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Autore: telesette    25/01/2017    0 recensioni
Geralt riaprì gli occhi, lentamente, la testa che gli doleva ancora come se fosse piena di uno sciame d'api impazzite.
Gli ci vollero alcuni secondi per realizzare dov'era e la situazione non proprio allegra in cui si trovava: una ferita fresca a lato della testa col sangue che ancora gocciolava, le braccia saldamente incatenate ad una fredda parete di marmo, il petto nudo e le sue spade nascoste chissà dove...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Geralt di Rivia, Nuovo personaggio, Triss Merigold, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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Geralt rimase privo di sensi per un po' di tempo.
Dopo alcuni giorni, grazie al riposo e alle amorevoli cure di Triss, cominciò pian piano a riprendere le forze. Le mutazioni rimarginarono i tessuti dall'interno, accelerando il processo di guarigione delle ferite più gravi, e delle torture subite non restarono altro che nuove cicatrici sulla già abbondante collezione che il Witcher si portava addosso. Quando finalmente si svegliò, tutti furono contenti nel constatare che si stava riprendendo. Zoltan scherzò sul fatto che, visto il prezzo corrente a Novigrad, era un bel risparmio per loro non aver bisogno di una bara. Dandelion già pregustava il modo in cui avrebbe descritto l'intera storia nella sua prossima ballata eroica dedicata al prode Geralt e ai suoi compagni, mentre Triss... Beh, lei era chiaramente sollevata di sapere l'amato fuori pericolo ma, almeno in presenza degli altri, preferiva restare in silenzio.
Una volta rimasti da soli, quando Geralt fu nuovamente in grado di stare seduto senza problemi, decise di rivolgergli alcune domande.
Geralt non amava troppo dipendere dagli altri e, non essendo più moribondo, preferiva cambiare egli stesso le bende per le medicazioni. Mentre si applicava l'unguento curativo sul braccio, non senza una certa difficoltà, provò a verificare quanto l'inattività forzata avesse inciso sui suoi muscoli. La mano non rispondeva ancora bene, e ogni movimento gli faceva un male assurdo, ma per fortuna si trattava di un inconveniente momentaneo.

- Hai provato a bere l'infuso che ti ho preparato, anziche la tua solita pozione da Witcher? - domandò Triss.

Geralt annuì.

- Non preoccuparti - rispose atono. - Tra qualche giorno sarò come nuovo!

Triss esitò.
Anche se conosceva benissimo le straordinarie capacità di recupero di Geralt, il pensiero delle torture disumane che gli avevano inflitto la faceva sentire tremendamente in colpa.

- Geralt - gemette. - Perché l'hai fatto?

Geralt la guardò stupito.

- Voglio dire, non eri obbligato a farlo: potevi lasciare che Reuven mi torturasse al tuo posto e...
- Stai scherzando, spero - la interruppe Geralt severo. - Quel pazzo ci è andato leggero con me, solo perché voleva prolungare la mia agonia il più possibile; se avesse infierito su di te, non te la saresti cavata!
- Geralt, ti rendi conto che è un miracolo che tu sia ancora vivo?
- Beh, non è certo la prima volta... Scusa, non eri tu a rinfacciarmi sempre quella storia di Blaviken?
- Non scherzare, non è proprio il caso - osservò Triss accigliata. - Posso capire tu abbia cercato di proteggermi, e te ne sono grata certo, ma non pretendo certo di vederti sbudellare per colpa mia!

Geralt tacque.
Non aveva voglia di discutere con Triss, specie su quell'argomento, e neppure voleva accusarla di qualcosa. Già una volta era stato costretto ad assistere immobile, mentre un gruppo di fanatici si divertiva a strappare le unghie della sua amata Triss... Durante quell'occasione fu necessario aspettare, per scoprire dove i membri del Fuoco Eterno tenevano prigioniero Dandelion, ma le urla di dolore della povera Triss riecheggiavano ancora strazianti nel cuore e nella mente di Geralt.

- Triss, per favore - mormorò il Witcher. - Ci sono momenti in cui bisogna accettare le conseguenze di determinate scelte, scelte da cui dipendono delle vite a noi care, ma non potevo sopportarlo... non di nuovo!
- "Di nuovo?" Come sarebbe di nuovo?

Geralt sospirò.

- La fortezza del Fuoco Eterno, ricordi... Menge e il boia che si divertì a strapparti le unghie?

Triss ammutolì.
Ovviamente ricordava benissimo, e il pensiero le fece scendere un brivido gelido lungo la schiena, ma sia lei che Geralt non erano mai tornati sull'argomento prima di allora.

- Quella volta mi facesti mille raccomandazioni: di restare calmo, di non intervenire prima del tempo, e di non attaccare nessuno prima di scoprire le informazioni necessarie... E mentre quei bastardi ti torturavano, nella stanza accanto alla mia, io ero costretto a trattenermi per non rendere tutto inutile!
- Geralt, eravamo d'accordo che...
- Lo so questo - esclamò Geralt, chiaramente irritato. - Allora c'erano delle ragioni che potevo sforzarmi di accettare, c'era anche la vita di Ciri in ballo, ma ciò non significa che io sia disposto a ripetere di nuovo quell'esperienza!

Triss non sapeva cosa rispondere.
Che Geralt non fosse un tipo emotivo era noto, per via delle mutazioni, ma era vero anche che lui nutrisse passioni e sensazioni come chiunque altro.
Prima che potesse rendersene conto, Geralt le aveva preso la mano tra le sue e la guardò dritto negli occhi.

- Ci sono dolori che posso sopportare - spiegò lui serio. - Ma perdere chi si ama è troppo, anche per un Witcher, e non posso sopportare l'idea che ti facciano del male... Anche se dovessi perdere la vita!
- Oh, Geralt...
- Ti amo Triss, ti amo più di ogni altra cosa al mondo! 

Entrambi si scambiarono un bacio lungo.
Intenso.
E quando Dandelion fece per entrare inavvertitamente nella stanza, preoccupato com'era delle condizioni di Geralt, ebbe l'accortezza di osservare la scena dall'uscio e il buon senso di accostare nuovamente la porta senza disturbare la loro intimità. 

FINALE BUONO

   
 
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