Film > Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali
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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    20/01/2017    3 recensioni
[Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali]
[Emma x Jake | Enoch x Olive | Miss Peregrine x Nuovo Personaggio]
Mesi sono passati da quando una delle più grandi minacce ai bambini speciali è stata sventata, Miss Peregrine ha costruito un nuovo Anello Temporale e le loro giornate – o meglio dire la loro giornata – si susseguono serenamente. Questo fino all’arrivo di una donna, una speciale con un particolare compito che riguarda quelli con le sue stesse capacità ipersensitive: cercare i bambini speciali e portarli nell’Anello Temporale più adeguato alla loro epoca. Tale Cercatrice, tuttavia, sembra avere dei precedenti molto particolari con Miss Peregrine, Abe ed il defunto Sig. Barron, precedenti che necessitano di essere chiariti e risolti, mentre attorno a loro qualcosa si sta risvegliando – meglio dire, tornando. La battaglia contro i Vacui e gli speciali considerati cattivi combattuta mesi prima non era, probabilmente, quella definitiva: non tutti i bambini sono stati portati agli Anelli, e non tutti desiderano la pace.
(La fanfic fa riferimento esclusivamente al film, i personaggi principali sono i medesimi, con l’aggiunta una “categoria” di speciali di mia invenzione: i Cercatori.)
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. La Colomba


«Quella donna non mi ispira» proruppe Enoch a capotavola, mentre ancora la maggioranza dei bambini doveva prendere posto. «Non dovresti essere così prevenuto nei suoi confronti, ha portato qui molti di noi.» Olive si manteneva fin troppo garbata nei confronti del fidanzato, ma non poté non lasciarsi sfuggire quella piccola difesa: dopotutto, Alexandra l’aveva portata in quella casa, salvandola da molti pericoli e dandole una nuova possibilità di vita. Come lei anche i gemelli, tanto che i piccoletti – nonostante fossero passati almeno quindici anni – erano letteralmente corsi ad abbracciarla, disertando l’inizio della cena.
«E immagino che abbiate ricordi assolutamente affettuosi e premurosi, di lei» commentò sarcastico. La rossa dischiuse le labbra per replicare, ma non poté farlo: quella donna non era mai stata oggettivamente affettuosa, con nessuno di loro, eppure i rischi che lei stessa aveva sempre corso per portarli in un luogo sicuro – loro come molti altri, probabilmente – erano sufficienti per scagionarla da qualsivoglia accusa. Enoch sbuffò, ma anche lui non aggiunse nulla: dopotutto, aveva cominciato ad imparare ad avere un poco più di tatto, almeno per ciò che poteva riguardare Olive anche solo parzialmente, perciò preferì intrattenere con lei una conversazione differente.
Al tavolo era appena arrivata Fiona assieme a Hugh, quando anche Miss Peregrine aveva fatto il suo ingresso, notando con un lieve disappunto l’assenteismo generale. «Dove sono gli altri?» domandò, ottenendo nell’immediato l’attenzione dei presenti.
«Sono dal bambino nuovo, Miss Peregrine. Sembra abbia paura di uscire dal letto…» le comunicò Olive. La donna parve riflettervi qualche istante, per poi lasciar posto ad un sorriso elegante e persuasivo. «Non possiamo certamente lasciare solo il nostro nuovo amico» disse allontanandosi nuovamente, seguita a ruota dai quattro presenti.
Salirono le scale, trovando davanti alla porta della stanza di Echo tutti gli altri bambini, in particolare Emma e Jake, che sembrava le avessero tentate tutte per convincere il piccolo a non nascondersi ancora sotto le coperte. La direttrice arrivò con passo elegante, portandosi proprio davanti alla porta: lasciò la pipa a Jake, mentre la biondina si spostava per lasciarle la completa visuale. «Non devi avere paura di noi, mio caro» cominciò, con quel tono perennemente affabile: sapeva esattamente come comportarsi, ogni volta che un nuovo bambino arrivava era spesse volte impaurito o disorientato, e solo il garbo della donna sembrava riuscire, lentamente, a costruire un piccolo spazio per tutti.
Il piccolo parve scostare appena la coperta per scorgere la donna che gli aveva parlato, ma immediatamente si nascose di nuovo. Miss Peregrine, tuttavia, pareva armata di una pazienza infinita: continuò a parlargli, ottenendo qualche mezzo risultato, ma il piccolo non sembrava riuscire ad uscire da quelle lenzuola.
«Forse non capisce» esordì Bronwyn in tutta la sua schietta ingenuità.
«Tutti siamo stati timidi ed impauriti, non dimenticatelo.» La direttrice non si sarebbe certamente arresa, anzi, manteneva quel suo sorriso e quel suo tono affabili, senza la minima intenzione di forzare il nuovo arrivato.
«Echó» un suono morbido, per una voce così dura. A quella pronuncia, però, il piccoletto scostò le coperte e puntò gli occhi scurissimi su colei che lo aveva chiamato correttamente: alle spalle del gruppetto di bambini, la Cercatrice lo guardava col solito sguardo gelido e le mani nelle tasche dei pantaloni aderenti. «Viens ici 1» gli disse.
Il piccolo, sebbene titubante, ubbidì: lì dentro era la sola figura a lui familiare, senza contare che evidentemente parlasse l’unica lingua che conoscesse. Chissà cosa avevano passato, quei due, prima di arrivare nel loro Anello.
Si liberò delle coperte e scese, Miss Peregrine si scostò quanto gli altri, lasciando che il piccolo arrivasse sino ad Alexandra e tendesse le braccine verso di lei. Ma non lo prese in braccio, la bionda, si chinò, portandosi alla sua altezza, allungando poi il dorso della mano verso la guancia del piccolo, lasciandovi una carezza.
Era un momento più unico che raro, vedere una donna come lei lasciarsi sfuggire un gesto tanto delicato.
«Tu dois avoir confiance en eux. Ils sont comme toi, il vont t’aider et être tes amis.2»
«Mais…3» balbettò il piccolo, mentre nessuno dei presenti sembrava comprendere cosa si stessero dicendo, in una lingua così differente dall’inglese. «… et toi? Tu n’es pas mon amie?4» La sua domanda fu ingenua, candida tanto da rischiare di strapparle un sorriso.
Ella portò anche l’altra mano al suo volto, per poi scendere sino a stringere le sue ditina nelle proprie. «Je le suis. Mais je ne peux pas rester avec toi. Mais…5» lo portò pian piano a volgersi agli altri presenti, in particolare a Miss Peregrine, che li osservava incuriosita, intuendo solo qualche parola. Non poteva che farle piacere, che il piccolo si sentisse al sicuro con qualcuno, ma era decisamente la più consapevole, tra i presenti, ch’ella non avrebbe potuto instaurare un legame con lui.
Lei non poteva instaurare un vero legame con nessuno, probabilmente perché non lo voleva, e la direttrice prima o poi avrebbe dovuto accettarlo.
«Cette femme est la meilleur. Fais confiance à elle. Croix moi.6» In quel momento, lo sguardo delle due donne fu solo per l’altra.
Il piccolo parve prendere coraggio, accennò qualche passo verso Miss Peregrine, senza riuscire ancora a staccarsi da Alexandra. «Vas-y 7» lo incoraggiò. Dopo qualche altro attimo, Echo camminò sino alla direttrice, la quale si abbassò per accoglierlo tra le braccia e regalargli uno dei suoi migliori sorrisi.
Lo sapeva, la Cercatrice, che Alma fosse la scelta migliore: aveva avuto contatto con molte ymbryn e, sebbene a tutte stesse a cuore la vita e la salute dei bambini, nessuna di loro si era dimostrata come… come lei, semplicemente. «Parla solo francese, o meglio, capisce solo il francese.» La sua voce continuava ad essere fredda, mentre voltava le spalle ai presenti, come se quella situazione non la riguardasse più: era incredibile, come tanto altruismo si celasse dietro ad altrettanta freddezza.
«Grazie» fu tutto ciò che Miss Peregrine le disse, osservando le sue spalle allontanarsi.
«Allora, bambini, la cena si raffredderà! Forza, andate a prendere posto» li invitò, attendendo che scendessero tutti le scale, prima di seguirli ed unirsi alla cena col nuovo arrivato.

Al termine, si raccomandò con i bambini che si preparassero per il film in salotto, assicurandosi che Echo fosse sempre accompagnato da qualcuno – situazione pressoché perenne, considerando che fosse la novità, all’interno della casa. I più grandi, naturalmente, si premuravano di sparecchiare la tavola, ma nel momento in cui Miss Peregrine fece una piccola tappa in cucina per recuperare la propria pipa, Jake non poté più trattenere le mille domande che l’assillavano.
«Miss Peregrine» richiamò la sua attenzione, cercando di essere cortese ed al contempo deciso, sebbene la sola presenza della donna gli mettesse ancora tanta soggezione quanta sicurezza.
Perché quella donna doveva sempre dare una strana sensazione di ambiguità?
«Qualcosa ti turba, Jake?»
«A dire il vero, sì… vorrei sapere qualcosa di più di quanto sta accadendo là fuori.» Schietto, mentre anche Emma ed Olive avevano lasciato perdere le faccende per potersi avvicinare ed udire.
La direttrice li scrutò, divenendo improvvisamente seria, dopo aver dato un tiro con la pipa. «Mi sembrava di essere stata chiara da tempo, Jake: non parlo di questioni importanti se non è una necessità.»
«Ed i Vacui là fuori non lo sono?» Enoch era appena rientrato nell’abitazione e, come gli altri, sembrava attendere una spiegazione.
Miss Peregrine li scrutò di nuovo, per poi sfoggiare un sorriso sicuro sulle labbra sottili. «I Vacui sono un problema che non mi permetterò di lasciarvi affrontare nuovamente» fu la sua risposta, prima di riportare la pipa alle labbra ed allontanarsi. «Il film inizierà fra poco, non fate tardi!» si raccomandò, lasciando la stanza.
I quattro si guardarono con un sospiro: quando si metteva in testa qualcosa, quella donna era più irremovibile che mai.

La fissava con le braccia incrociate, appoggiato alla ringhiera della piccola veranda. I suoi occhi azzurrissimi erano fissi sulla bionda che, a qualche passo di distanza, limava una specie di coltello con una pietra particolare, seduta su un tronco mozzato, nel grande parco dinnanzi a loro. Non serviva un occhio esperto per rendersi conto che quella donna – nonostante il braccio quasi interamente fasciato – sapesse combattere piuttosto bene: le sue braccia erano muscolose, al di sotto dell’aderente canottiera si potevano intravvedere gli addominali. Era un corpo tonico, prestante, e non dubitava che la sua mente fosse abituata alle lotte.
«Ti piace proprio tanto, eh?» la voce di Emma lo colse di sorpresa, tanto era assorto nei suoi pensieri.
«Ma cosa dici? Io non…»
«Stavo scherzando» lo prese in giro lei, lasciandogli un bacio sulla guancia. Jake rinsavì, tranquillizzandosi, riportando poi gli occhi su di lei: aveva pensato a quella possibilità da quando la bionda era arrivata lì. «Stai pensando di chiederle qualcosa, vero?» gli domandò, troppo intuitiva per non rendersi conto di cosa gli passasse per la testa.
Il ragazzo prese fiato. «La promessa che ho fatto a Miss Peregrine di proteggervi è ancora valida, sempre.»
«Ma Jake, non devi sentirti ancora questo peso addosso, te l’ho detto, tu ci hai –»
«Ci ho messo una vita, letteralmente, per trovare un posto dove mi accettino per quello che sono» la interruppe, volgendo solo ora lo sguardo alla ragazza. «Se per proteggerlo devo chiedere aiuto ad una donna strana che per qualche motivo odia mio nonno, lo farò.» Umile, nella sua consapevolezza, eppure dannatamente determinato.
Emma parve contrariata, in un primo momento – non era solita disobbedire a Miss Peregrine – per poi lasciarsi sfuggire un sorriso ed alzarsi sulle punte per lasciargli un bacio sulle labbra. «Hai più carattere di quello che pensavo, sai?» lo sbeffeggiò scherzosamente, ripetendo una frase che gli aveva rivolto il giorno del loro incontro, una delle prime. Jake sorrise appena, poi prese coraggio e scese dalla veranda, incamminandosi verso la donna.
Ella lo aveva sentito arrivare, o meglio, v’era un’alta probabilità che avesse udito tutta la conversazione, ma non sembrava importargliene. Il ragazzo le arrivò a circa un metro, come volesse tenere una certa distanza di sicurezza, mentre lei non gli aveva nemmeno rivolto lo sguardo.
«Sei venuto a chiedermi perché il tuo caro nonnino non mi piace per niente?» domandò diretta, senza tanti convenevoli.
«No, cioè, vorrei sapere anche questo ma –»
«Non rientra nei miei interessi, rispondere a questa tua domanda» lo interruppe subito, come se lo avesse appena preso in giro. Jake riprese nuovamente coraggio, deciso a non arrendersi tanto facilmente.
«Sono venuto a chiederle di insegnarmi a combattere i Vacui.» Lo disse tutto d’un fiato, stringendo appena le labbra. La Cercatrice non parve scomporsi, anzi, continuò ciò che stava facendo, prendendosi solo un secondo di pausa.
«Te l’ha detto Alma – Miss Peregrine – di chiedermelo?» Conosceva le rigide regole della direttrice, le sembrava strano che avesse acconsentito a mettere in pericolo un bambino, specie se “nuovo” e tanto prezioso. «No, lei non lo sa.»
Rise. Sebbene in modo contenuto, Alexandra rise divertita, e solo ora alzò le iridi ghiaccio su di lui: a volte dimenticava quanto fossero stupidi certi adolescenti. «Che ragazzino ingenuo» fu la sua risposta, mentre scuoteva sconsolatamente il capo. «Sai qual è la caratteristica peculiare del Falco Pellegrino?» gli domandò, ma già sapeva che il ragazzo non si intendesse minimamente di uccelli, quindi proseguì senza lasciargli molto tempo per rispondere. «E’ l’animale più veloce al mondo. Questo significa che la tua adorata direttrice può fare il giro dell’intera casa in mezzo secondo e sapere esattamente cosa tutti stiano facendo e dicendo.» Non era il tono di una maestrina, il suo, quanto più di una donna scocciata dalla presenza di una persona che non riteneva minimamente interessante.
Ancora una volta, alzò lo sguardo su Jake, incrociando quello del ragazzo, fin troppo a disagio. «Pensi ancora che ci sia qualcosa che lei non può sapere, all’interno del suo Anello Temporale?» domandò provocatoria.
«E’ un’ottima domanda.» La voce cordiale di Miss Peregrine colse di sorpresa il ragazzo, tanto che questo sussultò, ritrovandosi la donna alle proprie spalle. Sul suo volto era dipinto il solito sorriso enigmatico, in quella compostezza di portamento invidiabile. «Credevo di essere stata chiara, Jake.» continuò, questa volta con tono più serio. Il suo sguardo affilato era fisso sul ragazzo il quale, tuttavia, non sembrava comunque intenzionato ad arrendersi, non così facilmente.
«Miss Peregrine, se posso vedere i Vacui ma non combatterli, non sarò di grande utilità quando ci attaccheranno e –»
«Come potrebbero farlo, Jake?» gli domandò, come fosse stata una domanda scontata, che lo disorientò per un attimo. «Non conoscono la nostra ubicazione, né avrebbero modo di seguire qualcuno fin qui, dunque non corriamo il pericolo di essere trovati» gli spiegò con garbo. Jake, tuttavia, non sembrava convinto: era sicuro di ciò che aveva sentito – origliato – solo qualche ora prima. «E se non fosse così?» domandò lui a propria volta. «Se ci sono ancora dei Vacui che si moltiplicano, là fuori, vuol dire che sta accadendo qualcosa e –»
«Basta così, Jake.» lo bloccò duramente. Il ragazzo non riuscì a replicare dinnanzi all’autorità della donna, mentre la Cercatrice sembrava godersi la scenetta. «Non è tuo compito, quello di occuparti della sicurezza dei bambini, ma il mio. Se ci sarà un pericolo, vi informerò. Fino ad allora, resta al tuo posto.» Autoritaria, intransigente, un tono che non ammetteva repliche. Jake non disse nulla, scambiò uno sguardo con la Cercatrice e si allontanò sotto lo sguardo ancora rigido della direttrice: quel ragazzo era decisamente troppo indisciplinato, nonostante le sue buone intenzioni fossero ammirevoli.
«Il moccioso ha ragione» commentò Alexandra, alzandosi e riponendo il coltello all’interno dello stivale.
«Non mi pare di aver concesso obiezioni ai miei ordini» ribatté Miss Peregrine, rivolgendo ora quello stesso sguardo affilato alla bionda.
Ella palesò una smorfia quasi divertita. «Ha delle intenzioni buone, ma è stupido. Lo sai che finirà per fare qualche cavolata, ed è meglio che sia preparato.» Non stava obiettando al dire dell’altra, ma cercando di enfatizzare la realtà dei fatti: Jake aveva portato scompiglio nel loro Anello già una volta, lo avrebbe sicuramente rifatto, e questo lo sapevano entrambe – specialmente se di mezzo c’erano i Vacui.
Miss Peregrine sospirò, come stesse valutando qualche possibilità, per poi sfoggiare un sorriso provocatorio. «Ti stai proponendo per aiutarlo? Non pensavo che fossi anche premurosa…» la stuzzicò, tanto che la Cercatrice inarcò appena il lembo del labbro superiore, palesando un’espressione scocciata.
«Proteggerli è compito tuo, io non faccio la baby sitter» replicò, mentre il suo sguardo si spostava proprio su Jake, che si era riunito agli altri tre proprio sulla veranda. «Ma abbiamo speso troppi anni della nostra vita per lasciare che un branco di mostri senza cervello li uccida.» Una constatazione amara, mentre Miss Peregrine non aveva distolto lo sguardo da lei: quel profilo, che volesse ammetterlo o meno, le era dannatamente mancato.
«Sono gli anni che non abbiamo speso, che rimpiangeremo» una frecciata, l’ennesima, che portò Alexandra a volgerle uno sguardo freddo.
Perché c’era tanta tensione, tra loro, quando si guardavano in quel modo?
Perché non riuscivano a parlarsi per davvero, ostinandosi a tenersi dentro tutto ciò che ancora le feriva?
«Domani mattina ripartirò» le comunicò dopo poco, accennando a tornare verso l’abitazione. D’istinto, lo sguardo sottile di Miss Peregrine si volse a lei.
«Senza salutare, immagino.» Non poteva fare a meno di utilizzare quell’accento polemico, con lei, sebbene desiderasse conversare in tutt’altro modo.
Alexandra sospirò. «I saluti sentimentali non fanno bene a nessuna delle due» commentò, chiudendo il discorso in quel modo, eppure la direttrice era ancora troppo seria per lasciar perdere.
«O non hai più il coraggio di stare in mia presenza?» la provocò per l’ennesima volta.
La Cercatrice fu costretta a fermarsi e a voltarsi, consapevole che fosse una sofferenza per entrambe. «Cosa vuoi sentirti dire, Alma?» le domandò.
Scusa. Voleva sentirsi dire scusa, avrebbe voluto udire quella semplice parola dalle sue labbra, ma sapeva che non sarebbe mai accaduto: come avrebbero potuto chiedere scusa per la reciproca lontananza, quando le loro vite – le loro nature – erano così diverse? L’una perennemente in giro, l’altra sempre nello stesso posto.
«I bambini sono ciò a cui ci siamo sempre dedicate, ciò a cui abbiamo consacrato la nostra vita. Non esiste alternativa, non per noi.» e quel “noi” bruciò come non mai tra le sue labbra, così come nel petto di Miss Peregrine.
Dischiuse le labbra, non riuscendo tuttavia a parlare subito. «E’ l’unica alternativa che riusciamo a vedere, suppongo.»

...
Gli spasmi si erano susseguiti per minuti interi, la flebile voce di donna che non riusciva più a trattenere il dolore perpetuò in quei lamenti, fin quando il suo corpo fu stremato.
Un ultimo sospiro, poi un suono sordo, di qualcosa che cambiava forma, ed alla luce cadde una colomba. Morta.
Un riso soddisfatto proveniva dalla penombra della stanza, sin quando due grandi occhi bianchi non spezzarono il buio generale, rivelando un mostro di cui il mondo non sembrava esser stato in grado di liberarsi.
«Come vi sentite, Signor Barron?» un ragazzo aveva posto quella domanda, alla luce, a fianco ad altri quattro più o meno della stessa età, sui venticinque - trent’anni. L’uomo si mostrò alla luce, alzandosi in piedi e passandosi un fazzoletto sulla bocca sporca di sangue. «Meravigliosamente, ragazzo. Meravigliosamente.» E sfoggiò il suo miglior sorriso, mostrando una dentatura fin troppo ampia ed appuntita, con ancora qualche goccia rossa a sporcarla.
Abbandonare il faticoso e dispendioso metodo di procurarsi occhi di bambini speciali per abbracciarne uno molto più efficace e soddisfacente, ovvero bere sangue di ymbryn, era stato un colpo di genio.
I ragazzi, tuttavia, non ne sembrarono impressionati, anzi: uno di loro, un morettino coi capelli a spazzola, mosse con delicatezza una mano, facendo levitare un bicchiere d’acqua sino all’uomo, che lo prese. «Oh, grazie mille, troppo gentile» asserì, prendendo mano al bicchiere senza tuttavia berne il contenuto.
«Temo che la mia sete, tuttavia, sia di altro…» e lo sguardo bianco cadde sul volatile a terra, privo di vita, privo di quel liquido rossastro così essenziale alla vita.
«Non è così facile ingannare le ymbryn, Signor Barron, e lei ci aveva promesso che –»
«Lo so, cosa vi ho promesso.» lo interruppe. Lo sguardo tornò sul ragazzo, o meglio, su tutti e cinque gli Speciali, di un’età decisamente superiore a quella dei normali “bambini particolari”. «Vendetta.» Una parola rude, eppure così potente da provocare un fremito in ognuno di loro. «Vendetta verso coloro che invece di trovarvi e portarvi al sicuro in un Anello Temporale, vi hanno lasciati soli alla mercé del mondo, dimenticati…» riassunse con un vago sadismo, compiendo qualche passo nella loro direzione.
Poggiò una mano sulla spalla del leader dei ragazzi, senza distogliere lo sguardo fermo e deciso. «Ymbryn, Cercatori, gli altri Bambini Speciali che vi hanno sottratto il posto… oh, la pagheranno tutti, non temete» promise, superandolo ed accennando ad uscire da quella stanza così buia, probabilmente sotterranea. «Ma prima, dobbiamo assicurarci che i nostri amici Vacui abbiano completato… come dire, il loro upgrade.» e l’ennesimo sorriso sadico delineò il suo volto scuro.
Avrebbe sfruttato ognuna di quelle anime disperate, pur di avere anche la propria, di vendetta.


Note:
1 Vieni qui
2 Devi avere fiducia in loro. Sono come te, vogliono aiutarti ed esserti amici
3 Ma…
4 E tu? Non sei mia amica?
5 Lo sono. Ma non posso rimanere con te. Ma…
6 Questa donna è la migliore. Fidati di lei. Credimi.
7 Vai.

 
  
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