Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Claire Penny    28/01/2017    1 recensioni
[REVISIONATA]
C'era una volta una principessa.
Ora non più.
A sostituire la dolce, graziosa e bellissima fanciulla di sangue blu, adesso c'è un'anonima, goffa ed ingenua adolescente, con un'incredibile propensione a ficcarsi nei guai e desiderosa di darsi alla ribellione tipica della gioventù.
C'era una volta il principe azzurro.
Un nobile rampollo, alto, gnocco e affascinante, sempre pronto a salvare la vita alla bella di turno in sella al fedele destriero? Seh, una volta, forse.
Al suo posto ora c'è un misterioso, solitario ed asociale studente dal fascino tenebroso, circondato da un'aura che emana pericolo.
Ah, dimenticavo di aggiungere che è perennemente assetato di sangue, preferibilmente quello della sopracitata giovane donna. Contemporaneamente però, scopre di esserne innamorato.
Ora, chi di voi ragazze non ha mai sognato di vivere in una "fiaba moderna" con questi presupposti? Sembra tutto incredibilmente romantico, non è vero? Bene, vi posso assicurare che di romantico qui c'è ben poco.
Come lo so? Beh, perchè io, Serena Dale, e le mie amiche, ci siamo passate.
E credetemi, le nostre storie vi faranno sicuramente cambiare idea sui moderni principi azzurri.
Genere: Satirico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’asfalto era terribilmente freddo. Em sentiva i suoi piedi nudi farle più male ogni secondo di più, tanto che, quando iniziarono ad intorpidirsi a causa del freddo, ne fu immensamente grata, perché il dolore finalmente si attenuò un po’.
Nonostante tutto, la ragazza non accennò a fermarsi o rallentare, né aveva la minima intenzione di farlo: se gli altri non avevano ancora scoperto la sua fuga, sarebbe comunque successo molto presto e allora Violet e forse anche Max, avrebbero subito iniziato a cercarla. Lei però voleva evitare ad ogni costo di essere trovata o almeno ritardare il più possibile il momento in cui sarebbe avvenuto, perché temeva che Clare, Serena ed Aly avrebbero tentato in qualche modo di partecipare alle ricerche ed Em non avrebbe potuto sopportare di saperle in pericolo a causa sua ancora una volta. Le aveva coinvolte nei suoi problemi, le aveva trascinate nel vortice di terrore senza fine in cui viveva da oltre un anno, le aveva esposte ad un rischio molto più grande di quanto non avessero compreso. Lei era l’unica responsabile di tutta quella situazione ed era anche l’unica in grado di porvi fine senza che qualcun altro mettesse in gioco la propria incolumità per preservare la sua, quella di una ragazza la cui esistenza procurava solo danni a chiunque commettesse l’errore di provare ad avvicinarla.
A mezzanotte sotto il salice”.
Em non aveva avuto il minimo dubbio. Appena aveva sentito pronunciare quelle parole da Violet, mentre leggeva il messaggio lasciato da Eli, aveva capito subito a quale posto si riferisse quest’ultimo e dove, con ogni probabilità, lui e Kelly si trovavano in quel momento.
La strada era deserta. I bambini del quartiere avevano finito da ore di andare di casa in casa a chiedere “dolcetto o scherzetto” ed infatti, mentre camminava il più velocemente possibile in direzione del luogo in cui era convinta che il suo ex stesse tenendo in ostaggio sua cugina, Em non incrociò anima viva. La via secondaria che aveva scelto di percorrere per evitare quelle principali dove Violet avrebbe potuto intercettarla con più facilità era quasi priva di illuminazione, eccezion fatta per pochi lampioni piazzati però a grande distanza gli uni dagli altri.
La ragazza avrebbe avuto fin troppe ragioni per tornare indietro: la giacca leggera che indossava non era sufficiente a ripararla dalle fredde folate di vento, i piedi le facevano talmente male da darle la sensazione di camminare su frammenti di vetro sempre più acuminati, era spaventata dall’oscurità che la circondava, era completamente sola e pienamente consapevole di stare andando incontro alla morte.
Una lacrima provò a scorrere sulla sua guancia, ma lei l’asciugò con un gesto brusco, si costrinse a reprimere le altre e ad ingoiare il nodo che sentiva stringere in gola. Se proprio doveva morire, l’avrebbe fatto senza perdere un’altra briciola della poca dignità che le era rimasta, guardando Eli dritto negli occhi per far sì che l’ultima cosa che lui vi avrebbe letto sarebbe stato tutto l’odio ed il disprezzo che aveva serbato nei suoi confronti durante quell’ultimo anno. Non le importava più niente delle minacce che avrebbe potuto rivolgerle o dei mille modi in cui avrebbe potuto torturarla prima di mettere fine una volta per tutte alla sua agonia. Non aveva più niente da perdere.
Contrariamente a quanto immaginava, quando arrivò al posto indicato da Eli era completamente sola e non aveva udito strani rumori n percepito la presenza di qualcuno oltre a lei. Aveva percorso quasi un chilometro, nonostante le condizioni avverse, ma nessuno degli altri l’aveva ancora trovata.
Sempre che mi stiano cercando pensò la ragazza in un impeto di pessimismo. Un istante dopo però si pentì di quel pensiero e si rese conto di quanto fosse assurdo, considerato quello che il bizzarro club di cui faceva parte aveva fatto per lei nelle ultime settimane.
Senza alcuna esitazione, Em si addentrò nel parco, lo stesso che poco più di un anno prima aveva fatto da cornice al primissimo incontro tra lei ed il suo ex.
La ragazza seguì il medesimo percorso compiuto quella maledetta sera, addentrandosi nella penombra dei giardini, in direzione della panchina su cui Eli l’aveva vista per la prima volta mentre, in lacrime, ripensava al litigio che aveva avuto con sua madre a causa di Sean.
Appena i suoi pensieri sfiorarono i ricordi riguardanti sua madre e di tutto ciò che avevano passato, Em avvertì l’unica esitazione che la spinse, per un momento, a fermarsi. Per la prima volta provò un autentico sollievo all’idea che ci fosse Sean con Sarah. Era dovuta arrivare quasi al confine tra la vita e la morte per ammetterlo, ma ormai era certa che sua madre non avrebbe potuto trovare un uomo migliore di lui, nonostante la differenza d’età. Sarebbe stata dura per lei, nei mesi successivi, ma Em era certa che Sean le sarebbe stato sempre accanto, l’avrebbe amata e confortata ogni giorno. Sarebbero stati felici, alla fine.
Em ricominciò a camminare, pentendosi per un istante di non aver portato con sé il cellulare, che aveva invece abbandonato tra le foglie del giardino all’ingresso della scuola prima di andarsene. Avrebbe voluto mandare un messaggio a sua madre solo per dirle un’ultima volta che le voleva bene. L’unico conforto della ragazza fu il pensiero di essere riuscita ad appianare quasi tutte le divergenze che aveva avuto con lei in passato. Almeno nessuna delle due sarebbe andata incontro al proprio destino con il rimorso. Entrambe sapevano di essere la persona più importante nella vita dell’altra. Questo era tutto ciò che contava.
E fu con quella consapevolezza che Em arrivò di fronte al salice i cui rami spogli e ricurvi lasciavano intravedere la panchina posizionata sotto il suo tronco, come un triste ed inquietante baldacchino.
E, seduti su quella panchina, esattamente come aveva previsto, c’erano Elijah e Kelly.

***
Un anno e quattro mesi. Tanto era passato da quella sera d’inizio estate in cui Eli ed Em si erano incontrati.
Ed in quel momento la scena si stava ripetendo, esattamente come allora, solo a parti invertite.
Prima ancora che Em posasse lo sguardo sul vampiro, lui già si era accorto della sua presenza e stava guardando nella sua direzione. La ragazza, quando lo notò, non né fu affatto sorpresa. Ormai lo conosceva troppo bene per riuscire ancora a provare stupore di fronte ai gesti quasi profetici del suo ex. Sapeva che probabilmente, nella sua insana mente contorta, doveva aver già previsto ogni cosa.
Em, dopo un lungo istante, distolse lo sguardo da quello di Eli e lo spostò su Kelly. Questa, con tutta probabilità completamente ignara del pericolo in cui si trovava, era seduta accanto al vampiro sulla panchina  teneva la testa posata sulla sua spalla. Aveva gli occhi chiusi ed in volto aveva dipinta un’espressione pacifica. Posata sulle spalle, a proteggerla dal vento, aveva la giacca del suo cavaliere. L’orlo del suo lungo vestito blu notte sfiorava il terreno ed era sporco di terra ed erba.
Fanciulla per fanciulla,
o le foglie, l’erba e la terra
diverranno la sua culla”.
I versi finali della poesia le risuonarono in testa.
-Ciao, Em- esordì la voce calda e profonda di Elijah, riportando l’attenzione della ragazza su di lui.
Quella voce, dal timbro profondo e in apparenza calmo, stridette con la sensazione profondamente sgradevole che Em avvertì irradiarsi in lei non appena la udì, simile a quella che l’attanagliava prima di un esame importante per il quale riteneva di non aver studiato abbastanza ed era certa che avrebbe fallito, ma in forma molto più acuta.
I due non si rivolgevano la parola dal loro ultimo incontro, quello in cui Eli aveva cercato di convincerla a farsi mordere, ricevendo il rifiuto che aveva segnato l’inizio del periodo infernale che Em aveva vissuto fino ad allora e che in quel momento stava per giungere al suo culmine.
-Ciao, Eli- rispose, cercando di mantenere un tono controllato e di non far trasparire la sua agitazione, nonostante fosse consapevole che di sicuro il suo ex avrebbe notato la minima traccia d’incertezza nella sua voce.
-Mi sorprendi, pensavo saresti venuta in compagnia- commentò lui.
-Credo che questa storia abbia finito per coinvolgere troppe persone che non c’entrano. Lasciale perdere, è una questione tra noi due e basta- disse Em.
Il vampiro sorrise amichevole.
-Lieto che tu te ne sia finalmente accorta. Sai, in questi ultimi tempi ho come avuto la sensazione che usassi quelle stesse persone per nasconderti-.
Di fronte a quella frecciata, la ragazza rimase in silenzio alcuni secondi, sforzandosi di apparire impassibile e cercando con cura le parole con cui proseguire.
-Come sta Kelly?- chiese, sviando il discorso.
Eli abbassò gli occhi sulla giovane addormentata come se si fosse ricordato solo in quel momento della sua presenza.
-Oh, lei sta benissimo- rispose. –Credo sia un po’ stanca, sai, i preparativi per i grandi eventi spesso possono essere molto estenuanti-.
-Ora sono qui, come avevi chiesto. Lasciala andare- disse Em, ignorando l’allusione dell’altro ed andando dritta al punto.
A quelle parole, l’atteggiamento affabile del vampiro lasciò il posto ad una di leggero disappunto. Quando se ne accorse, Em smise involontariamente di respirare, sperando di non aver essere stata troppo avventata o di aver usato un tono troppo aggressivo per i gusti del suo ex. Era ben consapevole infatti che anche il minimo cambiamento d’espressività in lui poteva significare anche essere sul punto di sfogare tutta l’ira di cui era capace e lei non poteva permetterlo: Kelly era ancora nelle sue mani.
-Non sei mai stata molto brava con i convenevoli, Emily. Non parliamo da quasi un anno, ma tu hai comunque fretta di arrivare al sodo. Certe abitudini non cambiano mai- si limitò a constatare.
-Suppongo di no- rispose lei, cercando di apparire calma. –Ma ti prego, ora dille di andarsene-.
Elijah, con un movimento tanto rapido quanto inaspettato, quasi azzerò la distanza tra lui e la sua ex in meno di un attimo. Per quanto la ragazza tentasse di controllare le proprie emozioni, il suo cuore reagì a quell’avvicinamento improvviso accelerando rapidamente, mentre il respiro le si mozzava nuovamente in gola.
Negli occhi castano scuro del vampiro, Em colse una fugace nota di compiacimento per l’effetto che quel gesto aveva avuto su di lei. Di sicuro gli aveva ricordato il periodo in cui il controllo che esercitava sulla vita della ragazza era al suo apice.
-Solo se giuri che resterai qui al suo posto- sussurrò il vampiro. –Ed intendo un giuramento vero, non uno di quelli tipici di voi umani, vuoti, senza alcun significato, che raramente vengono adempiuti. Solo allora lascerò che Kelly torni a casa incolume-
-D’accordo, avrai quello che vuoi. Tu però in cambio devi garantirmi che non farai in alcun modo del male né a lei, né alle altre ragazze, né a Violet, né a Cameron, né a Max. Assicurami che li lascerai in pace per sempre e non pianificherai alcun genere di vendetta contro di loro- rilanciò lei.
Eli la guardò dritta negli occhi per qualche secondo, indecifrabile. Infine si posò la mano destra sul cuore, come a voler dimostrare la sua buona fede e la serietà di ciò che si apprestava a promettere.
-Giuro sul mio creatore che non verrà fatto loro un solo graffio. Possa la mia immortale esistenza terminare nel preciso istante in cui mi sfiorerà anche solo l’idea di venire meno a tale accordo- disse, con tono solenne.
A quel punto, Em si sentì sollevata dalla maggior parte del peso che sentiva gravare su di lei dal momento stesso in cui Violet aveva letto ad alta voce il messaggio che il vampiro aveva scritto poco prima di lasciare il ballo. I suoi amici erano finalmente al sicuro dalle ritorsioni di Eli. Poteva morire felice, letteralmente.
-Ora però è il tuo turno- aggiunse il vampiro dopo una breve pausa, allontanando i pensieri della ragazza dagli unici veri amici che aveva mai avuto e riportandoli su sé stessa e ciò che la attendeva.
-Cosa desideri che dica?- Chiese Em con un filo di voce, guardando rassegnata negli occhi la sorte che aveva inutilmente provato ad evitare per dodici lunghissimi mesi.
Se non altro, se non altro, se ne sarebbe andata con la consapevolezza che il tempo che era riuscita a guadagnare non era stato vano.
-Prometti che resterai con me qualunque cosa succeda- disse Elijah, prendendole le mani e stringendole tra le sue, in una fredda morsa a cui Em non accennò nemmeno ad opporsi. Il suo volto era così vicino a quello di Em che la ragazza riusciva a sentire il suo respiro freddo sulla pelle.
-Prometti che non tenterai di fuggire ancora una volta da me, dai nostri sentimenti e da tutto ciò che ci lega sin dalla notte in cui il destino ha scelto di condurmi da te. Prometti che accetterai di diventare la mia sposa, la mia eterea principessa della notte e che staremo insieme per sempre. Promettimi che sarai solamente mia e di nessun altro. Promettimi che smetterai di opporti a tutto questo, che smetterai di fingere che il tuo posto in questo mondo sia tra la mediocrità umana, perché noi meritiamo molto, molto di più-
-Lo prometto. Farò come chiedi- rispose meccanicamente la ragazza.
-Ed io inoltre, in cambio della tua definitiva prova di devozione- aggiunse il vampiro. –Giuro che non ti lascerò mai più. Mai. A partire da questa notte, tu ed io diventeremo due inscindibili metà della stessa carne e dello stesso spirito. Nelle nostre vene scorrerà lo stesso sangue e ci apparterremo in eterno-.
Elijah si avvicinò ad Em di un altro passo, lasciò le sue mani per cingerle dolcemente i fianchi, attirandola a sé e annullando ciò che restava della distanza tra loro. La ragazza dovette fare appello ad ogni muscolo del suo corpo per non assecondare l’istinto che le suggeriva di indietreggiare.
-Mia dolce, bellissima Emily- le sussurrò il vampiro all’orecchio. -Se solo potessi vederti attraverso il mio sguardo anche solo per un’istante, comprenderesti la ragione per cui ho dovuto fare tutto questo. Non credere che per me sia stato semplice guardarti da lontano mentre lasciavi che la tua mortale paura prendesse il sopravvento allontanandoti da me e da tutto quello che avevamo costruito. Durante quest’ultimo, terribile anno abbiamo sofferto insieme. A stento sono riuscito a sopportare il dolore di vedere il tuo dolce volto mascherato di paura ogni qualvolta incrociavo i tuoi occhi. Ma tu ora sei qui e sei ancora più bella della sera in cui ti ho incontrata-.
Il vampiro posò la sua mano gelata sul volto della ragazza, sfiorandole le labbra con il pollice mentre lei rimaneva immobile, sperando e pregando che tutto finisse nel modo più rapido ed indolore possibile. Reprimere le lacrime stava diventando quasi impossibile ed avvertiva chiaramente che una parte di lei, quella egoista e vigliacca, sarebbe stata disposta a fare qualunque cosa, anche a scarificare Kelly, pur di fuggire dall’orribile incubo che stava vivendo.
Intanto, Elijah continuava imperterrito con i suoi vaneggiamenti.
-Ho sempre saputo che presto o tardi avresti capito che la paura che credevi di provare nei miei confronti era in realtà paura verso l’esistenza senza fine che ti aspettava se fossi rimasta con me, ma non importa. Lo capisco. Per voi umani, così abituati a vivere in un mondo dove ogni cosa ha una fine, l’eternità è qualcosa di estremamente affascinante ma, al tempo stesso, terribilmente spaventoso. Ti assicuro però che puoi stare tranquilla. Ti ci abituerai-.
Detto ciò, il vampiro infilò una mano nella tasca dei suoi pantaloni e ne estrasse l’ultima cosa che Em si sarebbe aspettata di rivedere quella sera. Incastonato in un elaborato intreccio di quello che con tutta probabilità era vero oro e agganciato ad una catenella dello stesso materiale, c’era la Stella di Mezzanotte, lo zaffiro che Eli aveva cercato di regalarle quando le aveva chiesto di lasciarsi “trasformare” per la prima volta.
Senza dire una parola, lui sorrise ed agganciò il gioiello al collo dell’amata, dopodiché indietreggiò leggermente per ammirarla.
-Ora sei perfetta- disse, in tono quasi commosso.
A quel punto si avvicinò nuovamente, accostò le proprie labbra a quelle di lei e, quando fu abbastanza vicino da sfiorarle, si fermò per sussurrarle le stesse parole che, un tempo, erano state per la giovane un’immensa fonte di gioia.
-Ti amo, Em-.
La ragazza sentì la bocca di Eli premere sulla sua con controllata decisione. Solo allora si rese conto di aver trascorso l’ultima ora cercando di prepararsi emotivamente a qualunque crudeltà avrebbe potuto infliggerle il suo ex, ma di non esserlo minimamente verso un gesto del genere.
Em cercò di non opporre alcuna resistenza verso quell’assurdo bacio che, nonostante tutto, le diede fin da subito una sensazione fin troppo familiare.
Sentì confondersi in lei il sapore dolce dei ricordi inizialmente felici in compagnia di quello che aveva inizialmente creduto fosse il suo primo amore, nonché anima gemella, con quello aspro dei ricordi dell’ultimo anno e in particolare dell’ultimo mese, che la travolsero senza che lei potesse fare nulla per fermarli.
In quel preciso istante, Em prese pienamente coscienza di quanto stava facendo. Quell’improbabile ed indesiderato bacio aveva ottenuto un effetto che nemmeno l’acuta mente di Elijah sarebbe riuscita a prevedere: aveva ridato alla ragazza un attimo della lucidità che il dolore e l’esasperazione avevano offuscato fino a quel momento.
Fu come una scossa elettrica che attraversò i pensieri della ragazza per un brevissimo istante, sufficiente però ad illuminare la sua mente, mostrandole la situazione in cui si trovava sotto un punto di vista molto più consapevole.
Era come se stesse guardando dall’esterno la scena in cui lei stessa era protagonista, rendendosi conto definitivamente dell’errore che stava commettendo: aveva scelto di consegnarsi volontariamente alla morte, e di ciò non era pentita, ma con quel suo atteggiamento remissivo si stava annullando ancora una volta; stava dando ad Eli l’illusione di essere una sua proprietà.
Non era in quel modo che desiderava morire, annullando definitivamente sé stessa di fronte al suo aguzzino, all’essere che più odiava al mondo. Non dopo aver sofferto così tanto per riappropriarsi della sua vita,  soprattutto se ciò voleva dire vanificare tutti gli sforzi che Serena, Clare, Aly, Violet e Max avevano fatto per tenerla al sicuro e farle capire che lei valeva ogni difficoltà in cui si erano imbattuti e contro cui avevano lottato senza esitazione fino a quella sera. Non poteva e non voleva.
Come si era ripromessa prima di varcare l’ingresso di quel maledetto parco, per nessuna ragione al mondo avrebbe ceduto anche il suo ultimo grammo di dignità al suo assassino.
Con tutta la forza che le rimaneva, la ragazza assestò al vampiro lo spintone più violento che avesse mai dato a qualcuno in vita sua, cogliendolo del tutto impreparato ad una reazione simile e costringendolo a lasciarla andare e ad allontanarsi di appena un paio passi. Non si aspettava certo di riuscire a fargli perdere l’equilibrio, ma non era quello il suo intento.
Voleva mettere in chiaro una volta per tutte che lui avrebbe anche potuto impossessarsi del suo corpo e farne quello che voleva, ma la sua anima, la sua essenza, ciò che la rendeva Emily Alexandra Cortese, non gli sarebbe mai potuto appartenere. Non gliel’avrebbe mai ceduto.
Quando si rese conto di quanto successo, Elijah rivolse ad Em uno sguardo che la ragazza inizialmente non seppe identificare.
Sembrava incredulo, come se rifiutasse di realizzare quanto era appena successo. Bastarono però pochi secondi perché l’espressione sul suo volto si facesse sempre più inquietante e tetra, dettaglio che faceva presagire la furia che il vampiro avrebbe sfogato a breve, proprio come l’anno prima, sempre in quello stesso parco, quando lei lo aveva rifiutato per la prima volta.
A quel punto, la ragazza sentì il suo coraggio opporsi al panico che premeva per impossessarsi nuovamente di lei, dando vita ad un’altra estenuante lotta contro sé stessa: l’istinto contro la ragione.
Il vampiro scoprì gli affilatissimi denti di cui disponeva ed iniziò ad emettere un suono gutturale e profondo, simile al ringhio di un lupo.
-Siete tutte uguali- disse, muovendosi lentamente verso di lei. –Meschine, ipocrite, inaffidabili, ingorde. Potremmo darvi la luna, e ancora non sarebbe abbastanza. Mettiamo a repentaglio la nostra stessa immortalità per la vostra inutile e viscida vita mortale, ma per voi ormai è solo un gesto banale, quasi scontato-.
La ragazza rimase paralizzata al suo posto, indecisa su come comportarsi. Eli le afferrò il mento e glielo sollevò bruscamente, per far sì che lei lo guardasse dritto nei suoi occhi castano scuro.
-Vi offriamo amore e vita eterni, e voi non vi mostrate minimamente riconoscenti, pensando solo ai vostri vili desideri. Vi mostrate vulnerabili, deboli e stupide, ma non appena ottenete ciò che volete, vi rivelate per quello che siete veramente: esseri subdoli ed egoisti. Dimmi, Emily, chi è il vero parassita? Chi si nutre della linfa vitale altrui? Chi è il vero vampiro?-
Em non riuscì a rispondere. Non aveva la minima idea di cos’avrebbe potuto dire.
Elijah la lasciò andare, le voltò le spalle e fece per allontanarsi.
La ragazza ci mise qualche secondo di troppo per capire quali fossero le intenzioni del suo ex, ma poi lo sguardo di quest’ultimo si posò su Kelly, che se ne stava accasciata sulla panchina, completamente ignara di quanto le succedeva intorno. In quell’istante, ciò che doveva fare divenne improvvisamente chiaro.
-Fermati!- gridò.
Inaspettatamente, il vampiro ubbidì e si voltò nuovamente verso di lei, mentre il vento gli scompigliava la lunga frangia castana che quasi gli nascondeva gli occhi. Si trovava a meno di un metro dalla cugina di Em.
-Hai infranto il nostro accordo- gli ricordò lui. Il suo atteggiamento era tornato ad essere inquietantemente calmo. –Ed in un lasso di tempo insolitamente breve, oserei dire. Questo significa, nel caso non l’avessi ancora capito, che non sono più tenuto ad accontentarti in alcun modo. Certo, potrei semplicemente ucciderti e poi andarmene, ma sarebbe troppo semplice. No, Em. Tu resterai viva fino a quando non avrai visto tutti coloro a cui tieni morire in modo atroce e nella consapevolezza che la responsabilità di tutto ciò che gli accadrà sarà solamente tua. Kelly, Serena, Clare, la ragazzina di James, quello stupido sicario della Fratellanza, quell’abominio traditore di Maximus, tua madre… Magari potrei fare in modo che sia proprio tu ad ucciderli, uno alla volta. Rimarresti cosciente di tutte le deliziose torture che infliggerai loro, ma non potrai fare niente per fermarti. E solo quando, dilaniata dal dolore e dai sensi di colpa, m’implorerai di ucciderti, allora forse ti accontenterò. Sì, penso proprio che farò così-.
Il vampiro diede nuovamente le spalle ad Em per osservare Kelly.
-Ora però sono assetato. Quindi per il momento dovrai accontentarti di restare a guardare- disse lui, chinandosi verso la ragazza incosciente.
-Io invece non credo proprio- replicò Em, attirando nuovamente l’attenzione del vampiro. –A meno che tu non voglia venir meno ad una promessa. E sappiamo entrambi che non lo farai: hai giurato sul tuo creatore-
Il tono fermo della ragazza confuse per un momento Eli, che la fissò perplesso per qualche secondo, prima di lasciarsi andare ad una breve risata.
-Tu hai rifiutato la mia offerta, hai infranto il nostro accordo. Non ho la minima intenzione di darti una seconda…-
-Io non ho in alcun modo infranto il nostro accordo- puntualizzò lei, interrompendo l’altro e, contro l’istinto di ogni cellula del suo corpo, si mosse verso di lui. –Tu mi hai chiesto di rimanere con te a prescindere da tutto, di smettere di fuggire da ciò che io provo nei tuoi confronti, di permetterti di fare di me la tua eterea principessa della Notte, ed io ho accettato. Infatti sono ancora qui e non ho intenzione di andare da nessuna parte. Soprattutto però ho particolarmente intenzione di mantenere fede alla tua richiesta di smettere di rinnegare il sentimento che mi lega a te. Perché io provo solo odio, nei tuoi confronti, Eli. Nient’altro che questo. Ti detesto come non ho mai detestato nessuno in vita mia. Prima di incontrarti non avevo mai desiderato veder qualcuno soffrire fino ad arrivare a contorcersi ai miei piedi supplicando pietà, invece ora è solo questo, quello che desidero per te. È l’unico insegnamento che ti devo. Quindi puoi stare tranquillo, mio principe del Nulla Cosmico. Nemmeno volendo potrei rinnegare ciò che provo. In altre parole, l’accordo è ancora perfettamente valido. Ora sta solo a te finire ciò che hai iniziato, Damien Elijah Thompson. Prendimi e fa’ di me la tua principessa della Notte. Una principessa che ti odierà in eterno e che serberà rancore nei tuoi confronti in questa vita e nella prossima, qualunque essa sarà-.
Eli la fissava mentre la sua ira aumentava ad ogni parola che Em pronunciava e avvelenava il suo sguardo solitamente magnetico e rendendolo sempre più simile ad una belva feroce in procinto di sfogare la sua ira.
Quando la ragazza finì di parlare si trovava a meno di mezzo metro dal vampiro. In parte si sentiva come un agnello che si offriva al suo predatore, tuttavia era anche perfettamente consapevole del fatto di aver appena dimostrato al suo ex di non avere nulla in comune con un animale vulnerabile e debole ma, anzi, di essere l’esatto opposto.
Em stava assaporando quelli che sapeva essere gli ultimi attimi di quel senso di trionfo prima che il terrore per la sorte che l’attendeva prendesse il sopravvento su ogni altra emozione. Invece non ebbe nemmeno il tempo di rendersi pienamente conto di quanto stava per succedere.
Con un movimento repentino Elijah le afferrò la nuca ed affondò i denti nel collo della ragazza.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Claire Penny