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Autore: Zapt    22/01/2017    0 recensioni
Come reagirei se venissi catapultato in una realtà parallela, dove tutto segue le regole dei romanzi fantasy?
Ho provato ad immaginare diverse vicende che vedono il me fantasy come protagonista, dando vita anche a situazioni a sfondo comico di confronto fra il mondo reale e il mondo fantasy.
Tutto questo riempendo volutamente la storia di cliché tipici del genere, traendo comicità da quanto prevedibili siano gli avvenimenti che capitano.
Trattenni a stento le risate.
Ero tentato di dire qualcosa come "Figghiu de Calogero sugnu", ma poi sarei stato preso per pazzo.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nulla sembrava più sicuro; quelle case medievali che prima avevano suscitato in me un certo senso di familiarità ora mi sembravano opprimenti.
Chi aveva scoccato quelle frecce era ancora lì, magari ancora in cerca di noi.
Forse erano banditi, forse le stesse guardie di quella capitale.
Elysiel più che agitata sembrava essersi innervosita.
In pochi minuti avevo provato emozioni fortissime, non avvertendo nemmeno lontanamente il pericolo che avevo scampato per un pelo.
Mentre stavamo camminando, due persone si pararono di colpo davanti a noi.
Eravamo in una delle strade che costeggiavano le mura; quelle meno soggette a viavai di carri e persone.
Portavano delle uniformi: una lunga giacca bianca dai bordi rossi, una fascia rossa che copriva parte della loro fronte su cui troneggiava uno strano simbolo tatuato, dei pantaloni della stessa fantasia della giacca e due scarpe un po' rovinate che probabilmente appena erano state fabbricate erano bianche.
Sui visi giovani e spavaldi vi erano dipinti due sorrisi inquietanti.
Al loro fianco erano agganciati due stocchi, potevo riconoscerli dall'elsa circolare.
Due stocchi raffinati, con rifiniture dorate e le punte acuminate puntate verso il basso.
Nessun fantasmino, non erano in procinto di sferrarmi un attacco.
L'elfa strinse i denti sotto la cappa, mentre le mani serrate in pugni tremavano dalla rabbia.
Probabilmente avrebbe voluto scagliarsi su uno di loro e rompergli la faccia.

<< La vostra corsa finisce qui, vi abbiamo visti entrare non ufficialmente nel territorio della capitale. >>

Uno dei due parlò
Un timbo di voce giovane completamente coerente con il suo viso, non avrà avuto più di 17 anni.
Che fossero reclute di qualche team d'elite per la difesa della capitale?
Dopo aver parlato, estrassero i loro stocchi con un gesto elegante, senza mettersi in guardia e rimanendo con i piedi pari.
Stavano per ingaggiare una battaglia, ma non vidi ancora nessun fantasmino.
Mi avvicinai di poco alla mia compagna, sussurrandole:

<< Tienimene occupato uno.. non importa come. Prendo l'altro, mi faccio venire in mente qualcosa >>

Lo stocco era una di quelle armi che giocava anche sul contrattacco a sorpresa.
Dovevo rimanere calmo, quello era solo un gioco, niente di più.
Lei annuì con fare serio, era tornata fredda e calma.
Non potevo permettermi di andare nel panico in una situazione simile, non potevo proprio.
Sarebbe stato disastroso perdere il mio modo razionale di ragionare ed agire.
Elysiel si mosse di lato per attirare l'attenzione della guardia di destra che iniziò a sferrarle degli attacchi quando capì che aveva intenzione di opporre non poca resistenza.
La guardia di sinistra, nel vedermi disarmato, caricò su di me con un affondo.
Vidi poco prima quel colpo, contando nella mia mente e riuscendo ad assecondarlo come se fosse un attacco frontale di una katana.
Passai alle spalle di quel ragazzo, afferrando quest'ultime e tirandolo giù prima che potesse riprendere l'equilibrio perso erroneamente durante l'attacco.
Misi il ginocchio ad ostacolo, facendolo piombare su di esso e facendolo tossire saliva dalla botta.
Prima che potesse reagire, quando era ancora stordito dalla ginocchiata in piena schiena, gli misi le mani ai lati della testa, ruotandola con un colpo secco più di quanto permettesse il collo umano.
Smise di divincolarsi dalla mia presa, cadendo a terra privo di vita.
Avrei fatto più tardi i conti con la coscienza, in quel momento era tutto un gioco e io non avevo davvero ammazzato una persona.
Non potevo lasciarlo in vita e stordirlo semplicemente; avrebbe raccontato tutto qualora si fosse svegliato in un posto sicuro.

<< Mors tua vita mea >>

Mormorai, usando una lingua diversa dall'italiano per far sì che non venisse tradotta automaticamente in elfico.
Più che per farmi figo era per autoconvincermi che era stato necessario, nonostante lo avessi fatto innumerevoli volte a personaggi non in carne ed ossa.
Mi chinai afferrando lo stocco che portava in mano fino a poco prima, mentre con un occhio tenevo d'occhio la situazione degli altri due.
Elysiel era schiena al muro con uno stocco puntato contro, il suo scopo era stato dividere i due e ci era riuscita alla grande.
Non mi restava che toglierla da quella situazione.
L'altro probabilmente era talmente preso dalla foga della battaglia che non si era accorto di essere rimasto da solo.
Mentre parlava con lei, probabilmente tentando di intimidirla, passai alle sue spalle con passo furtivo.
Lo trafissi da dietro con un colpo secco di stocco, puntando in alto a sinistra del suo torace in modo tale da prendere o un polmone o il cuore stesso.
La sua espressione cambiò di colpo, da furba e saccente ad una smorfia disperata.
Non riusciva a parlare, emetteva suoni rauchi mentre il sangue sgorgava dalla sua bocca.
Avessi avuto una spada fra le mie mani lo avrei tagliato a metà in modo da far finire prima quella sofferenza, più di così non potevo fare.
Tolsi lo stocco lasciandolo cadere all'indietro privo di vita, con ancora gli occhi aperti.
Era stato tutto molto silenzioso, non ci fu nessun urlo da parte di nessuno e quindi non attirammo l'attenzione di persone in vie vicine.
Nessuno stava traversando quel posto in quanto non vi era traccia di botteghe o negozi; solamente entrate secondarie di quest'ultimi.
L'elfa mi guardava spaventata, come se l'immagine di me assassino la traumatizzasse.
Mi ero mosso con confidenza, troppo con confidenza considerando che ero nient'altro che uno studente.
Praticavo arti marziali, sì, ma come agire in situazioni simili l'avevo imparato dai videogiochi.
Videogiocare non rende assassini di certo, a differenza di quanto insinuano molto spesso i media, tuttavia rende possibile agire in situazioni critiche.
Il sangue si insediava fra i ciottoli di pietra, sporcando la pavimentazione della strada in poco tempo.
Presi l'altro stocco, porgendolo ad Elysiel che lo afferrò imboscandolo nella cappa.
Era quasi sicuramente disarmata, quindi era un bene che avessimo trovato due armi.
Nascosi i cadaveri in delle casse poste vicino ad un'entrata secondaria di un qualche negozio.
Ci fosse stato un inventario come nei giochi avrei derubato di tutto quelle persone, ma essendo che non vi era traccia di tasche immense alla Animal Crossing e zaini che potevano contenere intere cavalcature come capitava negli MMORPG dovetti lasciare tutto addosso ai defunti.
Riprendemmo a camminare verso l'uscita, l'elfa camminava più lontano da me rispetto a prima, come se avesse timore di venire aggredita.
Non pareva essere in vena di rivolgermi parola.
L'avevo tirata fuori da quel guaio e la ricompensa era stata ancora una volta più simile ad una punizione.
Era la seconda volta che non ringraziava nemmeno.
Suvvia, almeno nei giochi quando salvi l'NPC ti lascia qualcosa di ricompensa!
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Yee, primo angolo autore dopo ben 13 capitoli.
Vi ringrazio se avete seguito la storia fino a questo punto.
Apprezzo tantissimo le recensioni, positive o negative che siano, basta che contengano critiche costruttive.
Questa era la prima vera battaglia, il modo in cui descrivo scene violente è giustificato dal rating arancione che ho messo sin dall'inizio proprio per non urtare la sensibilità di nessuno.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e spero di essere riuscito a rendere in maniera degna le scene frenetiche.

Alla prossima!

-Zapt


 
   
 
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