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Autore: littleheda    22/01/2017    0 recensioni
Stati Uniti d'America, 2139.
Sono passati oltre 100 anni dalla rivoluzione che sconvolse gli Stati Uniti, le 6 città che rimasero in piedi formarono 5 stazioni, più la capitale.
Ogni 5 anni, dieci ragazzi delle 5 stazioni americane che formavano gli Stati Uniti venivano scelti per la Selezione, una missione in cui venivano mandati su un'isola sperduta per mettere in atto le proprie capacità.
Quel posto molto pericoloso, ha molti segreti nascosti che a lungo andare i ragazzi scopriranno. Sarò dura vivere, dovranno costruirsi una casa e lotteranno per la sopravvivenza fin da subito, ma sono sicuri di una cosa:
non sono soli.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno della partenza arrivò, e Jennifer non era pronta a lasciare la stazione con tutti i ricordi che la opprimevano di volta in volta.

La ragazza era molto sensibile, bastava anche la minima cosa per farla scoppiare in un pianto infinito. Avvertì una strana sensazione allo stomaco quando dovette lasciare il suo alloggio. Il consiglio aveva permesso alle due ragazze di portare solo uno zaino con dentro il necessario, che a dirla tutta, era mezzo vuoto. 

Uscì dalla stanza con mille pensieri che le attraversavano il cervello, quindi decise di prendere una boccata d'aria.

Fuori era brutto tempo, le nuvole di un grigio scuro coprivano il cielo, e Jennifer pensò che avrebbe cominciato a piovere in poco tempo.
Ma i suoi occhi castani dal cielo si spostarono al ragazzo che le faceva venire le farfalle nello stomaco, Bruce.

"Jennifer!" si mise a correre verso di lei.
"Bruce" ribattè lei, che sembrava abbastanza colpita alla vista del ragazzo.
"Non siete ancora partite?" chiese dubbioso.
"Abbiamo il volo in mattinata" rispose guardandosi le mani "che ci fai qui a quest'ora?" evidenziando il fatto che fossero quasi le sei.
"Ero venuto a cercarti, più o meno. Kayley mi ha detto che oggi saresti partita, quindi sono passato a salutarti. Non voglio rendere la cosa ancora più triste di quanto sia già, quindi mi limiterò ad augurarti buon viaggio. Sei forte, ce la farai a superare tutto" sorrise, e la ragazza perse un battito.
"Grazie" ringraziò timidamente, con un sorriso da ebete che odiava "Kayley? Non l'ho più vista, anche perché mi hanno tenuta legata come un cane" nella sua testa quelle parole sembravano una bella battuta, ma pronunciate ad alta voce erano tutta un'altra cosa.
"Kayley non sta passando un bel periodo, come sai è impegnata con i corsi. Non ha tempo neanche per i suoi amici" era abbastanza triste, riferendosi soprattutto al fatto che Bruce sarebbe voluto diventare ben più che amico con Kayley.
"Lo so, ma la sua migliore amica parte e non ha tempo neanche di guardarmi un'ultima volta in faccia?" era dispiaciuta, ma anche arrabbiata. Non riusciva mai a capire che sentimenti provasse.
"E' mortificata da tutto ciò. Non accetta ancora che tu sia stata scelta" Bruce abbassò lo sguardo, e Jennifer capì subito che lui era più giù di morale di quanto potesse immaginare. Bruce era un tipo felice, non faceva mai intendere la sua tristezza. Ma in quell'istante non fu così.
"Allora salutala e dille che le voglio bene. Non so se avremo contatti, ma qualunque cosa accadrà io penserò sempre a voi" detto ciò, la castana sentì chiamare il suo nome.

"Jennifer! Ma dov'eri? Ti ho cercata ovunque!" esclamò Gwen affrettando il passo verso i due.
"Ero uscita a camminare un po', tranquilla, non potrei scappare" disse per poi indicare con la testa le guardie ai cancelli.
"Fossi in te lo avrei fatto" rispose sghignazzando, e i suoi occhi puntarono sulla sagoma alta del ragazzo davanti.
Bruce era visibilmente a disagio, Gwen lo notava. Non era la prima volta che lo incontrava, tempo prima, durante gli allenamenti, li vedeva sempre insieme, e il suo cervello ipotizzò che fossero fidanzati.
"Comunque dobbiamo avviarci" disse la mora tornando a guardare la sua, come dire... quasi-amica. Non poteva esprimere a parole che relazione avessero le due "se vuoi salutare il tuo ragazzo fallo adesso o mai più"
"Ragazzo?" chiese con gli occhi sgranati la ragazza, che si mise a ridere insieme all'amico "Lui è Bruce, siamo amici, niente di più" rise ancora e il ragazzo annuì.
"Ah" imbarazzata dal momento "beh chiunque lui sia, non abbiamo tempo"
"Sei Gwen Andrews?" chiese di improvviso Bruce.
"Sì, perché?" ribattè la mora.
"Ti ho vista il giorno della Selezione... e poi per tuo padre" a quelle parole Gwen cominciò a spazientirsi. Voleva andare via da lì, e non tornare mai più.
"E' ora di andare" propose Jennifer, salutando di nuovo il suo amico, o il ragazzo che amava da tanto. Non lo avrebbe più rivisto, e faceva male pensarlo.


 
-------

"Chris!" lo chiamò Darry bussando alla porta della sua stanza temporanea.
"Che cosa vuoi?" aprì la porta sbuffando, erano le cinque di mattina e lui voleva dormire qualche ora in più, dato che non lo avrebbe più fatto, probabilmente.
"Non ti sei praparato?" chiese il ragazzino, notando che Chris fosse a torso nudo.
"No, e non ho intenzione di farlo se continui a bussare" si passò la mano tra i capelli "ma che diavolo di ore sono?!" esclamò dopo un attimo di esitazione.
"Le cinque di mattina" fece un piccolo sorriso al ragazzo, che infastidito dalla sua presenza chiuse la porta.

Ma la riaprì, non capì neanche lui perché.
"E tu vieni a svegliarmi alle cinque del mattino, quando dobbiamo presentarci alle sei fuori le stanze?" era quasi furioso, ma era il suo carattere.
"Sì!" esclamò Darry, che spostò lo sguardo sulla guardia a qualche metro dall'ascensore "Il direttore ieri ci ha chiesto di presentarci sotto nella reception per lo scanner e andare a fare la visita, e poi partiremo"
"Perché, viene anche il direttore?"

Il loro discorso venne interrotto dalla guardia di prima, che si avvicinò e fece un cenno ai ragazzi di uscire.
 
Due ore dopo si trovarono nell'aereporto di New York, distretto Nord, dove partivano tutti i politici con i mezzi. La tecnologia era molto avanzata dalla rivoluzione, difatti gli aerei destinati alle partenze erano strani, con più funzionalità e soprattutto più rapidi.

Chris era spaventato, ma non quanto il ragazzino che lo seguiva anche per andare in bagno.

"E noi dovremmo prendere un aereo? Mi spaventa molto l'idea di salirci, a te no? Insomma, nessuno esce dal proprio paese da anni e anni ormai, perché costruire aerei tecnologici solo per i politici? Io non capisco questa gente, non ha proprio sens..." non finì la frase che Chris perse la pazienza e sbroccò.
"Basta! Non ti sopporto più, sei petulante, hai una parlantina che solo Dio sa tacere, non ti puoi stare zitto un attimo? Hai capito che stiamo per lasciare tutto? L'America non sarà più la nostra casa ormai, ma lo sarà quell'isola dispersa nel mondo e chissà cosa troveremo lì!  Quindi ora, per favore, chiudi quella cazzo di bocca e fammi respirare" alzò la voce, e la sua faccia diventò rossa dalla rabbia. Forse era stato troppo duro con un ragazzino di soli 15 anni, ma non glie ne fregava assolutamente niente, i suoi pensieri scorrevano sulla sorella, che non vedeva da tanto. Non poteva credere di lasciarla ad affrontare la vita da sola.
Darry rimase sbalordito dalle parole del ragazzo più grande, che con grandi passi se ne andò da un'altra parte, lasciando il ragazzino castano da solo con mille domande senza risposte.
 
Un'ora dopo il direttore chiese ai ragazzi di seguirlo, li avrebbe portati a fare una visita medica, stabilita dal consiglio prima di far partire i selezionati. Era importante farsi visitare, se avessero avuto allergie di ogni tipo, o malanni vari avrebbero fatto imbarcare con loro anche medicine a sufficienza, affinchè potessero andare avanti senza problemi e senza dolori, e tra uno dei selezionati veniva scelto per forza uno studente di medicina in tirocinio.
Il direttore li condusse nella sala medica dell'aereporto, dove facevano esperimenti su esperimenti.

Il primo ad entrare fu Darry.

Chris era fuori, e dopo quelli che sembravano minuti infiniti, il medico, o anche scienziato, uscì dalla sala con un aspetto inquietante.

"Direttore, devo parlarle" era abbastanza preoccupato, lo dimostravano i suoi occhi coperti dagli occhiali da vista.
"Mi dica" pronto ad ascoltare, Chris altrettanto, con il suo udito ben sviluppato.
"Non possiamo far partire il ragazzo"
Con un attimo di panico, alcuni altri membri del consiglio si avvicinarono, e non potè farne a meno anche Chris, con il cuore in gola.
"Come sarebbe? Cosa succede?" chiese il direttore del campo preoccupato.
"Abbiamo trovato una malattia maligna, e con le piante che i ragazzi troveranno lì giù la sua salute peggiorerà" rispose il medico guardando l'uomo in giacca e cravatta davanti a lui, nonostante le altre persone intorno a loro.
"Si spieghi, non ho capito"
"Abbiamo riscontrato un problema al cuore, legato alle sue allergie, e tra queste anche le piante forestali. Se andasse lì senza prima aver effettuato delle cure, morirebbe per soffocamento. Gli mancherebbe sicuramente l'aria, e vivendo in una città artificiale non sarebbe abituato alla natura circostante" concluse tirandosi su gli occhiali sulla gobbetta del naso.

Chris balzò sul posto, e non riuscì a crederci. Come era possibile? Avrebbero rinunciato alla partenza dei 10 senza uno di loro?
Erano troppe domande, e si limitò ad ascoltare le proposte del consiglio sul da farsi.

"E nessuno sapeva di questo problema?! Com'è possibile che non sia venuto a galla?! Neanche il ragazzino ne era a conoscenza?"
"No, quando ho trovato il problema era scioccato quanto noi" disse intendendo anche della presenza di altri medici.
"E quindi? Non dovrebbe partire? Mi spiega io cosa dico al consiglio a Washington? Che ho estratto un ragazzo minorenne senza conoscere delle sue condizioni strane?! Deve partire comunque!" esclamò furioso il direttore.
"Non ne guadagnerebbe niente dalla morte certa di un ragazzino" mormorò Chris, e tutti si girarono verso di lui.
"Walters, dovrebbe rimanerne fuori" disse.
"Cosa pensa che faremo lì? Divertirci tutto il tempo? Sa quanto sia complicato lasciare le persone che amiamo per questa missione insensata? Deve essere facile starsene seduto su una scrivania aspettando che vengano selezionati dieci ragazzi e spedirli a morire, perché anche voi sapete che quello sarà il nostro destino" quelle parole gli uscirono dalla bocca come se fosse una specie di robot, e non se ne pentì.

Il direttore lo guardò come se avesse detto la cosa più assurda del mondo.
Si girò, facendo finta di non aver sentito, ma Chris non riuscì a capire di cosa stessero blaterando.

"Dobbiamo scegliere un altro selezionato, per sustituire Darry Towell. E io so chi, anche se ne va contro le regole" annunciò girandosi verso il ragazzo alto, che rimase immobile alla vista del ghigno dell'uomo.


"Portatemi qui Alexa Walters"
   
 
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