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Autore: Briseide12    21/01/2017    1 recensioni
Come finisce una storia in chat ? Cosa spinge una ragazza/o ad iscriversi in un sito d'incontri? Ecco la mia storia, tratta dalla mia vita, affrontata con la comicità che ci vuole..
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il mio gran giorno, ero carica, emozionata e piena di positività per la giornata che avrei trascorso. La seduta era di pomeriggio alle 15 e l’emozione mi accompagnava dalla sera prima, avevo fatto sogni agitati ingarbugliandomi nelle lenzuola e avevo il familiare crampo allo stomaco che mi accompagna negli eventi importanti. Avevo scelto cosa indossare e il discorso da fare, diversi giorni prima e tutto filava liscio, i miei genitori erano fieri di me, come del resto i miei fratelli e i miei nonni; ero la regina della festa.
D non mi aveva contattata per tutto il giorno, eravamo rimasti che ci saremmo incontrati direttamente nell’aula magna e cosa che contribuiva ad emozionarmi era che la mia famiglia avrebbe incontrato per la prima volta, il ragazzo con cui mi frequentavo da diversi mesi. Arrivai in aula molto tempo prima e mi sistemai a sedere sulle poltroncine rosse della sala e intanto guardavo il palco su cui avrei dovuto parlare della mia tesi, avevo i tacchi (è una sorta di evento per me…sono un tipo sportivo), un vestito formale blu scuro con una cinturina che rappresentava un’edera rampicante che si avvolgeva intorno alla mia vita; ed ero sicura di me.
Il primo a notare l’arrivo di D fu mio padre, era stato puntuale e lo presentai alla mia famiglia che lo salutò, lasciandoci un po’ d’intimità per parlare. Ci sedemmo su un divanetto poco distante dall’aula magna e cercai di tranquillizzarmi come potevo, contando mentalmente ogni singolo respiro. D si guardava le mani e non parlava ed io ruppi il ghiaccio, chiedendoli del parcheggio (sapevo che era il suo argomento preferito ), lui si girò e mi squadrò ed io mi misi in posa scherzosamente, aspettando come un gatto sornione dei complimenti per quanto fossi bella, o cose del genere….non avvenne nulla di tutto questo, mi disse soltanto che la mia cintura non era una cintura. Ci misi un po’ a perdere l’espressione sorniona e gli dissi che era ovvio che fosse una cintura, oltretutto l’avevo scelta con estremo gusto. D alzò spallucce e fece l’indifferente, poi mi chiese quanto avrei preso come voto di laurea glielo dissi e lui disse che lui avrebbe preso di meno alla sua. Trovavo quei discorsi vuoti e privi di sentimento, sapevo che non si sentiva a suo agio tra persone che non conosceva, però pensavo che perlomeno sarebbe stato educato. Salgo sul palco e faccio il mio discorso, guardo più volte verso di lui, ma vedo che guarda semplicemente lo schermo dietro di me….non me. Capii per la prima volta cosa volesse dire, essere attraversati da uno sguardo. Mi applaudirono tutti (sicuramente perché con me finivano di sorbirsi i discorsi di laurea…ero l’ultima) anche D si unii con malavoglia all’applauso. Non capivo il motivo, ma la gioia che sentivo in quel momento la soddisfazione della fine di una vita di studi e il vicino ingresso nel mondo del lavoro, era elettrizzante e spaventoso insieme, mi sentivo come un aquilotto in procinto di spiccare il primo volo , lanciandosi nel vuoto da una rupe.
Avevo pianificato la festa il giorno dopo la laurea, così che potevano esserci tutti, di conseguenza quel giorno portai dei pasticcini come pre-festeggiamento. Mi porgono il bicchiere con il prosecco per inaugurare il primo brindisi, dopo un affascinante discorso di commiato. Dopo aver assaggiato un goccio del bicchiere (non sono una patita degli alcolici….amo i succhi di frutta come i bimbi)mi metto in posa per le diverse foto, D mi prende il bicchiere pieno dalla mano e mi dà in cambio il suo bicchiere vuoto. Un grazie mi muore sulle labbra, ancor prima di nascere, mi aspettavo che mi togliesse il bicchiere per fare le foto,  non per prendere il contenuto del mio.
Rimango un po’ stranita, mantengo le apparenze per le persone che mi erano intorno. Intanto D inizia a pavoneggiarsi con le mie amiche che erano alla mia seduta di laurea, assume la posizione propria del pavone che mostra la ruota e si mette a dire (ho amiche fidate che mi raccontano tutto ed una sorella con l’udito sviluppato) che io non volevo il viaggio in Egitto e quindi aveva optato per un vasetto egiziano, al perché non mi avesse regalato un papiro delle mie amiche, afferma che me lo aveva già regalato (l’unica cosa che avevo ricevuto era una stampa su un cartoncino di una dea egizia, fatta da lui…ovviamente l’avevo gradita, apprezzo i gesti…ma francamente non era un papiro). Non mi era mai stato proposto un viaggio ed ovviamente non me lo aspettavo, però dire che non lo volevo io era strano.. ero un egittomane fin dalla culla e le mie amiche e la mia povera sorella, lo sapevano bene.
Questo ovviamente lo venni a sapere dopo, in quel  momento sapevo solo che D per qualche ragione aveva voluto prendere il mio bicchiere ed ancora vi confesso che mi chiedo il perché.
Finimmo i pasticcini ed ognuno si diresse a casa, io andai con D per passare un po’ di tempo da soli. Prima però, avevo un bisogno impellente di andare alla toilette; ritornai indietro verso l’aula magna speranzosa, ma era sfortunatamente già chiusa …e quindi potete immaginare me con i tacchi, traballante e con l’estremo desiderio di trovare un bagno. Lo confidai a D che mi guardò scocciato, raggiunsi l’aula più vicina e trovai il bagno (oasi nel deserto), D mi aspettò fuori, ma prima che entrassi mi disse di togliermi quella cintura. Lo guardai e gli dissi che mi piaceva e volevo tenerla ed entrai in bagno, caso avverso volle che nel rivestirmi la cintura si spaccasse in diversi pezzi ed io mi ritrovai, come una stupida, a singhiozzare in bagno sui resti di una cintura rotta. Non potevo aggiustarla sul momento ed odiavo che pensasse anche solo per un momento che me la fossi tolta, perché lo aveva detto lui….cercai di pensare a lungo ad una soluzione e la porta del bagno è testimone dei miei tentativi più fantasiosi: forcine per capelli, elastici ecc ecc….ma furono tutti inutili.
Pensai che non potesse mai accadere che mi vergognassi per qualcosa del genere, ma uscii da quel bagno piena di vergogna e di sconfitta per aver perso una futile cintura. D mi sorrise dicendomi che ora ero perfetta ed io gli mostrai la cintura, dicendo che se non fosse accaduto l’avrei tenuta. Lui asserii serio, ma in cuor suo sapevo che pensava di avermi convinta a fare quello che voleva lui. 
   
 
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