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Autore: Sethmentecontorta    23/01/2017    3 recensioni
|steampunk|pirati&sirene|mini-long di cinque capitoli|4418 parole totali|Storia partecipante al contest "Steampunk tendecies" indetto da Haykaleen sul forum di EFP|

William Nightshade è un pirata. Un corsaro per la precisione, ma non è ricco come gli altri capitani della sua specie. Ha una nave di nome Ella, una ciurma per cui darebbe la sua stessa vita, una ladra mezzafata dal perenne sorriso sornione come compagna di viaggio ed un numero spropositato di lettere bianche come latte della sua Regina, poco altro.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Seth's corner: Okay, sta volta neppure ho avuto una causa al mio ritardo, mi sono semplicemente scordata del tutto di dover aggiornare. Yas. Non sono abituata a pubblicare così spesso, lol. 
Una precisazione che avrei dovuto fare tipo al primo capitolo ma che ho sempre dimenticato: i capitoli non sono in ordine cronologico, sono tutti in ordine più o meno casuale e starà a voi ricollegarli in un'ordine, per quanto non penso sia nulla di chissà quanto complesso. Non chiedetemi il perché di questa cosa, non penso di saperlo, mi piaceva semplicemente fare le cose un po'... così, particolari. 
Hopefully, questo capitolo sazierà un po' delle curiosità che mi avete detto di avere, fatemi sapere se apprezzerete, ci ho davvero lavorato molto per renderlo al meglio. Non sono pienamente sicura di aver fatto abbastanza nella descrizione dell'immagine che avete visto nel banner in tutti questi capitoli, penso che avrei dovuto renderla molto più importante ai fini della trama, ma ormai quello che è fatto è fatto e in sé sono piuttosto fiera del mio lavoro. L'unico mio rimpianto è questo, ecco. 
Ma questo non importa a nessuno. 
Non vi sorprenderà, ma neppure questa volta sono riuscita a finire i disegni mooolto veloci di tutti personaggi. Ma intanto vi mostro qualche schizzo mooolto veloci pt.2 di William, di North e di Maira che okay è piuttosto inutile perché l'ho schizzata molto velocemente senza metterci praticamente alcun dettaglio mA VBB e un disegno più elaborato di North, che pure mi convince meno dello schizzo stesso tra l'altro molti dettagli li avrei dovuti fare con la penna color bronzo che non ho mai comprato ma eeehi quanto barrato in questo corner
Ora me ne vado, lo giuro. Se vi è piaciuto il capitolo o se avete qualunque critica da farmi fatemelo sapere, e magari datemi anche qualche parere sui personaggi, se assomigliano vagamente a come li avevate immaginati oppure no, that kind of stuff.
Stay tuned, perché vi lascio una sorpresina alla fine. c;


III

l’ultimo volere della Regina 

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William poteva dirsi decisamente poco a suo agio. Già l’aria della capitale non gli piaceva, lo faceva sentire oppresso; col suo pessimo odore, si sentiva asfissiare dalla mancanza del profumo del mare ogni volta che doveva recarvisi. Ma ad una lettera della Regina non si sfuggiva. In quel caso, non solo aveva ricevuto una lettera, ma questa gli ordinava di recarsi alla Torre, ove Lei stessa risiedeva. Nessuno aveva mai sostenuto di aver ricevuto una simile richiesta dalla Regina. Nessuno conosceva il Suo aspetto, unicamente i più nobili dell’intera nazione, coloro che abitavano la Torre, i Suoi consiglieri, l’aristocrazia più altolocata. 
Non sapeva sinceramente cosa pensare, mentre avanzava per le vie della città, nella sua aura grigia, osservando le navi volanti ed i dirigibili che attraversavano il cielo, riempendolo di denso fumo. Non importava che ora fosse, né quale stagione, la volta celeste era sempre plumbea ed incombente in quella città; illuminata unicamente da lampioni, trasporti pubblici e non, luci domestiche e dai numerosi fari che spezzavano quella coltre come punto di riferimento per i mezzi d’aria. Sembrava essere tanto incessantemente attiva e brulicante da consumare perfino il colore del cielo. Vi era qualche palazzo dall’aspetto magnifico, diverse torri e fari dall’aspetto suggestivo, alcuni ancora in costruzione. Eppure, la maggior parte degli edifici erano ammassati gli uni sugli altri, le strade quasi claustrofobiche. Solo a guardarle, ogni eventuale domande sul perché amasse tanto navigare svaniva nel nulla. La brezza fresca e salata del mare non avrebbe potuto competere con nulla, figurarsi quell’aria satura di sguardi sospettosi ed indagatori, dicerie, umori corporei, vapore, fumo. 
North e Tristran, al suo fianco, si strinsero nelle spalle non appena furono vicini alla Torre, come intimoriti dal potere della Grande Regina anche solo da lì. Alzò lo sguardo, scrutando quel muro tanto alto che la sua fine era appena visibile, nascosta tra le tegole dei tetti. 
Quando vi arrivarono, trovarono davanti all’enorme portone un uomo d’aspetto elegante, impettito in un completo nero, un cappello a cilindro calzato in testa. Li osservò arrivare con neutra aria di superiorità. 
– Corsaro William Nightshade e compagni, suppongo. – li precedette. – Solo il capitano può entrare. 
– Ti aspettiamo nel locale qui vicino. – annunciò Tristran, guardandolo negli occhi con espressione seria, come ad intimargli di essere razionale e di non fare cazzate. William era decisamente poco irrazionale, ma Tristran lo batteva.
Annuì ai due, per poi seguire l’uomo impettito dentro al palazzo. Salirono scale su scale, arrivando quasi in cima alla torre, l’uomo spinse un enorme portone di color dorato - William pensò che poteva anche trattarsi di vero oro, in effetti -, aprendogli la visuale su un’enorme stanza semicircolare. Rimase alcuni istanti fermo nella sua posizione, prima di decidersi ad entrare, cercando di allontanare quel senso di disagio che aveva. Il nobile che l’aveva accompagnato s’inchinò e se ne andò.
Scrutò le pareti, i tendaggi finemente ricamati, i ritratti dei precedenti re e regine, statue in marmo, bassorilievi, tutto l’ambiente aveva un’aura eterea e quasi irreale. Spostò lo sguardo su un tavolo rotondo posto al centro della sala, con gambe a forma di zampe di leone talmente dettagliate da sembrare sul punto di attaccarlo, la sua superficie era linda e marmorea. Tutta la stanza sembrava emettere luce propria, tanto prevalevano i colori bianco ed oro. Un lieve movimento, in fondo a quell’enorme spazio, catturò la sua attenzione. Su di un trono in marmo imbottito di cuscini color porpora, sedeva un esile corpo che non aveva notato, confuso in tutto quel candore. Si inginocchiò, in segno di profondo rispetto. 
– Alza il viso, mio corsaro, avvicinati. – ordinò una voce flebile, chiara, che suonava sul punto di spezzarsi. Nonostante ciò, possedeva un tono forte ed autoritario ed allo stesso tempo una nota di gentilezza. 
Si alzò, aggirando il tavolo ed avvicinandosi lentamente alla figura. Si trovò di fronte al corpo sottile di una ragazzina, avvolta in abiti ricamati di un bianco candido, la pelle lattea quasi quanto questi ultimi. Ogni cosa, in lei, condivideva quel pallore, perfino i morbidi boccoli che adornavano il suo viso tondo. Facevano eccezione gli occhi, di un nero profondo e penetrante. 
– Mia regina. – iniziò, abbassando lo sguardo per alcuni secondi. Ella sorrise, tirando le labbra piccole e rosee come boccioli. 
– I tuoi occhi sono fieri come dicono, William Nightshade. Sono felice di fare finalmente la conoscenza del più fedele dei miei corsari. 
– Perdonatemi l’impudenza, Vostra Maestà, eppure mi pare di ricordare che nessuno mai poté vantare di averVi potuta vedere. Ho per caso motivo di temere? – non aveva paura nelle iridi smeraldine, non ne avrebbe avuto motivo, le era sempre stato devoto. Eppure, ebbe la sensazione che quella gracile fanciulla avrebbe ben potuto incutere timore, se avesse voluto. 
– Mi scalda il cuore vederti preoccupare per il regno e per me, mio caro William, ho fatto bene ad affidarmi a te, in questi anni. Ahimè, la mia salute è assai cagionevole, i miei medici hanno supposto che non mi rimangano che pochi mesi ancora da vivere. Eppure, il regno non può reggersi senza di me, senza un erede, qui nella torre dilagherebbe il caos. Mi serve il tempo di dare alla luce un figlio, nonostante io abbia soli quindici anni. O forse sedici, non ricordo mai bene. – abbassò lo sguardo, William poté notare un piccolo neo sulla sua palpebra sinistra. Tra loro regnava la quasi più completa immobilità, come se il tempo fosse stato fermato tramite un incantesimo e l’unica cosa capace di muoversi fossero le loro labbra.
– Farò qualunque cosa sia in mio potere per salvaguardare la Vostra salute, mia Regina. 
– Non fare promesse avventate senza conoscerne i termini, mio caro William. L’impresa che devo affidarti questa volta è ben ardua; i miei consiglieri avrebbero voluto fosse stata una semplice lettera come le altre, quella che ti è stata consegnata questa volta. Un ordine. Ma non voglio costringerti a mettere seriamente a repentaglio l’incolumità della tua intera ciurma per me. 
– Ditemi, allora, in cosa consiste questa impresa.
– Dovrai riportarmi la tiara di Alike.
William non poté contenere un certo sguardo di sconcerto a quella richiesta. Conosceva certo le proprietà magiche di quel monile, capace di mantenere in vita qualunque essere vivente finché questo fosse stati a contatto con lui. Riconosceva che nulla al mondo avrebbe potuto dare la certezza di salvaguardare la salute della Regina come quella tiara, forgiata in bronzo marino e impregnata di una delle magie più antiche e potenti mai esistite. Eppure, recuperarla sarebbe stato quasi impossibile. Non molti erano usciti dalle acque del mar Nerissimo.

 
SORPRESA! Ecco a voi un disegno della Grande Regina, non l'ho messo prima per non farvi alcuno spoiler riguardo il suo aspetto. ENJOY!
   
 
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