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Autore: Tota22    30/01/2017    2 recensioni
Dopo una lunga separazione Maka e Soul si rincontrano per risolvere un mistero. Perché Soul è stato isolato in Oceania per tre anni? Perché la percezione delle anime di Maka è diventata sempre più difficile da controllare? Arma e Artigiana dovranno fare i conti con la loro risonanza perduta e con quei sentimenti che, per troppo tempo, sono rimasti sopiti nei recessi delle loro anime.
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sinfonia n°9




- Che razza di idea... -

 
- Smettila di lamentarti e sbrigati! Spingimi un po' più a destra...-

 
Maka era seduta sulle spalle di Soul, quest'ultimo con l'acqua fino al mento, mentre la ragazza tentava di scardinare una grata posizionata in alto sulla parete. Dietro alla protezione in plastica era nascosta l'imboccatura di un passaggio, largo poco meno di un metro e alto altrettanto.

- Sei seria? Il condotto dell'aria? Ti rendi conto che è una specie di trappola per roditori e se si riempie d'acqua siamo spacciati? -

Maka, invece, aveva notato che dallo spazio tra le sbarre non colava acqua, dunque aveva dedotto che l'impianto di aerazione era separato dalla zona allagata dell'edificio.
Passando da lì avrebbero avuto migliori chances di trovare l'uscita, piuttosto che aprire la porta dell'appartamento e risalire a nuoto le scale sommerse.

Probabilmente chi dava loro la caccia si aspettava che scegliessero questa seconda opzione. Con brutalità Maka tirò la copertura fino quasi a spezzarla, per poi rimbeccare Soul:

- Beh se preferisci morire affogato in questo sottoscala, accomodati! -

Con un sonoro clang l'imboccatura del condotto venne liberata e la ragazza si arrampicò all'interno. Una volta entrata tese la mano a Soul, che la seguì a ruota.

- E adesso? - chiese la falce. Si trovava in una posizione scomoda, braccia e gambe annodate a quelle della sua meister nel claustrofobico cunicolo. Il respiro di lei gli accarezzava la fronte bagnata; il ragazzo notò una fila di goccioline che le scendevano dalla frangetta seguendo un cammino dritto, fino alla punta del naso, per ricadere in basso da qualche parte nel buio.
Maka sbuffò e si districò da Soul, gattonando davanti a lui nello stretto passaggio.

- Puntiamo verso l'alto e speriamo di trovare una via d'uscita -

I due ragazzi strisciarono per lunghi minuti attraverso il condotto, il quale si diramava in diverse direzioni, per areare tutte le stanze del vecchio palazzo. A parte la sporcizia e il ciarpame, che in parte ostruivano il passaggio, non trovarono altra acqua.
La mente di Maka lavorava febbrile, cercando di orientarla in quel formicaio di metallo. Nonostante la ragazza sentisse un forte senso di oppressione, avrebbe fatto di tutto per evitare di entrare in contatto di nuovo con quelle strane creature marine, già incontrate il mese precedente.

Svegliarsi nel cuore della notte con dei tentacoli sulle gambe intenti a trascinarla sott'acqua era stata un'esperienza terrificante, accompagnata dalla consapevolezza di essere completamente sola e non avere idea di che tipo di nemico si trovava ad affrontare.
In quel momento anche soltanto avere al proprio fianco Soul dava a Maka la sicurezza che non provava più da anni.


Finalmente il percorso iniziava a salire: in un tratto completamente verticale, i due ragazzi dovettero farsi strada verso l'alto con la forza di braccia e gambe. Per un pelo non rischiarono di scivolare giù di nuovo per parecchi metri, infatti il piede sinistro di Maka perse la presa sulle lisce pareti metalliche. Per fortuna Soul, che era sotto di lei, le afferrò la caviglia e la spinse di nuovo verso l'alto.

La falce era piuttosto contenta che Maka avesse indossato i pantaloni quel giorno, altrimenti sarebbe stato piuttosto imbarazzante. Il ragazzo non aveva potuto fare a meno di notare che con gli anni le gambe di Maka erano diventate più lunghe. Inoltre non avevano perso né la loro incredibile forza né la bella curva dei polpacci o l'arco della coscia. 
Su questi ultimi particolari  la falce  si era soffermata parecchie volte, durante alcune sere solitarie, nei i tre anni passati in Australia. 

Per quanto fossero pensieri piuttosto piacevoli,  Soul sapeva che in quel momento specifico, con una misteriosa strega alle calcagna, non poteva distrarsi.

Finalmente Maka raggiunse una diramazione che affacciava su una stanza del secondo o terzo piano. I due ragazzi scivolarono nell'appartamento atterrando sul pavimento bagnato.

Una volta con i piedi per terra, Soul si spazzolò inutilmente con le mani i jeans fradici e sporchi.

- Ok lì c'è la porta, filiamocela -

Prima che potessero raggiungere la maniglia, la porta si spalancò e due uomini vestiti di nero entrarono nella stanza. Automaticamente falce e meister si affiancarono in posizione di difesa.
II due sconosciuti si mossero lentamente verso di loro con passi cadenzati; i loro piedi, calzati da scarpe lucide come perle nere, emettevano un ciaf ciaf  sinistro sollevando schizzi d'acqua.

I due erano identici: medesima altezza, stessi occhi grigi glaciali, stesso naso marcato e barba nera, stesso completo elegante con fodera blu oceano e un ghigno perfido da gelare il sangue.

- Soul, non ti ricordano il tizio che ci seguiva dalla stazione? -

- Già... in qualche modo ci ha scovati e si è portato un clone appresso. Che fortuna... -

- Ecco dove sono finiti i nostri topolini, devo riconoscere che siete piuttosto furbi - gracchiò beffardo l'uomo alla destra della porta.
Il suo tono di voce era vibrante e oscuro. Ricordava a Maka la sensazione che ti da guardare direttamente in un abisso marino.

- Chi siete?- chiese la ragazza risoluta, con voce ferma.
L'altro uomo a sinistra sorrise, scoprendo una doppia fila di denti acuminati.

-Giusto, che maleducati! Non ci siamo nemmeno presentati, anche se con te biondina ci siamo già visti. Ti ricordi?- ammiccò alla meister facendo schioccare la lingua.

- Mi chiamo Uno mentre lui è Due, mio fratello, e siamo venuti a prendervi! -

- Che fantasia in famiglia eh? - borbottò sottovoce Soul in direzione di Maka, che gli rispose con un occhiataccia.

-Anzi vorremmo ringraziarvi, ci avete fatto il piacere trovarvi insieme, invece che portarvi via uno alla volta-

Soul era profondamente irritato dall'atteggiamento di questi due, chi si credevano di essere? Sfoderando la sua maschera di freddezza incrociò le mani dietro la nuca - Si come no, secondo voi dovremmo seguirvi di nostra spontanea volontà. Un po' presuntuoso da parte vost.. -

Maka tagliò il discorso di Soul con un gesto della mano.

- Si può sapere che volete da noi? Voi non siete Kishin, né umani, non capisco... -

Due scoppiò in una risata cattiva - Ancora non l'hai capito? Ah giusto dimenticavo la tua percezione delle anime fa cilecca, vero signorina Albarn? -

Lo sguardo verde oliva della ragazza si adombrò e la rabbia e la frustrazione minacciarono di farla scoppiare in lacrime.
Due continuò: - Non siete chiaramente in grado di combattere. Vi offriamo la condizione di seguirci senza lottare.  Risparmieremmo tutti tempo ed energie -

-Oppure...- proseguì Uno terminando la frase del fratello e facendo scrocchiare le dita con un suono orribile
- passeremo alle maniere forti.  La nostra Signora è impaziente di conoscervi.. e non è il tipo a cui piace attendere... -

C'era davvero una strega di mezzo, in quel momento Maka ne ebbe la certezza.
La mano di Soul scivolò decisa in quella della sua meister, le loro dita si intrecciarono. La schiena della ragazza si raddrizzò e i due si scambiarono uno sguardo di intesa. L'adrenalina che preannunciava la battaglia scorreva impetuosa nelle vene di Soul, con voce calma si rivolse ai due misteriosi nemici.

- Beh, dite alla vostra signora che non riceverà visite per ancora un bel po'...-

In una frazione di secondo il corpo di Soul passò da luce abbagliante a solido metallo lucente. Le dita di Maka si strinsero attorno all'asta della falce.  Lei osservò affettuosamente, quasi con reverenza, l'occhio cremisi all'attaccatura dell'arma, poi il bordo della lama ricurva e la decorazione frastagliata nera e rosso vino. Nella mente della meister era custodito il ricordo di ogni angolo di quella forma, il punto di equilibrio sul quale concentrare l'impugnatura, il peso e l'affilatezza del metallo.
Tuttavia quei ricordi la stavano tradendo, per Maka era tutto fuori asse. Il contatto con Soul la faceva sentire in equilibrio precario, su un filo teso, persino una breve oscillazione della propria anima avrebbe potuto destabilizzarla. Non voleva ferire Soul come aveva fatto con le altre armi che avevano tentato di combattere con lei, non se lo sarebbe mai perdonato.


L'asta era pesante nelle sue mani e un calore terrorizzante iniziava a bruciarle la pelle dei palmi, sotto lo strato di stoffa dei guanti. La sua più grande paura si stava avverando, sarebbe riuscita a risonare con Soul? Questo pensiero l'assillava da mesi e rifiutava a tutti i costi di verificarne la realtà.
I polpastrelli guantati premettero con forza sull'impugnatura, Soul la sentiva tremare.
La sensazione che Maka provava era quella di indossare, dopo tanto tempo, il proprio maglione preferito, ma era diventato troppo stretto per starle bene.
Lo stesso Soul percepiva sentimenti contrastanti, da un lato aderire all'anima di Maka era rigenerante dall'altro gli provocava uno strano disagio, una forza gli strappava la propria essenza dal petto. Era preoccupato.

-Maka stai bene? - con le lacrime agli occhi la ragazza annuì e si preparò all'attacco.

Intanto Uno e Due non erano rimasti fermi a guardare. Congiunsero le mani e all'improvviso dalle loro bocche spalancate uscirono due potenti getti d'acqua che iniziarono a riempire la stanza. Tutti i vecchi soprammobili dell'appartamento galleggiarono disordinati e in balia di piccole onde, il mobilio venne quasi interamente sommerso.

- Pronti per il bagnetto?- urlò Due sinistramente.
I corpi dei due fratelli si trasformarono in due grosse e lucenti conchiglie scure, dalle quali spuntarono spaventosi tentacoli grigi e viscidi decorati da innumerevoli file di ventose rosa pallido.
-I tentacoli trasmettono una scarica che inibisce la forza e disturba la lunghezza d'onda dell'anima -  la ragazza avvertì la propria arma.

In un attimo la battaglia ebbe inizio.

Maka cercava in tutti i modi di non toccare l'acqua, saltando dal divano al bancone della cucina del piccolo appartamento, facendo roteare la lama di Soul con sapiente maestria. I movimenti erano eseguiti con fluidità, ma ad ogni parata o fendente i muscoli di Maka bruciavano disperati.

I due fratelli molluschi tentarono di accerchiarla e metterla con le spalle al muro, ma la ragazza sembrava avere le ali sotto i piedi e sfuggì parecchie volte alla loro stretta letale.
Tuttavia meister e arma sapevano che il gioco di guardie e ladri non poteva durare a lungo, dovevano uscire da quell'appartamento e in fretta.

- Maka dobbiamo provare la risonanza! Non possiamo continuare così!-

- No, non posso rischiare di farti del male- le braccia della ragazza erano pesanti, le mani ustionate.

Senza ascoltarlo Maka conficcò la lama di Soul nel fragile muro di cartongesso. Spiccò un salto facendo presa sull'asta dell'arma e sferrò un potente calcio verso porta, cercando di spalancarla con la forza.
Intuite le intenzioni della ragazza, prima che gli stivali impattassero sul legno, uno dei due molluschi sparò una disgustosa rete di alghe che le si avvolse attorno come un bozzolo.
La meister perse la presa sull'impugnatura e sparì sott'acqua con un tonfo.

- Noooo Makaaa! -

Immediatamente Soul tornò in forma umana, prese un profondo respiro e si tuffò per recuperare la sua partner.  I tentacoli di Uno le avevano già imprigionato le ginocchia quando la falce li recise con il suo braccio trasformato in lama.
Un urlo di dolore si propagò sotto la superficie dell'acqua, acuto e straziante. Due arrivò immediatamente in soccorso del fratello, emettendo dell'inchiostro nero e putrido da uno dei suoi tentacoli.

Improvvisamente tutto fu buio. Soul non vedeva più nulla, percepiva solo qualcosa di viscido strisciagli sulla pelle. Si sentì improvvisamente debole e stretto in una morsa indistruttibile, che gli bloccava le braccia. Con le poche forze e il fiato che gli restavano cercò di divincolarsi. Il suono del nome della sua partner, urlato disperatamente, era ovattato dal liquido nero. Stava per perdere i sensi per la mancanza di ossigeno, le palpebre erano macigni.

All'improvviso vide un globo lucente e azzurrino galleggiare verso di lui e colpire il tentacolo che gli stringeva l'addome. Una scarica elettrica attraversò le propaggini viscide del mollusco, il quale rilasciò la falce immediatamente. Soul riemerse e prese fiato sputacchiando acqua nera.

Che cosa era successo? I suoi occhi cercavano ansiosi Maka e finalmente la scorse. Era con la testa in superficie, ricoperta di alghe, tuttavia i tentacoli insanguinati di Uno la stritolavano ancora. Una sfera evanescente e luminosa le brillava nel palmo della mano, la ragazza la scagliò contro la corazza del mollusco. Quest'ultimo la lasciò di botto, tremando e muovendo grottescamente il suo grosso corpo viscido.

Soul era stupito, che tecnica straordinaria! Per un attimo l'immagine di Black Star e del suo attacco dell'anima gli passò davanti agli occhi.
Soul non poté soffermarsi e chiederle come l'avesse imparata, che la ragazza svenne. Quell'attacco le aveva prosciugato tutte le energie lasciandola inerte.
La falce nuotò verso di lei per abbracciarla e tenerla a galla.

- Maka! Mi senti? Svegliati!-

Le schiaffeggiava le guance, ma lei non si muoveva, allora Soul si spostò rapido verso la porta e la spalancò facendo defluire l'acqua nel corridoio in un ondata scura.
La falce appoggiò l'orecchio alle labbra di lei e con sollievo constatò che respirava ancora, anche se con fatica. Si caricò Maka sulle spalle, facendola aderire alla propria schiena e appoggiandole la testa nell'incavo del suo collo, con l'idea di dirigersi alla moto e portarla in un posto sicuro.
Stava imboccando la rampa di scale in discesa, ma con la coda dell'occhio percepì un movimento sopra di lui. Si girò di scatto e riuscì a deviare un tentacolo, le cui ventose erano quasi arrivate al capo della sua meister: lo recise di netto con il braccio, evitando per un soffio la testa bionda di Maka.
Il mollusco che lo aveva attaccato gemette e si accasciò, rivolgendosi rabbioso a lui.

-Non è finita qui! Non pensate di essere al sicuro, l'occhio di Morgana vi segue sempre! Tra non molto sarete nelle sue mani e la profezia sarà compiuta! -

Soul strabuzzò gli occhi colto di sorpresa dalle parole di Uno, che intanto era tornato in forma umana e sfoggiava due grossi tagli ribollenti di sangue scuro sulle braccia.

- Di che diavolo parli? Profezia? -

- Ahaha vedo che il tuo caro Lord Shinigami non ti ha detto niente, deve essere terribile quando i tuoi stessi amici ti voltano le spalle...-

Soul era livido, avrebbe con piacere strapazzato Uno fino a fino a farlo parlare chiaro, invece di sbeffeggiarlo; ma Maka stava male e doveva allontanarsi presto da quel maledetto palazzo. Girò sui tacchi e scese velocemente le scale, mentre la voce gracchiante di Uno gli rimbombava nella testa.





N/A: Ciao! Grazie a tutti i lettori, spero vi sia piaciuto questo capitolo pieno di azione! Forse passerà un po' di tempo prima del prossimo aggiornamento a causa della sessione di esami incombente. Spero a presto! 
T
  
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