(ELE MOUNTGOMERY)
Cazzate... cose da pubblicità megaesagerate o filmoni fraseggianti. Niente di meno vero.
Come è possibile avere legami cosi indefiniti con chi non si conosce se nemmeno i tuoi genitori sono in grado di capirti?
Oggi mio padre mi ha impedito nuovamente di uscire.
Troppe rivolte negli ultimi giorni a quanto ha detto stamattina prima di uscire avvolto dal materiale sintetico della sua divisa delle Forze Speciali.
Non mi ha neanche guardato in faccia, neanche uno sguardo che pronunciasse le parole "mi dispiace".
È una settimana che sono segregata in casa a guardare il telegiornale pregando che diano finalmente buone notizie.
Ma gli attacchi proseguono e tendono la mia prigionia all'infinito.
Verso le 18.30 un cinguettio elettronico mi desta dal mio stato vegetativo e estraendo il telefono noto un messaggio da quel vecchio dispotico di mio padre: "oggi torno prima, ricordati che quello che faccio è per il tuo bene".
Sta cercando di lavarsi via i sensi di colpa?
Sinceramente può rimanere fuori anche tutta la notte, per quanto mi riguarda.
Ma per uno strano motivo sento una fitta al cuore...

(ELE WALKERS)
Proprio cosi.
Proprio come i sentimenti di tutti noi che combattiamo per il bene del prossimo.
Uniti dagli stessi ideali.
Oggi ci sarà l'ennesimo controllo delle Forze Speciali.
Le odio.
Odio i LORO IDEALI.
Odio il loro modo di agire.
È da vigliacchi.
Ci trattano come se non sapessero come stanno andando le cose e non gli importasse.
Noi ce li immaginiamo come dei crudeli automi fabbricati, programmati per uccidere, distruggere ogni forma di libertà.
Oggi potrebbero scoprire che proteggiamo alcuni ribelli, che siamo dalla parte della resistenza, che vogliamo vivere una vita vera.
E sopprimere la nostra speranza.
Proprio ora mentre stanno pattugliando la strada, fragori metallici su e giù per le strade fangose del sobborgo, io e la mia famiglia siamo riuniti nell'unica stanza della nostra casa.
Mano nella mano con le mie sorelle, una alla mia destra, Jil, e una alla mia sinistra, Joy.
Solo che certe volte la fortuna non ci può accompagnare.
Certe volte funziona cosi.
La porta si schianta per terra e nugoli di polvere sporca e nera si ammucchiano ai lati.
Entrano tutti i soldati, dal primo all'ultimo di quella piccola divisione.
E puntano subito alle nostre teste con quelle armi bestiali.
E i proiettili volano e vanno a segno senza neanche chiedere il permesso.
Joy.
Jil.
Non esistono più.
Inutili come esseri viventi.
Mi legano giusto il tempo di interrogare i miei genitori di strappargli fuori l'anima e vederli soffrire gli ultimi minuti.
18.30.
Guardo un soldato alla volta, uno per uno.
Uomini con una famiglia probabilmente.
Probabilmente se è normale per degli animali come loro.
Probabilmente quello che sto guardando ora, che sta distrattamente tastando il cellulare nuovo di zecca con una mano mentre con l'altra imbraccia un gigantesco fucile, sta parlando con il figlio... o la figlia.
Probabilmente.
Cerco in quest'ultimo momento di spremere fuori il mio odio ma non esce niente.
Chiudo gli occhi.
Una preghiera.
Uno sparo.
E anch'io non esisto più.
Una fitta al cuore...