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Autore: Bluemoon Desire    29/01/2017    5 recensioni
[L\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'Allieva ]
Nel tentativo di proporre una continuazione ideale delle avventure dei protagonisti de "L'Allieva", questa storia riparte lì dove il finale della prima serie si è interrotto, con la nostra simpatica Alice divisa tra gli amori della sua vita, Claudio ed Arthur.
Forse nel suo cuore la decisione è già presa, ma riuscirà a perseguirla senza più paure ed incertezze? [ ATTENZIONE: La storyline e la caratterizzazione dei personaggi prendono spunto sia dalla fiction Rai che dai romanzi di Alessia Gazzola]
Genere: Commedia, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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                                                                 CAPITOLO 4 - L'ORA DELL'AMORE
 

“Was it hard? Letting go?”
“Not as hard as holding on to something that wasn't real.”
 

—   Lisa Schroeder


Con oltre quindici minuti di ritardo sulla tabella di marcia - e senza neppure la benché minima traccia di caffeina in corpo - Alice si scapicollò goffamente verso l'ufficio di Claudio, la solita pesante borsa a tracolla che ondeggiava ritmicamente sul suo fianco, seguendo la confusa scia dei suoi movimenti.  Quando finalmente irruppe nella stanza, tre paia di occhi virarono rapidi nella sua direzione, accrescendo su scala esponenziale il suo senso di disagio. Era inconcepibile che anche quella mattina Calligaris e Visone l'avessero battuta sul tempo...e pensare che il commissariato si trovava dall'altra parte della città!

« Alla buon'ora, Allevi... » la accolse freddamente Claudio, scoccandole una torva occhiata di disappunto.

Alice ingoiò in silenzio quell'ennesimo boccone amaro e si sistemò comodamente sul divanetto di pelle che fronteggiava l'ampia scrivania di Conforti, in attesa che Calligaris li ragguagliasse brevemente circa le ultime novità sul caso Sperduti. 

« Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i genitori del ragazzo e con alcuni suoi amici di vecchia data... » prese a raccontare il vicequestore aggiunto, disseminando velocemente la scrivania di Claudio di decine e decine di fotografie della scena del crimine « ...tutti lo hanno descritto come un ragazzo sereno, ben educato, non particolarmente avvezzo ad alcool o altri stravizi del genere. Insomma, sembrava quasi che stessero parlando di un tizio in lista per la beatificazione! » 

« Sento un enorme "ma" in arrivo... » gli fece subito eco Claudio con fare incalzante, sollevando appena il sopracciglio. 

Chiaramente c'era qualcosa in quel quadro di dubbia perfezione che rendeva Calligaris piuttosto scettico, e anche Alice non potè evitare di notarlo. 

« E infatti hai ragione, Conforti! » confermò Calligaris, rivolgendogli uno dei suoi soliti sorrisoni sornioni « Più precisamente, l'enorme "ma" di cui parli sembra avere a che fare con una misteriosa persona che Riccardo frequentava già da qualche tempo. I suoi genitori dicono che era molto riservato e che non ha mai voluto rivelare il nome di questa persona, ma il suo migliore amico, un tale Alessio Scapece, ci ha raccontato di aver origliato per caso una conversazione telefonica tra Sperduti e questa figura del mistero, proprio alcuni giorni prima del suo omicidio. Stando al suo racconto, sembrava che i due stessero litigando furiosamente per qualcosa...qualcosa che Riccardo avrebbe voluto divulgare e che invece l'altra persona desiderava mantenere segreto. Non so cosa ne pensiate voi due, ma io sento puzza di movente...»  
 
« E' possibile, ma come facciamo a risalire all'identità di questa persona? » convenne Alice, assumendo un'espressione pensierosa « Tra gli effetti personali di Riccardo non abbiamo rinvenuto il suo cellulare... »

« Giusta osservazione, signorina » fece Calligaris, prima di rivolgere un rapido cenno a Visione perché provvedesse a mostrar loro qualcosa.
Più precisamente, un telefono cellulare d'ultima generazione dall'aria piuttosto malridotta.

« E questo da dove salta fuori? » domandò Claudio, squadrando a distanza l'oggetto con un vago e circostanziale interesse. 

« Lo abbiamo recuperato dalle putride acque di un rigagnolo che scorre nelle vicinanze del luogo del ritrovamento del cadavere » spiegò Calligaris con un tono che sprizzava fierezza da ogni dove « Stavamo terminando gli ultimi rilevamenti nell'area e abbiamo deciso di dare un'occhiata anche lì, nel caso in cui l'assassino avesse voluto liberarsi di qualche prova per evitare che potessimo risalire alla sua identità. E a quanto pare avevamo ragione! I nostri tecnici sono riusciti a recuperare gran parte dei dati della scheda e presto ne sapremo di più sul suo contenuto...se volete la mia opinione professionale, però, questo è senza alcun dubbio il cellulare di Sperduti. A questo proposito, Conforti, avrei bisogno di una cortesia... »

Accostatasi silenziosamente alla scrivania di Claudio, Alice ne approfittò per gettare una serie di occhiate indagatrici alle fotografie e ai vari reperti recuperati dalla polizia sulla scena del crimine e, mentre tentava d'imprimere nella memoria il maggior numero di dettagli possibile, si trovò a domandarsi cosa mai potesse aver spinto l'assassino di Riccardo a commettere una simile atrocità.
Ormai aveva accumulato abbastanza esperienza sul campo da convincersi che, spesso e volentieri, gli oscuri segreti celati dietro quel genere di efferatezze risultavano a dir poco incomprensibili perfino al cospetto delle contorte menti degli stessi assassini. 

« Alice, hai sentito quello che ti ho detto? »

La voce tonante e seccata di Claudio la ricacciò di nuovo in fretta e furia nel mondo reale. 

« ...mi ero distratta, scusa »

« Sai che novità! Comunque...stavo dicendo che stasera dovrai darmi una mano a ricostruire il profilo genetico della vittima per poterlo poi comparare con le altre tracce di DNA rinvenute sugli oggetti recuperati dalla scena del crimine. In questo modo sarà più facile isolare le tracce genetiche più rivelanti ai fini delle indagini di polizia. Pensi di esserne in grado, o devo chiedere aiuto a Lara? » 

A quelle parole, Alice raddrizzò in fretta le spalle con uno scatto visibilmente indignato. 

« Certo che ne sono in grado, Claudio, è il mio lavoro! » replicò aspramente, senza risparmiargli una sottile punta d'astio. 

Detestava avere a che fare con quelle sue stupide frecciatine gratuite e, a dirla tutta, non pensava neppure di meritarle. 
O almeno non più.
Ogni volta che s'illudeva di aver finalmente imboccato la strada giusta con Claudio, ecco che lui ritirava fuori la versione peggiore di se stesso, facendo riemergere in lei ogni singolo timore.

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Erano da poco passate le sette della sera e ormai l'Istituto di Medicina Legale si era quasi completamente svuotato dei suoi operosi occupanti, inghiottito in un profondo silenzio a tratti perfino vagamente inquietante.
Non tutti, però, avevano abbandonato la propria postazione di lavoro. 
Seduta scompostamente su uno degli scomodissimi sgabelli del laboratorio di Istopatologia forense, Alice indirizzò l'ennesima occhiata annoiata verso Claudio, i cui magnetici occhi blu sembravano proprio non volersi staccare da quel dannato microscopio. 

Possibile che, tutto d'un tratto, il sexy infame si fosse tramutato nel più integerrimo degli stacanovisti? 
Da quando avevano messo piede lì dentro - circa due ore prima - non l'aveva mai degnata di uno sguardo, né tanto meno le aveva rivolto la parola. Tanto valeva lasciarla tornare a casa insieme al resto degli specializzandi, invece di tenerla lì in custodia a riscaldare lo sgabello!

« ...secondo te, è possibile che si sia trattato di un omicidio a sfondo passionale? » lo interpellò d'un tratto, spezzando finalmente quell'insopportabile e prolungato silenzio. 

« Perché? » ribatté lui, sempre senza distogliere lo sguardo.

« Beh, perché quando s'indaga su un omicidio, di solito viene spontaneo domandarsi per quale motivo la persona che si trova sul tavolo dell'obitorio sia finita sotto i nostri ferri--»

« No, non hai capito » la interruppe seccamente Claudio, con atteggiamento ben poco tollerante « Perché pensi che me ne freghi qualcosa? »

Quella risposta sufficientemente acida bastò a demolire anche l'ultima briciola di pazienza che ancora dimorava nel corpo di Alice, spingendola a reagire in modo altrettanto spiacevole. 

« Si può sapere che diavolo ti prende, Claudio? » lo apostrofò con astio, afferrandogli con forza un braccio per costringerlo a voltarsi « Sono giorni che mi rivolgi a malapena la parola e, le poche volte in cui lo fai, ti comporti da stronzo arrogante! Pensavo che fosse solo una mia impressione, ma ora inizio a credere di non essermi affatto sbagliata! Ero sicura che avessimo già sistemato le cose tra noi, ma forse deve essermi sfuggito qualcosa... »

Claudio sbuffò innervosito e, dopo aver spinto indietro la poltrona con un guizzo stizzoso, si alzò in piedi e si affrettò a sfilarsi il camice di dosso. Un gesto che, agli occhi di Alice, apparve piuttosto eloquente.
Chiaramente non aveva alcuna voglia di dare una seguito a quella conversazione. 

« ...fortuna che dovrei essere io quella immatura tra noi due, eh! » esplose a quel punto lei, saltando in piedi così velocemente che sembrò quasi che una molla invisibile l'avesse spinta via dallo sgabello.

Claudio si voltò di scatto, visibilmente irritato dall'intuibile sottotesto di quelle parole. 

« E con questo che cosa vorresti insinuare?! » la abbaiò, lo sguardo fiammeggiante inchiodato a quello di Alice « Ti ricordo che sei stata TU quella che in passato ha sempre voluto darsela a gambe, mentre io cercavo un contatto civile...! »

Con una rapida falcata, la giovane specializzanda gli si piazzò davanti, sbarrandogli volutamente la strada verso l'uscita, le mani ben puntate sui fianchi in un atteggiamento a dir poco battagliero. Sorpreso - ma anche vagamente divertito - da quell'inaspettata presa di posizione, Claudio riuscì a stento a nascondere l'accenno di un sorriso.

« ...staresti cercando d'intimidirmi, Allevi? » soggiunse, inarcando il sopracciglio in un'espressione subdolamente beffarda.

Dopo la sonora batosta incassata in gioventù con Beatrice, si era severamente auto-imposto un certo grado d'impassibilità sentimentale, proprio per poter scongiurare ulteriori passi falsi. Eppure, quando si trattava di Alice Allevi, proprio non riusciva a mantenere le dovute distanze. 
C'era qualcosa in lei, in quella sua dolce ingenuità piena di nobili ideali e buoni sentimenti, che lo attirava più di quanto non fosse disposto ad ammettere. O perfino ad accettare.
Anni ed anni trascorsi a sviluppare intricate strategie di difesa per evitare qualsiasi coinvolgimento emotivo con l'altro sesso, per poi farsi fregare come l'ultimo dei pivelli dalla buffa "ragazzina di Sacrofano".
Se l'era proprio andata a cercare!
 
« Dobbiamo parlare di quello che sta succedendo, Claudio » insistette Alice, fissandolo dritto negli occhi con espressione insolitamente determinata « Ricordo benissimo ciò che mi hai detto quella sera, sulla terrazza di Villa Malcomess... »

« Ottimo, perché non amo ripetermi »

« ...il problema è che non posso accettarlo. »


Il sorrisetto beffardo di Claudio parve gelare di colpo sul suo volto, lasciandovi trasparire del vivo sconcerto. 
Chiaramente non si aspettava di ricevere da lei una simile confessione, soprattutto dopo la loro ultima conversazione al party di Malcomess.

« Ho pensato tanto a noi due in questo ultimo periodo » proseguì Alice, dopo un breve silenzio « Rivedere Arthur, la sera del party accademico a casa del Supremo, mi ha fatta ripiombare per un istante indietro nel tempo con i ricordi...e con il cuore. Era lì davanti a me, meraviglioso e disponibile come sempre, ma l'unica differenza era che stavolta lo stavo guardando con occhi nuovi...più consapevoli, forse... »

Sollevando piano il mento verso Claudio, Alice ridusse drasticamente la distanza che ancora li teneva separati, incurante delle conseguenze che un simile contatto ravvicinato avrebbe potuto scatenare tra loro. 
La verità era che non lo aveva mai desiderato così tanto e, in qualche modo, in fondo al suo cuore, sentiva che forse era arrivato il momento di lasciarsi andare.

« ...quello che voglio dire è--non so con esattezza come sia potuto accadere o quando, ma...credo di aver smesso di amarlo » aggiunse poi, la voce un poco arrochita da quell'ondata di desiderio che le stava montando dentro.  

« Lo credi...o ne sei convinta? » le chiese Claudio in un sussurro, sposandole dolcemente con la mano una ciocca ribelle di capelli dalla fronte. 

Alice socchiuse brevemente gli occhi a quel contatto, riuscendo a malapena a respirare, tanto era grande il nodo che le si era formato in fondo alla gola. L'insano impulso la colse all'improvviso, come un baleno di follia, e prima ancora che Claudio potesse prendere l'iniziativa - o che il suo detestabile senso della morale potesse riportarla dritta con i piedi per terra - si sollevò sulle punte dei piedi e lo baciò. 

Le loro labbra si sfiorarono con leggera esitazione, quasi temessero di potersi respingere a vicenda, ma quando finalmente Claudio le cinse la vita con un braccio attirandola maggiormente a sé, ogni freno inibitorio residuo andò a farsi benedire ed entrambi si lasciarono completamente assorbire dalle conturbanti emozioni che vorticavano attorno a loro, senza pensare più a niente...senza preoccuparsi di niente. 

I baci di Claudio avevano da sempre la straordinaria - e pericolosa - capacità di accenderle dentro una passione ardente, un'incontenibile desiderio che, spesso e volentieri nel corso dell'ultimo anno, le aveva causato non pochi sensi di colpa. Soprattutto nei confronti di Arthur. 
Era tutto così dannatamente intenso e coinvolgente con Claudio, come se l'impatto emozionale di ogni singolo evento condiviso con lui le giungesse addirittura triplicato, al punto tale che ormai sentiva tremare il cuore anche solo ritrovandoselo accanto in sala settoria. 

« ...sei davvero sicura di volerlo? » sussurrò Claudio quasi senza fiato, staccandosi appena dalle sue labbra.  

Alice sorrise e, scuotendo piano la testa, protese entrambe le braccia verso di lui, cingendogli il collo. 

« Sta' zitto e baciami...prima che ci ripensi! » rispose poi, affondando dolcemente le dita tra i suoi folti capelli castani.

Claudio non se lo fece ripetere una volta di più e, senza aggiungere un'altra sola parola, le catturò di nuovo le labbra in un bacio così intenso e vorace da farle perdere totalmente ogni cognizione di spazio e tempo. 
A malapena riuscirono a riprendere un po' di fiato, prima che i loro indumenti si tramutassero di colpo in qualcosa di così fastidiosamente superfluo da finire disseminato in un battibaleno sul pavimento del laboratorio.
E mentre fuori dalla finestra il buio della notte inghiottiva quel poco che ancora restava del giorno, le vivaci ombre dei loro corpi congiunti parevano quasi danzare tra quelle pareti candide, accarezzate dal debole chiarore della luna. 


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« Dottoressa Allevi... » esordì Calligaris, sollevando sorpreso lo sguardo da alcuni fascicoli che stava consultando in totale solitudine nel suo ufficio « ...non c'era alcun bisogno che Conforti la spedisse qui in commissariato con i responsi autoptici, saremmo passati più tardi io e Visone in Istituto a ritirare tutto il materiale! »

« In realtà, non mi ha mandata Claudio » si affrettò a puntualizzare Alice, prendendo posto sulla sedia più vicina.

« Capisco » osservò Calligaris con un sorrisetto sornione « Come al solito, ha deciso di avviare una sua indagine parallela...ho indovinato, signorina? »

« Ehm, più o meno » confermò lei, ricambiando timidamente il sorriso « Ieri sera stavo analizzando il fascicolo del caso e d'un tratto mi è saltato all'occhio un particolare che credo meriti un approfondimento... »

« Ebbene? » incalzò Calligaris, come sempre molto interessato a conoscere il suo personale punto di vista sul caso.

« La posizione del cadavere » spiegò Alice a mezzavoce, sporgendosi leggermente con il busto verso la scrivania « Ho guardato e riguardato più volte le fotografie che ho scattato sulla scena del crimine e le ho confrontate con le ipostasi rilevate in sede autoptica sul cadavere della vittima, per potermi fare un'idea della possibile dinamica dell'omicidio. Le ipostasi indicano chiaramente che, al momento della morte, il corpo di Riccardo era supino ... »

« ...mentre quando lo abbiamo rinvenuto in quel campo era in perfetta posizione prona » la anticipò Calligaris, prendendo coscienziosamente atto degli sviluppi del discorso di Alice.

« Esatto » confermò lei, annuendo « Ovviamente è possibile che io abbia frainteso tutto e che in realtà l'assassino abbia agito in modo casuale, ma...osservando il cadavere di Riccardo, e in particolar modo l'attenta cura con cui è stato posizionato tra quei cespugli...non lo so...ho avuto una strana impressione... »

Un guizzo di comprensione attraversò lo sguardo di Calligaris, mentre agganciava improvvisamente l'intricato filo dei pensieri di Alice.

« ...è convinta che l'omicidio non sia da ricondurre ad un semplice atto di violenza fine a se stesso, dico bene? » 

« Precisamente » 

« Sono tutt'orecchi, Alice... » la incoraggiò a parlare Calligaris, incrociando entrambe le braccia sul petto in perfetta modalità d'ascolto. 

« Poniamo, per esempio, che un tizio nutra dell'odio verso un altro tizio e decida così di toglierlo di mezzo. Difficilmente si adopererebbe così tanto per sistemarne con cura il cadavere, giusto? » prese a raccontare Alice, sulla scia delle sue intuizioni « Al massimo trascinerebbe il corpo della vittima in un luogo ben poco in vista e lo abbandonerebbe laggiù, affrettandosi a liberarsi delle prove che potrebbero collegarlo all'omicidio, senza star lì a dedicargli troppe cerimonie! In queste foto, al contrario, si evince chiaramente il desiderio dell'assassino di voler restituire una certa dignità estetica alla vittima...o almeno questo è quello che mi hanno trasmesso. Inoltre, considerato il modo accurato con cui il corpo di Riccardo è stato riposizionato su quel terreno, dubito che si sia trattato solo di un caso, tutt'altro, mi viene proprio da pensare che l'assassino non sopportasse la vista del suo cadavere! E' solo una mia teoria, certo, ma...credo che il killer abbia agito in questo modo per lenire il suo senso di colpa nei confronti della vittima. Non riusciva a guardarlo negli occhi. Insomma, io credo che la persona che ha ucciso Riccardo tenesse molto a lui...altrimenti perché darsi così tanto da fare con il corpo, rischiando di essere colto in flagrante da qualche automobilista di passaggio? »

A queste parole, l'espressione di Calligaris mutò di colpo, divenendo pensierosa e meditabonda. 

« Qualcosa non le torna, vicequestore? » lo pungolò con impazienza Alice, ormai in preda ad un'avida smania di sapere. 

« No, in realtà, stavo pensando che potresti avere ragione! Tutto il materiale forense che abbiamo raccolto fino ad oggi, in effetti, sembra suggerire proprio un atto passionale - e dunque non premeditato - compiuto da qualcuno che potrebbe aver condiviso un forte legame emotivo con il ragazzo. E questo ci riporta dritti al nostro indiziato numero uno, ovvero la persona misteriosa che Riccardo frequentava di nascosto dalla sua famiglia e dai suoi amici. »

« Persona della quale, però, non sappiamo ancora nulla » sbuffò lei, un po' scoraggiata, distogliendo per un istante l'attenzione dai fascicoli disseminati sotto i suoi occhi.  

« La pazienza è la virtù dei forti, Allevi » sentenziò a quel punto Calligaris con fare criptico, prima di introdurre furtivamente la mano destra in uno dei cassetti semi aperti della sua scrivania per estrarne un sottile fascicolo cartaceo che, all'istante, piazzò sotto il naso di Alice.

« I risultati delle analisi effettuate sul cellulare di Riccardo! » esultò Alice, afferrando avidamente il fascicolo dalle mani del vicequestore aggiunto per poterne leggere il contenuto.

« Consultando l'elenco delle chiamate ricevute, siamo riusciti a risalire ad un numero di telefono in particolare » la aggiornò Calligaris « Sembra che Riccardo e questa persona si sentissero almeno una volta al giorno, tutti i giorni. Telefonate brevi, di solito qualche manciata di secondi... »

« ...quello che succede di solito quando si intrattengono delle relazioni clandestine che devono rimanere segrete! »

« E' possibile, ma c'è un problema... »

« Cioè? »

« Abbiamo fatto un controllo sull'intestatario di quel numero di telefono...è stato registrato circa otto mesi fa a nome di Riccardo Sperduti. »


« Beh, o la vittima amava intrattenere conversazioni telefoniche con se stesso nell'intimità della sua camera da letto... »

« ...oppure ha cercato in ogni modo di nascondere l'identità della persona con cui condivideva una relazione. La domanda che dobbiamo porci a questo punto è: perché? Cosa può averli spaventati al punto tale da spingerli a vivere la loro storia in una clandestinità tanto estrema? E soprattutto...che ruolo ha avuto questa pantomima nella morte di Riccardo? »






NOTE DELL'AUTORE: E rieccoci di nuovo qua! Perdonatemi per avervi fatto "penare" un po' di più per la pubblicazione di questo nuovo capitolo, ma tra le festività e altri impegni ho avuto a che fare con qualche piccolo intoppo logistico! Allora...che ne pensate? Devo aspettarmi teste o animali morti fuori dalla porta? XD
Scherzi a parte, abbiamo assistito ad un (piccolo) grande passo nella vita di Alice e abbiamo scoperto qualche dettaglio in più sul caso, ma sono ancora tanti i misteri da esplorare...e nulla è mai così semplice come sembra! A presto con il nuovo capitolo e un ringraziamento speciale a tutti quelli che continuano a seguire la storia e a lasciare recensioni! 



   
 
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