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Autore: Lena_Railgun    23/01/2017    1 recensioni
"Ivan mi stava aspettando: il suo sguardo da prima perso nel vuoto si posò su di me e mi sorrise.
-Bravissima Mary- mi disse evidentemente fiero di me. Si avvicinò e mi scompigliò i capelli mentre io abbassavo il capo.
-Grazie- feci teneramente. Non l'avevo notato, ma nella mano destra teneva un'orchidea.
-è..è per me?- chiesi sorpresa.
-No guarda, per mia cugina che abita Torino che evidentemente frequenta l'accademia. Certo che è per te- fece ironicamente alzando il sopracciglio.
Gli feci la linguaccia:
-Ma dai! Non serviva!- feci quando me la porse.
-Viene sempre dato un fiore a chi si esibisce no?- mi disse lui mettendo le mani in tasca.
-Dove l'hai tirata fuori questa?- chiese divertita.
-Da qualche film- disse lui alzando le spalle. Osservai l'orchidea e sorrisi:
-é...perfetta. È tutto perfetto- "
Marina Rinaldi è una ragazza di sedici anni, che lascerà la sua normale vita da liceale, per accettare una borsa di studio per un'accademia di musica a Firenze. Per fare ciò, verrà ospitata da amici del padre, la famiglia Innocenti, con i loro due figli, Ivan e Celeste. Nonostante Ivan sembri molto diffidente, piano si avvicineranno molto. Cosa succederà tra i due?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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17-LE CHAIN OF DREAMS
 
-Piccola Mary!- la voce di Aria mi ridestò dai miei pensieri. Era il primo giorno dopo le vacanze di Natale e ne avevamo di cose di cui parlare, solo che non riuscivo a rimanere lì con la mente.
-Ciao Aria- le dissi con un sorriso. Mi stritolò come da suo solito, e ancora una volta, mi ritrovai a pensare a come fossi fortunata ad averla con me.
-I tuoi capelli!- esclamò lei stupita -Ti stanno benissimo!-
-Grazie- feci lusingata.
-Ci prendiamo il primo caffé dell'anno?- mi chiese ed io accettai.
Qualche minuto dopo ci sedemmo sul banchetto vicino alla nostra classe, con i classici bicchierini del caffé macchiato in mano.
-Hai passato bene queste vacanze?- le chiesi mescolando lo zucchero.
Lei annuì -Tutto abbastanza regolare, grazie. Come sei presa per il concorso?-
Ogni anno la scuola veniva selezionata per un importante concorso a Milano, all'insegna della musica. Il concorso si chiamava "Music and art expo" e si teneva a Febbraio. La nostra classe fu una delle scelte per rappresentare l'accademia, e da quando ci era stato comunicato, lavoravamo davvero molto tutti i giorni. Il concorso si svolgeva a partire dalla seconda settimana di febbraio, ed eravamo tutti molto nervosi. Saremo partiti il pomeriggio del sette febbraio. A pensare a quella data, una profonda tristezza mi avvolse: era il mio anniversario con Ivan. Ma ora che la nostra relazione era così incerta, aveva ancora lo stesso significato? Scossi la testa e mi concentrai solo sul focalizzare il concorso e le mie varie esibizioni: mi sarei esibita come ballerina, danzando sotto le note di "Let me go" di Avril Lavigne. Avevo provato davvero molto la coreografia durante quelle vacanze e mi sentivo pronta e sicura. Per quanto riguardava il canto, non ero dello stesso avviso. Ci tenevo molto a cantare "Look back in Anger" degli Oasis, ma per quanto non fosse così difficile dal punto di vista vocale, non mi convinceva.
-Più o meno con la coreografia ci sono ma..-
Sentii Aria sbuffare.
-Guarda che sei tu paranoica Mary! La canzone viene-
Mugugnai qualcosa prima di alzarmi e buttare il bicchiere nella spazzatura. Aria appoggiò la sua piccola mano sulla mia spalla.
-So che non dovrei chiedertelo ma...come va? Intendo...-
-Fa male viverci insieme e non potermi buttare tra le sue braccia- mormorai rassegnata alla verità.  -Ma cosa vuoi che sia? Passerà!- feci, stiracchiandomi.
-Dai, andiamo in classe!- esclamai prendendola per un braccio. Elisa ed Amanda si catapultarono da noi non appena arrivammo in classe.
-Marina!- esclamò Elisa abbracciandomi.
-Ciao Eli, ciao Ama- esclamai sorridendo alle mie amiche-
-Pronte per due intense ore di prove con Berto?- fece Amanda ridendo. Le nostre facce sostenevano l'esatto contrario, e subito scoppiammo a ridere, senza un preciso motivo. Ma avevo così bisogno di ridere, che non mi interessavano nemmeno le occhiatacce che ci stavano lanciando.
-Marina moltissimo- commentò Aria, ironicamente. Le feci la linguaccia.
-Dai Aria! Sai come sono fatta- esclamai offesa.
-Sì, sei paranoica! Ti viene bene la canzone!- sbuffò lei.
-Sei preoccupata per quello Mary?- chiese Amanda.
-Non mi piace come viene- feci io.
-Parlane con Berto. Sicuramente ti darà qualche consiglio- mi suggerì Elisa.
-Forse è meglio- feci sospirando.
Al suono della campanella, Berto entrò sorridendo.
-Bentornati ragazzi! Andiamo in aula di musica- ci fece cenno di seguirlo verso il terzo piano ed ognuno di noi raccolse ciò che gli serviva per immergerci in due intense ore.
-Allora- cominciò non appena fummo arrivati tutti -Ora come ora dovete dare ancora più il meglio di voi. Manca davvero poco alla partenza e so che siete dei ragazzi fantastici, quindi diamoci dentro-
A quel discorso deglutii, sentendo che probabilmente lo avrei profondamente deluso. Guardai Aria di fianco a me e lei mi diede un buffetto sulla spalla.
-Tranquilla Mary!- mi sussurrò.
Berto ci guardò in modo rapido.
-Marina, vuoi iniziare tu?-
-Ecco- sibilai, alzandomi. Mi avvicinai verso di lui e presi il microfono dall'asta, sospirando.
-Tutto ok Marina?- mi chiese.
-Come no-
Mi guardò interrogativo.
-Prof, lei è sicuro che mi venga bene? Perché a me non piace per nulla- confessai un po' abbattuta.
-Certo Marina! Non devi preoccuparti-
Annuii ma non totalmente convinta. Fece partire la base e tentai di concentrarmi. Ma con così tante complicazioni e brutti pensieri, cominciai ad irrigidirmi e a non sentirmi per nulla a mio agio.
-Prof non ce la faccio- feci ad un tratto bloccandomi, in pieno panico. Berto interruppe la base e venne vicino a me.
-Marina, devi ricordarti sempre una cosa, ovvero che devi divertirti-
Mi passai una mano sui capelli disperata.
-Prof, ho un'idea-
Aria si era alzata insieme ad Amanda, Elisa e Lara e credetti stessero venendo verso di noi. Invece, ci superarono ed andarono a prendere rispettivamente, due chitarre elettriche, un basso e i vari amplificatori. Elisa si sedette sullo sgabello e provò le varie parti della batteria. Aria sistemò i vari cavi e si posizionò vicino ad Amanda, suonatrice del basso. La piccola Lara strimpellò qualche accordo con l'altra chitarra e fece un cenno ad Elisa, la quale battè il tempo con le bacchette. Sorrisi e mi misi vicina a loro:
 
 
Slip inside the eye of your mind
Don't you know you might find
A better place to play
You said that you'd never been
But all the things that you've seen
Will slowly fade away

So I start a revolution from my bed
'Cos you said the brains I had went to my head.
Step outside, summertime's in bloom
Stand up beside the fireplace
Take that look from off your face
You ain't ever gonna burn my heart out

And so Sally can wait, she knows it's too late as we're walking on by
Her soul slides away, but don't look back in anger I heard you say

Take me to the place where you go
Where nobody knows if it's night or day
But please don't put your life in the hands
Of a Rock n Roll band
Who'll throw it all away

I'm gonna start a revolution from my bed
'Cos you said the brains I had went to my head
Step outside 'cos summertime's in bloom
Stand up beside the fireplace
Take that look from off your face
'Cos you ain't ever gonna burn my heart out

So Sally can wait, she knows it's too late as she's walking on by
My soul slides away, but don't look back in anger I heard you say

So Sally can wait, she knows it's too late as we're walking on by
Her soul slides away, but don't look back in anger I heard you say

So Sally can wait
She knows it's too late as she's walking on by
My soul slides away
But don't look back in anger
Don't look back in anger
I heard you say

Era molto più divertente cantare ed avere loro, le amiche più care che avevo, che suonavano insieme a me. Fu così che tutti i brutti pensieri che avevo mi abbandonarono, lasciandomi libera di divertirmi come più amavo fare. Rallentammo per continuare con l'ultima riga, che recitava: "At least not today". Chiusi per un attimo gli occhi, ascoltando le ultime note che le mie amiche stavano suonando, prima di guardarle sorpresa.
-Oddio ma...-
-Prof, che ne pensa?- chiese Aria.
-Funzionate molto bene! Sono davvero sorpreso!- esclamò lui, confuso quanto me.
-Siete perfette insieme! Al concorso la facciamo così! Ma dovete provare ancora un po'! Dovreste unirvi in una band!-
Le guardai sorridendo.
-Magari potremmo pensarci! Che ne dite?- chiesi timidamente.
 
-Assolutamente- mi risposero e non potei non sorridere, felice di averle nella mia vita.
 
 
-Ragazze...grazie di cuore!- feci, dopo le due intense ore di prove. Avevamo provato altre due volte, seguendo i consigli di Berto, e trovammo l'armonia perfetta. Elisa mi diede una tenera carezza, stringendomi a sé.
-Prego squilibrata! Sei troppo tesa e nervosa in questo periodo. E lo sappiamo bene come mai...ma ricordati che noi ti siamo vicine!-
Annuii felice, guardandole una ad una. Così diverse, scopi e sogni diversi, eppure eravamo unite e forti insieme.
-Chain of dreams- mormorai ad un tratto.
-Mmm?- Aria mi guardò perplessa.
-Potremmo chiamarci così..vi piace?-
-Chain of dreams? è molto bello!- commentò Lara entusiasta. -Come mai questa scelta?-
-Bhe, perché abbiamo sogni diversi, obiettivi diversi ma siamo unite e legate una all'altra, come in una catena-
Lara sorrise dolcemente.
-è una cosa tenerissima Marina! A me piace un sacco.
Anche le altre furono dello stesso avviso e la cosa mi rese molto felice-
-Mi fa piacere vi piaccia!- dissi con un sorriso -Quindi, da oggi, noi siamo le COD-
Amanda rise e allungò il braccio. La fissammo interrogative-
-Su, mettete le mani sopra la mia!-
Ubbidimmo ritrovandoci perfettamente in cerchio, le mani unite una sopra l'altra.
-Insieme...Chain of dreams!- esclamò entusiasta.
-Chain of dreams-
 
Le note di "Stairway to heaven" dei Led Zeppelin mi stavano tenendo compagnia. Mentre canticchiavo l'intro con la bocca chiusa, gironzolavo per la camera per prendere tutto ciò che mi sarebbe servito a Milano. Il 7 febbraio era già arrivato e la mia mente era troppo occupata con le valigie per ricordarmi che giorno fosse. Per quanto fosse un periodo di pausa, sembrava che io ed Ivan ci fossimo già lasciati. A parte qualche breve scambio di parole per pura necessità, l'unico momento dove davvero gli parlai di mia spontanea volontà, fu per fargli gli auguri di compleanno, la mattina del 29 gennaio. Mi accennò uno di quei sorrisi che, appena lo conobbi, odiavo a morte, ma che in quel momento trovavo bellissimo. Per quanto non avessi dovuto farlo, per conservare ancora quel poco di orgoglio rimasto, avevo deciso di fargli dei biscotti. tentai di darglieli appena scendemmo dal bus quella mattina, ma Rosalba me lo rubò non appena misi piede sull'asfalto. Ed erano ancora lì quel sette febbraio, sopra la mia scrivania. Mentre prendevo il body dalla cassettiera, vidi quella scatoletta di alluminio, e sorrisi amaramente. E pensare che io e Rosalba eravamo perfino diventate buone amiche. Scossi la testa: era inutile pensarci, era troppo tardi. Finii di fare la valigia e la chiusi, ricapitolando mentalmente se avevo messo tutto. Staccai il telefono dalla carica e sorrisi, guardando il nuovo sfondo di blocco.
La storia della band ci aveva appassionate molto, tanto che avevamo preso a provare anche il pomeriggio per conto nostro. Ci trovavamo molto in sintonia ed amavo cantare insieme a loro. E, soprattutto, ero felice che la piccola Lara avesse rafforzato il rapporto con le mie tre matte. Nel gruppo su Whatsapp dove precedentemente eravamo noi quattro, è stata aggiunta anche Lara, e il nome divenne "Le COD". Fu grazie a questo gruppo che tutti i brutti pensieri si dissiparono, lasciando solo la musica e l'accademia nella mia mente. O almeno, mi sforzavo di tenere la mia mente occupata. Spostai lo sguardo dal mio telefono  alla vaschetta di alluminio sulla scrivania. Mi alzai dal bordo del letto e mi avvicinai. Aprii la vaschetta, presi un biscotto e lo portai alla bocca.
-Sono ancora buoni- mormorai. Mi morsi un labbro e sospirai: stavo per fare un errore, ne ero consapevole. Lo presi in mani e inspirai profondamente. Uscii dalla mia camera e bussai alla sua porta. Entrai con un sorriso che si spense nel vedere Ivan e Rosalba ridere e scherzare distesi sul letto. Mi guardarono appena entrai e smisero. Li fissai e strinsi la presa alla maniglia della porta.
-Scusate- dissi prima di richiuderla dietro di me. Rimasi lì immobile, non sapendo cosa pensare. Che ingenua. Mi sentivo così  stupida: lui era andato avanti e forse era tempo che lo facessi anche io. Tornai in camera a prendere la mia valigia ma non riuscii a chiudere la porta che lui mi bloccò con aria seria.
-Cosa volevi Marina?-
-Non preoccuparti, torna pure dalla tua Rosalba- feci cercando un foulard.
-Si può sapere cosa cavolo vuoi?- fece lui aggressivo, con un tono che non avevo mai sentito. Mi voltai arrabbiata. Presi la valigia, la borsa e la scatola di alluminio, posandogliela in mano.
-Buon anniversario- soffiai arrabbiata, prima di scendere le scale.
Serena mi stava aspettando per accompagnarmi in stazione.
-Tutto bene tesoro?- mi chiese, notando il mio volto arrossato e lo sguardo nervoso.
-Sì, non preoccuparti- feci io. Giocherellai con la collana che avevo al collo prima di salire in auto, non pronta a ciò che sarebbe successo.
 
La freccia rossa era in arrivo e salutai Serena, promettendo di chiamarla presto. Salii e trovai la mia classe, che era salita in stazione centrale di Firenze.
-Ehi Mary- mi salutarono. Feci un cenno di saluto e mi sedetti vicino ad Aria.
-Sei pront...ehi- notò subito che qualcosa non andava nel mio sguardo.
-Cos'è successo?-
Scossi la testa e sorrisi.
-Tutto ok. Devo solo imparare ad andare avanti-
Aria non disse nulla ma mi strinse a sé. Ormai sapeva che era meglio un abbraccio rispetto a mille parole. Il viaggio in treno mi distrasse, e scacciai quella scena lontano dalla mia mente, grazie ad una classe allegra e piena di energia. Avere Aria vicino a ,e mi fu molto d'aiuto, anche per caricarmi per l'intensa settimana all'insegna della musica, danza ed adrenalina, mescolata alla paura.
Arrivammo a Milano attorno alle nove, stanchi ed assonnati. Scendemmo dal treno devastati. Mi stiracchiai e scroccai il collo rumorosamente.
-Ragazzi ci siamo?- chiese Berto. Ci guardammo ed annuimmo tutti in contemporanea. Uscimmo dall'immensa stazione per andare verso il bus che ci stava aspettando. L'hotel dove alloggiavamo era molto vicino, quindi dopo una manciata di minuti fummo davanti ad uno sciccosissimo hotel di Milano. Dopo aver ritirato le chiavi, salimmo le scale trascinando sia noi che le valigie verso le rispettive camere. Guardai Aria e Lara, le mie compagne di stanza per quella settimana e sorrisi, sapendo che mi sarei divertita un mondo. Salutammo Rea, Amanda ed Elisa, che avevano la camera vicino alla nostra ed aprii la porta. Accesi la luce e tirai la tenda, per vedere una meravigliosa Milano notturna e mi appoggiai al termosifone per scaldarmi lievemente le mani.
-Vi spiace se faccio una doccia?- chiesi alle mia compagne di stanza.
-Vai pure, tranquilla- fece Aria facendomi l'occhiolino.
Presi dalla valigia il mio beautycase e la biancheria pulita prima di sparire in bagno. Aprii il rubinetto e il getto della doccia mi colpii, eliminando il freddo che sentivo, soprattutto quello del mio cuore, per potermi concentrare solo su ciò che mi faceva sentire bene. Cancellai dalla mia mente le scene di poche ore prima, lasciandole scivolare come stava facendo l'acqua sul mio corpo. Mi avvolsi in un asciugamano e mi asciugai lentamente, così rilassata che, quella sera, crollai non appena la mia testa sfiorò il cuscino.
Le note di una canzone che riconobbi come Flyers, la sigla di Death Parade, mi fecero svegliare con il sorriso.
-Buon giorno- mormorai con gli occhi chiusi. Un mugugnio di Lara mi rispose, facendomi ridere mentre sentivo già i passi di Aria diretti verso il bagno. Mi stiracchiai sbadigliando e mi alzai dal letto lentamente.
-Piccola Lara sveglia- feci dandole una lieve scrollata. La sentii mugugnare ancora e risi nel vederla con i capelli arruffati e gli occhi assonnati.
-Buongiorno- mormorò sorridendomi. Le diedi un tenero buffetto sulla guancia e mi spogliai dal pigiama, per indossare una felpa larga nera e dei leggins. Pettinai i capelli e scattai velocemente in bagno non appena Aria uscii, bella e solare come sempre.
Dopo essermi lavata il viso ed aver mascherato le occhiaie con il correttore, uscii dal bagno e mi sedetti sul letto.
-Quindi, oggi prove generale e sta sera inizia la prima parte del concorso?- chiesi,  ricapitolando quello che ci aspettava.
-Yes- confermò Aria -Saranno giornate molto intense, e non vedo l'ora!- fece entusiasta e le sorrisi. Aria saltellava felice, pettinando i capelli rossi, piena di entusiasmo e io volevo davvero avere tale energia. Non appena anche Lara fu pronta, scendemmo per la colazione.
-Buongiorno!- esclamò Elisa, uscendo dalla sua stanza.
-Buongiorno a voi!- esclamò Aria, andando ad abbracciare le nostre amiche. Amanda rise e le accarezzò la testa. Quando Aria si riaffiancò a me, la guardai e le chiesi.
-Come fai ad essere così allegra?-
Mi guardò un po' perplessa.
-Perché dovrei essere triste? Insomma, non ne ho motivo. Ho così tante cose per essere felice- mi disse sorridendomi. Mi diede una tenera carezza sulla spalle, un po' come se tentasse di condividere con me quella allegria e quella spensieratezza. -E sono qui con le mie migliori amiche-
La guardai e la abbracciai -Ti voglio bene- le sussurrai con affetto.
-So che è un brutto periodo per te, ma sei meravigliosa Marina, e ne uscirai-
-Piano piano, ce la sto facendo- esclamai, per la prima volta davvero convinta di quello che stavo dicendo. Dopo un'abbondante colazione, alle nove fummo pronti e partimmo alla volta di un piccolo studio di danza, che ci avrebbe ospitati per le prove. Furono ore intense di prove non stop, dove però mi divertii da morire. In quei momenti di risate e musica, mi sentii libera e spensierata, stavo facendo quello che amavo con persone che condividevano la mia stessa passione, concentrandomi sul mio obiettivo, ossia vincere quella competizione. Ero decisa a ricevere uno dei primi del concorso grazie alle COD. Dell'esibizione da solista come ballerina mi importava poco in quel momento. Preferivo dare il massimo insieme al mio gruppo, insieme alle mie migliori amiche, che erano state vicino a me in quei momenti bui. La prova generale fu un incentivo, che mi fece credere che avevamo davvero qualche speranza di farcela. Berto sembrava soddisfatto e davvero fiero di noi, ed avere un totale appoggio da parte di colui che ha fatto scattare l'idea, significava molto per tutte noi. Tornammo in hotel verso le cinque, per poterci preparare per la prima parte del concorso. Dopo una veloce rinfrescata, e un cappuccino per me, cominciammo a prepararci, sia fisicamente, che psicologicamente. Indossai un paio di jeans attillati e una canottiera nera monospalla, con un giubbotto di pelle a scaldarmi. Infilai un semplice paio di scarpe nere ed osservai Lara ed Aria prepararsi. Le mie due chitarriste stavano discutendo delle prove che avevamo fatto il pomeriggio, scambiandosi opinioni e consigli. Aria era colorata, con una camicetta rossa e dei jeans bianchi dalle decorazioni dorate. Lara indossava una maglia a fiori, degli shorts e delle parigine. Ci guardammo negli occhi e sorridemmo, determinate, segno che eravamo pronte.
La sala del Piccolo teatro studio Melato era piena, il tavolo dei giurati davanti al palco metteva una certa pressione. Guardai i nostri avversari, che sembravano carichi quanto noi, ma non volevo lasciarmi sconfiggere.
-Ragazzi ci siete?- Berto ci chiamò, facendo cenno di avvicinarci. Gli andammo incontro e lo circondammo, alcuni si sedettero, altri rimasero in piedi, come me, che continuavo a saltellare da un piede ad un altro.
-Ragazzi, sapete quanto questo concorso sia importante, ma ricordatevi che il palco è casa vostra. Quindi, difendetela, ma rilassatevi e divertitevi. Se ci riuscirete,per me avrete vinto-
Annuimmo e io sorrisi, inglobando in me quelle parole, come a stringerle in me per ricordarmelo e non scordarlo mai. Elisa mi diede una leggera pacca sulla spalla e mi volta verso di lei:
-Pronta Mary?-
Sorrisi determinata -Andiamo a risplendere-
Salimmo sul palco non appena arrivò il nostro turno. Gli applausi di cortesia e di incoraggiamento ci caricarono come non mai. Mentre le ragazze sistemavano la strumentazione e suonavano qualche accordo, io sistemavo l'asta del microfono,presentandoci. Guardai Elisa che ci fece l'occhiolino e scandì il tempo con le bacchette. Guardai Aria e Lara cominciare a suonare le prime note, che subito mi fecero immergere nella musica. Amanda le affiancava, suonando il basso perfettamente, e amavo come fosse concentrata ma non perdesse mai il sorriso. Quando cominciai a cantare, fu come se ogni elemento esterno a noi e alla musica non fosse presente, ma ogni cosa fosse scomparsa. C'eravamo solo noi in quel momento, noi e la nostra musica. Se una volta, ero una timida Marina ferma sullo stesso posto, come immobilizzata, in quel momento mi resi conto di quanto fossi cresciuta anche artisticamente. Con un microfono in mano, sentivo di avere una forza che non credevo di possedere. Volevo poter trasmettere le mie emozioni con lo sguardo, con i miei movimenti e soprattutto con la voce. Amavo scuotere i capelli a ritmo, lasciarmi andare e divertirmi sul palco, divertirmi facendo qualcosa che amavo fare.
Quando finimmo di suonare, fu come tornare bruscamente nella realtà. Sorrisi inchinandomi gentilmente verso il pubblico e la giuria, e guardai le mie compagne, fiere di loro come non lo ero mai stata. Quando scendemmo dal palco, le abbracciai fino quasi a farle soffocare.
-Grazie- mormorai semplicemente.
-Di cosa?- chiese Lara.
-Di...tutto. Davvero. Mi sono divertita un mondo ad esibirmi con voi-
Le vidi sorridermi e ricambiare abbracci, anche tra di loro, incoraggiandosi e lodandosi a vicenda. Anche Ludovico, Filippo e Roberta ci vennero incontro per congratularsi con noi.
-Siete stati eccezionali!- esclamò Roberta -Eravate davvero fenomenali, in completa connessione tra di voi-
-Grazie!- esclamammo in coro, lusingate. In mezzo all'allegria e all'adrenalina di chi doveva ancora esibirsi, presi la borsa che avevo lasciato su una sedia dietro le quinte, e uscii cercando i bagni del teatro. Presi il telefono in mano, ricordandomi che avevo promesso a Niccolò di chiamarlo non appena avessimo finito l'esibizione. Non appena sbloccai il telefono, notai che Daniele mi aveva chiamata una decina di volte, oltre ad avermi lasciato un messaggio.
-Qualcosa non va- pensai. Daniele ed io ci parlavamo, certo, ma non avevamo chissà quale rapporto confidenziale. Le dita mi tremavano, una brutta sensazione dilagava in me. Daniele mi aveva mandato un link ad una pagina delle notizie fiorentine. I miei occhi scorsero velocemente l'articolo, e il mio cuore crollò, così come la maschera da dura e forte che avevo tentato di costruire.
"Ultima ora, ragazzo di diciassette anni investito verso le cinque del pomeriggio nei pressi del liceo "Dante Alighieri" a Firenze. Trasportato in ospedale in condizioni gravi. La vittima è stata riconosciuta con il nome di Ivan Innocenti".
E nel leggere quel nome, le ginocchia cedettero, la paura mi invase, mi bloccò lì. E cominciai a piangere come non avevo mai fatto in vita mia.

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Zan zaan colpo di scena!! Io me lo sento che mi state odiando. Non avevo previsto di aggionare così presto, ma ho appena finito di studiare e ci stava prima di andare a dormire.
Cosa è successo ad Ivan? E come farà Marina ad esibirsi con la mente proiettata a Firenze? Lo scoprirete presto.
Lena
   
 
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