Anime & Manga > Ranma
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Autore: Lisa Lawer    22/01/2017    4 recensioni
Un matrimonio andato a monte, due ragazzi troppo giovani per sopportare il peso di una unione forzata, la voglia di crescere come individuo... e l'amore sempre e comunque che trionfa su tutto, anche sul tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane dopo.
Akane era a casa sua a Tottori. Era seduta al tavolo della sala a pranzo e guardava da quindici minuti il pezzo di carta bianco davanti a se. In quei ultimi giorni la fortuna l’aveva assistita. Nonostante le buone intenzioni del ragazzo, Takashi non riusciva a lasciare la palestra a causa dei vari impegni presi in precedenza. Questo per Akane fu un sollievo perché sapeva di non poterlo portare a casa a Nerima, ma lui non lo voleva capire… o per lo meno, non lo poteva capire. Cosa gli avrebbe detto quando gli avrebbero rivelato del fidanzamento con Ranma? Avrebbe scoperto le altre bugie… e lei non poteva permetterlo.
E ora era indecisa: aspettare di andare a Nerima con Takashi e rischiare, oppure precederlo?
Ma la decisione era semplice Takashi: non doveva andare con lei. E così gli scrisse un biglietto.
“ è il caso che affronti mio padre da sola. Dammi tre giorni e poi sarò a casa. Ti amo, Akane”
Il fidanzato era al lavoro e non sarebbe tornato prima di quattro ore. Akane aveva trovato un volo per Tokyo che sarebbe partito entro due ore. Tutto era calcolato e sembrava andare per il verso giusto. Chiamò un taxi e si recò in aeroporto, giusto in tempo per prendere il biglietto e recarsi ai controlli.
Prima di spegnere il telefono inviò un semplice messaggio a Takashi: “ ti amo”. Sapeva che si sarebbe arrabbiato ma non poteva assolutamente rischiare.
Rimettere piede a Tokyo fu per lei un misto di emozioni contrastanti. Gioia, sofferenza, ansia… nemmeno lei sapeva cosa provare. Con riluttanza accese il telefonino e i messaggi di Takashi non tardarono ad arrivare. Così come la sua chiamata e rispose.
- ma cosa ti è saltato in testa? – Takashi gridava – un biglietto! E te ne vai così,senza dirmi nulla! Ma dimmi Akane, io per te non valgo nulla? –
- Takashi io… -
- ma questo è un rapporto tra adulti, o cosa? Ma non ne potevamo parlare? Akane, ultimamente non ti riconosco più… -
- MI dispiace… era una cosa che dovevo fare da sola… poi ti presenterò a loro, promesso. –
- ne riparleremo quando sarai a casa. Ora sono troppo deluso per ascoltarti. -  e chiuse la conversazione.
La ragazza pianse ma non era assolutamente pentita della sua scelta. Anzi ora che si trovava a Tokyo, nonostante i timori nel rivedere il padre, si pentiva di non averlo fatto prima. Si recò in hotel dove posò il suo piccolo bagaglio e dopo essersi rinfrescata, si recò a casa Tendo.
Una strana quiete aleggiava sulla casa. Abituata com’era al trambusto giornaliero di gente che si autoinvitava qua e la e che cercava, seppur involontariamente, di distruggere casa, oppure alle discussioni tra ranma e il Sig. Genma… quella vita le mancava un po’.
Non aveva ancora avuto il coraggio di bussare, che il suo volto era  già rigato dalle lacrime. Era li ferma sul ciglio della porta, quando la vide aprirsi e una splendida NAbiki in tailleur intenta ad uscire.
Rimasero a fissarsi per qualche momento. Anche Nabiki iniziò a piangere, commossa dal ritorno della sorella minore. Si abbracciarono: tornare a casa si stava rivelando una buona idea.
La maggiore delle due prese il telefonino: - annulla tutti i miei appuntamenti… si anche quelli di domani… e quelli di dopodomani… per i prossimi giorni non ci sono per nessuno, intesi? –
- sempre indaffarata, eh Nabiki? –
 - lo sono per colpa tua! Finalmente ci sarai anche tu a gestire la palestra! E ora entriamo! –
Akane esitò per un attimo
- suvvia! Andrà tutto bene, vedrai! – nabiki l’abbracciò e la invitò ad entrare in casa. Il tempo sembrava si fosse fermato a casa Tendo. Anche l’arredamento era rimasto sempre lo stesso. di diverso avrebbe trovato solo l’assenza di Kasumi, la quale oramai viveva con il Dottore già da un paio d’anni. trovarono Soun nel portico, come di consueto, intento a giocare shoji con l’amico di sempre Genma.
Akane rimase invece sorpresa quando, guardando il padre, notò come i suoi capelli e baffi avessero oramai delle sfumature di bianco e di come le rughe solcassero il suo volto.
Nabiki cercò di catturare la sua attenzione – papà, abbiamo visite… -
- mh… si, chi? – disse continuando a concentrarsi sulle pedine.
- papà… - la voce di Akane gli fermò quasi il cuore. Soun alzò gli occhi verso la figlia minore, tremante e incredulo.
Anche Genma non voleva crederci e rimase senza parole.
- Akane… - Soun aveva già le lacrime agl’occhi, ma l’orgoglio lo fece restare al suo posto.
La figlia minore si inginocchiò. – mi dispiace papà, mi dispiace per come mi sono comportata e per come ho lasciato la casa. Mi dispiace di essere stata una figlia ingrata e per non essermi mai fatta sentire per tutto questo tempo. Non volevo deluderti o disonorarti.  –
Lui si alzò ed andò dalla figlia. Akane era ancora con il volto chino e non vide che il padre fece un po’ di fatica ad alzarsi. Lui la invitò a sollevarsi e l’abbracciò. Non dissero nulla, piansero solamente. Per Soun, la quale età iniziava oramai a farsi sentire, riavere Akane a casa era tutto quello che poteva desiderare. Dopo aver perso una moglie in giovane età, non poteva sopportare l’idea di non rivedere più la figlia. Si malediceva di averlo capito solo ora che l’aveva rivista. Il suo stupido orgoglio gli aveva impedito di andarsela a riprendere e riportarla a casa.
Nabiki non si aspettava nulla di tutto ciò, non sperava lontanamente che tutto si potesse risolvere così facilmente, ma aveva ignorato i sentimenti di un vecchio padre che soffriva da troppi anni per l’assenza dell’amata figlia.
Soun e Akane parlarono da soli per un bel po’ di tempo e lei gli raccontò quello che era successo negli ultimi anni, omettendo la parte su Takashi. Ancora non era pronta.  Intanto, mentre i due conversavano, Ranma fece rientro a casa. Trovò suo padre, Nabiki e Kasumi, la quale era arrivata poco dopo, in silenzio nella sala da pranzo e l’atmosfera era serena ma strana.
- cosa sta succedendo? –
Kasumi, ancora con le lacrime agl’occhi prese la parola – è tornata, Ranma! Akane è qui. –
Lui non riusciva a crederci! Finalmente! Quelle due settimane erano state un inferno. Dopo il messaggio ricevuto da Nabiki, si aspettavano che lei tornasse subito a casa ed invece dopo quindici giorni ancora niente. Ed ora…
- lei dov’è? –
- stanno parlando nella stanza accanto, figliolo. –
Il ragazzo non riuscì a controllarsi, andò in direzione della stanza che gli avevano indicato e senza neppure dar voce, aprì in modo veemente il shoji. Padre e figlia sussultarono per l’improvvisata ma non ne furono infastiditi. Ranma e Akane si guardarono intensamente.
- tu… tu sei tornata! –
- ehm, si… - Akane non sapeva cosa rispondere, quel “sei tornata” aveva due significati diversi per i ragazzi.
- tu sei tornata!! – ripeté questa volta esternando la sua felicità, poi gli guardò entrambi e notò la serenità nei loro occhi – e avete fatto pace! –
Un urlo di felicità arrivò dall’altra stanza. Soun rise - vieni bambina, andiamo in sala da pranzo, raggiungiamo gli altri –
Ranma voleva abbracciarla, sollevarla in aria, felice come non mai, ma notò comunque che Akane non cercava il contatto fisico, ma manteneva ogni volta che poteva quello visivo.
Soun voleva subito far preparare la camera di Akane, ma l’entusiasmo si smorzò quando lei disse di stare in hotel.
- Papà, io sono fidanzata con un uomo di Tottori. – Soun sbiancò. – Si chiama Takashi ed è il maestro ed unico erede della scuola di arti marziali di Tottori.
- Akane! – gridò Nabiki – tu devi sposare Ranma! –
- sbaglio o eri tu la sua promessa sposa? – rimbecco Akane.
- Akane ma che cosa dici? – disse Ranma inquieto.
Nabiki  - Papà diglielo tu! –
- Nabiki, figlia mia, se Akane ora è fidanzata non possiamo farci nulla. Ora sei tu l’erede della scuola e sarai tu a sposare Ranma. –
Nonostante tutto, queste parole ferirono profondamente Akane.
- Io Ranma non lo sposerò mai! Akane perché devi comportarti così? Cosa ti succede? –
- Soun io non sposerò Nabiki e Lei lo sa. –
Il capofamiglia ignorò i due ragazzi e si rivolse alla figlia più piccola. – Tesoro, questo ragazzo non so se ti renda felice, ma accetterò la tua decisione. Ma sappi che lui non farà mai parte di questa famiglia e mai le nostre scuole si uniranno. Lo conoscerò, ma mai lo potrò considerare come un figlio. –
- Ma papà! Vedrai che Takashi è un bravo ragazzo, saprà farsi amare! –
Kasumi trattenne la sorella facendole capire con lo sguardo di non insistere. La maggiore delle tre capiva che per il padre, tutte quelle emozioni , erano state troppe per un solo pomeriggio. Ma a quanto pare non erano destinate a concludersi.
- quindi – prese parola Ranma – non sei tornata – disse scandendo l’ultima parola.
Lei capì subito cosa voleva intendere. – io torno a Tottori tra tre giorni. Io e Takashi viviamo insieme e lui mi ha chiesto di sposarlo. -
In tutto questo Genma non aveva ancora parlato e  continuò a restare in silenzio. Si limitò solo a porgere un bicchiere di saké al suo amico.
Kasumi era incredula a quello che stava ascoltando e non aveva idea di cosa rispondere.
Nabiki e Ranma invece  non riuscivano a contenersi. Erano assolutamente convinti che una volta tornata, Soun ripristinasse il fidanzamento tra Ranma e Akane. Cosa significava invece questa accettazione del fidanzamento con quest’altro tizio? Di un’altra scuola! E nemmeno di arti indiscriminate!
Soun cercò di calmare gli animi. Invitò le figlie a cucinare qualcosa per poter cenare tutti insieme.
Le tre sorelle si recarono in cucina.
- finalmente hai fatto pace con papà! Finalmente potrò sposarmi con Ono! –
- cosa centra questo, con il tuo matrimonio? –
- avevo deciso di sposarmi solo se tu avessi fatto pace con papà! Ho pregato ogni giorno per questo momento! Oh, Akane, tu non puoi immaginare quanto sia felice. Papà sta invecchiando e noi siamo la sua famiglia. Sei stata via fin troppo! –
- lo sai che continuerò a vivere a Tottori, vero? –
- ah, cavolate! – sbottò Nabiki
 - come scusa? –
- sono cavolate, Akane! Tottori? La tua vita è qui! Gestire la scuola e sposare il tuo grande amore! –
- il mio grande amore si chiama Takashi! –
- ma non darmela a bere! Tks! Sono sicura che quell’uomo non vale nemmeno la metà di quanto vale Ranma! –
- ma non lo conosci nemmeno! –
- ma conosco Ranma! –
- tranquilla, tra poco te lo potrai sposare! –
- ma io non lo voglio! Soprattutto non voglio un uomo che ama mia sorella! –
- Nabiki, non prendiamoci in giro, lui non mi ha mai amata. –
- sei tu che sei la solita ottusa. Tu non capisci Akane e non capirai mai l’amore che quell’idiota prova per te. Soffermati a guardalo negli occhi e vedrai… capirai… -
- Akane – si intromise Kasumi , con l’intento di calmare i toni – quello che c’era tra te e Ranma era unico e speciale. Non riesco a credere che tu sia riuscita a sostituire quei sentimenti con quelli di un altro. -
Akane non rispose, sopraffatta dall’insistenza delle sorelle. Ma come non facevano a capire il suo stato d’animo? E poi Takashi non era un “altro”. Lui era un uomo maturo e gentile, che le dava sicurezza e che l’amava, lui ci teneva davvero a lei. Ma le sorelle non lo avrebbero mai capito.
La serata proseguì tranquilla. Akane rincontrò Ono quando venne a prendere Kasumi, felice del ritorno di Akane e che finalmente poteva sposare la sua amata! Nonostante vivessero insieme, cosa che aveva scandalizzato non pochi, non gli piaceva questa situazione da “conviventi”, lui voleva formalizzare il tutto. accettare la decisione di Kasumi di non sposarsi senza la sorella, fu per lui un duro colpo, ma l’accettò comprendendo i sentimenti di lei.
Akane si recò al bagno e non resistette alla tentazione di entrare nella sua vecchia camera. Contrariamente da quanto temesse, la trovò esattamente come l’aveva lasciata. Entrando si limitò ad accendere la luce della scrivania. Si guardò intorno, emozionandosi al pensiero di trovarsi li. Aprì il cassetto della scrivania e tolto un doppio fondo, ne uscì 3 foto che raffiguravano tutte lei e ranma, felici…
- anche io conservo le stesse foto. –
Akane sussultò – ma che cav…. Ranma sei tu!?! – disse cercando di nasconderle – e quando saresti entrato!?! – era agitata, la porta della camera era chiusa e voleva evitare di restare sola con lui. – dovremmo tornare giù… -
Fece per mettere le foto nel cassetto e andarsene, ma lui la fermò trattenendola dolcemente per il braccio.
- ti prego, non andare.. resta un attimo qui con me… -
Lei non disse nulla, ma restò in camera dandogli le spalle. Si avvicinò alla finestra in modo da avere una scusa per non guardarlo. Ma lui le si avvicinò e ruppe per primo il ghiaccio.
- sono contento che tu abbia fatto face con tuo padre. –
- anche io… avrei dovuto farlo prima. –
- com’è andata con Takashi? –
- perché, ti interessa? – chiese infastidita. “perché ha nominato Takashi? a lui cosa importa?”
- si. – disse lui serio
- non penso siano affari tuoi. –
La fece voltare ma lei evitava sempre il suo sguardo “non ce la faccio a guardarlo negli occhi”
- forse, ma tu sarai sempre un “affar mio” e mi preoccuperò sempre per te. –
Lei non seppe come replicare.  – gli ho raccontato la verità, gli ho detto che ci conoscevamo. –
- e cosa ha detto quando ha saputo che eravamo fidanzati? –
- ecco, questa parte non la sa –
Lui non replicò. Un barlume di speranza si aprì nel suo cuore.
- perché non mi guardi? – chiese lui avvicinandosi ancora di più a lei
- io, non ce la faccio… non sono abbastanza forte… io… -
Ranma non la fece finire di parlare, le prese il viso tra mani, la guardò intensamente negli occhi e poi la baciò. Tutto quello che poteva dire non era paragonabile a quello che le stava trasmettendo in quel momento. Il  corpo di Akane venne percorso da una scarica elettrica. Nel giro di quattro secondi il suo corpo e la sua mente cedettero e permise  a Ranma di approfondire.
Poi qualcosa in lei scattò, lo allontanò bruscamente da se e gli tirò uno schiaffo,mentre ancora ansimava  e il corpo tremava per l’eccitazione.
Si guardarono per qualche secondo senza dire nulla, poi Akane si riavvicinò a lui e Ranma, senza indugiare, riprese a baciarla. Questa volta Akane era in completa balia di lui. Era un bacio carico di amore, ma anche di frustrazione per i sentimenti repressi.
Ben presto Akane si ritrovò spalle al muro. Ranma era passato baciarle il collo, mentre con le mani esplorava il suo corpo. Dapprima la schiena, per poi passare ai fianchi e al seno. Akane sentiva andare in fiamme ogni lembo di pelle sfiorato dalle dita di lui. Non era in grado di regolare la sua respirazione per quanto fosse eccitata. Con le mani esaminava ogni muscolo scolpito di lui. Quanto le era mancato l’odore del suo corpo e ora non poteva che esserne totalmente dipendente. Era intenta a sbottonargli la camicia quando si sentì chiamare da KAsumi dal piano inferiore –Akane, tutto ok? Sto servendo il dolce! –
La ragazza si staccò da ranma e questa volta gli impedì di riavvicinarsi.
 - ehm…si KAsumi, scendo tra un momento! – gridò
Guardava Ranma spaventata, ansimava, ma l’eccitazione si stava trasformando in paura e consapevolezza.
- Akane… -
- Stai zitto! – disse lei furiosa – non mi parlare! Non ti avvicinare! – ora era in totale panico. – cosa ho fatto!? Cosa diavolo stavo facendo!? –
- quello che avremmo dovuto fare anni fa… -
- Ma che cavolo dici? Io sono fidanzata! –
- sembravi essertene scordata un minuto fa! –
- si tratta di un errore, è semplicemente questo! –
- beh allora se tu decidi di chiamarlo errore, io decido di chiamarlo con il suo vero nome! Amore! E se  tu non provassi quello che provo io per te, a quest’ora non staremmo discutendo di quanto accaduto! –
- tu sei pazzo! Io non provo proprio nulla! –
Detto questo Akane uscì dalla sua stanza. Ranma la sentì dal piano di sopra che salutava i suoi parenti, dicendo che era stanca e che voleva tornare in hotel. vani furono i tentativi del padre a convincerla a restare per la notte. Era fermamente intenzionata ad andar via. In realtà lui lo sapeva benissimo che lei stava solo scappando da lui. Ma era felice, ora era fermamente convinto che nulla era perduto, la sua Akane era ancora li e non l’aveva perduta per sempre. Aveva temuto di averci messo troppo tempo per tornare da lei e invece una speranza c’era.
La porta della camera si riaprì e ne entrò Nabiki – si sentiva un certo trambusto… -
- abbiamo avuto una piccola discussione…. –
- mia sorella sembrava abbastanza sconvolta, Ono la sta riaccompagnando in hotel. –
- diciamo che quando Kasumi l’ha chiamata, ci avete interrotti –
- voi? Voi due? – disse cercando di non ridere troppo dalla felicità
- se ne è già pentita, sappilo. –
- ne dubito –
Ranma sorrise e mostrò a Nabiki le foto che Akane aveva provato a nascondere poco prima. – me lo auguro proprio. La riavrò Nabiki, non temere, ci riuscirò! –
 
 
Ciao a tutti! Questo capitolo è stato un parto! Trasloco a parte, la tastiera del portatile non va e impiego 30 minuti per scrivere 3 frasi… e in questo modo la voglia di scrivere passa completamente.
Mi scuso per tutti gli errori di questo capitolo per le maiuscole assenti, ma ho deciso di pubblicare prima di buttare tutto all’aria! Appena avrò modo, correggerò tutto!
Grazie per le recensioni e grazie per aver atteso così tanto. Molto probabilmente il prossimo sarà l’ultimo capitolo! Baci!
  
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