Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: Songbird97    29/01/2017    0 recensioni
La travagliata storia d'amore tra Cullen e l'Inquisitore durante il tempo di guerra che vede minacciato tutto il Thedas. Vi è attrazione tra i due ma essi desiderano cose diverse e ciò li porterà a conoscersi e ad intraprendere un viaggio di incertezze e insicurezze, oltre che a collaborare per sconfiggere il famigerato Magister Corypehus e il suo scagnozzo Samson. La storia contiene variazioni rispetto al videogioco per scelta personale.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blackwall, Cullen, Inquisitore, Josephine Montilyet, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Stai bene?”, Charleene avvolse le proprie braccia intorno al Comandante, preoccupata e dispiaciuta per tutto quello che era accaduto poco prima.

“Dovrei portela io tale domanda.”

Lui era ricoperto da piccoli tagli che il Custode gli aveva provocato in duello, il peggiore e più profondo dei quali si trovava sul fianco sinistro: il Comandante cercava di contenere la propria sofferenza, al fine di non agitare ulteriormente l'elfa o comunque per non farla sentire in colpa. Tuttavia, il dolore era lancinante e lei lo intuì, nonostante i suoi sforzi.

“Lascia che guardi quel taglio, per favore. Almeno ti posso mostrare la mia gratitudine per avermi difeso e combattuto per me.”

“Non devi mostrarmi niente, Charleene, era il minimo. Farei qualunque cosa, anche morire.”

“No! Non dirlo mai più!”

“Cosa?”

“Che moriresti! Non dirlo: è l'ultima cosa che vorrei. Rimani al mio fianco, d'accordo?”

Lui non riuscì a non sorriderle, seppur lei avesse gli occhi lucidi, ormai prossimi alle lacrime, completamente prigioniera della propria frustrazione. Era così bella anche in quello stato e l'affetto che sentiva per lei crebbe ancora di più, dopo aver assistito ad una serie di espressioni che solo la sua elfa era in grado di fare.

“Va bene, ehi, ehi..”, la prese tra le sue braccia, “tranquilla, sono qui e ci rimarrò sempre.”

Lei non resse oltre: lasciò che tutto l'insieme di nervosismo, disperazione e sofferenza la travolgessero in un fiume di lacrime e singhiozzando disse:

“È colpa mia.. è tutta colpa mia, scusami!”

E si allontanò immediatamente, gli occhi ancora colmi di lacrime; non sopportando più l'idea di essere stata la causa di quei tagli, scappò verso la sua tenda, lasciando il Comandante solo e impietrito da questa sua improvvisa azione.

I giorni passarono, la marcia verso Adamant era ormai finita, tanto che la fortezza era già in bella vista a pochi chilometri di cammino, e per tutto il tempo Charleene si era rifiutata di parlare con tutti, a meno che non fosse per motivi strettamente logistici o riguardanti l'Inquisizione, come la notizia che finalmente la Cercatrice Cassandra li aveva raggiunti, sostituendo il ruolo del Custode. Quest'ultima aveva tentato di sapere la motivazione di tale cambio di idea, ma non ricevette risposta, per cui si rassegnò pensando al proprio imminente dovere. D'altra parte, invece, il Comandante non riusciva ancora a trovare una ragione per il comportamento dell'elfa: certo, era comprensibile il fatto che lei in parte si sentisse in colpa per quanto accaduto, ma ciò non giustificava i giorni di totale silenzio verso di lui. Svariate volte egli aveva cercato di approcciarla per chiarire la situazione, ma lei trovava sempre una scusa o semplicemente lo evitava; era a causa di questo che Cullen non riusciva a darsi pace! Voleva sapere, aveva bisogno di sapere, perché pensieri tenebrosi offuscavano la sua mente, pensieri che instillavano in lui la paurosa certezza che lei lo stesse allontanando di proposito, che non volesse più che la loro relazione continuasse, e questo non lo poteva accettare. Non poteva e non voleva: l'amava troppo per sopportare l'idea di non averla. Solo una volta gli era capitato di provare sentimenti simili, ma risalivano a parecchi anni prima, quando era ancora un templare nel Circolo di Calendhal, dove una maga aveva catturato il suo cuore e sembrava ricambiarlo. Tuttavia sarebbe stata una relazione proibita, che avrebbe portato entrambi alla morte – lei sicuramente, per cui, quella volta, aveva soppresso ciò che provava e aveva proseguito con la propria vita, seppur il ricordo di quella donna aleggiasse ancora nella sua mente, tra i più reconditi pensieri. Con Charleene, però, anche se sempre di attrazione si parlava, fu diverso in un certo senso, perché ora lui non si sentiva e non era in grado di rinunciare. Quell'elfa aveva lasciato un'impronta sul suo cuore impossibile da cancellare e, comunque, Cullen non aveva alcuna intenzione di farlo.
In ogni caso, il suo animo turbato doveva attendere: il momento della battaglia era giunto e doveva concentrarsi, in quanto l'assedio sarebbe stato arduo, impegnativo e di non breve durata.
E così si rivelò: quello ad Adamant fu un conflitto a dir poco sanguinoso, che causò numerose perdite sia tra le file dei Custodi che tra quelle dell'Inquisizione. A questo si aggiunse anche il fatto che la temporanea alleanza formataasi tra il Comandante dei Custodi, la maga Clarel, e il malefico Livius Erimond, noto servitore di Corypheus, aveva fatto sì che il drago-arcidemone personale dell'Antico si aggiungesse alla battaglia. Tuttavia, la Comandante si era ricreduta sulle proprie convinzione e, alla fine, aveva aperto gli occhi su ciò che aveva causato al proprio ordine, verso il quale provava un onore ed uno orgoglio smisurati. Fu lei, per questo, la prima ad attaccare il proprio alleato e la mostruosa creatura, seppur questo le diede la morte in battaglia, nonostante l'ultimo suo attacco avesse ferito l'animale, che, tuttavia, aveva fatto crollare la fortezza, facendo in modo che l'Inquisitore e il suo gruppo venissero risucchiati nell'Oblio.
Questa fu un'esperienza unica e quasi impossibile da raccontare con certezza perché a tutti è noto quanto tale “regno” fosse un'incognita, quanto fosse peculiare e diverso per ciascuno che vi entri. Ciononostante, il gruppo riuscì ad uscirne, anche se con una persona in meno: il Custode Stroud si era sacrificato al fine che gli altri potessero sopravvivere.
Una volta ritornati nel mondo dei vivi, a Charleene toccò l'incarico di informare i Custodi su quanto successo e di decidere se condannarli all'esilio o meno: riflettendoci mentre parlava, in conclusione decise che l'Inquisizione aveva comunque bisogno di tutto l'aiuto possibile, per cui, anche se la sua scelta avesse poi dato luogo a disaccordi e divergenze interni, formò un'alleanza con l'ordine e, in seguito, iniziò il viaggio di ritorno a Skyhold.

Una notte, mentre tutti riprendevano fiato dalla marcia riposando tranquillamente nelle proprie tende, Charleene si trovava ancora in una situazione di totale insonnia, la quale l'aveva spinta a recarsi verso una roccia che si affacciava sul mondo che aveva intorno e sulla quale si sedette, osservando e in un certo senso ammirando l'orizzonte illuminato da una lattea luna piena e da infinite stelle. Non ebbe un pensiero o una preoccupazione in particolare, dati comunque tutti gli eventi che erano accaduti, ma ciononostante vi era un qualcosa nella sua mente che le impediva di essere tranquilla. Le Divinità elfiche vollero che lei, in quel momento, venisse raggiunta da un'altra persona, l'unica che probabilmente sarebbe stata in grado di risollevare e di consolare l'animo dell'elfa: il mago Dorian.

“Ehi, fatica a dormire?”

Lei si voltò, accorgendosi della sua presenza e, la sola vista del suo più caro amico dell'Inquisizione la fece sospirare, come se il fatto che lui fosse lì con lei le avesse già tolto un peso.

“Dorian.. non solo a dormire, purtroppo.”

“Oh, adoro quando sei confusa dai tuoi stessi pensieri, mia cara: fai uscire il lato di me che preferisco.”

“E sarebbe?”

“Quello curioso, ma anche confortante, ovviamente. Quale, se no?”

Charleene era grata dell'atteggiamento che Dorian riservava solo nei suoi confronti e ciò le provocò un sorriso, colmo di serenità e di sicurezza perché sapeva bene che Dorian ci sarebbe stato nel momento del bisogno, ci sarebbe stato sempre per lei. Notando questa reazione, lui le si avvicinò, accomodandosi accanto a lei sulla roccia, per quanto essa lo fosse, e dolcemente le chiese:

“Me ne vuoi parlare?”

Lei lo guardò, gli occhi già lucidi ancor prima di aprir bocca, e semplicemente annuì, appoggiando la sua testa sulla spalla di lui.

Passarono insieme quasi tutta la notte a parlare e,quando ormai il sole iniziava a spuntare tra le lontane montagne, Dorian trasse le proprie conclusioni:

“Per quanto trovi intrigante ed eccitante il fatto che tu ti sia infilata in un triangolo amoroso che sembra non avere uscita, voglio porti una semplice domanda, in modo da farti capire e convincere di ciò che provi. Posso?”

“Devi, se pensi che questo possa aiutarmi.”

Tu chi ami?”

Charleene distolse lo sguardo dall'amico per osservare come il sole avesse ormai tinto il cielo di un arancio spettacolare, lasciando che potesse digerire tale domanda e tentare di trovare una risposta dentro di sé: l'avesse posta tempo fa, lei sarebbe stata certa della risposta, ma ora aveva paura, paura che i suoi sentimenti portassero solo dolore e sofferenza sia a lei che alle persone più care, per cui una parte del suo animo voleva reprimere tali emozioni, per il bene di tutti. Riflettendo profondamente su questo, non si accorse che Dorian non era più accanto a lei; preoccupata, lo cercò nei dintorni, ma poi capì che l'aveva lasciata sola di proprosito.

Tipico di Dorian.

Tuttavia, le sue parole risuonavano ancora nella sua testa, e perseverarono anche quando finalmente l'Inquisizione fu di ritorno a Skyhold: in realtà, lei sapeva perfettamente chi amava; ciò che le causava incertezza e ciò che comunque l'aveva isolata da tutti gli altri, compreso il Comandante, fu il timore che, lasciandosi andare ai propri sentimenti, lei non avrebbe portato felicità né a se stessa né tanto meno a chi era certa di amare.
Al fine di schiarirsi le idee in modo tale da trovare una soluzione, Charleene passava le poche ore libere a disposizione a passeggiare lungo i bastioni di Skyhold: l'aria fresca e la possibilità di ammirare la natura intorno a sé e verso l'orizzonte l'aveva sempre aiutata in tal senso. Tuttavia, un giorno, ebbe la calamità di incrociare la strada con l'unica persona che in quel momento avrebbe potuto vedere: il Comandante era accompagnato da due guardie, probabilmente mentre si stava dirigendo a consegnare un rapporto ad una delle altre due Consigliere. Quando i loro occhi si incontrarono, il mondo sembrò fermarsi, come se non esistesse altro in quell'istante se non loro due e tutto ciò che non si erano potuti dire, per colpa del muro che l'elfa aveva eretto tra di loro.

Cullen fu il primo a ricomporsi e, rivolgendosi alle guardie, disse:

“Andate avanti anche senza di me, tanto avete ben chiaro cosa fare e dire, giusto?”

“Sissignore, Comandante”, risposero in coro e se ne andarono immediatamente, lasciandoli finalmente soli.

Fu sempre lui ad interrompere il silenzio, sebbene non sapesse cosa dire con esattezza:

“Hai tempo per parlare?”, fu semplicemente questo che uscì dalle sue labbra.

Lei esitò per un attimo, incerta e non rivolgendogli lo sguardo, ma alla fine annuì e, insieme, si accostarono alle mura, in modo da rendere ancora più privata la loro imminente conversazione.

“Di cosa desidereresti parlare?”, gli chiese lei, anche se era ben consapevole di quale sarebbe stato l'argomento.

“Ecco, so che magari ti suonerò insistente o pressante, ma vorrei tanto sapere perché mi stai evitando?”

“Non ti sto evitando, Cullen.”

“Charleene, sarò un po' ingenuo e inesperto in fatto di relazioni amorose, ma non sono così stupido da non capire che non mi vuoi rivolgere la parola, almeno non dalla sera del duello con il Custode Blackwall.”

Trovandosi con le spalle al muro, lei capì che era giunto il momento di affrontare la questione in totale sincerità.

“Forse sarebbe meglio che non stessimo insieme. Ho già causato troppa sofferenza e questo non mi dà pace.”

Queste parole provocarono una crepa nel cuore del Comandante, ma lui non si diede per vinto, anche perché una parte di lui si era già preparata a tale esito.

“Senti, Charleene, io ti amo, follemente”, vide che questo portò l'elfa a guardarlo con occhi stupefatti, ma lui continuò, “e non intendo rinunciare a te: ho già commesso l'errore di non ascoltare il mio cuore e non ho intenzione di rifarlo. Anche se, come ti ho già detto, non ne so molto di amore, una cosa posso dirtela, per esperienza personale: in amore ci sarà sempre qualcuno che soffre, ma tu ti devi preoccupare solo di cosa provi tu. Tu, mentre stai con me, soffri?”

“No”, fu una risposta istantanea e sincera, “no, anzi, mi sento la persona più felice del mondo.”

“E allora perché mi eviti?”

“Perché ho paura!”

“Di cosa?”

“La sera del duello, ogni colpo che ti infliggeva Blackwall era come se lo sentissi anche sulla mia carne, come se anche io stessi provando il tuo stesso dolore e questo mi ha fatto soffrire. Il pensiero che tu lo stessi provando realmente, mi ha fatto stare anche peggio, perché mi sentivo in colpa, ero io la causa di tutto quel dolore. Perciò ho pensato che, se fossi stata lontana da te, non l'avresti più sentito.”

“È qui che ti sbagli: stare lontano da te è la sensazione più dolorosa che mi puoi provocare.”, le accarezzò la guancia dolcemente, guardandola con altrettanto amore e tenerezza, “se stare con me ti rende felice, allora resta con me. Ti amo e io voglio solo la tua felicità.”

“Ti amo anch'io, Cullen, e mi dispiace di averti fatto soffrire.”

“Ora sei qui tra le mie braccia ed è tutto quello che desidero.”

Le loro labbra si fusero in un bacio da tanto tempo atteso e bramato, i loro corpi che non vedevano l'ora di fondersi anch'essi.
Era stata così stupida a lasciare che le sue preoccupazioni la tenessero lontana da ciò che le era più caro al mondo. Era così ovvio e lui aveva avuto ragione su un particolare: in amore c'è sempre sofferenza, ma in quel momento, con Cullen che la trasportava verso il proprio letto, le uniche emozioni che sentiva erano la passione e l'affetto per quell'uomo che l'amava come nessun altro.

In realtà, un'altra persona che l'amava c'era, e per tutto il tempo si trovava fuori dalle scuderie, ma in un punto tale che gli aveva permesso di vedere tutto, facendogli crescere internamente rabbia e gelosia: Blackwall non si era ancora arreso e, finalmente, sapeva come avrebbe riconquistato Charleene, anche a costo di commettere atti a dir poco infimi e terribili.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Songbird97