Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: paoletta76    22/01/2017    0 recensioni
Claire è un agente dello Shield. E' una brava agente; del resto, l'ha addestrata May. E un po' le assomiglia, testarda ed altruista. Claire nasconde un segreto, dal giorno in cui la terrigenesi le ha sconvolto la vita. Claire è inumana. Nasconde un segreto, già. E non è la sola.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Qualcuno ha chiamato?
 
La voce di May la sorprese con le mani appoggiate al sacco. Mattina presto, l’orario ideale per dare quattro pugni senza che nessuno le facesse domande: per tutti gli agenti in giacca e cravatta lei era O’Neill, quella da riportare in laboratorio.
Perché il suo posto era lì; ordini del direttore.
 
- Buongiorno anche a te, agente May.- rispose, ansimando ed andando ad abbracciare l’avversario.
- Direi che per stamattina gliene hai date abbastanza; che ne dici di fare un giro?
- Ok.- rispose al sorriso della propria mentore, ed alzò la guardia.
- Io intendevo un giro fuori.- May puntò il pollice verso le proprie spalle – a sgranchirci le gambe. Per oggi basta, picchiare.
- Oh.. ok, mi do un’asciugata.
 
Agente May!
 
Quella voce, limpida e maschile, le sorprese a scambiare informali e umane chiacchiere entro il perimetro dello spogliatoio. Melinda sollevò lo sguardo, sospirando pesante.
- Chi è? – le chiese Claire, strofinando l’asciugamano contro il collo e la nuca umidi di sudore.
- Burattino di legno.- replicò quella, piegando le labbra in una smorfia.
All’agente O’Neill sfuggì un minuscolo moto di riso, seguendola fuori da lì.
 
L’ufficio del direttore era discretamente affollato, di giacche e cravatte ma anche di uniformi tattiche.
- Che succede? – chiese May, facendosi avanti fino a raggiungere Helena.
- Sembra che li abbiano individuati.
- Watchdogs?
- Già. Quella che chiamano l’avanguardia assassina.
- Allora non è una leggenda metropolitana.
- No. L’hanno reclutato davvero.
- Chi? – intervenne Claire, affiancandole, mentre oltre un paio di schiene Phil caricava i dati a disposizione sulla parete olografica.
- Il rinnegato.
Le immagini ora parlavano chiare, senza che Helena sprecasse altre parole: c’era un inumano, nelle file dei Cani da Guardia. Un inumano potente e deciso a sterminare i propri simili. Sicuramente con qualche malata motivazione, ma non era quello che contava. Non al momento.
Priorità assoluta, la sua cattura e messa in sicurezza. E visto cosa mostravano i filmati che Phil stava proiettando.. beh, la camera di contenimento stavolta avrebbe dovuto essere parecchio robusta.
 
Rami. Il tizio in questione produceva filamenti ruvidi e duri, molto simili a rami o radici, fatti di una sostanza che si avvicinava per composizione al carbonio. Capaci di sfondare una vetrata e non farsi troppi problemi a stritolare un avversario.
- Perciò si richiede la massima cautela – Phil continuava a parlare, spostando lo sguardo su ognuno dei presenti – è anche molto reattivo e veloce, dovremo attaccarlo su più fronti. Perciò.. Smith, Sanders e Jordan, a voi la priorità sui Cani e sulle loro armi. Fitz; tu con Simmons ci servirai da supporto tecnico avanzato, dobbiamo neutralizzare tutto ciò che hanno di elettronico: armi, comunicazioni, mezzi. Dobbiamo tagliarli fuori, non devono poter chiedere rinforzi. May; tu e Mack sarete con me sulla minaccia peggiore. Rodriguez.. tu sai cosa fare.
- Corri e disarma.- replicò la donna, incrociando le braccia e lasciandolo annuire.
- Bene; direi che è arrivata l’ora di muoversi.
Alle parole di Coulson, la stanza di svuotò in fretta, lasciandolo fronte a fronte con Claire, rimasta poco oltre l’ingresso. Il suo sguardo recitava mi dispiace, lei non rimase ad aspettarlo aprire bocca. Un’occhiata a lui, una al direttore. E voltò i passi verso il corridoio, con la decisione di chi sa cosa deve fare.
Gli occhi di Phil andarono a cercare in automatico quelli del superiore.
- Ci penso io.- quello gli scivolò oltre, senza preoccuparsi neppure di indossare la giacca – prepara il Quinjet.
 
Veloce. Doveva essere più veloce, o avrebbe perso anche questa, di occasione per combattere, per dimostrare che non era una cavia da laboratorio. Che non valeva solo per le proprietà del sangue che le scorreva nelle vene.
Sei un operativo, Claire. Un operativo.. e loro lo devono capire, maledizione!
 
Uniforme, pistole ai fianchi. Pronta ad usarle entrambe, contemporaneamente, come non faceva già da un po’. Mi manca, un po’ d’azione..- recitava nella sua testa la voce di May. Non vedeva l’ora di affiancarla a bordo del Quinjet.
Si chiuse la porta alle spalle, con cautela ed evitando di fare rumore. Non era autorizzata, il direttore non doveva venirlo a sapere, di quella partenza.
Al diavolo lui e la sua autorizzazione.
 
Svoltò verso il corridoio che la portava all’hangar e si trovò la strada sbarrata.
- Mi sembrava di essere stato chiaro, O’Neill.
- Oh, vai al diavolo, Jeff.- cercò di bypassarlo, ma quelle braccia erano decisamente troppo forti, la bloccarono e la trattennero addosso al corpo del direttore – sapessi quanto m’importa, di te e delle tue opinioni. Non ci resto, stavolta, in panchina.
- Tu sei importante, Claire! Non capisci.
- Sono importante anche per i miei compagni, anche sul campo! Sono un agente dello Shield, Jeff! Sei tu, quello che non capisce.
- Puoi ringhiarmi addosso quanto vuoi. Non salirai su quel Quinjet.
- Come vuoi fermarmi? Con la tua stupenda dialettica, o con la super forza inumana?
- Smettila.- lui provò di nuovo ad arginare la sua spinta, mentre al polso l’orologio emetteva una piccola serie di –bip-, distraendolo quanto bastava a fargli allentare la presa. Un colpo ben assestato contro il suo torace, e Claire riuscì ad allontanarlo.
- No. Claire, no! Vuoi che te lo chieda per favore? Ok, per favore! Non uscirai con questa missione! – un altro sguardo veloce all’orologio, e sollevandolo su di lei Mace si trovò davanti la canna di una pistola.
- Non me la faccia usare, signore.
- Claire..- lui alzava le mani, mentre lei muoveva i propri passi lungo il corridoio, decisa ad ignorare il tono di quella voce che si faceva disperato.
 
Il suo arrivo sul Quinjet fu accolto con un discreto mormorio, e lo sguardo di Coulson s’era fatto di disapprovazione. Nessuna parola, prendendo posizione con gli altri e reinserendo la pistola nella custodia che portava sulla coscia.
- Lo hai convinto? – proprio lui le si sedette accanto, con un sospiro.
- Più o meno.- replicò, evitando di guardarlo.
- Gli hai puntato una delle tue pistole da Lara Croft?
- Sono due anni, che desidero farlo. Ero convinta che la sua super forza fosse più.. super.
- Non la userà mai, con te, Claire. Sei testarda ed ostinata come la tua maestra, non lo ammetterai mai. Ma lo sai meglio di me, perché cerca sempre di tenerti in panchina.
- Perché gli faccio paura. Come quando mi ha fatto rinchiudere.
Coulson scosse appena la testa, in un sospiro, dando al pilota il cenno per il decollo.
- Ti sta difendendo, Claire. Perché ti ama.
 
Aspettate!
 
Quella voce, alta e scura, tuonò da oltre il portello, costringendo il pilota a bloccarne la chiusura.
Phil fece cenno di riaprire, voltandosi ed incontrando la sagoma alta e fiera del direttore.
Vestiva l’uniforme tattica del Patriota. E nei suoi occhi c’era una tempesta d’inverno.
 
- Signore..- Coulson gli andò incontro, fingendo di non sapere. In realtà, quella mossa era l’unica che si sarebbe aspettato.
- Possiamo andare.- replicò quello, rigido, avvicinandosi al lato in cui era seduta Claire.
- L’agente O’Neill avrà l’opportuno trattamento disciplinare.
 
Un cenno, affermativo ma infastidito. E Mace prese posizione accanto alla donna, sul lato opposto a quello occupato dal collega.
L’orologio aveva ripreso ad emettere quella serie di –bip-, lui lo spegneva con rabbia e tornava a fissare un punto avanti a sé, mentre l’aereo decollava.
- Questa è la prima e l’ultima missione di cui farai parte, O’Neill. Gli ordini non si discutono.- le disse, cupo e leggero, guardandola appena.
- Non mi importa neanche di questo, sai.- replicò lei, con un filo di voce.
- Te lo dico adesso per non ripeterlo più. Sei l’agente più importante, lì dent-
- Già. La tua preziosissima cavia.
- Lasciami finire. Per me. Sei la cosa più importante, per me. Nonostante tu abbia evitato di parlarne da quando hai messo piede alla base. E no, non ho firmato le tue carte. Non posso lasciarti andare. Non voglio, lasciarti andare.
- Sei solo un egoista, Jeff.
- Vuoi la tua missione? Ok. Con me a difenderti.
- Smettila-
- Adesso è a me, che non importa più.
  
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