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Autore: michi_993    19/01/2017    0 recensioni
Non provengo da una famiglia povera e non sono rimasta sola. La vita di corte non fa per me, ingiustizie, complotti , tradimenti non fanno parte del mio essere. Il mio lavoro è concludere affari, sono simile ad un banchiere quanto ad una prostituta...
Mi chiamo Fiora Cavazza e ho deciso di servire me stessa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Falena  
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Per giorni brancolai nel buio dell’inferno, bruciata dalla febbre e consumata nell’anima. Invocai il nome di mia madre più volte nei momenti in cui il dolore raggiungeva il picco per poi abbandonarmi all’oscurità. Credevo di averlo dimenticato, un nome tanto comune per una donna dal volto caratteristico, l’ultimo ricordo raffigurava una donna piccola e minuta, occhi grandi e sempre seri, ai lati della bocca quando mi rimproverava scorgevo delle piccole rughe, che mi facevano ridere tantissimo. Sorriso che mi cancellava a suon di schiaffi, fino a farmi diventare la faccia del colore del suo abito preferito, porpora e argento, con perle e la piccola coccarda con i colori della sua confraternita. Donna devota. Ci aveva provato a rinchiudermi tra le quattro mura del convento ma ero persino troppo scandalosa per le monache. Ricordo ancora le sue precise parole l’ultima volta che l’ho vista, quando le sue piccole rughe scomparvero ai lati della bocca e lasciarono il posto agli occhi bassi della rassegnazione…
“ Se devi proprio andare va pure Fiora, vattene!”  
 
- Se devi proprio andare… va pure Fiora… -
Sentii accarezzarmi il volto con un panno fresco, la stanza era fredda, quella sensazione in contrasto sulla mia pelle bruciante era come un ristoro.
- Madre? –
- Mi dispiace… -
- Madre, sono a casa? Oh… ho così tante cose da dirvi, ho una casa e ho trovato un uomo che bada a me, è un po’ singolare, non vi piacerà ma dovrete accettarlo e… -
- Anche io ho trovato una donna speciale sapete? Vi somiglia molto –
O mia madre era impazzita o ciò che sentivo non era reale e la febbre mi stava giocando un brutto scherzo.
Piano piano la voce dolce venne sostituita da una voce maschile, volevo sentire ciò che immaginavo, ma la realtà era molto meglio.
- Ezio… -
Strinse a se il mio corpo mentre ardevo di gioia e febbre.
- Me ne dispiaccio, madonna ma sono ben diverso da vostra mad… -
- Salvatemi, vi prego – sussurrai. – Pagate il vostro debito, io vi ho salvato –
Era una supplica.
Non potevo andarmene, non ora che avevo trovato tutto, non ora che avevo ottenuto tutto col sudore e il sangue.
- A costo di vendere la mia anima, madonna, ve lo prometto –
Lasciai sfumare le parole nella nebbia degli occhi, mentre ogni senso si spegneva come candele sotto un bicchiere, e il mio corpo bruciava come una falena avvicinatasi troppo alla fiamma.
 
- ODDIO! –
Fu come rinascere trafitta da mille aghi di ghiaccio, gli occhi si aprirono ma ci volle un po’ più di tempo perché vedessero ciò che mi stava davanti.
- Ben tornata tra noi, madonna –
- Antonio! Che mi state facendo?! Oddio tiratemi fuori! –
Ero completamente immersa in acqua gelata, il corpo freddo e ricoperto di brividi.
Freddo.
Sentivo freddo.
Mi tastai la fronte ma la mia mano fu sostituita da una mano sconosciuta, un medico a giudicare dagli abiti.
- La febbre è scesa –
E poi realizzai, ero nuda in una vasca circondata da una ventina di persone, in un attimo mi rannicchiai su me stessa.
- Ma siete in una fiera del bestiame dico io?! Qui si paga! –
- Direi che sta bene! – ridacchiò Antonio.
- Messere che diavolo ci fate a Roma?! Tornate nella vostra pescheria a Venezia e… -
- Siete a Firenze, madonna –
Passò il freddo, la rabbia, l’ironia tutto come una tempesta spinta dal vento, che lascia cadere solo qualche goccia salata sulle mie guance.
Non servirono parole, mi alzai in piedi e vidi Ezio venirmi in contro con il cappuccio calato, mi avvinghiai al suo corpo, nuda come ero venuta al mondo, in questa nuova rinascita.
Riuscì a staccare il piccolo mantello marrone che portava sulla spalla e a coprirmi, non che mi importasse qualcosa, mi stavo già scaldando contro il suo corpo. Cercò di spostarmi i capelli bagnati appiccicati al viso.
- Sapevo che sareste ritornata da me, ho mantenuto la promessa –
 
 
Nella foga del momento non avevo visto che Ezio era ricoperto di sangue dalla testa ai piedi e di conseguenza avevo il corpo dipinto di un rosso acceso.
- State bene? –
- Si, ci voleva proprio un bagno, grazie –
Eravamo in una piccola pensione appena fuori Firenze,  in città sarebbe stato troppo pericoloso con lo Spagnolo alle calcagna.
Indossai la vestaglia e mi sdraiai con lui sul letto.
- Grazie… -
- Io non ho fatto nulla… sono anche dovuto andare in missione e lasciarvi in quelle condizioni, pensavo che non vi avrei mai più rivista viva - 
- Avete capito cosa mi è successo immagino.. –
- Chi? –
- Nessuno Ezio me lo mer… -
-Chi? –
- Nessuno ve l’ho det… -
Mi ancorò al letto per i polsi e ripeté la domanda.
- Il Colosso.. –
Mi lasciò andare e si sistemò nuovamente sul letto.
- Non siete incinta questo è certo, avete perso moltissimo sangue e c’era un infezione in corso –
- Ezio vi ho messo in pericolo ma quel biglietto io… -
- Dovevate bruciarlo! –
- Lo so è che… -
- Zitta! Ma non capite che potevate morire per uno stupido biglietto?! –
- Non potete parlarmi così e… -
- D’ora in poi farete tutto ciò che vi dico -  aprii bocca per protestare ma mi fermò – e non perché sono un uomo e comando ma perché cerco di tenervi in vita! –
Arricciai il naso. – Si, si può fare –
- Bene! –
- Bene! –
Scoppiammo a ridere, e ci ributtammo sul letto, mi girò sul fianco e mi abbracciò da dietro, avevo trovato la pace e anche un protettore.   







MAD NOTE: Ho sempre adorato il paragone del fuoco con la falena, ci ho buttato l'anima in questo breve capitolo. Ho cercato di far trasparire sentimenti contrastanti su cui si basa praticamente tutto il racconto, la voglia di non vedere più una persona soffrire ma l'egoismo di non volerla lasciarla andare.

  
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