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Autore: strayheart00    28/01/2017    1 recensioni
Quando, in una normale giornata di luglio, Logan Stuart si era svegliato non credeva che di lì a poche ore sarebbe diventato amico di Sam Ferrari. Non si aspettava nemmeno che nel corso dei mesi avrebbe perso la testa per lei fino a consegnarle il suo cuore. E di certo non poteva mai sospettare che quella ragazza gli avrebbe cambiato totalmente la vita, facendo crollare ogni sua certezza. Peccato che nella vita niente va come ci si aspetta e il destino ha sempre in serbo qualcosa. Così Logan si ritroverà coinvolta in una storia che lo porterà a toccare il cielo con un dito per poi fallo sprofondare nel gelo dell'inferno.
*Tratto da uno dei capitoli:*
«Vieni qui e guardiamo il sole sorgere brontolo. La nostra notte folle è finita» detto questo venne di nuovo a sedersi accanto a me e insieme guardammo il sole svegliare la città che non dorme mai. E insieme al sole si svegliò anche qualcosa dentro me.
Che fosse il mio cuore?
Sam Ferrari mi era entrata dentro più di quanto mi piaceva ammettere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Badboy vs Goodgirl '
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La situazione stava degenerando e anche piuttosto in fretta. Sam dalla parte opposta dell'aula mi lanciò uno sguardo omicidia degno dei miglior film horror. Nella mia mente stavo valutando le possibili opzioni, ma mi sembravano tutte delle azioni suicide. Potevo correre fuori dall'aula ma in questo modo sarei stato convocato dal preside o potevo scappare dalla finestra ma avrei fatto la stessa fine. Non avevo molte possibilità, così feci la cosa più stupida che potessi fare. Alzai la mano e urlai disperato «Prof posso andare in bagno?». Ero proprio un genio, nulla da aggiungere. Scappai dalla classe a gambe levate senza nemmeno aspettare la risposta del professore, non era una cosa utile in quel momento. Fuori dalla classe finalmente riuscì a respirare. Negli ultimi tre giorni le cose erano precipitate così velocemente da lasciarmi senza forza per reagire. Dopo aver lasciato Sam e quell'angolo di paradiso, avevo dovuto affrontare di nuovo la realtà. Mio padre stava per tornare e mi voleva fuori da quella casa, altrimenti avrebbe fatto del male alla mamma e Rachel. In ogni caso e modo avrebbe comunque potuto fare del male alle mie donne e dunque non intendevo andarmene. Il problema più grande era però mia madre: lei mi voleva fuori da quell'appartamento. Avevo troppi problemi e nessuna soluzione. Non ne avevo parlato né con Tom né con Char, semplicemente non potevo... loro non avrebbero capito. Per di più quella mattina avevo anche litigato con Sam per un motivo talmente stupido da essere ridicolo. Una delle mie ex mi aveva attaccato una lettera d'amore sul banco e questo aveva fatto perdere la testa alla mia ragazza. Io invece avevo riso e così la situazione era degenerata. Sam mi aveva urlato contro e mentre io mi giustificano, il professore era entrato in classe e, beh, per paura ero scappato a gambe levate. Ero totalmente perso nei miei pensieri tanto da non accorgermi nemmeno dell'arrivo di Gwen.
«Logan, ti trovo sempre più figo» ovviamente aveva ridacchiato come una perfetta bambolina.
«Ciao anche a te Gwen» io invece sembravo serio come la morta.
«Non sei felice di vedermi?» sembrava addirittura triste.
«Perché dovrei essere felice nel vedere te?».
«Forse perché sono una persona molto più sincera della tua ragazza» ad un tratto la sua voce era diventata seria, fin troppo.
«Si certo come no. È io sono babbo Natale» non potevo essere più ironico di così.
«Non vorrei mai vedere scomparire i tuoi addominali. L'ultima volta che li ho visti stavano così bene! Sarebbe un vero peccato» ed ecco che ritornava la barbie di sempre.
«Non credo che tu voglia parlare dei miei addominali. Smettila con le stronzate» iniziavo sul serio a stancarmi.
«Cosa vuoi che ti dica? Tanto non mi crederesti mai anche se ti dicessi la verità» si spostò i lunghi capelli dietro la schiena prima di fissare i suoi occhi sei miei. Aveva lo sguardo fiammeggiante come non l'avevo mai visto, arrabbiato e freddo.
«Perché? Perché non dovrei crederti?» io non ero da meno. Gwen mi stava davvero facendo perdere la pazienza.
«Perché riguarda la tua perfetta fidanzatina. Quelli che tutti credono una santa!» mi urlò addosso quelle frasi. Stringeva i pugni e tremava dalla rabbia.
«Gwen -mi avvicinai a lei- dimmi la verità. Ora» la preoccupazione si faceva sempre più spazio dentro me.
«Prima voglio farti una domanda» si allontanò fino ad appoggiarsi al muro.
«Va bene! Fammi pure questa fottutissima domanda» non ne potevo più. Avevo bisogno di pace e invece mi ritrovavo più problemi addosso.
«Ti sei innamorato di lei?».
Ci pensai prima di rispondere. L'avevo detto a Sam, a Tom e Char e persino Matt iniziava a sospettare qualcosa... ma dirlo a Gwen? Dovevo però sapere che cosa aveva fatto così arrabbiare la ragazza e che ruolo aveva la mia fidanzata nella storia.
«Si» nel rispondere non avevo potuto trattenere un sorriso che mi andava da una guancia all'altra.
«È troppo tardi. Mi dispiace Logan, avrei dovuto dirtelo mesi fa» si vedeva chiaramente quanto si sentisse in colpa.
«Gwen. Per favore dimmelo!» ormai ero disperato.
«Logan... Sam ti ha mentito su tutto, ogni piccola cosa che riguarda la vostra storia è una sporca bugia. Lei non ha mai nemmeno smesso di vedere Cam in tutti questi mesi! Si è presa gioco di te!».
Sentì un colpo nel petto e poi più niente. Mi girai e inizia ad allontanarmi da Gwen, nonostante lei stesse continuando a chiamarmi. Ma io dovevo andarmene, dovevo scappare da lì prima di scoppiare.

****

Al mio rientro in classe Sam non aveva accennato nemmeno uno sguardo verso di me, meglio così. L'ultima cosa di cui avevo bisogno era un contatto con lei, di qualunque tipo fosse. Mi ero seduto al mio posto, accanto ad un Tom mezzo addormentato. Gli tirai una gomitata nelle costole per farlo svegliare.
«Ma dico sei impazzito per caso?» non l'aveva urlato ma quasi e questo ci fece richiamare dal prof, sai che novità.
«Devi farmi un favore, ma non devi chiedermi perché, Ci stai?» nella mia mente avevo già pianificato ogni cosa.
«Non devi nemmeno chiedermelo fratello» e per rafforzare il concetto mi fece anche un'occhiolino. Dio che cretino che avevo per migliore amico.
Strappai un pezzo dal mio foglio ancora immacolato e scrissi un messaggio: "All'ora di pranzo in palestra. Gwen mi ha detto tutto". Passai il biglietto ripiegato a Tom che mi guardava in attesa.
«A chi dovrei darlo?» si vedeva chiaramente quanto la situazione lo divertisse.
«La prossima ora hai lezione con Cam. Dallo a lui e di che è da parte mia» ero sicuro al cento per cento che quel coglione avrebbe capito.
«Come vuoi amico. Ogni tuo desiderio è un ordine» e dopo si era messo a ridere senza un motivo valido. Lo dicevo io che era matto come un cavallo.
«Tom, lo sai che mi fido di te ma per favore non leggere quel biglietto. E cosa più importante: non dire niente a Sam» avevo abbassato il tono della voce perché il professore si era avvicinato troppo. Tom annuì senza chiedermi altro, mise il biglietto in tasca e, voltandosi verso la finestra, si perse nei suoi pensieri. Ormai succedeva sempre più spesso e io non avevo la minima idea di come poterlo aiutare, che bel migliore amico che ero. Per staccare la mente da tutta quella merda iniziai a guardarmi in giro. Senza volerlo i miei occhi si posarono su Sam, da troppi mesi ormai abituati a farlo. Osservai la ragazza che mi aveva rubato il cuore e sperai con tutto me stesso che quelle di Gwen fossero solo balle. Se fosse stato vero il mio cuore non avrebbe retto un colpo del genere. Questa sarebbe stata la volta buona in cui avrei gettato la spugna, stanco di combattere una vita che non mi voleva felice. Tom mi prese alla sprovvista facendomi sussultare «Sam non ti farebbe mai soffrire Logan, ci tiene troppo a te».
Le ultime parole famose.

****

Al suono della terza ora mi assicurai un posto accanto a Taylor, una delle cheerleader insieme a Sam. Taylor era la migliore amica di Gwen, quindi era l'unica a potermi dire qualcosa prima dell'incontro com Cam.
«Stuart questo non è il tuo posto» mi fece notare la ragazza appena entrò il classe.
«Lo so dolcezza, voglio solo parlare con te» il nomignolo fu accompagnato da uno dei miei sorrisi che mi aveva fatto aprire molte gambe. Taylor mi guardò con sospetto mentre si sedeva.
«Allora, dimmi tutto» quando mi aveva parlato si era girata completamente verso di me, ignorando la professoressa che nel frattempo era arrivata in classe.
«Stamattina ho avuto un interessante conversazione con la tua amica del cuore» iniziai facendo molto il vago.
«Ah si? È la tua bella lo sa?» se Gwen odiava Sam, Taylor la odiava il doppio.
«Abbiamo litigato» infondo era la verità.
«Finalmente ti sei reso conto di che essere insulso sia? Meglio tornare ai vecchi tempi quando ti facevi una diversa ogni sera?» mi lanciò quella frecciatina, ancora incazzata per quello che era successo tra di noi l'anno scorso.
«Quando ci metterai una pietra sopra?  Inizio a stancarmi sul serio. Mai avuto per una scopata tutti sti problemi» sbuffai per poi mettermi più comodo sulla sedia.
«Dovrei chiederti scusa?» Se prima poteva essere poco incazzata adesso era una belva feroce.
«No Taylor, solo dammi tregua. Sono qui per chiederti una cosa» ero venuto in pace, non poteva attaccarmi ancora .
«Va bene! Dimmi cosa vuoi» finalmente si era arresa! Dovevo festeggiare anche se non avevo nessun vero motivo per essere felice.
«Come ti stavo dicendo stamattina ho parlato con Gwen. Mi ha detto tutto» ero diventato serio in pochi secondi, con il cuore nel petto che si stava preparando con i paracolpi.
«Cosa ti ha detto?» Era chiaramente felice della notizia, mancava poco che si mettesse a ballare sul banco.
«Che in realtà Sam è una bugiarda e che non ha mai smesso di vedere Cam» nel dire quelle cose l'ennesimo pugno nello stomaco e il senso di vomito. Taylor scoppiò a ridere facendo girare verso di noi tutta la classe. Jessica Moon ci fissò curiosa per poi prendere il cellulare. Sapevo già cosa stava per fare ma non avevo la minima intenzione di fermarla, volevo che la notizia arrivasse a Sam.
«La cosa ti diverte così tanto?» quanto la nostra classe di curiosi aveva ripreso a farsi i cazzi propri ripresi a parlare.
«Non puoi immaginare quando. Io e Gwen abbiamo avuto la nostra dolce vendetta».
«Vendetta? Ma che cazzo stai dicendo?!» per poco non urlai come un pazzo, mi aveva fermato il pensiero di altri problemi.
«Hai la minima idea di quanto Sam abbia fatto soffrire me e Gwen? Lei non ha un cuore» stava per piangere. Taylor tirò sul col naso nel tentativo di trattenere le lacrime.
«Cosa vi ha fatto? Aiutami a capirci qualcosa» la stavo pregando, com'ero caduto in basso.
«Non puoi nemmeno immaginare... Vestiti buttati nella spazzatura, capelli tagliati, ragazzi rubati, così tante cose» Nel parlare aveva abbassato la testa come se non riuscisse a sostenere il mio sguardo.
«Cosa c'entro io con questa storia?» Non avevo capito quale fosse il legame tra la nostra storia e la vendetta che avevano messo in atto Taylor e Gwen.
«Questo non posso dirtelo, ma voglio mostrati quanto Sam ti abbia preso per il culo» strappò allora un pezzetto di carta dove scrisse qualcosa con una stupida penna rosa. Mi passò il bigliettino e nel farlo sembrò quasi dispiaciuta.
«Non volevamo ferire anche te, eravamo convinte che non ti potessi innamorare di una così. Mi dispiace credimi» detto questo chiuse i libri proprio mentre la campanella suonava. Si alzò ma prima di uscire si girò verso di me »Meriti di meglio Logan».
Rimasto solo nell'aula aprì il bigliettino: "reimbow is the new black. 6.00 pm".
Perché avevo una brutta sensazione?

****
Dopo che quel figlio di puttana di Cam non si era presentato in palestra, avevo pensato di lasciar perdere l'intera faccenda. Non mi spiego quindi perché ero in giro per la città alla ricerca di quel dannato bar. Per tutta la giornata io e Sam non ci eravamo parlati, lei per i suoi motivi e io per i miei. Tom mi aveva riferito come Sam fosse ancora più incazzata a causa dei pettegolezzi che stavano girando. A quanto pare io la tradivo con Taylor e Gwen: come non crederci? La sua rabbia non mi preoccupava nemmeno un po' perché avevo il presentimento che a fine giornata lei avrebbe dovuto dare delle spiegazioni a me. Giunto finalmente nei pressi del locale parcheggiai nel primo posto libero. Ormai erano le 6.00pm  è rischiavo di perdere la testa per l'ansia e il nervosismo. Il telefono prese a squillare proprio in quel momento e senza nemmeno guardare chi diavolo fosse risposi.
"Pronto?"
"MA DOVE CAZZO SEI?"
L'urlo di Char arrivò perfettamente alle mie orecchie, fracassandomi i timpani.
"Sono in giro perché?"
"Come perché? Hai forse dimenticato che giorno è oggi?"
"Francamente? Si"
"TU! SEI UNO STRONZO"
"Char vedi di darti una calmata e muoviti a dirmi cosa vuoi"
"Come mai così acido? Hai litigato con la tua bella?"
"Una cosa del genere"
"Logan... caro Logan... siete talmente ridicoli"
"Perché?"
"Perché vi amate eppure permettete ad mondo di interferire con la vostra storia"
Mi ritrovai a riflettere sulle parole di Char. La mia amica mai come in quel caso era molto vicina ad avere quasi ragione.
"Char dimmi quello che vuoi che ho da fare"
"E va bene scorbutico del cazzo!"
"Sei sempre una Signore col linguaggio"
"Va a farti fottere razza di Coglione"
"Basta così poco per farti arrabbiare. Non fa nemmeno più ridere"
"Pezzo di Merda che non sei altro, prima che chiuda il telefono e ti mandi a cagare una volta per sempre, stammi a sentire"
"Dimmi tutto"
"Stasera c'è la cena da me, alle 8pm. Sii puntuale per favore"
"Ci proverò"
"Porti anche Sam vero?"
"Ti farò sapere"
"Fa il cazzo che ti pare."
"Ti voglio bene anch'io amichetta"
Chiusi la chiamata e con un respiro profondo mi avvicinai al locale. Appena svoltai l'angolo però mi sentì morire. Tutto intorno a me si frantumò. Le mie speranze, i miei sogni, la fiducia nel fottutissimo mondo che mi aveva procurato solo dolore e il mio cuore si schiantarono di fronte alla cruda realtà, facendomi mancare la terra sotto i piedi. Sam stava baciando Cam davanti a quel cazzo di locale come se fosse la cosa più normale da fare. La ragazza di cui ero innamorato, la donna a cui avevo aperto il mio cuore, mi stava tradendo. Non sentì più niente, solo il dolore che mi stava corrodendo l'anima e mi infettava il sangue. Il mio cervello era completamente paralizzato, non riuscivo a spiccare una parola o a muovere un muscolo. Dovevo andarmene ma non ci riuscivo, perché la mia mente malata voleva vedere ancora quello spettacolo? Il clacson di un taxi mi fece ridestare e mi allontanai da quel posto alla velocità della luce. Lontano da quella vista inizia a correre verso l'unica persona che poteva aiutarmi, sperando che non fosse troppo tardi.

 

   
 
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