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Autore: Red Moon    25/01/2017    2 recensioni
"Questo è il destino che avete scelto."
Genere: Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche quella notte il drago nero illuminò il cielo con le sue fiamme scarlatte, sconvolgendo la quiete della sera con i suoi ruggiti che esplodevano come tuoni nell'aria.
Questa volta nel villaggio tutto era pronto. Nessuno intendeva più sopportare l'arroganza e le minacce della strega del bosco e del suo nero famiglio.
Solo un uomo aveva levato la sua voce contro quella del Consiglio, e stava scontando la sua irruenza nelle prigioni.
"Ascoltatemi, vi prego!", aveva gridato mentre le guardie lo trascinavano via, dopo che era stato accusato di aver lasciato che la sua mente venisse irretita dalla strega.
"La strega dimora da lungo tempo in quel bosco! Avrebbe potuto distruggerci se solo l'avesse voluto! Dobbiamo essere cauti, Astros non è nostra nemica!". Un'ulteriore ignominia per il poveretto, che chiamava la strega per nome, e dimostrava così la sua pazzia.
Quella notte sarebbe stata la ultima notte di terrore. Torce, forconi, archi lunghi con frecce dalla dura punta ricurva, spade forgiate dai fabbri dell'Antichità, sempre affilate e brillanti alla luce della luna.
I migliori combattenti le impugnavano, e gli uomini comuni, ognuno con gli strumento del suo mestiere, alcuni armati solo della rabbia e dell'odio verso la strega che, sebbene fossero meno materiali, non erano meno crudeli o letali del freddo metallo.
La folla roboante si mosse su per la collina, e avanzava e ad ogni passo i cuori di quegli uomini acquisivano coraggio, consapevoli com'erano di essere gli scudi che proteggevano le loro famiglie dal male che si annidava tra gli alberi scuri.
Giunsero davanti alla dimora e subito la bestia planò giù dal cielo e si posò difronte a loro, le narici fumanti e gli occhi di brace che li scrutavano. Gli arcieri non persero tempo, frecce furono scagliate e trafissero il mostro, che s'impennò e lanciò al cielo il suo lamento. Una freccia gli trafisse l'occhio ed esso cadde, mentre i più temerari si gettavano all'attacco, desiderosi di infliggere il colpo letale. Quando la bestia giacque immobile, grida di giubilo si levarono, ma durarono poco.
Una porta cigolò sui cardini, e la strega fu tra loro. 
Si eresse in tutta la sua statura, gli occhi verdi che risplendevano nell'oscurità mentre scrutava i loro volti. Gli arcieri incoccarono le frecce, proprio mentre lei serrava la mascella e i suoi lineamenti s'indurivano.
"Stolti!" gridò, e indicò con un gesto adirato la carcassa del drago. 
La sua chioma corvina ondeggiò mentre scuoteva la testa. "Non avete idea di ciò che avete fatto." 
Si mosse verso il drago, e un arciere particolarmente nervoso si fece sfuggire una freccia. Lei si ritrasse con una velocità sorprendente, e il dardo andò a conficcarsi in un albero alle sue spalle. Voltò il viso verso l'arciere e gli lanciò un'occhiata sprezzante, poi levò lo sguardo alla luna.
Tanta primigenia bellezza non può essere involucro di malvagità, pensarono in molti in quel momento.
Lei si accosciò accanto alla bestia, e mormorò qualcosa che nessuno dei presenti riuscì a comprendere. 
"Taci, strega!, gridò uno dei più zelanti tra gli uomini, non osare lanciare i tuoi oscuri malefici! Non ti temiamo più, il tuo famiglio è morto, e tu lo seguirai presto."
 Uno dei più anziani si intromise: "Donna, che tu sia una strega, un elfo oscuro o uno spirito malvagio non ci importa. Vattene, e avrai salva la vita, fece una pausa, beninteso, sempre che tu non ci metta troppo a decidere".
Ringhi, gemiti, urla stridule iniziarono a spandersi tutt'intorno. Forme si agitarono tra gli alberi.
Artigli che grattavano sulla corteccia, richiami più ravvicinati, rami che si spezzavano, e il coraggio degli uomini che iniziava a sgretolarsi.
Lei allargò le braccia, e parlò, e la sua voce parve provenire da un luogo lontano, da ere passate.
"Stolti piccoli esseri umani, creature fragili di un mondo in rovina. Le vostre menti sono cieche, ancor più dei vostri occhi. Non avete idea delle forze che si stanno muovendo in questo momento, abitate questo mondo, e lo chiamate vostro, ma siete degli estranei nella vostra casa."
Lei parlò, e nessuno la interruppe. Tutti la ascoltavano, eppure con ancor più attenzione ascoltavano i sinistri rumori che si facevano sempre più vicini, i loro occhi che vagavano come impazziti nel tentativo di cogliere fra le ombre della foresta lo stralcio di qualche essere conosciuto, un segnale che potesse sopire il terrore che stava montando nelle loro anime.
"Tra voi ci sono dei pastori. Sapranno essi senza dubbio che le greggi vanno protette dai lupi che altrimenti ne farebbero scempio."
Rivolse loro uno sguardo di sufficienza.
"Ebbene, mentre voi stolti eravate occupati ad uccidere il mio Yvui, e dicendo questo piegò il capo verso il drago, pensando che fosse il grande e pericoloso lupo, non vi siete accorti ch'egli era invece il cane pastore che vegliava su di voi, stolte pecore!".
"I lupi sono alle porte, e ora non aspettatevi alcun aiuto da parte mia, bestiame insulso. Poiché ciò che avevate, l'avete gettato via."
E allora ella si voltò, e il suo mantello brillò come una perla nera alla luce della luna.
Grida sempre più alte e acute si levavano dalle ombre, e occhi rossi apparvero nell'oscurità.
Gli uomini rimasero immobili, congelati dal terrore, mentre quelle cose si trascinavano fuori dai loro nascondigli schioccando le fauci.
Ella si voltò un'ultima volta, e gridò con voce chiara: "Questo è il destino che avete scelto. Spero sia degno di voi."



  
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