funziona…”.
 
Come previsto verso la metà giugno finì di girare The Avengers. Essendo a Los Angeles, prima di tornare a casa passò a Boston per andare a trovare per un paio di giorni Benedict, impegnato nelle riprese di Black Mass.
Una volta tornata a casa per le meritate vacanze dopo quasi 10 mesi di lavoro ininterrotto fu catapultata nei preparativi del “matrimonio dell’anno”, come l’aveva soprannominato Dwaine prendendo per i fondelli la gemella. Il ristorante e la chiesa erano stati già scelti e prenotati (sarebbero dovuti andare un po’ fuori Londra per entrambi) e mancavano solo i vestiti delle damigelle dato che per i testimoni (Josh – il fratello maggiore del futuro sposo – e Dwayne sarebbero stati i testimoni di Liam) oramai era già tutto sistemato.
Alyson era puntata verso un vestito rosa, solo che la futura sposa, vedendo il panico negli occhi dell’amica, convinse la sorella che era meglio di no. Quando vide il colore delle partecipazioni, Laila si mise una mano in faccia. Joanne le sorrise colpevole “Eddai, almeno non è rosa porcello! … è rosso lampone!”
“No no, non era disperazione… era sollievo!! E se hai convinto la GhettoGirl che il rosa non è il caso di metterlo è decisamente una buona cosa!”
“Oh, ti sei persa la sua faccia quando le ho detto che non sarà lei la damigella d’onore ma lo sarai tu: è stata epica! Volevo farle una foto!!”
“Joe, sei una persona molto brutta… ma ti adoro!!”
“Oh, taci che lo sai che anche se è mia sorella faccio fatica a sopportarla! Continua a dirmi che il vestito che ho scelto è brutto.”
“Cosa?!”
“Esatto. Ma tanto la mando a quel paese puntualmente!!”. Alla fine dopo un paio di giri nei negozi trovarono il vestito giusto: rosso lampone, al ginocchio, senza spalline e con dei particolari sul lato del corpetto.
 
La notte dell’addio al nubilato di Joanne fu quasi ai livelli di ‘Una notte da leoni’: fortunatamente nessuna fu drogata e non si persero la sposa, ma il livello di attività cerebrale alla fine della serata rasentava il “Ma io chi sono?”.
Erano all’incirca in una quindicina di persone tra cugine, colleghe e amiche dei tempi della RADA. Avevano noleggiato una limousine e avevano organizzato una cena prima, per poi andare a fare un giro per i locali londinesi. Laila quella notte tornò a casa barcollando con effettivi problemi di equilibrio.
Benedict (tornato dagli States da una settimana abbondante) la sentì arrivare non per la porta che si chiudeva, ma a causa del suono di qualcosa che cadeva, svegliandosi di soprassalto. Scese le scale infilandosi la vestaglia per poi fermarsi al salotto e scoppiare a ridere visto la scena che gli si parava davanti era alquanto assurda: Laila aveva chiuso la porta, a quanto pare era andata a sbattere contro la pianta di fianco all’angolo del soggiorno e per mascherare il fatto che la pianta fosse uscita dal vaso perdendo anche molta terra l’aveva risistemata… a radici in su.
Entrò in salotto trovando la ragazza completamente vestita e completamente KO a faccia in giù sul divano, le gambe fuori per metà gli fecero capire che c’era andata a sbattere contro ribaltandosi sopra. Si mise una mano sugli occhi ridacchiandosela. Le tolse le scarpe e con cautela la prese in braccio, portandola su per le scale fino in camera da letto. Non appena la adagiò sul materasso la vide aprire gli occhi lentamente.
“Ehi…” la salutò passandole una mano sulla fronte.
“Ben…” commentò stiracchiandosi e sorridendogli come un gatto prima di bloccarsi e fare un salto da gazzella giù dal letto correndo verso il bagno. Sentì alzare la tavoletta del gabinetto e dal rumore che sentì sospirò, andando verso il bagno “Addio notte tranquilla!”.
La mattina dopo la lasciò dormire per un po’ fino a quando non scese da sola in cucina, in condizioni allucinanti. La sera prima, dopo che aveva buttato fuori anche l’anima, era riuscito a farle fare una doccia e a metterle il suo pigiama leggero. Ora si stagliava sulla soglia della cucina bianca come un fantasma, due occhiaie che le arrivavano ai piedi, espressione dolorante e una mano sulla testa. “Senti, ma i vicini si sono messi dietro a fare i lavori proprio stamattina? Ho un martello pneumatico nelle orecchie…” disse con voce bassa avvicinandosi a lui.
Benedict la guardò sorridente “Da quant’è che non ti prendi una sbronza del genere?”
“Ssssshhh!!! Abbassa la voce e non urlare. Guarda che ci sento!” si lamentò andando verso il frigorifero prendendo il cartone del latte.
“No no no! Te l’ho già preparata io la colazione! Siediti qui!” le disse prendendola per mano e conducendola alla tavola apparecchiata.
“Ma io voglio il latte!”
“No! Altrimenti con quello che ti sei bevuta ieri e il tour de force letto-bagno bagno-letto di stanotte ricominci!”
“Eh?” “Tu fa’ colazione che nel frattempo ti racconto!”.
Le aveva preparato del the caldo (Dajeerling – il suo preferito), c’era della frutta e delle fette biscottate con marmellata. Quando li guardò sentì lo stomaco cominciare a borbottare. Effettivamente è meglio che mangi… pensò sedendosi e prendendo il coltello per spalmare la marmellata sulla fetta biscottata.
“Allora, com’è andata ieri sera? Alcool a parte.” Le chiese osservandola con occhio attento: la sera prima era troppo concentrato per notare qualcos’altro che non fosse lei che perdeva l’equilibrio.
“Bè, alcool a parte bene! Verso fine serata ricordo le cose a pezzi. Non credo di aver fatto nulla di imbarazzante, stavamo solo ballando e non mi ha avvicinata nessuno fortunatamente… no! Uno ha cercato di abbordarmi ma ho rifiutato come una lady.”
“Oh davvero?”
“Certo! Poi ha tentato di allungare la mano e gli ho tirato un manrovescio.” Si ricordò lei facendo ridacchiare l’uomo.
“E mi sembrava! Qui a che punto eri?”
“Un po’ alticcia, ma ancora riuscivo a reggermi in piedi. Comunque… la cena è andata benissimo. Le abbiamo dato i regali, uno più imbarazzante dell’altro OVVIAMENTE, Joe credo volesse sotterrarsi sotto al tavolo in quel momento ma doveva aspettarselo. Poi… oddio, poi? Ah sì! Poi siamo uscite e abbiamo cominciato il giro dei locali! Ed è stato il degener-OUCH! La teeeestaaaaa…” si lamentò prendendosela tra le mani facendolo ridere “Stai invecchiando, cara mia! Non sei più abituata alle notti folli!”
“Mi sto avvicinando irrimediabilmente ai trenta e il mio fisico non sopporta l’alcool come una volta! Cazzarola non credo di aver mai bevuto così tanto.”
“Bè, adesso la palla del racconto passa a me.” Disse Benedict tagliandole la pesca noce.
“In che senso?”
“Adesso senti. C’era una volta, nemmeno troppo tempo fa, un uomo che se la stava dormendo della grossa, godendosi il letto tutto per sé anche perché sapeva che la sua ragazza era fuori per un addio al nubilato e sarebbe tornata molto tardi.”
“Non so come mai credo sia un racconto autobiografico!” commentò accettando la fetta di pesca che le stava porgendo.
“Quella stessa notte, nel bel mezzo di un sonno profondo senza alcuni suoni molesti”
“Stronzo.” L’apostrofò lei con nonchalance mangiando il frutto.
“sentì un suono secco salire su dalla tromba delle scale. L’uomo si svegliò di soprassalto, pensando a ogni cosa possibile. Dopotutto erano le quattro e mezza del mattino, chi mai poteva entrare in casa creando così tanto rumore?”
“Uuuh! Momento topico della storia! Forza, creami il pathos scenico!”
Benedict cercò di rimanere serio restando nel personaggio mentre lei si avvicinava la tazza di the alle labbra “Il nostro protagonista si mette la vestaglia, pronto ad aspettarsi ogni genere di periglio. Scende le scale e la prima cosa che gli salta all’occhio è il vaso della pianta vicino all’entrata del soggiorno… a quanto pare chi era entrato c’era andato a sbattere contro, ma sapendo che non poteva lasciare così la situazione doveva risistemarla. E l’ospite senza ancora un nome – ma che poteva già immaginare chi fosse – l’aveva fatto: sistemando la pianta a radici in su.” Laila per poco non si strozzò col the che stava bevendo cominciando a ridere coprendosi il viso con entrambe le mani. “Il nostro eroe guarda in soggiorno per vedere se chi cercava fosse davvero lì. E la trova. A faccia in giù e gambe all’aria metà fuori dal divano stava la fidanzata che, KO, o dormiva o era svenuta.”
aila non ce la faceva quasi più. “Ma davvero?”
“Il nostro protagonista scuote la testa oramai senza speranze. Ride, le toglie le scarpe col tacco chiedendosi come abbia fatto a tenersele su tutta la sera, la prende in braccio e la porta in camera da letto, facendola sdraiare sul materasso. La ragazza apre i suoi begli occhi sorridendogli per poi diventare di pietra per due secondi esatti prima di fare uno scatto degno di una gazzella che fugge da un ghepardo verso il bagno… cominciando a tirare su l’anima.”
“Ho un ricordo molto offuscato dell’ultima parte della storia.” Commentò accettando l’ultima fetta di pesca.
“E così, il nostro eroe, capisce che la sua notte di pace è finita.”
“Giuro che quando avremo dei figli adolescenti voglio essere presente agli interrogatori post sbronza.” Gli disse guardandolo negli occhi facendolo scoppiare a ridere “AHAHAHAHAH Andata!! MA! La storia non è ancora finita!”
“No, dimmi che non ho combinato altro!”
“No, tranquilla, ti stavo prendendo in giro!”
“Oh meno male! Giuro… giuro che non mi ubriacherò più così tanto!”.
 
Il 25 mattina dovette svegliarsi quasi all’alba. Essendo la damigella d’onore (e soprattutto conoscendo Joanne) si fece accompagnare dal povero Benedict a casa di lei all’alba delle 6.45 dove fortunatamente a quell’ora il traffico della capitale del Regno Unito non era ancora qualcosa di prettamente intollerabile, per aiutare la sposa a prepararsi e ovviamente dovette prepararsi pure lei.
La casa dei genitori di Joanne e Dwayne era enorme. Una casa su tre piani in pieno centro. Era da una vita che non ci entrava più, ma nonostante tutto se la ricordava a memoria. La camera di Joanne era al secondo piano e quando entrò la vide in accappatoio e pantofole.
“Ma camera tua è sempre stata così bianca? Spicchi tantissimo!” le disse scherzando.
“Scema! Oddio sono in un’ansia che non puoi nemmeno immaginare!!”
“Tesoro, hai fatto colazione?”
“Non credo di riuscire ad ingerire nulla.”
“Devi. Altrimenti ora delle 11 svieni. Ti ho portato un cappuccino e la torta al limone di Starbucks.”
“I miei preferiti!!”
“Lo so. Ora facciamo colazione dato che è un’orario assurdo anche per me, e poi cominciamo a prepararci. Hai fatto la doccia?”
“Sì.”
“A che ora arrivano la parrucchiera e la make up artist?”
“Alle 8.30.”
“Ok, abbiamo tempo. Sono le 7 e un paio di minuti. Ce la possiamo fare!”.
 
Alla fine furono pronti tutti per l’orario prestabilito. Uscirono di casa alle 10 dato che per arrivare alla chiesa c’avrebbero impiegato quasi un’oretta calcolando anche il traffico. Erano le 11 passate da poco quando arrivarono davanti alla chiesa. Non era tanto grande, ma era antica. Ed era meravigliosa. L’autista si fermò facendo scendere l’intera famiglia Pierce e Laila.
Tanisha abbracciò la figlia, accarezzandole con dolcezza il viso “Good luck, my dear…” le disse sorridendole dolcemente entrando con Dwayne in chiesa. Laila e Alyson entrarono una dietro l’altra, i loro bouquet in mano. La musica dell’organo era leggera, tranquilla. Passando incrociò gli sguardi di Tom ed Eugenia, invitati anche loro al matrimonio, sorridendo a tutti e due e incrociò pure quello di Benedict, seduto accanto a loro, facendogli l’occhiolino. Dwayne era dietro a Liam con Josh. Liam era meraviglioso: smoking nero con doppiopetto grigio e una cravatta avorio.
Quando incrociò il suo sguardo gli sorrise “Sei un figo pauroso! Dai che ce la fate!” gli sussurrò prima di mettersi nella postazione esatta, seguita da Alyson, mentre lui la guardava con ansia “Non vedo l’ora di vederla…”.
La musica cambiò drasticamente, facendo partire le prime note della “Primavera” di Vivaldi. Tutti gli invitati si alzarono in piedi rivolgendo lo sguardo all’entrata dove si stagliavano le figure di Joanna e del padre. Mano a mano che avanzavano lei guardò all’inizio Joanne: una delle sue migliori amiche stava per compiere uno dei passi più importanti della sua vita. Da dietro il velo vide lo sguardo inchiodato a quello del futuro sposo. Guardò Liam ed era vero che lo sguardo da guardare era quello dello sposo: era perso, gli occhi lucidi e un sorriso raggiante gli illuminavano il viso. Quasi le vennero le lacrime agli occhi nel guardarli. Da dietro sentì leggermente tirare su col naso. Si voltò appena per notare Alyson che tentava di non piangere. Le allungò un fazzoletto che aveva imboscato nel bouquet.
“Grazie…” le disse la ragazza accettandolo.
La cerimonia fu meravigliosa. Durante lo scambio delle promesse e degli anelli i due cominciarono a ridere e a piangere nello stesso momento e quando anche finalmente il prete dichiarò “Ora… puoi baciare la sposa.”, Liam guardò Joanne dicendo “Ora se litighiamo devo dormire col cane?” “Assolutamente!” gli rispose ridendo, gli occhi pieni di lacrime, prima che la prendesse facendole fare il casque per poi baciarla.
 
“Cough cough!” tossì Dwayne alzandosi in piedi con Laila. Joanne li guardò completamente in panico.
“So. I know that this would be the moment for the best man’s speech… but both Laila and I know the newly weds really well – of course, she’s my twin so I do have to bare her since the first instant of my life.”
“Thank you Dwayne!” esclamò la sposa guardandolo storto.
“However. We decided to do the Damsel of Honour & The Best Man’s speech. And this will be a tradition that will go on in the years.”
“Just to let the speech be a little more embarrassing.” Concluse Laila facendo ridere i presenti. “Well, what can I say… I’ve been knowing Joanne since… well, I met her the first time when I applied for RADA so it was… August 2008? I did it for acting and she did it for costumes. And I thank God every time that I met her, because I think without her I wouldn’t have been able to fill in that form.”
“Ahahhahaha!! I remember that!!” rise Joanne annuendo.
“And we became trouble buddies! The most embarrassing, unforgettable and unutterable things I did them with you… and with this Saint on my left.” Disse mentre dava delle leggere pacche sulla spalla a Dwayne, che annuì sconsolato per poi continuare “And I shall say in my defence that I had my revenge: I made them follow me for ALL LONDON just to look for a girl.”
“My feet still hates you for that.” Gli dissero sposa e damigella in coro.
“When in a certain moment…” iniziò Laila guardando l’amico, che chiese “Which moment?” “From classroom 52…” “Oh, you mean THAT moment!” (Joanne arrossì di botto) “Came Liam.” Liam si mise una mano in faccia. Solo loro quattro e pochi altri in quella sala avrebbero potuto cogliere il doppio senso della frase, e chi lo colse si stava disperatamente trattenendo dallo scoppiare a ridere.
“It’s been a loooong story. A really long and difficult and exhausting – for us, of course – relationship. But in this period I found in Liam the brother I never had, my best friend… and a great man.” Disse Dwayne lasciando poi parlare l’amica.
“I was there every single time you had a problem, and you were there every single time I had a problem… and I had a lot of problem, ladies and gentlemen, trust my words.”
“I have to admit that we loved teasing her with Liam, but since when they finally became a couple a few years ago they turned out to be the perfect couple. They had fights and ‘no’ periods as everyone does, but they passed them pretty well!”
“This morning when Joe was walking down the isle I was looking at Liam’s face: he had – as they call it in in the movies – ‘the look’. What’s ‘the look’ you may ask. Well… Look at this man’s face and you’ll understand: love at his purest state. Adoration. The feeling that there’s no body else in this room but her. And I’m so happy for you two.” Finì Laila con gli occhi lucidi, guardando i due sposi mentre si tenevano per mano, guardandosi negli occhi in piena adorazione l’uno per l’altro. Joanne si voltò verso di lei mandandole un bacio e mimandole con le labbra ‘ti voglio bene’. Dwayne alzò il suo calice all’aria “So, ladies and gentlemen, rise up your glasses for these two amazing people. To Joanne and Liam. I wish you a long life full of love and happiness.” Tutti brindarono alla loro salute “And I can’t wait to be an uncle!” finì il gemello facendo ridere tutti.

************** ANGOLINO DEL DISAGIO*************
Sono imperdonabile, praticamente non aggiorno da mesi... solo che fatico a trovare il tempo di salire a postare la storia.
MA! I capitoli sono totalmente finiti. Quindi arriverò alla fine!
Spero che questo capitolo vi piaccia :) spero di riuscire a leggere cosa ne pensiate!

Un bacione grosso <3 Lalli
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Benedict Cumberbatch / Vai alla pagina dell'autore: lallipumbaa