Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: paoletta76    23/01/2017    0 recensioni
Claire è un agente dello Shield. E' una brava agente; del resto, l'ha addestrata May. E un po' le assomiglia, testarda ed altruista. Claire nasconde un segreto, dal giorno in cui la terrigenesi le ha sconvolto la vita. Claire è inumana. Nasconde un segreto, già. E non è la sola.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il sistema di bordo indicava distintamente almeno venti presenze, intorno a quel capannone abbandonato.
Fitz si rivolse agli altri, raccogliendo cenni d’assenso ed indicando la sagoma che al rilevatore di calore appariva più rossa:
- E questo è lui.
- Il rinnegato..- Helena emise un sospiro, masticando amaro.
- Dovremo fare molta attenzione.- Coulson attese l’atterraggio, poi l’apertura del portello – mi raccomando: niente mosse azzardate, niente colpi di testa, cercate sempre di avanzare a spalle coperte.
I compagni di missione risposero con disordinati ok, Mack armò il fucile decorato da una vistosa ascia:
- Basta, come spalle coperte?
Coulson gli scivolò accanto, appoggiandogli una mano sulla spalla e scambiando una minuscola smorfia. Scese, e con un paio di gesti disperse la squadra intorno al perimetro.
 
Il capannone era enorme, e freddo. Sembrava vuoto, unico suono presente una specie di motore in direzione di quello che appariva come un piccolo ufficio prefabbricato.
All’improvviso, un movimento, uno sparo. Un attimo, e gli spari si moltiplicarono all’infinito, riempiendo l’ambiente e l’esterno.
 
Claire si ritrovò sola, scoperta alle spalle ed alle prese con due uomini armati. Ma questo non le fece paura.
Fuori le pistole, fuoco incrociato ed in una manciata di secondi li aveva stesi entrambi, avanzando verso il centro del combattimento. Aiutare un collega in difficoltà, coprirgli le spalle? Hai l’imbarazzo della scelta, O’Neill.. si disse, continuando a fare fuoco con entrambe le mani, facendosi largo a calci dove necessario.
Un paio di avversari le richiesero l’aiuto di Mack e della sua arma d’assalto; lo ringraziò con un cenno e lui rispose a dita tese alla fronte.
Non c’è di che, lady gun..
 
Quella. Liberaci della tizia con le pistole.
A quel puntare il dito verso il basso, l’uomo vestito di nero piegò la testa in un silenzioso ok, rimanendo ad osservare il capo che si allontanava. Un respiro, lento e profondo. Apriva le braccia ed i rami si sprigionavano veloci, diretti a quel corpo leggero in movimento con le sue calibro 38.
 
CLAIRE!!
 
L’agente O’Neill si voltò in tempo per riconoscere la voce che le stava urlando alle spalle. In tempo per vedere quella cosa rapida e nera trafiggere la schiena del direttore Mace.
 
Tese le braccia e tutto quello che riuscì a fare fu accompagnare a terra quel corpo senza energie, arrivato all’improvviso a coprire il suo.
 
Con me a difenderti..
 
Ora quegli occhi si facevano liquidi e vuoti, contro il nero lontano del soffitto. Fra le labbra socchiuse un filo di sangue, le mani che scivolavano via e si facevano fredde.
 
Ritrovarsi ad urlare il suo nome, prima di accendere il bracciale e segnalare col fascio blu un uomo a terra, mentre l’altra mano correva a premere sull’orribile squarcio che gli apriva l’uniforme, sulla destra, poco sotto l’aquila dello Shield.
 
Non ricordava neppure come avesse fatto, a tornare a bordo del Quinjet. Dovevano avercela caricata di peso, ordini del direttore in caso di colpo di matto. Dall’angolo in cui era caduta in ginocchio, riusciva solo a vedere presenze agitate intorno a quel corpo senza vita.
 
Adesso è a me, che non importa più..
 
- Sara, abbiamo bisogno di Sara. E Stella. Le voglio alla base, il più in fretta possibile.- recitava la voce di Coulson, vibrante e resa nervosa, mentre in vivavoce il burattino di legno continuava a ripetere frasi sconnesse riguardo un timer ed un siero, chiedendo del direttore ma respingendo ogni richiesta di spiegazioni con un mi dispiace, è classificato che aumentava a dismisura la rabbia di Phil.
Se non ne avesse avuto esperienza, sarebbe andato nel panico. Ma lui era già passato dall’altra parte, era tornato ed ora sapeva come renderlo possibile anche per Mace. Sollevò lo sguardo da Simmons, piegata sulle ginocchia con le mani intrise di sangue sul petto del patriota, e lo appoggiò senza preavviso su di lei:
- O’Neill. Sta a te, ora.
 
Non gli fece domande, non ne fece neppure a sé stessa: raccolse le attrezzature, scivolando quasi addosso alla collega. Aprì uno degli aghi a valvola per le flebo, lo innestò nel proprio braccio lasciando che qualcuno distogliesse lo sguardo con smorfie di dolore. Fece lo stesso con l’uomo steso a terra, collegò le due valvole con un tubo sterile e strinse forte il pugno, fino a vedere il proprio sangue che scendeva.
- Cinquanta centilitri, prima dose.- disse, cercando di non far percepire il tremito nella propria voce. E rimase ad osservare il silenzio di quel petto privo di movimenti.
- Sai cosa succederà, se Stella e Sara non arriveranno in tempo? – le disse Jemma, continuando a tamponare la ferita.
- Dovrò passargliele io. Tutte e quattro.- rispose, senza guardarla.
- Non puoi fare quattro trasfusioni consecutive. Rischi di non recuperare, o di farlo con tempi troppo lun-
- Non importa, Jemma.
 
Adesso è a me, che non importa più..
  
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