Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: paoletta76    24/01/2017    0 recensioni
Claire è un agente dello Shield. E' una brava agente; del resto, l'ha addestrata May. E un po' le assomiglia, testarda ed altruista. Claire nasconde un segreto, dal giorno in cui la terrigenesi le ha sconvolto la vita. Claire è inumana. Nasconde un segreto, già. E non è la sola.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aveva aperto gli occhi, incontrando la luce che filtrava dalle finestre e trovandola insopportabile.
Intorno, il silenzio, rotto solo da quel suono insistente. Bip, bip, bip.
Spostò lo sguardo intorno, cercando di non muovere nulla del proprio corpo, percorso da fitte lancinanti di dolore. L’ufficio. Era sdraiato in un letto, arginato da sponde, fili e macchinari che riconobbe come attrezzature d’emergenza in uso alla base. E quello era il perimetro dell’ufficio del direttore.
 
Continuò a spostare lo sguardo, cercando di individuare il punto da cui proveniva il suono. Niente orologio, il suo polso era nudo, come il braccio. Unici accessori, tubicini ed un ago a valvola per flebo e trasfusioni.
 
Claire. La sua immagine, di fronte a sé. Il capannone. Un dolore immenso e rapido a perforargli la schiena, fino al petto. Il proprio nome urlato da lei, dalla sua voce. La paura nei suoi occhi, poi più nulla.
 
Tempo scaduto, Jeffrey. Hai voluto seguirla, ignorando il segnale. E lei.. lei ora..
 
La porta si apriva, pian piano, lasciando affiorare una presenza minuta e femminile e donando un picco all’elettrocardiogramma.
Nulla. Era solo Simmons; fra le sue dita, l’aggeggio che chiamavano x-scanner. Quella cosa che serviva a leggerti dentro per individuare le emorragie.
 
Si mosse appena, lasciando sfuggire un lamento. La vide sorridere, appena.
- Non deve muoversi, o farà male.
La lasciò avvicinarsi, accendere lo schermo olografico e percorrere lentamente con quell’oggetto il profilo del suo torace.
- Bene, bene..- mormorava, assorta sui dati che l’x-scanner stava elaborando.
- Bene..? – le rispose, in un soffio.
- La rigenerazione procede senza problemi. Certo, è un po’ più lenta di come ce l’aspettavamo, ma..- una smorfietta, Jemma piegava la testa da un lato e non nascondeva disappunto.
- Simmons..
- Non c’è bisogno che si giustifichi. Non ora, almeno. Il generale Talbot ha vuotato il sacco. Questo non significa che sospenderemo il trattamento, sia chiaro. Anche perché dipende da quella zuccona di O’Neill, e lei mi sembra parecchio motivata a farla tornare in piedi, nonostante mi sembri d’aver capito che non li abbia firmati, i suoi accordi.- Jenna puntava il pollice verso la porta, con l’aria di una che ne sa più di quanto dia a vedere.
- Sei una tipa sveglia..
- Non mi avrebbe dato il comando della divisione scientifica.- lei diede un’occhiata veloce all’orologio che portava al polso – bene; dovrebbe essere l’ora dell’ultima trasfusione. Vado a prendere il.. soggetto donatore.
- Non chiamarla così..
- Sul serio? Perché è il nome che aveva in laboratorio, da protocollo.- lo vide sospirare, lento e pesante, e voltare il viso – che postaccio. Io l’ho sempre e comunque chiamata Claire.
- Simmons..
- Sì, ok. Smetto di blaterare. Comunque, credo che questa pazzia le abbia fatto meritare il suo perdono.. beh, almeno un po’.
- Lei..- ecco, ora trovava il coraggio di guardarla di nuovo, dopo aver mosso appena le labbra in un velatissimo sorriso – lei come..?
- Come uno di quegli straccetti da pavimenti dopo essere strizzati. Non sono ancora riuscita a sintetizzarlo, mi dispiace; dovrete fare col suo sangue vero, per stavolta. Ultimo giro, io continuerò a controllare la rigenerazione cellulare con questo..- la ragazza sollevò lo scanner -..ogni sei ore. Per ora tutto regolare. Vado a prenderla.
 
Usciva, rientrava dopo una manciata di minuti che a lui, spalle compresse contro il materasso e dolore che si faceva via via più lancinante, apparvero infiniti.
Poi, quel viso.
Seduta su una sedia a rotelle, segno che l’aver rinunciato a tre dosi da mezzo litro di sangue per lui l’aveva già abbattuta. Negli occhi, l’espressione di una donna forte e fiera, che farebbe volentieri a meno di essere trattata come un fragile cristallo.
Rispose al suo cenno di saluto stirando le labbra, attese che Simmons le preparasse il braccio e poi togliesse le bende al suo. Attese che Claire si sollevasse a sedere sul bordo del letto, per evitare che il tubo di collegamento tirasse rischiando di disconnettersi. Attese di avere il suo calore addosso, e mentre Simmons procedeva al posizionamento del tubo, diede uno strappo di spalle voltandosi dall’altro lato.
- Signore..- sorpresa da quello scatto, Jemma cercò di riportarlo schiena al materasso, incontrando resistenza ed un lamento di dolore – per favore! Direttore Mace!
- Non voglio.- rispose lui, fronte pressata contro il cuscino e denti a mordere le labbra, cercando di sopportare quella fitta contro il petto – non lo voglio.. basta..
- Ma l’ultima dose è necessaria per completa-
 
Fu Claire, ad interromperla, tendendo una mano ed usandola per avvicinarsi alla sua spalla.
- Lo so, Jeff.- disse, leggera, contro la sua nuca – ma così manderai a puttane il mio lavoro. E il mio sangue.- lo vide inspirare, lento e a fatica, prima di lasciarsi convincere a voltarsi di nuovo e a farsi innestare il tubo di collegamento – ora aspetterai senza fare altre cavolate, ok? – lo lasciò annuire, e tornare a guardarla negli occhi. Jemma collegò anche lei, e le bastò stringere il pugno per osservare ancora una volta la magia.
  
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