Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Khailea    24/01/2017    1 recensioni
Personaggi del gruppo di role werewolf's shadow 2.0 ambientato nella città di Rookbow, città dei dannati.
Personaggi usati:Sara maga ordinaria che utilizza la magia del solid script
The Big Black Boss mago che usa la magia delle ombre e degli heartless, soprannominato the big black boss, è uno dei criminal d'elite della città
Daimonas, (questo personaggio è una Creepypasta non inventata per il gruppo) demone mezzosangue(per informazioni specifiche si può trovare la sua storia su alcuni siti internet)
In una bettola segreta avvengono lotte clandestine, Daimonas verrà sfidato da un losco figuro estremamente forte e robusto a salire sul ring, Sara fiduciosa nell'amico scommette su di lui, ma nessuno di loro sa che c'è qualcuno che li osserva.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La prima cosa che si poteva notare in quello stretto corridoio nero, senza uno sprazzo di luce e dal pavimento lercio, era il pesante olezzo di sigari.
Alla fine del corridoio c'era una spessa porta di ferro, con una finestrella chiusa, una figura dalla corporatura pesante e robusta, vestito con pantaloni stracciati ed una giacca di pelle che lasciava intravedere i possenti muscoli, bussò con tre colpi precisi, la mano era più grande di una testa umana e lui superava d'altezza la porta di almeno una ventina di centimetri. La finestrella si aprì e lui vi si avvicinò, la testa era sproporzionatamente piccola rispetto al corpo, senza capelli e con due grosse cicatrici che partivano da dietro la nuca arrivando ai piccoli occhietti azzurri.
-Kill or be killed.-
Disse con voce rauca, la finestrella si richiuse con uno scatto e la porta si aprì, dall'altra parte c'era un intera sala piena di persone, tutte dall'aspetto poco raccomandabile, in un angolo c'era un bancone pieno di alcolici, protetto da una rete di ferro e con solo una piccola apertura per fare passare l'alcol al bancone, i muri in pietra erano sporchi e rovinati, difficile dire di che tipo fossero quelle macchie. Al soffitto erano attaccate alcune lampade che davano la possibilità di vedere tutto chiaramente, nonostante la stanza fosse piena di fumo, ciò dava al luogo un aspetto ancor più trasandato.
Al centro della stanza c'era un grosso ring, i paletti che lo formavano erano in legno mentre le corde in ferro, attaccata alla parete dietro d'esso c'era una gigantesca lavagna, la chiamavano la piscina di sangue perché sopra erano elencati tutti i nomi dei partecipanti alle risse clandestine, perché si, quel luogo ospitava le risse illegali della città, dove la gente poteva rimetterci la vita e tutto sarebbe passato inosservato. La lavagna era divisa tra vincitori e perdenti, i nomi di questi ultimi erano segnati con una X fatta con il loro sangue, in cima invece a quella per i vincitori c'era un nome ormai sbiadito, come se nessuno l'avesse mai cancellato, "Ghost".
L'uomo si avvicinò al bancone per ordinare da bere, per la maggior parte le persone che vi sedevano erano ubriache marce, appoggiate al bancone mezzi svenuti od in procinto di vomitare.
-Un maotai, e vedi di farlo bello forte.-
Disse al barista, alzando il pugno e stringendolo come per fargli intendere che se non gli fosse piaciuto gliel'avrebbe pagata, ma l'altro non sembrò curarsene e preparò il bicchiere, questo era talmente sporco da sembrare ingiallito. Quando glielo porse lo bevve tutto d'un fiato, spostando lo sguardo notò qualcosa che stonava particolarmente in quella stanza, rannicchiati contro la parete alla fine del bancone c'erano due figure tutt'altro che minacciose.
La prima era una donna, avrà avuto poco più di vent'anni, aveva i capelli neri che le arrivavano alla schiena, il viso magro con un paio d'occhiali da secchiona, era vestita con dei jeans e una maglia a maniche corte, il seno era troppo piccolo per i suoi gusti ma guardandogli il fondoschiena pensò che qualche ripassata poteva anche dargliela, tuttavia la cosa più patetica era lo scricciolo che nascondeva, un bambinetto di circa quattordici anni, aveva i capelli marroni che gli arrivavano alle spalle, orribilmente magro e con i vestiti stracciati, sulla testa portava un cappello e teneva lo sguardo basso, gli occhi spalancati sicuramente per il terrore di essere in un posto simile, il braccio sinistro era coperto di cicatrici, doveva essere semplicissimo fargli del male.
Se avevano fatto entrare nullità simili quel posto doveva essere proprio caduto in basso, spaccando il bicchiere si avvicinò ai due con un ghigno, l'unico lato positivo della loro presenza era che avrebbe potuto senza problemi approfittare della ragazza.
-Hey molla questo moccioso e vieni a divertirti con me.-
La ragazza alzò lo sguardo sorpresa, sorrise poi maliziosamente all'uomo accavallando le gambe.
-Oh ma non posso andarmi a divertire e lasciare questa piccola peste sola, che ne dici se prima andate sul ring?Penso che qualcuno abbia bisogno di una bella lezione, poi avrò tutto il tempo del mondo per divertirmi...-
L'uomo si leccò le labbra, pregustando già cosa avrebbe potuto farle in seguito, spostando poi lo sguardo sul moccioso si mise a ridere.
-Datti una mossa e sali sul ring, se non vuoi che ti spacchi le gengive su questo tavolo.-



Daimonas osservò l'uomo avviarsi verso il ring, il demone nel suo corpo era uno di quelli color viola, in quella città era forse tra quelli più frequenti, uomini violenti che non sanno ragionare senza alzare le mani. Non aveva mai apprezzato stare in spazi pieni di gente, ma Ailea gli aveva spiegato che, visto il loro aspetto innocuo, li avrebbero potuto fare un mucchio di soldi nel giro delle scommesse se lei avesse puntato su di lui, tutto senza il minimo rischio. Il piano era facile, si sedevano, aspettavano che qualcuno li venisse a disturbare, lei si comportava in base alla persona per fare in modo che lo sfidasse sul ring ed infine lui vinceva, niente di più semplice.
La folla fece largo al bestione mentre ridevano indicando Daimonas, erano sicuri avrebbe perso e stavano già preparando le scommesse, Ailea come da copione, aveva puntato tutto su di lui.
Non appena entrambi furono saliti sul ring la folla iniziò a lanciare loro degli oggetti, in particolare su di lui, ma non gli importava, essere odiato e deriso non era una cosa a lui sconosciuta, come non lo era venire ferito. Cosa però che non sarebbe accaduta in quel momento...
Con sguardo impassibile scattò verso l'uomo, che preso di sorpresa fece un passo indietro, il ragazzo gli arrivò alle spalle tirandogli una ginocchiata dietro alle gambe facendolo piegare in due, con un salto poi gli arrivò alla testa infilando due dita nei piccoli occhietti e scavando a fondo, il sangue iniziò a schizzare dalle orbite mentre Daimonas continuava a spingere sempre più a fondo. Si allontanò solo per evitare che l'uomo, che si stava sbracciando mentre urlava di dolore, lo colpisse anche solo per sbaglio. Dopo nemmeno cinque secondi gli fu nuovamente addosso, tirandogli un calcio sul naso rompendoglielo, infilò la mano sinistra nella bocca spalancata, le urla vennero leggermente attenuate in quel momento, ed afferrando i denti li strappò dalle gengive.
La folla era muta, stupita e disperata per aver puntato sul cavallo sbagliato, Ailea invece osservò la scena sorridente.
Daimonas osservò l'uomo contorcersi dal dolore, era quasi penoso, aveva fatto lo spavaldo ed ora strisciava come un verme. Con un veloce salto spinse il cranio dell'uomo su uno dei paletti di legno, le ossa scricchiolarono sotto la pressione ed il sangue uscì persino dalle orecchie, ormai era ovvio che avrebbe vinto, ed era altrettanto probabile la morte dell'altro. Questo si inginocchiò ormai andato, sembrava però che il corpo non volesse cedere, con un ultimo colpo Daimonas gli arrivò alla gola, facendo sprofondare le dita all'interno della carne, non era un problema il sangue di cui stava ricoprendosi, infondo si poteva dire che stava giocando con la propria cena...



Il corpo cadde a terra e Ailea esultò per il ragazzo, come sempre aveva vinto, era sempre divertente osservare la gente che lo dava per perdente e poi vedere il loro stupore quando vinceva, dopo tutto lui era "Ghost", anche se si comportava in modo che nessuno lo sospettasse, non c'erano annunciatori, i nomi venivano scritti dai baristi e chi puntava doveva semplicemente dirglieli, così la gente non sapeva chi erano i due fino a quando questi non urlavano la loro identità, o si pavoneggiavano abbastanza, cosa che il ragazzo, sapeva, non avrebbe mai fatto. Non appena Daimonas scese dal ring insieme si avviarono verso il bancone, improvvisamente però lo sguardo di Ailea si pietrificò, appoggiato al bancone c'era un uomo dai bianchi capelli e di bell'aspetto, aveva degli splendidi occhi blu scuro e stava sorseggiando un bicchiere di rum, era vestito con pantaloni neri, una camicia nera ed una lunga giacca con collo alto dello stesso colore.
Non appena posò lo sguardo su Ailea sul suo viso comparve uno strano sorriso, si alzò dirigendosi nella loro direzione.
-Salve, ho visto la vostra prestazione e vorrei parlarvi in privato, se possibile.-
Lo sguardo della ragazza si assottigliò, mentre Daimonas fissava l'uomo con aria diffidente, non sapeva perché ma in lui c'era qualcosa di familiare, a causa però del forte odore e del frastuono non riusciva a concentrarsi.
-Prenderò il vostro silenzio come un si, prego seguitemi.-
I due fecero come gli era stato detto, l'uomo li portò in una delle porte della stanza, entrando in una camera con un tavolo ovale al centro, doveva essere quella per i giocatori d'azzardo, al momento però era chiusa. Non appena le narici di Daimonas si furono riprese riuscì a capire perché gli era familiare, il suo odore era spesso su Ailea, soprattutto quando le comparivano quei giganteschi lividi, lo fissò con odio, tante volte aveva immaginato cosa le accadesse ed aveva fatto molte supposizioni, la ragazza non gli aveva mai detto nulla, si limitò però a ringhiargli contro, cosa che non sembrò importare all'altro che si sedette.
-Il tuo amico ha fatto un ottimo lavoro Ailea.-
-Che cosa vuole da noi.-
Disse secco Daimonas, fissandolo con sguardo truce, l'uomo tirò fuori da una tasca, sorridendo, dei soldi, appoggiandoli al tavolo.
-Solo ringraziarti per aver fatto fuori quel verme.-
Il ragazzo lo guardò confuso, non capendo il nesso con una persona comune a lui, ed era stato veramente un caso incredibile.
-Prego prendili pure, ti spiacerebbe lasciarci soli ora?-
Prima che il ragazzo potesse rispondere Ailea lo fermò.
-Non preoccuparti, vai pure, punta un ultimo incontro così guadagneremo un piccolo extra.-
-Ma...-
-Tranquillo, uscirò per vedere la tua vittoria.-
Non era per niente tranquillo a lasciarla sola con lui, ma doveva fidarsi, se non avesse mantenuto la promessa sarebbe subito tornato. Prese i soldi dal tavolo, sarebbe stato sciocco rifiutarli, li avrebbero potuti comunque usare per sopravvivere, ed uscì guardando la ragazza che gli sorrideva dolcemente, chiudendosi poi la porta alle spalle.




Non appena la porta si fu chiusa l'uomo abbracciò Ailea da dietro, portando una mano sul suo collo, stringendo leggermente e spostandole la testa in modo da appoggiare il mento nell'incavo, ed una sul fianco, accarezzando leggermente.
-Come mai a me non sorridi mai così?-
-Vuoi veramente che ti risponda?-
L'uomo sorrise ironicamente, mordendole leggermente il collo, senza lasciarle segni questa volta, la mano sul fianco passò al seno, Ailea continuava ad essere rigida, si aspettava da un momento all'altro che l'avrebbe presa con la forza, pochi istanti dopo infatti, come se le avesse letto il pensiero, lui la fece girare con uno scatto sdraiandola sul tavolo e posizionandosi sopra di lei, tenendole i polsi bloccati con le mani.
Guardando il suo viso lei non poté non trattenere una fitta al cuore, ogni volta si poneva la stessa domanda, com'era possibile che avesse iniziato a provare qualcosa per il suo persecutore?
-Non ti farò nulla, per questa volta.-
-Come mai se posso saperlo?Sto iniziando a stancarti?-
Chiese lei con un tono di sfida, lui si limitò a sorriderle.
-Questo mai, sarai mia per tutta la vita, ma non penso che uno sporco tavolo in una bettola simile sia adatto a mostrarti ciò che provo per te.-
La ragazza distolse subito lo sguardo dai suoi occhi, forse erano state proprio parole simili ad averla incantata, nonostante la brutalità delle sue azioni, nonostante questo ogni volta sentiva che lui era sincero.
-Perché volevi che quell'uomo morisse?-
Chiese per sviare l'argomento.
-Semplice, nessuno deve nemmeno osare immaginarsi di prendersi qualcosa di The Big Black Boss.-
Per un istante il suo sguardo si era fatto furente, ma tornò subito freddo come il ghiaccio. Le si avvicinò lentamente dandole solo un leggero bacio sulle labbra, a cui lei involontariamente rispose, sorridendo soddisfatto l'uomo la lasciò guardandola sempre negli occhi.
Dentro di lei stava montando una grande rabbia e si vedeva chiaramente, sapeva com'era fatta, orgogliosa, ed avere una debolezza in una città come quella era fatale, lui era la sua debolezza e viceversa, ma a differenza di Ailea lui non aveva problemi ad averne una, se si trattava di lei...

Nell'altra stanza nel frattempo erano iniziate le lotte armate, gli sfidanti potevano usare ogni arma che volevano, una sola alla volta però. Per Daimonas non fu semplice farsi sfidare, visto quello che gli avevano appena visto fare, dovette sfruttare l'ego smisurato dei campioni, insinuando fossero dei codardi, per fare in modo che lo sfidassero. Ora si trovava sul ring, nuovamente, il cadavere dello scorso sfidante era stato portato fuori, l'avrebbe recuperato in seguito grazie a Ailea, l'uomo davanti a lui era coperto da bende, doveva essere straniero visto l'accento, era magro ed alto, aveva una lunga sciabola nella mano destra.
Anche se si sarebbe dovuto concentrare la mente di Daimonas era altrove, aveva fatto bene a lasciarla sola?Ovviamente no, ma se non l'avesse fatto lei l'avrebbe spinto in qualche modo ad uscire ne era certo. Cosa le stava facendo quell'uomo?Meglio per lui nulla. Non era per niente da lui abbandonarla di fronte ad un ovvio pericolo, ma Ailea era testarda e non aveva avuto scelta, tuttavia il suo udito era abbastanza sviluppato, e nella stanza c'era molto più silenzio di prima, da quella camera fino ad ora non sentiva provenire alcun rumore sospetto, ma stava all'erta.
Lo sfidante fece uno scatto menando un fendente verso la sua testa, Daimonas lo schivò distrattamente ed in maniera annoiata, con una velocità incredibile gli tagliò tre dita dalla mano libera, l'uomo però non si lasciò sopraffare dal dolore e tentò nuovamente un colpo rapido.
Con un salto il ragazzo salì sulle corde, non appena l'uomo gli venne incontro saltò nuovamente, atterrando vicino alle ginocchia colpendole, il rivale cadde a terra non riuscendo più a reggersi in piedi, non per questo lui l'avrebbe risparmiato.
Voleva finirla in fretta, guardandosi attorno ancora non vedeva traccia di Ailea, tirò un calcio al fianco dell'uomo facendolo rotolare a terra, non appena questo tentò di rialzarsi gli spinse la spada giù per la gola, non si accorse quasi dei rantoli dell'uomo che affogava nel suo stesso sangue. Alzando lo sguardo si girò verso la porta ed esattamente in quel punto vide Ailea, incolume, che gli sorrideva, non c'era traccia dell'uomo così si sentì sollevato.





Dopo aver ritirato il premio i due uscirono da quel posto, Daimonas continuava a fissare la ragazza alla ricerca di segni ma non ne trovò, l'unica cosa che non lo rassicurava era il fatto che aveva addosso lo stesso odore di quel tipo.
-Dovrebbero aver lasciato il cadavere qui fuori, vuoi andare a dare un occhiata?Magari gli è rimasta qualche goccia di sangue.-
-Va bene...-
Come la ragazza aveva supposto il cadavere era stato lasciato a pochi isolati da quel luogo, dalla bocca martoriata del cadavere gocciolava ancora un po di sangue.
-Siamo fortunati eh?Serviti pure, io farò da palo in caso arrivi qualcuno.-
-Grazie...-
Si avvicinò al cadavere con aria cupa, non era un bello spettacolo guardarlo mangiare perciò era grato all'amica quando lo capiva prevedendo ciò di cui aveva bisogno. Si avvicinò al corpo di quello sconosciuto che aveva ucciso poco prima, lo aveva notato durante la lotta, il suo sangue era nero, l'unico che riuscisse a bere senza stare male, quello dei normali umani non andava bene così come la loro carne, con entrambe le mani aprì uno squarcio all'interno della cassa toracica, molti organi erano ancora intatti, li prese uno alla volta leccando il sangue rimasto ed aprendoli in modo da trovarne ancora di più, gettando poi i rimasugli all'interno dell'uomo come se fosse un bidone della spazzatura, forse avrebbe dovuto avere più rispetto per i cadaveri, ma gente come lo era stata lui non lo meritava, con tutte le atrocità che avrà sicuramente compiuto, tutti in quella città non meritavano altro che la dannazione eterna, incluso lui...
Non ci mise molto a finire tutto il sangue nero, si girò poi verso Ailea guardandola, sembrava assolutamente normale.
-Qualcosa non va?-
Chiese lei preoccupata.
-Cosa voleva quell'uomo da te?-
Voleva saperlo, teneva alla ragazza, lo aiutava a vivere in quell'inferno, sapere che qualcuno le faceva del male lo irritava...
-Nulla di importante.-
-Non è vero, ti ferisce, quando hai il suo odore addosso hai sempre dei lividi. Perché non ti vuoi fidare di me?Io lo faccio, ci aiutiamo a vicenda. Ti minaccia?Anche io ho passato dei momenti brutti ma ne puoi uscire, lascia che ti aiuti.-
Ailea sospirò, il suo sguardo era diventato più cupo.
-Ti violenta vero?Ti picchia anche lo so bene, non ho fatto nulla prima perché l'hai voluto tu, ma ora che siamo soli è giusto che te lo dica. Possiamo ucciderlo, non devi avere paura.>
-Daimonas...-
-Fidati di me, ne uscirai!-
Era convinto delle sue parole, lui era un mostro lo sapeva bene, non aveva paura per ciò che gli sarebbe capitato o per ciò che avrebbe dovuto fare.
-Daimonas non è che io non mi fidi, o che abbia paura. E' complicato.-
-Cosa c'è di complicato?-
-Non te lo so spiegare, non voglio però che muoia.-
Non voleva sbarazzarsene nonostante ciò che facesse...non erano molte le volte in cui non la capiva ma questa era senz'altro una di queste.
-Ailea...a te non piacerà ciò che ti fa vero?Tu non vuoi ti vengano fatte quelle cose...-
La ragazza non rispose, nemmeno lei lo sapeva, era troppo complicato per lei da spiegare eppure così semplice.
-Torniamo a casa, oggi abbiamo fatto un ottimo lavoro.-
Ailea gli sorrise dolcemente, come fa una sorella maggiore al fratellino, Daimonas abbassò lo sguardo, non capiva, ma non avrebbe fatto nulla a quell'uomo, almeno per il momento, non avrebbe fatto ciò che lei non voleva,ma se le fosse successo qualcosa di veramente grave non si sarebbe fatto scrupoli.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Khailea