Si sentiva sola, ed esausta.
C’era
tanto, tanto attorno a lei…tanto di tutto, ogni filo d’erba, ogni verde foglia,
sembrava illuminare di un sorriso la terra circostante. Nascevano tutti
i giorni, anzi, tutte le ore e minuti, nuove piante di mille colori diversi, e che
fosse freddo o caldo avevano colori brillanti.
C’era davvero tantissimo, da
ogni parte, uno spazio vasto e infinito, potente a modo suo, forte del suo
essere miseramente solo e desolato. Invincibile, perché ancora non c’era
nessuno da combattere.
Ma il mare intorno a lei sussurrava incessante,
mormorava di guerre, mormorava di vittorie, mormorava di sconfitte, mormorava
di figli perduti, amati, riuniti, morti.
Mormorava il suo futuro, in
un canto che l’accompagnava mentre sentiva il suo corpo andare in briciole.
E Pangea pianse e rise, pensando a quello che sarebbe
venuto.
Spieghiamo con calma…sono delle Drabble
sui supercontinenti, ovvero quelli che c’erano in un tempo così lontano che
neppure l’uomo aveva ancora posato piede sulla terra. In verità ce ne sono
altri tre prima di Pangea, ma ho
voluto partire da lei. Perché Pangea parla al femminile? Inizialmente avevo pensato di
fare Pangea androgino, senza un sesso definito, ma
poi ho optato per una donna perché in effetti la madre
terra è sempre stata un essere femminile, nella mitologia, e ho voluto rendere
questa terra che le riunisce tutte come la terra stessa, tutta, sola ma in pace…
Continuerò con i due supercontinenti successivi e la nascita delle nostre attuali nazioni, li vedremo bambini, sereni, addormentati, e poi in guerra...proprio come sussurra il mare in questa prima drabble.
Non so come dirlo, è una fanfiction
soffusa, tranquilla, un po’ triste e…e il resto dei giudizi lo lascio a voi
sperando di ricevere le vostre recensioni e i vostri pareri!!! A presto!^_^