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Autore: xxKiraLawlietxx    25/01/2017    1 recensioni
Tu e il tuo compagno di classe Near, avete passato l'ultima serata dell'anno scolastico insieme. Lui avrá qualcosa da dirti?
|[Near x Reader]|
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Near, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Era l'ultimo giorno di scuola, e io mi ritrovavo a giacere con la testa sul banco, ascoltando quello che i miei compagni di classe, con cui avevo passato ormai tre anni, avevano da dire. Il sole si sta alzando, scaldando sempre di piú l'aula. Io sinceramente non ho voglia di togliermi nemmeno un indumento, mi sarei sentita a disagio. Mi chiedo come mi sentiró quando non avró piú la possibilitŕ di rivedere i miei compagni... a dire il vero, erano tutti piuttosto agitati e non di rado capitava di litigare...comunque, solo uno di loro aveva attirato la mia attenzione. Posai lo sguardo su di lui: i riccioli bianchi ricadono sopra agli occhi, nascondendoli. Sono poche le volte in cui l'ho guardato in faccia, sinceramente quegli occhi neri e vuoti puntati addosso mi mettevano un po' di inquietudine. La sua pelle sembra di marmo, completamente liscia e bianca, a guardarlo cosí qualcuno potrebbe benissimo dire che quel corpo non č mai stato sotto un raggio del sole per quanto quella pelle sembrasse perfetta. Indossa ogni giorno una camicia abbinata a dei pantaloni larghi, e le scarpe le usa solo per venire a scuola, perchč appena arrivato le toglie. Un'altra strana abitudine č quella di sedersi portando sempre una gamba al petto...Passa le giornate scolastiche giocando con i suoi giochi e standosene nel suo mondo, ma quando gli insegnanti chiedono di intervenire risponde per la maggiorparte delle volte in modo corretto alla domanda che gli viene posta, e prende sempre il massimo dei voti in ogni verifica. Spesso mi ritrovo ad osservarlo, vorrei sapere cosa fa durante il giorno per avere dei voti cosí buoni, io č giŕ tanto se prendo sei. Sento suonare la campanella che suona la fine della terza ora, ora mi spettano quindici minuti di intervallo. Mi tiro su lentamente, per poi alzarmi e avvicinarmi ad uno dei gruppetti di compagni che di formano di solito.«che ne dite di uscire stasera per festeggiare la fine dell'anno scolastico?» Sento qualcuno dire, esntusiasta. «uh, si! Lo facciamo tutti gli anni, non avrebbe senso non andare questo!» Dice qualcun altro. In effetti, tutti gli anni i miei compagni andavano a festeggiare, gli unici a non essere mai andati con loro siamo io e Near. Cosí dopo aver ascoltato la conversazione, gli orari e i posti in cui incontrarsi e i programmi organizzati da alcuni miei amici, mi avvicino un po' timorosamente al ragazzo albino seduto ai primi banchi, e mi siedo al posto di fianco a lui. Continua ad assemblare i pezzi del suo puzzle bianco, senza nemmeno sollevare lo sguardo, probabilmente sa che sono io, e sa anche quello che ho da chiedergli. Appoggio un gomito sul banco e successivamente il mento sul palmo della mano, e rimango ad osservarlo per un po'. «______.» Lo sento pronunciare il mio nome, forse vuole invitarmi a parlare. Dopo aver mugolato leggermente chiedo «Hai intenzione di andare alla festa dopo?» «probabilmente no.» «Come no? Nemmeno l'ultimo anno di medie? Dai, sono sicura che ti divertir-» «Non č quello il problema.» Mi interrompe. Inizialmente lo guardo un po' confusa. C'č un problema? Lo vedo portarsi una mano tra i capelli, e inizia a giocare con una ciocca bianca dei capelli, mentre solleva lentamente il viso. Mi guarda negli occhi, č una sensazione strana, mi sento come se con quegli occhi avvrebbe potuto leggermi nel pensiero, capire tutto quello che avevo in mente. «potrei anche divertirmi, ma ho delle cose da finire.» Conclude, girandosi di nuovo a guardare il suo puzzle.Mi alzo dal banco, sono sicura di avere un'espressione strana in questo momento... un misto tra tristezza e confusione, forse? Volevo davvero che Near venisse a quella festa, volevo vedere quello che avrebbe fatto, volevo vedere se poteva comportarsi in altri modi da quello in cui si comporta sempre. La campanella suona di nuovo, perció sono costretta a tornare al mio posto. Dopo altre tre ore di pura noia, finalmente posso uscire da quella prigione. Per fortuna riesco ad uscire dai cancelli prima che qualcuno possa versarmi dell'acqua addosso o altri scherzi che si fanno di solito a fine anno. Dopo aver fatto la doccia ed essermi asciugata i capelli apro l'armadio. Cosa dovrei mettere? Qualcosa di carino ed elegante...? I miei amici cosa metteranno...? Tiro un sospiro, alla fine decido di indossare qualcosa che avrei indossato in un giorno qualunque. Una t-shirt grigia e verde, jeans grigi e scarponcini neri. Poi piastro i capelli e li lego in una coda, tralasciando la frangetta. Verso le sette di sera arrivo al centro commerciale dove si era stabilito di incontrarsi. In poche parole č un edificio di due piani formato interamente da negozi, e al centro di questo edificio c'č una stradina all'aperto, un parco e una pista per skateboard. Attorno a questa struttura, per via delle uscite di emergenza sono presenti molte scale. Io, essendo arrivata di trenta minuti in anticipo mi trovavo al secondo piano, sulle scale e mi stavo godendo il panorama.«_____.» Per la seconda volta nella giornata, sento quella voce chiamarmi. All'inizio mi sono presa un bello spavento, ma dopo aver capito di chi si trattava mi sono girata verso il ragazzo, che come al solito di arricciolava una ciocca di capelli al dito. «Oh, Near... pensavo che non saresti venuto...» ridacchio lievemente, dopotutto sono riuscita a convincerlo al contrario di quello che mi ha fatto notare quella mattina, forse. Cammina lentamente, mi raggiunge e si sede di fianco a me, sullo stesso gradino «Non ho detto di essere venuto per la festa, e poi mancano venticinque minuti, potrei andarmene prima.» Gonfio le guance, sbuffacchiando. «Per favore, Neeeaaar!» «Perchč vuoi che venga? Ci sono altre persone.» «Ma non sono interessanti, e poi io voglio conoscere te..» lui sospira leggermente, ma resta in silenzio.Lentamente avvicina la sua mano alla mia, afferrandola delicamente. Nemmeno io dico nulla, mi giro solamente verso di lui, sono un po' sorpresa, ma in ogni caso non ho obiezioni. Per la prima volta vedo i suoi occhi socchiudersi, ma non distoglie ancora lo sguardo da me. Ci avviciniamo piano l'uno all'altra, lo so per certo, perchč riesco a sentire il suo respiro sulla mia pelle. Sento le sue labbra che si appoggiano delicatamente alle mie, il cuore a mille. Quando ci stacchiamo non posso fare a meno di abbracciarlo. Provo qualcosa per Near? Probabilmente si, e lui a quanto pare provlla la stessa cosa. «per favore, teniamoci in contatto anche se la scuola č finita.» annuisco piano. Appoggia una mano sulla mia schiena, avvicinandomi a lui, poi ci baciamo di nuovo.Non credo di aver mai provato una sensazione del genere in tutta la mia vita. «Ho cambiato idea, non voglio piú andare alla festa nemmeno io» accenno una risata, poi appoggio le mani sulle sue guance.«ti amo, ______.» Lo vedo sorridere, ma questa volta č diverso... non č un sorriso innaturale come quelli che fa di solito. Questo č piú dolce. Decido di sorridere di ricambio, sussurro un "anche io, Near" e mi stringo piú forte a lui.
   
 
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