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Autore: LadySelene_    25/01/2017    0 recensioni
Una notte tempestosa, un cuore solitario e l'effimera perfezione di una statua di pietra
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fitta pioggia che si abbatteva sul duro terreno scandiva lo scorrere del tempo. Il cielo carico di nere nubi orchestrava la violenta sonata, accompagnato dal vento che imperversava soprano e dai tuoni che esplodevano lontani. Le strade deserte non recavano traccia di vita, abbandonate in fretta e furia all'arrivo delle prime gocce che bagnarono i visi dei passanti.
Le case illuminate dal dolce fuoco delle candele e dei camini gettavano deboli bagliori attraverso le vetrate, strenuo tentativo di confinare le ombre fuori dal calore degli affetti rassicuranti. 
Ma c'era qualcuno, in quella cittadina senza nome, che al contrario riusciva a trovar conforto solo nell'abbraccio delle tenebre, un amante silenzioso dalla tangibile presenza. Il ticchettio dell'acqua sulla vetrata si accostava al riecheggio di un vecchio scalpello, arrugginito dagli anni e dal sudore del suo possessore, che batteva ritmicamente sulla pietra marmorea. Nella durezza del blocco si scorgevano braccia dalle curve sinuose il cui solo tocco avrebbe svelato l'ingannevole dolcezza. Il volto serafico era ingentilito da morbidi riccioli sfuggiti all'architettata acconciatura che ancora recava tracce della polvere bianca.
Una veste sottile copriva la femminile figura, stoffa che pareva appena palpabile di cui si sarebbe potuto giurare potesse muoversi al primo soffio di vento. La schiena scoperta era segnata all'altezza delle scapole da candide ali bianche, piume spumeggianti ricoprivano l'intera superficie che si incurvava a protezione della loro signora. 
Un sospiro sommesso, quasi un gemito nel buio della notte, e un sussurro dal sapore amaro come sa esserlo solo la disperazione.
-Lidia-
Un brivido che percorre la schiena e raggiunge la mano che trema, maldestra, colpendo quel punto delicato che può rendere mortale anche il più forte degli eroi. Ed è un tonfo sordo ad accompagnare la caduta della punta di un'ala, i frammenti sparsi tra le travi di legno , la sottile polvere che aleggiava nell'aria.
La scena si immobilizzò, nemmeno un respiro pareva scaturire dallo scultore, smozzato sul nascere dallo sgomento di quanto accaduto, solo la pioggia battente continuava il suo incessante rintocco, indifferente ai tormenti degli uomini.
Un'ira violenta, acido nella bocca e corrosione dei visceri, s'impadronì del giovane scultore, le mani trai capelli quasi a strapparli, e cieco si abbatté sulla statua inerme, vittima collaterale di un cuore in frantumi come la sua ala.
Lo scultore si fermò, stremato, il respiro affannato mentre osservava la fanciulla marmorea, un angelo strappato via dalla sua perfezione, e lentamente si appoggiò alla statua, le sue braccia l'avvolsero mentre lacrime salate bruciavano sulle guance. Il grido del suo cuore che aveva smesso di battere molto tempo fa.
Per lei.
Il corpo che lo accoglieva si fece improvvisamente più morbido, il freddo della pietra cedette il posto a un calore nostalgico che credeva non avrebbe mai più sentito. Una mano delicata come una brezza estiva sfiorò con dita affusolate l'ennesima lacrima che scivolava lenta sul viso del giovane. Egli sollevò lo sguardo verso un volto ancora diafano ma illuminato dalla luce della vita, e incrociò gli occhi di lei, verdi come foglie rugiadosi, più brillanti di quanto ricordasse ma così dolci da poterne quasi sentire il sapore.
Era lei, la sua Lidia, bella come prima che la malattia la strappasse via da lui insieme alla sua anima.
Ridestato dallo stupore, il giovane strinse a sé la ragazza, il calore dei loro corpi che si mischiava, alimentandosi ad vicenda, i cuori che scandivano un nuovo ritmo dilatando il tempo, mentre la pioggia teneva fuori il resto del mondo.
Uno sfiorarsi di labbra, vellutati petali di rosa, venerazione e timore che tutto svanisca col sopraggiungere dell'alba.
Stringersi e amarsi di nuovo come allora.
Un sorriso da parte di lei e la musica sommessa di un sussurro.
-Vivi, amor mio-
E come tutto era apparso così scomparve. La statua tornò nella sua posizione, il calore si dissolse, la pietra riprese la sua marmorea  consistenza.
Il giovane era davanti la finestra, lo sguardo fisso al cielo adesso limpido, la luna piena che mandava bagliori argentei, illuminando la notte e cacciando le ombre.
Alle sue spalle la fanciulla di marmo con un'ala spezzata recava i residui della sua imperfezione. Della sua umanità.

 

 
Lady Selene
   
 
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