CAPITOLO
34
«Ma
sei impazzito?!» esclamò Bulma, spalancando
gli occhi.
«E’
il modo migliore che abbiamo affinché lei
possa prendere atto di chi è veramente e di riscoprire i
suoi poteri» rispose
Junior impassibile, restando a braccia conserte.
«Ma…»
Bulma esitava. «Ogni volta che l’abbiamo
fatto venire praticamente è stato sempre sul punto di
distruggere la terra!»
«Non
lo farà» Junior alzò lo sguardo verso
Bulma
«sono abbastanza sicuro che anche lui sia interessato a
conoscere Rose e a
scoprire chi è davvero. E poi, se gli prepari uno di quei
deliziosi piatti che
a lui piacciono tanto, sono sicuro che non succederà niente
alla Terra»
concluse accennando un sorriso.
Bulma
parve ancora perplessa, ma Gohan forse lo
era anche più di lei. Con un’espressione piuttosto
pensierosa, disse: «Speriamo
sia davvero come dici tu.»
«Tu
sei d’accordo, Rose?» chiese Junior alla
ragazza, che in quel momento stava prestando molta attenzione ai loro
discorsi.
Non
sapeva che cosa dire, visto che non lo
conosceva; era davvero così temibile? Dal momento
però che probabilmente la
avrebbe aiutata a recuperare sia i suoi ricordi che i suoi poteri,
decise che
per lo meno ne sarebbe valsa la pena provare.
«S-sì»
rispose lei «Spero solo che riesca
davvero a darmi una mano ma soprattutto spero che per colpa mia non
distrugga
il pianeta!»
«Non
lo farà» disse Junior con fermezza,
mantenendo un mezzo sorriso «sono sicuro che non se ne
pentirà una volta che
sarà qui».
«Bene»
esclamò Bulma, alzandosi di scatto dalla
sedia. Se prima era piuttosto titubante, adesso aveva improvvisamente
riacquistato tutta la sua fermezza «allora so già
che cosa fare. Chichi, vieni
con me» e si diresse dentro la casa con Chichi.
Ormai
tutti avevano finito di mangiare e la
tavola venne sparecchiata, dopodiché le due donne tornarono:
Bulma sorreggeva
un vassoio di cibo, che aveva un aspetto molto buono. Nonostante Rose
fosse
completamente sazia, guardando quel piatto, le veniva
l’acquolina in bocca!
«E’
così che si chiama un dio?» chiese lei,
leggermente spiazzata.
«No
tesoro» le rispose Bulma «vedi, gli dèi
normali solitamente possono essere chiamati normalmente, invece Bills
ha
bisogno di questo per essere attirato sulla Terra»
A
Rose parve una situazione piuttosto buffa:
Bulma era lì, in piedi, sorreggendo quel vassoio con aria
leggermente
scocciata; gli altri erano sparpagliati lì attorno,
c’è chi era seduto ancora
su una sedia del tavolo, c’è chi invece era in
piedi. Tutti la fissavano e ad
un certo punto Bulma, alzando gli occhi al cielo, urlò:
«Bills!
Whis! Vi ho preparato un piatto
delizioso, fatto apposta per voi! Venite!»
Rose
attese, guardando anche lei il cielo: era
intimorita nel sapere chi si sarebbe trovata davanti, ma nello stesso
tempo era
emozionata. Chissà che tipo era questo
“Bills” che, a detta degli altri,
l’avrebbe aiutata?
Per
qualche secondo non successe nulla, ma poi
subito dopo vi fu un bagliore che accecò tutti per qualche
istante; la ragazza
mise un braccio davanti agli occhi, ma poco dopo lo abbassò
di nuovo e li vide.