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Autore: dreamalittledreamofme    19/01/2017    1 recensioni
E quel fumo a volte era uno scarabocchio, a volte una serie di ghirigori accurati, a volte proveniva dai residui di matita che rimanevano sul foglio dopo averla temperata...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiavo.

Era una fredda, ma non troppo, sera di Dicembre e io passeggiavo.

Stavo finendo la passeggiata con il mio cane, un cavalier king di quasi 5 chili, ne' troppo grasso ne' troppo magro.

Arrivata al cancello di casa, tirai fuori le mani dalle tasche per cercare le chiavi nella borsa: ok, faceva decisamente freddo.

Nel frugarci notai, alla mia destra, in alto, del fumo: veniva dalla cappa di un camino, non lo avevo mai viso prima; da bambina disegnavo quel fumo, usciva sempre dalla cappa del camino di una casa perfetta: a volte era una villa, a volte un appartamento, a volte un condominio. Non importava che tipo di casa fosse, era sempre perfetta.

E quel fumo a volte era uno scarabocchio, a volte una serie di ghirigori accurati, a volte proveniva dai residui di matita che rimanevano sul foglio dopo averla temperata: li sfumavo con il dito e ad ogni passata sentivo l'odore misto di carbonella e legno bruciati, era un buon odore mi dava senso di protezione. A seguire un brivido caldo mi attraversava la schiena, e mi sembrava di essere lì, davanti al camino, alla fiamma scintillante che riuniva tutta la famiglia intorno a sé: era lei la padrona di casa.

Guardando quel fumo cercai di immaginare quale fosse la famiglia soggiogata dal fascino della grande signora rossa: come le case che disegnavo, anche la famiglia che vidi in quel momento era perfetta. Erano tutti in salone: madre e padre sorseggiavano un amaro abbracciati su una vecchia poltrona di velluto rosso, i ragazzi giocavano con le costruzioni davanti al divano facendo a gara a chi costruiva la torre più alta, ricominciando ogni volta la sfida perchè dopo pochi secondi entrambe perdevano l'equilibrio e,cadendo, pestavano la coda al povero micio nascosto sotto il tavolino di legno. Quel tavolino probabilmente era un regalo di nozze, si vedeva, era vissuto: graffietti, orme di bicchieri, la gamba destra vicino alla poltrona rovinata dal gatto, i segni di pennarello... si capiva era il simbolo di quella casa, della loro vita.

Proprio accanto a questo c'era la piccola di casa che pettinava una bambola, le districava i capelli con cura quasi fosse viva e di tanto in tanto si avvicinava al camino tenendola in mano per non farle prendere freddo. Ad un certo punto la chiamò il padre, lei si avvicinò, la prese sulle ginocchia e inizio a farle credere di essere sulle montagne russe muovendo le gambe a più non posso, e lei rideva, rideva, rideva a non finire. La mamma li guardò e insieme a lei anche i due fratelli, ridevano tutti, tutti erano felici, e il fumo a suo malincuore,uscendo dal camino, abbandonava quell'aura di felicità.

 

Trovai le chiavi, erano nella tasca in basso a sinistra.

 

 


   
 
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