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Autore: kamy    28/01/2017    2 recensioni
Elfi e umani non possono stare insieme, neanche dopo la morte. Questo, però, non ferma l'amore.
Partecipa alla fanfiction challenge II.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Cap.11 Il primo appuntamento

Una foglia si staccò da uno degli alberi, dalle fronde verde smeraldo, e ondeggiò in aria cadendo sulla superficie trasparente del lago. Intorno alla foglia l’acqua limpida s’increspò si crearono dei cerchi concentrici.

L’acqua cristallina del fiume gorgogliante si riversava nel lago facendo schizzare schiuma bianca tutt’intorno.

La giovane, dalla pelle pallida, si sedette sull’erba. Si sporcò il vestito candido e le gambe nude di terriccio. La donna sfiorò l’acqua gelida con la punta delle dita dei piedi. Rabbrividì e socchiuse le labbra piene, che fremettero. Piegò di lato il capo, facendo ondeggiare le sinuose ciocche bionde della scompigliata capigliatura. Batté un paio di volte le palpebre e si protesse gli occhi dalla luce con la mano.

I raggi del sole s’infrangevano sull’acqua, creando diversi giochi di luce. Il gorgogliare del fiume copriva il rumore leggero del vento e lo stormire della foresta tutt’intorno.

Leyla si leccò le labbra e alzò la testa, facendo ricadere all’indietro il cappuccio del mantello blu mare che indossava. Le sue iridi color del cielo divennero liquide. Appoggiò una mano accanto a sé, sopra gli stivaletti scuri che si era sfilata.

In cielo intravide un cigno, che planò e atterrò sulla superficie del lago. Chiuse le ampie ali e s’inabissò. Riemerse schizzando acqua tutt’intorno. Alcune gocce colpirono anche la giovane, altre s’impigliarono sull’erba. Una finì di fianco a una farfalla dalle ali trasparenti che volò via.

“Era da tanto che non mi prendevo un po’ di riposo dal lavoro. Mi sembra da tutta una vita” sussurrò Leyla. Si sentirono dei fruscii più forti e la giovane avvertì qualcosa al suo fianco. Si voltò di scatto e saltò in piedi, dinnanzi a lei c’era Legolas.

“Eccomi di ritorno. Mi chiedo di perdonarmi, mia prediletta dama” disse con voce gentile. Le porse una rosa dai petali candidi, ricoperti di rugiada. La giovane prese il fiore dal gambo senza spine, se lo portò al viso e inspirò, sentendo l’odore pungente solleticarle le narici.

“È davvero uno strano primo appuntamento. Prima mi accompagni in questo luogo che sembra fatato e poi scompari” rispose.

“Questa parte della foresta è l’unica rimasta incontaminata. Qui si è conservata la purezza originaria” rispose Legolas. Le riprese la rosa dalle mani e gliela mise tra i capelli, con le dita affusolate piegò il gambo in modo che circondasse a spirale una ciocca di capelli.

“Sì, è di sicuro un luogo incantato. Non sembra neanche appartenere allo stesso mondo che conosco io. Allora è vero che gli elfi sembrano appartenere a un piano spirituale diverso da quello umano” rispose lei. Legolas indietreggiò.

“Non credere, anche tra gli elfi c’è molta corruzione. Ti ho parlato del lato peggiore della mia razza, ora voglio mostrarti il migliore” ribatté.

< Qui non ci sono le creature oscure del Negromante o i ragni giganti. Peccato che la malvagità stia prendendo piede sempre di più > pensò.

Fischiò e si udì qualcosa galoppare nella loro direzione. Leyla si guardò intorno, sentì il rumore farsi sempre più forte e si girò nella direzione da cui proveniva. Sorrise e si nascose il viso con la mano, le sue iridi brillarono.

“Non ci posso credere” sussurrò e la voce le tremò. Un unicorno stava galoppando nella loro direzione. La luce del sole illuminava il suo corno dorato e piccoli arcobaleni si creavano nei lattei crini della creatura. Raggiunse l’unicorno che la fissò con i suoi occhi perlacei.

“Gli elfi e gli uomini non possono congiungersi nell’aldilà dopo la morte” ammise Legolas. Si mise alle spalle della giovane, a un paio di passi di distanza.

Leyla abbassò il capo e accarezzò il muso dell’unicorno, che nitrì.

“Questo vuol dire che vuoi fuggire via da me? Staremo insieme solo per un po’, ma alla fine sposerai una delle elfe che vuole tuo padre?” domandò la ragazza.

“Ammetto che vorrei fuggire da te e dimostrarmi un bravo figlio per mio padre. Ci conosciamo anche così poco” sussurrò Legolas. Le si affiancò e le sfiorò una spalla, facendo fremere la stoffa del mantello che la giovane indossava.

“Però nemmeno il timore può fermare l’amore. Il mio cuore già appartiene a te, anche se sei una mortale” ammise e la voce gli tremò. Le sue labbra rosee e sottili fremettero, arrossandosi.

“Ti ho condotto qui per farti vedere che anche se l’eternità non ci apparterrà, potremo almeno goderci il meglio di questo mondo. Rimarrete al mio fianco?” la interrogò.

“Non potrei chiedere di meglio, mio principe degli elfi” disse Leyla. L’unicorno indietreggiò di un paio di passi e le spinse la schiena con la testa. Leyla raggiunse Legolas e gli prese la mano.

“Sporcheremmo la purezza di questo luogo con un bacio? Temo di essere un’umana con desideri troppo biechi e modi di fare tutt’altro che signorili” mormorò. Legolas le accarezzò la guancia e le sfiorò le labbra con le proprie.

“Voi siete stupenda così, mia prediletta” ribatté. Leyla arrossì.

  
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