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Autore: Briseide12    21/01/2017    0 recensioni
Com'è la vita di Hermione, prima di Hogwarts? Come scopre di essere una strega? Cosa prova per Draco Malfoy?
In questa storia analizzeremo strato per strato, le mille sfaccettature di Hermione Granger.
Genere: Commedia, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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La voce della guida era laconica e così dissonante  dalle nostre emozioni esplosive, ero di nuovo una bambina ed i miei genitori lo erano con me, uniti dalla meraviglia.
La prima meta fu la banca Gringott dove cambiammo i nostri soldi in moneta magica, la struttura esterna era simile ad un mausoleo e le creature all’interno mi diedero modo di pensarlo con maggior convinzione. Erano delle “persone” molto basse rugose, bitorzolute e totalmente verdi; quando entrammo si girarono tutti insieme distogliendo lo sguardo dalle monete accatastate sul bancone dinanzi a loro, la nostra guida parlò con voce stentorea dicendo “I signori Granger desiderano acquisire moneta magica”. Appena pronunciate le parole vi fu un vorticoso via vai , di quelle creature, a quanto pare elfi, che non riuscivano a calmarsi dall’agitazione e senza neanche chiederci quanto volessimo cambiare, ci ritrovammo con tutti i nostri soldi convertiti in moneta magica. Mio padre guardò il suo portafogli con tristezza e disse “ma se non voglio spenderli tutti qui”, la guida si intromise di nuovo, dicendo che avevano creato un conto in banca che attingeva direttamente al nostro babbano e che quando fossimo tornati nel nostro mondo, la moneta magica si sarebbe trasformata in soldi babbani tutto con un tono stizzito, era tutto così terribilmente ovvio per la nostra guida, sembrava quasi che avesse sentimenti e che odiasse il suo lavoro. Presi la lista del materiale scolastico e iniziai a leggere ad alta voce e la guida m’interruppe alzando la voce “So tutto io, non c’e bisogno che urli così ragazzina….seguitemi andiamo al reparto di articoli di cancelleria” Fummo guidati in un negozio che potrei definire come una cartoleria rinascimentale, aveva calamai, pennini, mi giravo intorno allarmata non esistevano le penne biro…le mie adorate penne biro che mi macchiavano continuamente le nocche, pensai a quante macchie avrei creato con un calamaio. Dato che non c’erano articoli differenti acquistai un po’ tutto e scoprii un odore nuovo: profumo di pergamena nuova. Non l’avevo mai percepito prima, ma sapevo di amarlo già. La commessa era simpatica e quando seppe che venivamo dal mondo babbano ci regalò una spilla con dei libri impilati l’uno sull’altro che al nome di uno scrittore famoso recitava una citazione. Mentre trascorrevo il tempo a interrogare la spilla, la guida ci condusse in un posto più discostato dalla folla colorata e brulicante che ci circondava, tutti con abiti singolari e sgargianti…..giunsi da Olivander, un fabbricante di bacchette.
Appena entrai nel negozio, una fioca luce mi accolse e l’odore di quercia e muffa mi pizzicò le narici, c’era qualcun altro prima di noi. Non vedevo nessuno, ma sentivo discorrere e il rumore di vasi rotti ed esplosioni mi fece sobbalzare, mentre attendevo vicino all’ingresso. Mi guardai un po’ intorno, era come essere in un’antica libreria dove ogni singolo scaffale invece di libri aveva scatolette legnose e notai che non aveva lampade o corrente, avevano solo diverse candele disseminate per il negozio. Pensai che era per creare l’atmosfera, ma con il far della sera scoprii che era un’altra mancanza del luogo.
Un vecchietto apparse da dietro lo scaffale più in fondo, mi alzai in piedi dallo sgabello che avevo usato per riposarmi e dietro il vecchietto scorsi altre due figure, un ragazzo e sua madre. Sarebbe stato tutto nella norma se non avessi visto che entrambi avevano i capelli biondo platino e che il ragazzo aveva un viso terribilmente familiare. Lo osservai che stringeva tra le nocche una bacchetta nera e la osservava attentamente, quando alzò lo sguardo e vide i miei occhi, capii che mi aveva riconosciuto, ma a differenza delle altre volte non mi rivolse nessuna parola. Mi fissò per tutto quel minuto, prima di uscire dalla porta e riuscii quasi a percepire una lotta interiore; capivo che era felice di vedermi, ma capivo anche che non voleva che la sua altera madre lo vedesse. Infatti la “signora”, aveva osato guardare con sguardo di sufficienza i miei genitori e con estremo disgusto me. Appena uscito il misterioso ragazzo , osservai che aveva lasciato un biglietto sullo sgabello su cui ero seduta, non so come abbia fatto, anzi penso che sia stato per magia. Lo presi e lo misi in tasca senza farmi scorgere dai miei e mi recai dal vecchietto, il signor Olivander, si aggiustò gli occhiali e mi strinse la mano e con fare esperto mi disse che avrei avuto la bacchetta giusta per me. Corse dietro gli scaffali e tornò con una scatola polverosa e aprendola osservai una bacchetta elegante, con un colore leggero tendente al grigio.
Non aspettai che mi dicesse che potevo farlo, ma d’istinto la presi sapendo che era mia e l’agitai in aria. Appena agitai la bacchetta, la guida cartacea nelle mie mani cominciò a tremare nervosamente e con uno slancio, volò via dalle mie mani trasformandosi in un pappagallo variopinto. Olivander mi guardò intensamente e mi disse che la bacchetta aveva trovato la sua legittima proprietaria ed aggiunse che dimorava molta magia in me.
Lo ringraziai felice ed uscii con i miei genitori orgogliosi di me, intanto sentivo bruciare il foglietto nella mia tasca e non resistendo alla tentazione sbirciai il suo contenuto “Sapevo che eri una strega”.
   
 
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