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Autore: Miss Fayriteil    27/01/2017    1 recensioni
Abby e Parker sono cresciuti insieme e si amano fin da bambini. Per un caso finiscono a viaggiare in epoche passate, ma il tempo non riuscirà mai a separarli.
Ho provato un genere che amo ma con cui non ho dimestichezza.
Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il primo viaggio
 
Epoca passata, Madrid, Spagna

Abby si  guardò intorno. Mentre sbatteva le palpebre il paesaggio era cambiato. Non si trovava più nel laboratorio di suo padre, ma in mezzo a una strada, in una città che non aveva mai visto. Non era sicuramente Dullingham e nemmeno Cambridge, ma non poteva nemmeno essere una qualsiasi città della Gran Bretagna. Tutto, a partire dal sole era diverso. Era tutto troppo... caldo, troppo mediterraneo. Ad un certo punto notò un manifesto su un muro. C'era una frase sopra, in una lingua che non sapeva tradurre, ma che aveva già incontrato: spagnolo. "Sono in Spagna?" si chiese. "Che cosa accidenti ci faccio in Spagna?"
  Ad un'altra occhiata si rese conto che c'era anche qualcos'altro di strano. Le persone erano vestite con abiti decisamente fuori moda e le automobili sembravano uscite direttamente da un vecchio film in bianco e nero. Nessuno sembrava essersi accorto che una ragazzina vestita in maniera bizzarra fosse appena comparsa dal nulla.
  "Ma dove sono finita? Che cosa è successo nel laboratorio di papà?" in realtà sapeva benissimo che la domanda giusta non era dove, ma quando. In quel momento le cadde l'occhio su un orologio pubblico: erano le tre del pomeriggio. Una notizia interessante, ma non l'aiutava poi molto. Pochi passi più avanti c'era una panchina con sopra appoggiato quello che era inequivocabilmente un quotidiano. Lo prese e lesse la data in cima alla prima pagina: 13 aprile 1965.
  Dovette rileggere più volte per essere sicura di aver capito bene. 1965! Era consapevole di vivere nel 2008 e adesso era il 1965. Non ebbe neanche per un momento la sensazione di sbagliarsi o che tutta la situazione fosse un gigantesco scherzo. L'unica risposta sensata le saltò alla mente «Ho viaggiato nel tempo» mormorò a se stessa. «Quell'antenna che ho toccato poco fa deve rendere possibile il viaggio nel tempo in qualche modo. Non ci posso credere! Devo dirlo a Parker».
  Si paralizzò. Parker. Lui non c'era, ovviamente, non era venuto con lei, probabilmente era ancora nel laboratorio a chiedersi dove diavolo fosse finita. "Devo tornare indietro" decise. Ma come? Invece di farsi prendere dal panico si voltò verso il punto in cui immaginava di essere apparsa.
  E in effetti qualcosa c'era: una specie di tremolio nell'aria, come quando fa molto caldo. E sì faceva caldo, più di quanto fosse abituata, ma non fino a quel punto. Doveva essere quello, in qualche modo doveva essersi aperto un passaggio tra quell'epoca e la sua. Non sapeva se sarebbe rimasto aperto ancora per molto e non voleva certamente rimanere bloccata nel passato. Si avvicinò, infilò un braccio in quella specie di foschia e questo scomparve. Con crescente eccitazione capì di aver avuto ragione e al braccio fece seguire il resto del corpo. Il tempo di un battito di ciglia ed eccola di nuovo nel laboratorio, esattamente come lo aveva lasciato, Dolly sul pavimento, l'antenna lì accanto... Solo un particolare stonava: Parker. Lui era sparito e Abby in cuor suo sapeva che non era semplicemente andato a chiedere aiuto. L'antenna non era esattamente nello stesso punto.
 

 
Qualche minuto prima, laboratorio


Subito dopo aver visto Abby sparire, Parker attraversò varie fasi. In un primo momento pensò di tornare in giardino e chiamare i genitori di Abby, però ebbe paura di mancare il suo ritorno che, ne era certo, sarebbe avvenuto presto. E poi cosa poteva dire loro? «Scusate, signori Raymond, ma vostra figlia è sparita nel nulla». No, non poteva funzionare.
  Prese in braccio Dolly e la portò in cima alla scale e le raccomandò di restare in giardino o di tornare in casa, se voleva. Ma di non andare da nessun'altra parte. Sospirò, almeno lei era sistemata. Scese di nuovo i gradini e rientrò nel laboratorio. Si guardò intorno, sperando di veder riapparire Abby e ad un certo punto lo sguardo gli cadde involontariamente sull'antenna ancora appoggiata a terra. La prese in mano per esaminarla e istintivamente spostò la stessa levetta che aveva toccato Abigail poco prima. Sentì la terra mancargli sotto i piedi, ma solo per una frazione di secondo. E quando aprì gli occhi...




NdA: Eccomi con un nuovo capitolo! Vorrei tanto sapere cosa ne pensate... Grazie a tutti quelli che leggono e have fun!
  
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