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Autore: MackenziePhoenix94    28/01/2017    0 recensioni
Charlotte Bennetts è un'agente dello S.H.I.E.L.D, un membro integrato degli Avengers e la migliore amica di Steve Rogers.
La sua vita cambia drasticamente il giorno in cui il suo unico amore, il dio del Caos, viene ucciso davanti ai suoi occhi.
Dopo gli eventi di Ultron, la giovane decide di ritirarsi momentaneamente dalla squadra di supereroi; la sua vita prende una nuova piega inaspettata il giorno in cui il suo migliore amico si presenta davanti alla porta del suo appartamento, chiedendole di ospitare una persona.
Ben presto Charlie si ritrova coinvolta non solo in qualcosa più grande di lei, ma in una vera e propria Guerra Civile.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Steve Rogers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“È una lunga storia. Dove ti trovi in questo momento? Sei nel tuo appartamento?”

“No, sono uscita. Sono in un negozio di mobilio perché devo prendere una brandina”

“Bucky è con te?”

“Si, è per lui la brandina” rispose Charlotte, si voltò un momento per cercare con lo sguardo il giovane uomo, lo vide vicino ad un distributore di cibo, intendo a guardare le merendine e le lattine di bibite.

“Non l’hai mai comprata per me, ho sempre dovuto dormire nel divano quando ero tuo ospite” rispose Steve con una punta di sarcasmo nella voce.

“Steve, ascolta, mi hai chiamata solo per questo motivo?”

“No, ti ho chiamata per dirti che devi fare attenzione. In ogni telegiornale stanno facendo circolare una foto di Bucky, la polizia lo sta cercando”

“Lo stanno cercando? Si può sapere che cosa ha fatto?”

“Meno sai e meglio è, credimi”

“Ascoltami, Steve, lo so che sono stata io stessa a dire che non voglio sapere nulla, ma dopo quello che hai detto la faccenda cambia. Credevo che avessi semplicemente trovato il tuo amico, non che lo avessi sottratto dalla polizia! Che cosa ha fatto, ancora?”.

Charlie sentì un profondo sospiro dall’altra parte del cellulare, attese qualche secondo in silenzio e poi ricevette la risposta che cercava.

“Ricordi il trattato di Sokovia?”

“Si” confermò la ragazza, il trattato di Sokovia era una serie di disposizioni che il Governo aveva stipulato per gli Avengers, dopo gli eventi catastrofici che erano accaduti a New York, Washington ed, appunto, a Sokovia.

In tutte e tre le occasioni i Vendicatori, tra cui la stessa Charlie, avevano salvato migliaia e migliaia di vite umane, ma avevano provocato anche molte vittime; la cosa non era passata affatto inosservata ed il Consiglio Mondiale della sicurezza non voleva altri problemi: firmando gli accordi, gli eroi s’impegnavano ad intervenire solo quando era lo stesso governo degli Stati Uniti a deciderlo.

Fino a quel momento avevano firmando solo Tony, Visione e Rodds.

Wanda era titubante, Steve diffidente e Clint si era ritirato, preferendo concentrarsi nel suo compito di marito e padre; Natasha era ancora incerta, anche se più incline a firmare i contratti, mentre Charlotte era stata fuori da tutta quella faccenda.

Gli altri l’avevano cercata, ma lei non aveva risposto alle chiamate e non aveva partecipato alla riunione perché desiderava solo un po’ di pace e tranquillità.

“Natasha si era recata a Vienna, per firmare gli accordi in presenza del Re del Wakanda. Durante la cerimonia è esplosa una bomba, sono rimaste uccise diverse persone tra cui il Re; dopo un paio di ore circolava già la foto dell’uomo che aveva posizionato l’ordino dentro il camioncino che è esploso”

“E quell’uomo è Bucky, vero? Come hai potuto? Se scoprono che è nel mio appartamento…”

“Lo stanno cercando a Budapest”

“Credi che non lo scoveranno mai? Steve, non posso continuare a nasconderlo”

“Charlie, ti assicuro che non è lui. Bucky mi ha detto che non era a Vienna, lo hanno incastrato, in qualche modo lo hanno incastrato”

“Oh, certo, ti fidi davvero delle sue parole? Ti ricordo che gli hanno fatto il lavaggio del cervello. Chi ti dice che non glielo hanno fatto ancora una volta e non ricorda di essere stato a Vienna a posizionare una bomba dentro ad un maledetto camioncino, maledizione!” urlò la ragazza, si rese conto che stava attirando l’attenzione degli altri clienti del negozio, così cercò di calmarsi e di abbassare la voce “te la farò pagare per questo, Steve!”

“Lo so, ma ti giuro che in questo momento sei la mia unica speranza. Che cosa hai deciso di fare riguardo al trattato?”

“Scusami, ma ho altro a cui pensare che quel cazzo di trattato” sibilò Charlotte, chiuse la chiamata senza attendere una risposta dal suo migliore amico; si avvicinò al soldato e lo affrontò con uno sguardo in grado d’incendiare qualunque cosa “ho appena parlato con Steve e mi ha detto quello che hai fatto e che sei ricercato”

“Io non sono mai stato a Vienna, non ho fatto quello che…”.

Bucky non riuscì a terminare la frase perché Charlie lo colpì con uno schiaffo in pieno volto, tutta quella situazione l’aveva stressata ulteriormente ed era arrivata al punto di rottura; alcune persone si fermarono a guardare quello che stava accadendo ma proseguirono subito, liquidando la faccenda come un bisticcio tra fidanzati.

“Non voglio sentire un’altra parola uscire dalla tua bocca, stai zitto, hai capito? Stai zitto!”

“Va bene”

“Zitto! Ti ho detto di stare zitto!” gridò Charlotte; la giornata era ormai rovinata, così tornarono nell’appartamento senza aver acquistato la brandina che stavano cercando.

Durante il viaggio di ritorno non si parlarono e quando varcarono la soglia d’ingresso la giovane si ritirò nella sua camera da letto; s’infilò sotto le coperte che non aveva fame né tantomeno voglia di preparare il pranzo.

Rimase tutto il giorno infilata sotto le spesse coperte del letto, uscendo solo quando sentiva la necessità di andare in bagno; dal salotto e dalla cucina non sentì alcun rumore e non si preoccupò di controllare che cosa stesse facendo il suo ospite perché non le importava minimamente.

Charlie si svegliò nel cuore della notte, all’improvviso, dopo aver fatto un incubo del quale non preservava alcun ricordo;un dolore lancinante proveniva dalla gamba e le continue fitte la lasciavano quasi senza fiato.

Lanciò un urlo colmo di sofferenza, la porta della camera si aprì quasi subito, riversando al suo interno la luce che proveniva dal salotto, ed entrò Bucky.

“Che succede? È entrato qualcuno?”

“No… No… La gamba… La gamba mi fa male”

“Riesci ad alzarti?”

“No, non riesco… Non riesco quasi a parlare”

“Ti porto subito in ospedale, andiamo” rispose il soldato, la prese in braccio nel modo più delicato possibile, prese le chiavi della macchina, che si trovavano sopra ad un tavolino del salotto, ed uscì dall’appartamento.
   
 
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