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Autore: Ylenia Lilly    23/01/2017    1 recensioni
La storia narra di quattro intrepidi amici che lottano per portare la pace nella loro patria, ma una forza oscura si nasconde dietro l'angolo...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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CAPITOLO 1: FELLSHIRE

In una bella mattinata d'autunno il sole era ancora pallido quando alle 07:15 a Fellshire, l'Accademia più prestigiosa dell'isola di Kaiyden a Tyria, suonò la campanella per svegliare tutti gli studenti che dormivano nei dormitori.
Dai corridoi si sentì un gran trambusto quando la campanella smise di suonare, in segno che ormai tutti erano in piedi.
Nella camera N° 24 dei dormitori femminili una ragazza si svegliò di soprassalto, come se avesse avuto un incubo.
- "Santo cielo, Astrid, stai serena... manca ancora un giorno per la candidatura dei nuovi Leaders" disse la sua migliore amica che era già sveglia.
In ogni camera c'erano posti per tre letti singoli.
- "Perdonami Eryn, ma sai quanto sono in ansia!" disse alzandosi e aprì le tende. I raggi del sole illuminarono tutta la stanza colorata di bianco. C'era un armadio per tutte e tre e altre tre scrivanie con le loro cose sopra.
Le ragazze tenevano la camera sempre pulita e ordinata.
- "Tranquilla, ce la farai" cercò di tranquillizzarla l'altra ragazza, Pandora, "E soprattutto farai rosicare tutti gli altri quando verrai scelta!" ridacchiò infilandosi le ciabatte. "Che lezione abbiamo oggi?"
- "Abbiamo un'ora di teoria e le restanti cinque ore di pratica con gli allenamenti finali" rispose Eryn che stava prendendo un asciugamano da un cassetto vicino al suo armadio.
- "Che pacchia... per fortuna oggi pomeriggio non abbiamo lezioni e domani si fa ponte tutta la giornata" osservò Astrid che si spazzolava i lunghi capelli mossi e li teneva a bada legandoli con due treccine laterali.
- "Domani è un giorno di festa per tutti noi" disse Pandora.
- "Già, non vedo l'ora"
- "Coraggio ragazze, prepariamoci e scendiamo a fare colazione" suggerì Eryn mentre entrò in bagno con lo spazzolino da denti.

Quando furono pronte chiudettero la porta a chiave e scesero le scale della grande scuola. Tutti gli alunni in uniforme erano in giro per i corridoi. Suonava un'armonia diversa dal solito, sembravano tutti in fibrillazione per la candidatura che si sarebbe svolta l'indomani.
A metà strada, mentre si dirigevano nella sala mensa, incontrarono una vecchia conoscenza che stava parlando con un gruppo di amici.
- "Ciao Nick! Scusa se ti disturbo..." lo chiamò Astrid toccandolo sulla spalla.
- "Oh, buongiorno ragazze!" si voltò lasciando i compagni in sospeso. "Non disturbi affatto"
Era un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri come il mare e dall'aspetto sicuro di sè.
- "Oggi faremo lezione insieme"
- "Già, Astrid. Abbiamo teoria, vero?"
- "Esatto!"
- "D'accordo, andate a fare colazione, io ho appena finito" sorrise.
- "Bene... allora ci vediamo dopo in classe" e scattò via insieme alle altre.
Quando furono lontane Eryn esclamò ad Astrid: "Sei proprio pazza di lui, si nota tantissimo. Ma come darti torto, Nick ha davvero un sorriso incantevole"
- "Ti prego piantala, Eryn. Non mi sembra il caso di parlarne adesso" ribattè mentre erano arrivate in sala mensa e presero posto a tavola. Era già tutto pronto e apparecchiato, come ogni mattina.
- "Sai, te lo dico perché ci sono un sacco di ragazze che gli girano intorno... così finirà che lo perderai, mia cara" disse prendendo delle fette biscottate e ci spalmò sopra del miele.
- "Non accadrà" rispose Astrid in tono di sfida versando del latte scremato nella sua tazza e bagnò dei cereali.
- "Eryn, lo sai che Astrid mantiene sempre ciò che dice" disse Pandora, bevve del succo di frutta a piccoli sorsi.
"Oh, per la miseria, eccolo che arriva...!" sussurrò a bassa voce per non farsi sentire dagli altri studenti, guardando l'entrata da dove erano arrivate poco prima.
- "...Il principino dei miei stivali..." osservò Astrid, acida.
Dalla porta era appena entrato un ragazzo biondo e di bell'aspetto che si dirigeva nel tavolo più grande al centro della sala. Era il principe di Tyria, il Principe Ryan Burton. Tutti si voltarono a guardarlo. Camminava a passi veloci e regolari lungo il passaggio e si sedette al suo posto, accanto a sua madre, la Regina Grace, una donna raffinata e tranquilla, e il Preside, Russel Grinberg, un anziano uomo dalla barba bianca lunga fino al petto. La loro tavola era sempre l'unica che non veniva apparecchiata (tranne nei casi di eventi importanti) perché facevano colazione nelle loro stanze private.
Nonostante il principe fosse un membro reale, indossava la divisa dell'Accademia come tutti gli altri studenti, e sapeva sfilarla con maestria ed eleganza.
- "Guardate come si pavoneggia" disse Astrid scuotendo la testa, indignata. "Non sopporto l'idea che lui debba per forza essere scelto come Leader, è ingiusto"
Le altre annuirono in segno di approvazione verso l'amica.
- "E per completezza, oggi avremo lezione insieme a lui..." notò Pandora che stava controllando gli orari delle lezioni, bevendo latte con cacao in polvere.
- "Bene, la giornata non poteva iniziare peggio di così" disse Eryn, aprendo un barattolo di yogurt.

Dopo colazione, si alzarono e si avviarono nella classe di teoria che si affacciava davanti al giardino della scuola.
- "Ci sediamo qui?" propose Astrid alle amiche toccando con l'indice un banco con tre posti, vicino alla cattedra.
- "Questo banco è gia occupato" disse veemente una voce dietro di lei.
Il principe Ryan era appena arrivato e poggiò la sua pila di libri sopra il banco, schiacciando la mano ad Astrid.
- "Ahi... ehi!" disse scansandosi. "Siamo arrivate prima noi! Non c'è mica scritto il tuo nome qui sopra"
Tutti i presenti in classe la guardarono sconcertati, come se avesse detto una parolaccia.
Nessuno si sarebbe permesso di rivolgersi in quel modo a Ryan solo perché era un principe e dovevano portargli rispetto. Ma ad Astrid questo non importava, lo considerava uno come tanti altri.
- "Spostati. La lezione sta per cominciare" disse il principe con ordine e si sedette comodamente, lasciando i due posti laterali liberi.
- "Io... argh!" ringhiò furiosa.
Ryan la ignorò e aprì un libro.
- "Avanti, lascialo stare..." la rassicurò Eryn, "Troveremo altri posti, non preoccuparti"
- "Astrid, siediti qui vicino a me" disse improvvisamente Nick che aveva seguito tutta la scena. "Parlare con un Burton è come provare a parlare col muro" aggiunse piano, quando Astrid si sedette accanto a lui ancora furiosa e Eryn e Pandora presero posto agli ultimi banchi della classe.

Dopo pochi minuti entrò l'insegnante con un mucchio di fogli bianchi.
- "Salute ragazzi" disse il professor Herman Flood. Era un uomo alto e magro con dei lunghi capelli fulvi e ricci. 
"So che mi odierete, ma oggi avete da fare un compito a sorpresa, decisione del preside." sbottò tranquillo.
- "Ma il compito non si doveva fare domani?" chiese uno studente della classe.
- "Domani c'è la candidatura dei Leaders, perciò ha deciso di spostarlo per oggi" spiegò cominciando a distribuire i fogli a tutti gli alunni, partendo da Ryan mentre alcuni si lamentarono e sospirarono. "Compito sulla sopravvivenza"
L'unico a non sorprendersi fu Ryan, probabilmente sapeva già che il compito era stato spostato.
- "Fantastico" farfugliò Nick, ironico.
- "Dài, per te non dev'essere difficile..." gli disse Astrid mentre compilava il foglio con il suo nome e la data. "Tu sei il migliore qui dentro"
- "Per quanto mi rattrista dirlo... il più bravo qui dentro è quel verme lì" indicò con un cenno il principe.
Nick aveva sempre detestato Ryan fin da quando erano bambini, e non era il solo, oltre ad Astrid molti altri ragazzi dell'accademia non gli rivolgevano la parola e altri lo temevano e cambiavano direzione quando lo incontravano nei corridoi. Solo in pochi riuscivano ad andare d'accordo con lui.
- "Per me tu sei più bravo perché fai tutto con la tua logica. Lui è solo avantaggiato perché la sua famiglia è ben informata su questo genere di cose" sogghignò lei.
- "Signorina Collins, Signor Trent, silenzio per cortesia" li rimbroverò il professore quando finì di distribuire le copie.
- "Ci scusi" disse Nick.
Ryan li guardò di sottecchi, come se avesse capito che stavano parlando di lui, poi abbassò gli occhi sul foglio. Forse li aveva sentiti.
- "Bene, avete un'ora a disposizione per terminare il compito" avvertì il professore. "Buon lavoro" e si sedette sulla cattedra a correggere altri compiti di altre classi.
Per fortuna, quell'ora passò in fretta e il professore si alzò per raccogliere i compiti. Astrid era sicura di aver fatto un ottimo lavoro, almeno sperava. Ci aveva messo impegno.
- "Vi dirò i voti la prossima volta" disse il professore.

Dopo teoria, ebbero gli allenamenti. Gli alunni si divisero in quattro squadre: Alpha, Beta, Gamma, e Delta.
Sin dal primo giorno che arrivarono in accademia erano stati smistati così.
Astrid era in Beta assieme a Eryn, Pandora in Delta, Nick in Alpha e il principe Ryan in Gamma.
In ogni squadra c'erano venti studenti, per un totale di ottanta persone.
Mentre Astrid si stava mettendo in riga fra gli altri compagni, un ragazzo molto alto e dai capelli rossicci correva veloce e urtò contro la spalla che la fece barcollare addosso a Eryn.
- "Oh... cavolo! Scusami, ti sei fatta male?!" urlò questo ad Astrid, fermandosi immediatamente all'impatto.
- "No, sto bene..." disse lei toccandosi la spalla.
- "Amico, la prossima volta stai più attento o farai male sul serio a qualcuno" s'intromise Zack, un altro compagno di squadra delle ragazze che era accanto a loro.
- "Sono mortificato, perdonatemi... ma sono in ritardo, ecco perché correvo... scusatemi ancora!" sputacchiò il rosso agitato e sparì fra la massa di studenti.
- "Be', almeno ci ha chiesto scusa" disse Eryn. "Ma uno della sua statura, anche se in ritardo, dovrebbe muoversi con cautela quando c'è folla..."
- "State bene?" chiese loro Zack, preoccupato.
- "Tutto okay" rispose Astrid.
- "Perdonatelo, ma è un po' goffo" disse ridacchiando una voce fine dall'altra fila di studenti, in Delta.
Era la principessa Elsa Burton, la cugina di Ryan. Anche lei era bionda e somigliava molto al cugino, ma al contrario di lui, era gentile ed educata.
- "Non c'è problema" disse Astrid alzando le spalle.

Dopo cinque ore di faticosi allenamenti e dopo aver pranzato, le ragazze tornarono ai dormitori completamente esauste.
- "Adesso mi faccio una doccia e poi penso che mi riposerò fino a stasera. Quando scenderemo per cena chiamatemi..." disse Pandora, togliendosi le scarpe e posandole al loro posto.
- "Sono distrutta. Per fortuna questi erano gli allenamenti finali" gracchiò Eryn, togliendosi l'uniforme.
L'unica che sembrava stare meglio era Astrid.
- "Solo tu hai la stoffa per fare la Leader, si vede" le rivolse Pandora.
- "Cosa credete? Sono stanca anch'io, ma avrei potuto continuare ancora per un altro po'..."
Ci fu una pausa, poi Astrid disse ansiosa: "Secondo voi, chi sceglieranno come Leader, domani alla candidatura?"
- "Sceglieranno te, As, mi sembra ovvio" disse Eryn. Pandora concordò con lei.
- "Me...? Ma siete proprio sicure?" il suo tono di voce era cambiato.
- "Sai una cosa? Ti stai preoccupando troppo per questa faccenda, rilassati!" notò Eryn. "Devi stare tranquilla"
- "Fatti un bel bagno caldo e non pensarci più almeno fino a domani mattina" suggerì Pandora. "Sei la migliore di tutta la squadra Beta, non devi temere, verrai scelta!"
- "Avete ragione" disse Astrid sorridendo, sollevata dalle parole delle amiche.
Eryn e Pandora la strinsero in un abbraccio caloroso.
- "Ti vogliamo bene" dissero in coro.

All'orario di cena, le ragazze scesero in sala mensa. Avevano recuperato tutte le forze.
Erano quasi arrivate alla porta quando Ryan che era dietro di loro le raggiunse e disse a Astrid: "Sei in ansia per domani, eh? Ti ho vista agli allenamenti di oggi, eri piuttosto tesa"
Continuavano a camminare e Astrid si morse il labbro inferiore, cercando di mantenere i nervi saldi.
- "Per favore, lasciala in pace" gli ringhiò Pandora.
Ma Ryan la ignorò e guardo Astrid.
- "È sbagliato quello che fai, devi controllare la mente quando ti alleni"
- "Lasciami. In. Pace." scandì lei bene le parole e lo oltrepassò.
- "Non starlo ad ascoltare..." la consolò Eryn mentre si sevedano a tavola. "Vuole solo confonderti"
- "Lo so bene" rispose, impugnando la forchetta e prendendo delle costolette dal vassoio e le mise nel suo piatto.
Dopo aver mangiato, il preside Grinberg si alzò in piedi e disse solo agli studenti di diciassette anni di spostarsi velocemente nella Sala Riunioni.

- "Bene" parlò al microfono sistemandosi la barba quando ebbe raggiunto la Sala. La regina Grace era in piedi accanto a lui e sorrideva lievemente.
Le chiacchiere che c'erano in sala cessarono e tutti lo guardavano con attenzione.
"Domani è un giorno molto importante per l'accademia. Quattro, anzi, tre di voi verranno scelti per diventare i Guardiani di Pace, o meglio conosciuti come Leaders. Ovviamente, sappiamo già che il principe Ryan (che si alzò e si mise accanto alla madre) è stato automaticamente ammesso alla candidatura perché è un dovere che sta scritto sul decreto delle leggi del regno della nostra splendida isola di Kaiyden. Il figlio maschio di famiglie nobili deve aver diritto all'accesso, a meno che non ceda il proprio posto a qualcun altro per motivi di salute. Per tanto, io e i docenti abbiamo notato che molti di voi hanno davvero delle grandissime qualità per diventare Leader, quindi abbiamo fatto la nostra scelta con fatica" e indicò una sfera di vetro a pochi passi da lui "Lì dentro ci sono i nomi dei candidati che verranno letti domani" disse con dolcezza.
Astrid sentì la gola stringersi. Sperava tanto che dentro quella sfera ci fosse scritto il suo nome.
"I preparativi sono già stati svolti oggi pomeriggio, ecco perché non avete avuto lezioni. Dunque, via auguro una serena notte. Riposatevi bene" e con un cenno, si allontanò dal microfono. Tutti applaudirono.

Quella notte Astrid non riusciva a dormire, era troppo in ansia. Pandora e Eryn si erano già addormentate da un pezzo.
Le parole delle sue amiche non erano servite a niente in confronto a quello che le aveva detto Ryan. Era vero quello che le disse quando stavano andando a cenare, quel giorno aveva avuto la testa fra le nuvole e non si era concentrata bene per gli allenamenti finali. Serviva la mente libera.
Cosa le avrebbe detto Nick se non fosse stata ammessa? Questo era uno dei tanti pensieri che le frullavano in testa.
Dopo essersi voltata con agitazione nel letto più e più volte si addormentò e calò in un sonno profondo.

   
 
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