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Autore: ___Page    27/01/2017    2 recensioni
"Trafalgar Law aveva un problema.
Un piccolo, compatto e decisamente incontenibile problema che non sapeva mai come gestire, il che era al di fuori della sua comprensione perché Trafalgar Law sapeva sempre qual era la cosa giusta da fare e come comportarsi, in ogni situazione.
Ma Trafalgar Law non l'avrebbe cambiata per niente al mondo."
A metà tra una long e una raccolta. Hope you'll enjoy.
*FF partecipante al Crack's Day indetto dal forum Fairypiece-fanfiction&images*
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Koala, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Koala era una persona positiva. Era ottimismo, energia, voglia di fare, spirito di iniziativa ed entusiasmo tutto compresso e concentrato in un metro e sessanta.
Andava particolarmente orgogliosa di fare parte dei Servizi Segreti di Raftel e non mancava mai di mostrarlo con un solare e soddisfatto sorriso, ogni mattina, quando varcava la soglia della Brand New World. Aveva lavorato sodo per arrivare fin lì e, non potendolo sbandierare ai quattro venti al di fuori dell’ambiente di lavoro, era più che logico che lo mostrasse con fierezza almeno ai propri colleghi, aiutando anche la motivazione di alcuni di loro.
Ma, qualche mattina, ogni tanto, solo ogni tanto, capitava che Koala non fosse quel concentrato di energia e ottimismo che tutti erano abituati a vedere entrare quasi rimbalzando attraverso le porte scorrevoli automatiche. Qualche mattina, Koala arrivava rabbuiata, stanca e tesa, il più delle volte a causa di un caso spinoso che non riusciva a levarsi dalla mente e non le permetteva di riposare in modo adeguato, con poca voglia di parlare e un bisogno incoercibile di caffè.
Quelle erano le mattine in cui Koala, la cara, minuta, sorridente, disponibile Koala, poteva incenerirti con uno sguardo. Erano le mattine dove era meglio lasciarla stare, dove era bene seguire poche semplici ma vitali regole di sopravvivenza. Non guardarla, se possibile non respirare nella sua direzione e, soprattutto, non parlarle.
-Eccolo qui il nostro piccolo raggio di sole! Yyyy-haaaaa!!!-
Chiaramente, Emporio Ivankov non temeva la morte e questa, comunque, non era una novità. Tutti sapevano che era un uom… una don… un soggetto incurante del pericolo. Perché, d’altra parte, quale altro agente segreto sarebbe andato in giro con una torreggiante permanente viola glicine, urlando grida di battaglia western?
Tolta dalle missioni sotto copertura, Iva riusciva in qualche modo, a tutti incomprensibile e sconosciuto, a essere una delle agenti più fidate e capaci della BNW, il braccio sinistro di Dragon addirittura – per il destro erano ancora aperte le candidature – e tutti, nessuno escluso, la ammiravano per questo.
Anche Koala.
Solo che, per quanto la ammirasse e rispettasse le sue incredibili capacità, Koala avrebbe tanto voluto che Iva perdesse almeno quella di scegliere sempre le mattine più nere per attaccarle bottone su argomenti che, già lo sapeva, con il lavoro non c’entravano niente o c’entravano solo in modo collaterale. Il tutto prima che avesse avuto tempo di bere il caffè.
-Va tutto bene?- domandò a sopracciglia aggrottate.
-Non ho dormito.- si strinse nelle spalle Koala. -Come stai?- aggiunse con un ritorno di educazione.
-Oh bene, bene, benone! Alla grande, mia dolce pralina al cocco! Ma tu piuttosto?! Non hai un bell’aspetto!-
Koala sgranò gli occhi, continuando a guardare davanti a sé, domandandosi se quello di Iva fosse solo poca concentrazione o un vero e proprio caso di ADHD. -Non ho dormito.-  ripeté, guardandosi bene dal sottolineare che glielo aveva appena detto. Prima finiva con lei, prima avrebbe avuto il caffè.
Priorità, era questione di priorità.
-Oh mia cara ma questo non va affatto bene! Comunque davvero Koala, non voglio insistere ma sappi che se qualcosa ti turba puoi sempre parlarne con la zia Iva. Te lo dico perché hai davvero un brutto aspetto oggi.- si offrì con un sorrisone e chinando il busto per creare una situazione di maggiore confidenza che comunque le impedì di notare il diametro raggiunto dagli occhi di Koala a quel punto della conversazione.
ADHD. Doveva essere ADHD. Per forza.
-Iva avevi bisogno di qualcosa?- decise di tagliare la testa al toro Koala.
-Oh sì, in effetti sì! Ti ricordi quella missione del mese scorso, quando ti sei dovuta infiltrare a quella serata della Baroque Works, con quel gran pezzo di manzo di Cro…?-
-Me lo ricordo!- la interruppe, alzando la voce per essere sicura di sovrastarla, onestamente stupita del fatto che, una volta tanto, Iva dovesse davvero parlarle di lavoro.
-Ecco perfetto, un uccellino mi ha detto che a fine serata tutti i partecipanti hanno ricevuto una courtesy bag piena di ogni ben di dio di tutti i prodotti di tendenza usciti nell’ultimo periodo!- disse, osservandola con aspettativa e, anche un pelo famelica a dirla tutta, in attesa di una conferma.
Koala sbatté le palpebre un paio di volte interdetta. Aveva tirato le conclusioni troppo presto, lo sapeva. Senza contare che aveva capito solo vagamente di cosa Iva stesse parlando ma fece comunque uno sforzo per ricordare qualcosa che le tornasse utile per poterle rispondere. Forse era quel sacchetto di seta bordeaux con il simbolo dell’azienda di moda che un okama con uno strano cerchietto a forma di cigno le aveva piazzato in mano all’uscita. Sì, doveva essere quello ma non era un grande aiuto.
Si ricordava meglio l’okama del sacchetto e sapeva di averne apprezzato la fattura ma era anche altrettanto certa di non averlo mai nemmeno aperto e averlo lanciato in qualche polveroso recesso del proprio armadio. Chissà dov’era. -Sì, però non so dov’è e…- cominciò, guardando Iva con sospetto.
-Oh ma non c’è fretta mia cara! Non. C’è. Fretta! La bellezza richiede tempo e pazienza, yyyy-hhhhaaaa! Mi basta che quando lo trovi mi controlli se ci sono rossetti e smalti di queste sfumature!- la interruppe, tendendole una lista su cui erano segnate parole per lei incomprensibili come “eliotropo”, “rosa Mountbatten” e “violetto manganese”. -… non li usi gli smalti e i rossetti giusto? Il che è un vero peccato, perché hai delle labbra davvero molto belle e dovresti valorizzarle perché non distoglierebbero assolutamente l’attenzione dai tuoi occhi, grandi come sono…-
Koala si prese il ponte del naso tra le dita e trattenne un gemito, desiderando con tutta se stessa che il pavimento si aprisse e la inghiottisse, che un fulmine la incenerisse o di morire. Qualsiasi di queste tre opzioni sarebbe andata bene anche se nessuna era appetibile come, per esempio… per esempio…
-Koala.-
Per esempio Law che la chiamava, con la faccia più scura che gli avesse mai visto, ma pur sempre di Law si trattava. Il suo partner, il suo coinquilino, il suo migliore amico. La sua ancora di salvezza. Non era mai stata così felice di vederlo ma sorridere e saltargli al collo in un moto di ringraziamento non sembrava la più indicata delle reazioni vista l’espressione di Law in quel momento.
-Tutto a posto?- domandò, preoccupata.
Il cuore le sprofondò nello stomaco quando Law negò seccamente con il capo. C’era stato un altro omicidio se lo sentiva.
-Dobbiamo andare. Subito.- aggiunse Law, tanto per essere chiaro.
-Oh ma che peccato.- commentò Iva, un po’ meno drammatica del solito vista l’evidente gravità della situazione. -Vorrà dire che parleremo delle sfumature più adatte al tuo incarnato in un’altra occasione, d’accordo mia cara?-
-Sì, certo. Buona giornata.- rispose Koala assente, avviandosi lungo il corridoio come guidata da una forza superiore. Dovevano darsi una mossa a chiudere quel caso.
-Scusa Iva.- mormorò Law da sopra la propria spalla prima di seguirla.
-Tranquillo. Bel tenebroso.- ribatté per poi azzannare l’aria nella sua direzione con la stessa espressione che assumeva Bonney quando arrivava la pizza. Law si girò appena in tempo per nasconderle la sua espressione scioccata e si concesse di sgranare gli occhi giusto per lo stesso lasso di tempo che servì al brivido di ribrezzo di percorrergli la schiena, prima di svoltare e raggiungere il cubicolo che condivideva con Koala.
Come se non condividessero già abbastanza cose.
Come si era immaginato, Koala stava già tirando fuori tutti i fogli del caso e sfogliando il suo blocco tascabile, l’espressione concentrata. -Allora chi è la vittima stavolta?- chiese senza nemmeno voltarsi verso di lui.
-Secondo i miei pronostici la tua sanità mentale in altri trenta secondi e Iva in altri due minuti. Ma per fortuna sono intervenuto in tempo.-
Koala si immobilizzò con la mano a mezz’aria e si girò lentamente verso di lui. Sopracciglio alzato, ghigno storto, posa comoda con la spalla contro lo stipite della porta, espressione incoraggiante in attesa.
-Era una scusa. Non è morto nessuno.- mormorò Koala, realizzando cos’era appena successo e provando un infinito sollievo all’idea che il killer a cui stavano dando la caccia non avesse per il momento mietuto altre vittime. -Non era una vera emergenza.- ripeté, aprendosi in un vero sorriso.
-Beh quella tecnicamente c’è.- la stroncò Law di nuovo serio. -Il tuo caffè si raffredda.- spiegò indicando la scrivania di Koala con un cenno del mento e solo allora la ragazza si accorse del bicchiere di carta con il tappo in plastica forato, che attendeva pazientemente di fianco al monitor del computer ed emanava il profumo più buono del mondo.  Le venne quasi voglia di piangere quando Law aggiunse: -Ginseng, macchiato, con il cioccolato.- mentre si dirigeva alla propria sedia e si accomodava girato verso Koala, afferrando a sua volta il proprio bicchiere di caffè.
Nero, senza zucchero, con giusto una spruzzata di caramello. Koala ne era sicura ma in quel momento era troppo impegnata a godersi il sapore dolciastro e pieno della propria bevanda. Era perfetto. Assolutamente perfetto.
Law era stato assolutamente perfetto, ad accorrere in suo aiuto, salvarla da Iva e farle persino trovare il suo caffè preferito. Sospirò gli occhi ancora chiusi dopo la prima sorsata. -Credo di amarti.- mormorò e poi sgranò gli occhi.
Cos’aveva detto?! O meglio, come lo aveva detto!
Il suono che ne seguì, quando Law si strozzò con il sorso di caffè e contemporaneamente si ustionò la gola, non fu per niente bello a sentirsi. Koala lo guardò sputacchiare in girò un po’ di caffè, sconvolta anche più di lui dalle sue stesse parole e rossa dalla fronte al collo.
-Il… il caffè! Parlavo con il caffè!- esclamò agitata, indicando convulsamente il bicchiere di carta.
Poteva venirle in mente una scusa peggiore? No, non poteva.
Law tossì ancora qualche istante, mentre si ripuliva la bocca con la mano. -No, no lo so… cioè lo… lo avevo capito.- annuì energicamente, le lacrime agli occhi per il momentaneo soffocamento. 
-Bene, okay, fantastico.- ribatté in fretta Koala, posando il bicchiere e scartabellando con i fogli. -Insomma meglio essere chiari, non vorrei mai che tu male interpretassi e pensassi che io…- rise nervosa. -Che io… perché non è assolutamente così! Assolutamente!- affermò azzardandosi a guardarlo.
Law la fissò serissimo qualche istante, così serio che Koala si sentì trapassare da parte a parte, e poi piegò le labbra in uno dei suoi ghigni storti. -Tranquilla, ho capito.- la rassicurò di nuovo.
Koala annuì decisa prima di voltargli le spalle e tuffarsi nelle carte del caso, sbollendo lentamente. Non si accorse che Law era rimasto a fissarla ancora un po’. E, soprattutto, non vide il suo solito ghigno storto trasformarsi in un vero sorriso, di quelli felici, prima che le voltasse le spalle per mettersi a sua volta al lavoro. 







Angolo dell'autrice in perenne ritardo
Ero bloccata. 
Poi ho visto Zootropolis e il mondo improvvisamente era più bello e io, miracolosamente, non più bloccata se non da internet. *cori angelici dal cielo*
Non ne vogliate a Koala, poverina. So che caffè al ginseng, macchiato e con cioccolato può suonare una schifezza ma non è colpa sua se era il mio preferito alla macchinetta dell'università. E Law... non so se è IC? 
Lo è? A me sembra OOC ma a me sembrano sempre tutti OOC. 
Cooooomunque io mi sono divertita un cifro a scrivere questo capitolo e voglio ringraziare tutti quelli che sono arrivat fin qui.
Alla prossima! *lancia coriandoli e cuoricini di zucchero* 
Page. 

 
  
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