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Autore: Miss Fayriteil    21/01/2017    1 recensioni
Abby e Parker sono cresciuti insieme e si amano fin da bambini. Per un caso finiscono a viaggiare in epoche passate, ma il tempo non riuscirà mai a separarli.
Ho provato un genere che amo ma con cui non ho dimestichezza.
Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fuga


 
 
Vigilia di Natale 2000, Dullingham, Cambridgeshire

Erano ormai lontani i tempi in cui Abigail Raymond era una neonata appena tornata a casa dall'ospedale. Ormai aveva sette anni ed era diventata una bella bambina con gli occhi nocciola e i capelli castano-ramati della madre sul viso dal profilo romano del padre. Cinque anni prima era anche nato Brian, il suo fratellino. Lei lo adorava anche se a volte le veniva voglia di fargli qualche dispetto, che però era permesso solo a lei. Guai se qualcuno provava a toccarlo o anche solo a guardarlo male.
  Come auspicato da Pat lei e Parker erano diventati grandi amici e ormai erano praticamente inseparabili, perciò era stato con molta difficoltà che giusto due settimane prima i Raymond avevano dovuto trasferirsi dall'altra parte del paese (che non era molto grande, ma comunque troppo perché due bambini di sette anni potessero incontrarsi da soli), a causa del lavoro di Billy.
  Abby era veramente furiosa con i genitori e nemmeno la promessa di un cucciolo, forse la cosa che desiderava di più in quel momento, come regalo di Natale era riuscita a calmarla.
  «Vi odio!» aveva urlato con quanto fiato aveva in gola e gli occhi pieni di lacrime mentre Pat, con aria supplichevole, cercava di portarla verso la macchina. «Siete i genitori peggiori del mondo! Non voglio venire con voi, voglio stare qui con Parker!» e intanto puntava i piedi sul terreno con i due lunghi codini ai lati del viso che le volavano davanti alla faccia. Parker, dal canto suo, aveva deciso che sarebbe andato con loro, tanto che Marcus quella mattina presto era dovuto andare a recuperarlo dall'automobile dei Raymond e nel pomeriggio lo teneva piangente per le braccia per impedirgli di rifarlo.
 
 
Era dunque la Vigilia di Natale e i Raymond avevano appena finito di cenare e ora Brian chiedeva a gran voce di aprire i regali. Si recarono quindi tutti e quattro in soggiorno, Abby ancora con la faccia scura. Oltre a essere ancora piuttosto arrabbiata con i genitori aveva anche quella particolare ostinazione infantile che le impediva di perdonarli. Il primo regalo era per lei, una scatola di cartone con dei fori. Lei la aprì senza riuscire del tutto a nascondere un sorrisetto di aspettativa all'angolo della bocca: era proprio quello che sperava, un cucciolo di cocker spaniel color caramello che saltò fuori e cercò di leccarle una guancia. Lei lo appoggiò a terra e guardò i genitori. All'inizio era accigliata, ma poi sorrise e corse ad abbracciarli. Il regalo successivo era per Brian, una macchinina telecomandata e lui si mise a saltare dalla gioia. Billy e Pat si guardarono sorridendo e sospirarono di sollievo: la tragedia era passata.
  O almeno, questo era quello che credevano loro.
  Il mattino dopo Brian corse in camera dei genitori, con aria terrorizzata. «Abby non c'è più!» gridò saltando sul letto. Billy e Pat si svegliarono di soprassalto.
  «Cosa, tesoro?» gli chiese lei. Il bambino le salì in grembo e le prese la faccia tra le manine. «Abby è andata via, mamma! Non c'è più! Il suo letto è vuoto!»
  A quelle parole Billy si alzò di scatto e corse in camera della figlia, seguito a ruota dalla moglie. «Ray! Cosa pensi che sia successo? Credi sia scappata? Che abbia cercato di andare da Parker?»
  «Ci metterei la mano sul fuoco» fece lui con aria cupa. Scosse la testa e tornò in camera da letto per vestirsi. «Vado a cercarla» disse. «Tu resta qui con Brian».
  «Io voglio venire con te, papà» protestò lui aggrappandosi alla gamba dei suoi pantaloni. «Per favore, posso venire?»
  Billy guardò Pat e alla fine decisero di andare tutti insieme. Uscirono a piedi per essere certi di guardare dappertutto. Billy faceva dei respiri profondi per cercare di calmarsi ed essere sicuro che non avrebbe aggredito la figlia una volta che l'avessero trovata. Pat invece cercava di non farsi prendere dal panico e Brian trotterellava qualche passo avanti a loro, chiamando Abby a gran voce.
  Fu lui a trovarla. Stavano passando accanto al parco giochi e lui corse dentro, dirigendosi subito alle casette giocattolo. «Brian non è il momento!» esclamò Pat, ma lui la ignorò e disse «Abby! Lo sapevo che eri qui!»
  In effetti all'alba Abby si era svegliata, si era vestita, aveva messo nel suo zaino di scuola dei vestiti, qualche snack e tutti i suoi risparmi ed era scappata di casa. Davanti al parco aveva incontrato Parker che aveva evidentemente avuto la sua stessa idea. Erano entrati nel parco e si erano nascosti lì, con l'idea di rimanerci per molto tempo.
  «Abby!» sentì la voce di suo padre e invece di uscire dalla casetta si rintanò nell'angolo più lontano. «Abby vieni qui!»
  «Non voglio tornare a casa, Parker» sussurrò lei. «Voglio solo stare con te». Parker la raggiunse nel suo angolo e si abbracciarono, con la speranza di rendersi invisibili. «Anche io voglio stare con te» le disse.
  «Abby... Parker... Eccovi finalmente» il volto irritato di Billy si affacciò dall'ingresso della casetta. La bambina sbuffò. «Perché non rispondevi, tesoro? Io, tua madre e tuo fratello eravamo preoccupati da impazzire».
  «Io non voglio tornare a casa, papà. Voglio stare qui con Parker» rispose lei, con aria arrabbiata. «Se non torniamo a essere vicini non tornerò mai più. Rimarrò qui per sempre e diventerò una bambina selvaggia».
  «Sei in città, Abby, per essere una bambina selvaggia dovresti andare nel bosco e non credo sia una buona idea» osservò Billy sedendosi per terra insieme ai due bambini. «Sai nei boschi ci sono molti fiori e non andrebbero bene per la tua allergia. Credo sia meglio se torni a casa con noi».
  «Ma siamo troppo lontani!» protestò Parker. In quel momento arrivò anche Annie che insieme al marito stavano a loro volta cercando il figlio, che ovviamente era scappato di casa. «Mamma, dobbiamo cambiare casa» esclamò lui quando la vide. «Io voglio stare con Abby».
  Alla fine Billy convinse i due bambini a uscire dalla casetta. Pat corse verso di loro e abbracciò stretta la sua bambina. Non riuscì nemmeno a sgridarla, tale era il sollievo di averla ritrovata sana e salva. I quattro adulti si guardarono e sospirarono in coro. Era chiaro che questa situazione non poteva continuare. Avrebbero fatto qualcosa.




NdA: Eccomi con il secondo capitolo! Il primo della storia vera, diciamo. Spero vi piaccia e spero di leggere qualche vostro commento. Buona lettura e, come sempre, have fun!
  
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