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Autore: LakeStrike16    23/01/2017    0 recensioni
(...)Accostò la fiamma azzurrina alle labbra ed esalò un lungo tiro, quando percepì alle sue spalle una figura fermarsi.
“Pensavo che fosse una ragazza più posata, Miss Powell” esclamò una voce maschile, divertita e beffarda. Cynthia si limitò ad esalare un altro tiro, senza voltarsi.
“Mi dispiace di aver deluso le sue aspettative, Milord” replicò lei, senza riuscire a nascondere un sorriso che nacque spontaneo sulle sue labbra.
CynthiaPowell//John Lennon
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte!
Vi annuncio la mia nuova bambina. Vi dico subito che sarà una long-fic, non so ancora quanti capitoli, ma in generale verterà sul rapporto tra John e la sua prima moglie, Cynthia.
Il loro rapporto mi ha sempre incuriosito molto, e ho cercato di interpretarla a modo mio.Ho cercato di mantenermi più fedelmente possibile ai fatti realmente accaduti, anche se, ovviamente, ci saranno alcuni personaggi inventati (Katherine e Susan sono due di questi). Più avanti con la storia, entreranno ovviamente tutti gli altri personaggi.
A fine capitolo troverete anche delle note che spiegheranno meglio alcune cose.
So che è un  po’ triste elemosinare recensioni, però mi farebbe davvero un enorme piacere sapere cosa ne pensate, perché è un esperimento per me e sono secoli che non scrivo più in questo fandom (;_;)
Spero veramente che possa piacervi. Grazie per tutti coloro che leggeranno ❤

Lake Strike16
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Liverpool, giugno 1958
Il giardino, fino ad allora rifugio per qualche sigaretta durante le ore di lezione e segreti incontri amorosi, era stato ripulito e dotato di un centinaio di tavoli sui quali si appoggiavano, in centinaia di pose diverse, ragazzi e ragazze. Era stato allestito un piccolo parco con infissi di legno, sul quale troneggiava una piccola orchestrina di qualche paese vicino che, in quel momento, pizzicava le note soffuse di Mack the knife. Tavoli ampi e lunghi ospitavano un centinaio di vassoi e caraffe, e l’idea di poter bere alcolici liberamente di fronte ai propri professori aveva fatto sì che il tavolo degli alcolici era stato rifornito per ben tre volte, a solo un’ora e mezza dall’inizio.

Era una delle prime sere d’estate, l’aria era dolce e nell’aria si respirava un vago sentore di libertà, ansie, canzoni e tabacco scadente. Le luci giallastre, deboli ma sufficienti per quella sera, accarezzavano i volti pesantemente incipriati di donne adulte, i capelli impomatati dei ragazzi e gli abiti di organza, satin, chiffon che le ragazze si erano fatte fare per l’occasione dalle proprie madri o nonne. E anche Cynthia, quella sera, sfoggiava un semplice abito d’organza, di un tenero color avorio, che lottava contro la sua carnagione chiara e i capelli biondi, artificiali, secchi a causa delle tinte continue.
Seduta sullo scivoloso sedile di pelle dall’odore muschiato, all’interno della Cadillac del padre di Katherine, era riuscita persino a stendere un velo sottile di rossetto, lontana dagli occhi della madre. Le labbra rosse le mettevano in evidenza i grandi occhi scuri e intelligenti, e in quel momento, mentre stava seduta al tavolo fingendo di ascoltare le chiacchiere delle compagne, Cynthia si sentì viva, bella e felice.
“Cyn, tu invece?” La voce di Susan la riportò velocemente alla realtà. Cynthia le rivolse uno sguardo interrogativo, non riuscendo a dissimulare la sua mancanza di attenzione.
“Scusami, ero distratta, dicevi?” si riprese subito, educatamente. Le tre ragazze al suo fianco risero e Susan scosse la testa, facendo ondeggiare la massa scura dei capelli.
“Niente, lascia perdere… sappiamo dove hai la testa” replicò lei, guardandola con un occhiolino. A quella insinuazione le guance di Cynthia si arrossarono e lei si ritrovò ad abbassare gli occhi, con un sorriso mesto.
“Io non l’ho ancora visto, stasera” disse improvvisamente Katherine, portandosi una sigaretta alle labbra.
“Magari non viene. John non è un tipo per queste cose”
“Sono sicura che verrà” affermò improvvisamente Cynthia, rivolgendo loro un sorriso rassicurante. Al suono della campanella, all’ultima lezione del corso di grafica, John l’aveva salutata alla militare, con un “Ci vediamo alla festa, Miss Hoylake(1) che le aveva fatto accelerare all’impazzata il battito cardiaco. E nonostante il suo carattere lunatico, beffardo, sfrontato, a volte arrogante e insopportabile, Cynthia sapeva che John sarebbe venuto, quella sera.
Improvvisamente, l’orchestra cominciò ad intonare My funny valentine. L’effetto fu uno spostamento in massa di coppie sulla pista da ballo, e al loro tavolo Susan e Katherine furono letteralmente sequestrate da un paio di ragazzi.

Cynthia aprì la sua borsetta di vernice, per poi sfilare dal pacchetto schiacciato una sigaretta. Non era una fumatrice incallita come le sue compagne, ma quando era fuori e si sentiva agitata una sigaretta riusciva a placare un po’ la tensione, rendendola più sciolta. Accostò la fiamma azzurrina alle labbra ed esalò un lungo tiro, quando percepì alle sue spalle una figura fermarsi.
“Pensavo che fosse una ragazza più posata, Miss Powell” esclamò una voce maschile, divertita e beffarda. Cynthia si limitò ad esalare un altro tiro, senza voltarsi.
“Mi dispiace di aver deluso le sue aspettative, Milord” replicò lei, senza riuscire a nascondere un sorriso che nacque spontaneo sulle sue labbra.
La figura avanzò in avanti e finalmente Cynthia si ritrovò a contemplare il viso paffuto, i capelli castani costretti in una patina di gel lucido e gli occhi scuri e ridenti di John, che la guardavano con affettuosa ironia.
“Credo che mi rimangerò l’invito di farla ballare, in questo caso” proseguì lui, pacatamente.
“Me ne farò una ragione”.
“Oh, fanculo, odio questo riarrangiamento” sbottò lui improvvisamente, buttandosi sulla sedia vicino. Cynthia gli rivolse un’occhiata divertita.
“La canzone a me piace”
“Non è male” ammise lui, “è come la suonano. Sembra una marcia nuziale”
“Come stai?” chiese lei, improvvisamente.
“Meravigliosamente. I corsi sono finiti, l’estate avanza e la Bardot è di nuovo libera” sentenziò John, con enfasi.
Cynthia  si limitò a lanciargli un’altra occhiata. Il giorno in cui aveva sentito John fare i complimenti ad una ragazza al college dicendole che somigliava molto all’attrice francese, Cynthia era rimasta a rimuginare per tutta la sera, in silenzio, e il sabato seguente aveva cambiato per sempre i suoi sottili capelli castani in un biondo intenso. Lo aveva fatto solo per lui e John lo sapeva perfettamente, e si divertiva a farglielo capire.
“Avete qualche serata già in programma, quest’estate?” chiese lei, per cambiare argomento.
“Diverse serate, sì” borbottò lui, passandosi distrattamente una mano tra i capelli. Tornò a guardarla, con un sorriso tra le labbra.
“E tu cosa farai quest’estate, Miss Powell?”
“Oh, beh…” Cynthia spense il mozzicone nel posacenere, cercando di mantenere un atteggiamento distaccato. “Studio e lavoro. Nulla di interessante” minimizzò, con un sorriso mesto.
Ora John la guardava con  un sorriso sincero, affettuoso e genuino.
“Beh, verrai a sentirci, qualche sera” la esortò, tranquillamente. Nel frattempo il ballo era finito e al tavolo tornarono le ragazze, accompagnate dai rispettivi compagni. Susan lanciò un’occhiata d’intesa a Cynthia e Katherine fece una smorfia infastidita, sbuffando.
“Lennon, sei seduto sulla mia sedia”
“Sono davvero costernato” replicò lui, senza nemmeno alzare lo sguardo. Katherine gli lanciò un’occhiata gelida e fu sul punto di aprire bocca, quando Cynthia si alzò, improvvisamente, recuperando borsetta e scialle.
“Non importa, tanto stavamo andando a fare una passeggiata. Vieni?” disse velocemente, guardando John.
Per tutta risposta, John si alzò, fece accomodare Katherine, scimmiottando l’atteggiamento di un cameriere, e si esibì in un inchino, scatenando l’ilarità generale.

I due giovani si allontanarono, fin quando John toccò delicatamente il braccio di Cynthia, facendola sussultare.
“Ehy, non c’è bisogno di correre”
“Scusa” mormorò lei, imbarazzata, rendendosi conto che aveva effettivamente accelerato il passo.
“Sei davvero adorabile, Cynthia” disse lui improvvisamente, serio. La ragazza gli rivolse un’occhiata sarcastica.
“Certo, come no”
“Dico sul serio, una volta tanto. Non ci sono tante ragazze dolci come te” affermò lui, fermandosi dinanzi a lei. Cynthia abbassò lo sguardo, con un debole sorriso, non trovando la forza di scontrarsi con gli occhi di lui. Una cosa che le era sempre piaciuta di John erano i suoi occhi, la loro vitalità, il colore, il modo in cui fossero intensi ed espressivi. C’erano molti altri ragazzi belli, oggettivamente più belli e armoniosi di John, ma Cynthia era perdutamente attratta da quel ragazzo che sprigionava talento, passione, energia,vitalità. C’era anche la rabbia, che talvolta lo offuscava e lo rendeva incredibilmente insopportabile, ma non era mai riuscita ad odiarlo, anche quando la prendeva in giro con i suoi amici di turno. E in quel momento, come mai prima d’allora, la ragazza si ritrovò a doversi scontrare con il suo sguardo serio, il modo in cui le cingeva delicatamente la vita e una mano che le stava accarezzando i capelli.
Cynthia lo fissò, fino a quando lui scosse la testa, sorridendo.
“Ti andrebbe di uscire con me?” chiese John, a bassa voce, con un tono di leggera esitazione nella voce.
“… Sono fidanzata, John” mormorò lei, meccanicamente, sentendosi una perfetta idiota. John sbarrò gli occhi, e Cynthia non sentì più la presa sul suo corpo.
Per l’amor di Dio, Cynthia, non ti ho mica chiesto di sposarmi(3) sbottò John, tirando su col naso e infilando una mano nella tasca per recuperare il pacchetto di sigarette. Il cambio repentino di atteggiamento da parte del ragazzo provocò in Cynthia una stretta allo stomaco.
Incapace di dire qualcosa, rimase in silenzio, ad osservarlo. John non la guardava più. Lo vide accendere la sigaretta e sbuffare una nuvola di fumo, che si espanse nella fresca notte estiva.
“Ancora con quel tizio nell’Hoylake?” chiese lui improvvisamente. Non le sfuggì il sarcasmo cattivo insito nella frase.

Cynthia annuì, non trovando la forza di biasimare il ragazzo. Era un fidanzamento idiota. Sin da quando era piccola, Cynthia andava spesso nell’Hoylake(2), e l’estate precedente, dopo la morte del padre, era stata portata al cinema da un ragazzo che aveva conosciuto laggiù. C’era stato un bacio, diverse sere insieme e alla fine, prima di tornare a Liverpool, il giovane aveva strappato a Cyn una confusa dichiarazione di fidanzamento, di fronte a sua madre. Tornata in città, Cynthia aveva ripreso la sua vita, aveva conosciuto John e si era sentita perdutamente attratta da lui, e quella storiella estiva aveva assunto quasi le sembianze di un ricordo appassito. Ma il ragazzo continuava a mandarle lettere, lei rispondeva meccanicamente, priva di qualsiasi sentimento, e le sue amiche le avevano detto più volte di troncare quel rapporto epistolare insulso e patetico. Ma Cynthia aveva un alta considerazione degli impegni, delle responsabilità e delle promesse, e questo aveva fatto sì che quel fidanzamento confuso e privo di significato continuasse, perlomeno sulla carta.
“Ti piace? Ti sposerai laggiù e sfornerai un paio di figli?” riprese lui, beffardo.
“No John, io non…” Cynthia non ebbe nemmeno la forza di spiegargli. Avrebbe voluto farsi stringere dalle sue braccia, farsi baciare, dirgli che non significava niente per lei e che avrebbe chiuso ogni rapporto con quel ragazzo, sarebbe diventata solo sua e lo avrebbe rispettato, amato e incoraggiato in tutto ciò che faceva.
John si limitò a guardarla, senza attendere risposta. I suoi occhi, attraversati da un lampo di rabbia, adesso sembravano pacati, apparentemente quieti. La ragazza calpestò con i piccoli tacchi bianchi di vernice dell’erba, fino a quando non alzò lo sguardo su di lui.
“… Niente” mormorò flebilmente Cynthia, rinunciando a qualsiasi spiegazione.
Lo vide gettare velocemente il mozzicone, scoccarle uno sguardo a metà tra la rabbia e la delusione e allontanarsi, velocemente.
Ma conoscendo John, non sarebbe finita in quel modo.



 
Note:
  1. Miss Hoylake è il vero nomignolo con il quale John chiamava Cynthia, prima di essere fidanzati.
  2. L’Hoylake è un paese del Merseyside, in Inghilterra, dove la famiglia di Cynthia si spostò durante la sua infanzia per sfuggire ai bombardamenti di Liverpool.
  3. «I didn't ask you to bloody marry me, did I?» è la vera risposta che John dette quando Cynthia gli rispose di essere già impegnata, la prima volta che le chiese di uscire.
   
 
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