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Autore: Eevaa    31/01/2017    0 recensioni
«Dimostrami che i saiyan non sono solo cattiveria e vendetta, dimostrami che i saiyan possono ragionare, dimostrami che sai controllare la rabbia! Non tornare ad essere l'aguzzino che eri un tempo: sei cambiato! Le questioni umane si gestiscono da terrestri e oramai fai parte di questo pianeta, che tu lo voglia o no. Dammene la prova!» (Cap. 8)
«Io non sono fatto così. Non sono paziente come te, non lo sarò mai. Io non sono una persona buona» bisbigliò nuovamente il principe alzandosi dal tappeto, tentando di non voltarsi ad osservare quello scenario surreale che lui stesso aveva creato. (Cap. 11)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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THE NEWBORN SAIYAN



CAPITOLO 4 - FUORI POSTO
 

Vegeta contemplava il soffitto buio della stanza, cullato dai forti respiri di Goten nella camera accanto. I pensieri e i ricordi gli impedivano di prendere sonno, nonostante fossero già le prime ore del mattino.
Si alzò di soppiatto per bere l'ennesimo bicchiere d'acqua quando avvertì la presenza di Chichi fuori dalla stanza. Il principe dei saiyan, dopo essersi domandato perché ella se ne stesse impalata senza fare niente, andò ad aprire lentamente la porta, rivolgendo alla donna uno sguardo interrogativo.
«Non dormi ancora, Vegeta?» domandò la donna indietreggiando di alcuni passi.
Il saiyan non rispose ma si limitò a spostare il proprio sguardo altrove, imbarazzato e infastidito nel contempo di essere stato sorpreso.
«Vuoi che ti prepari della camomilla? Ho coltivato delle nuove spezie che favoriscono il riposo..
«No. Quella roba mi da il voltastomaco» gracchiò Vegeta girandosi di spalle, capendo però di essere stato scortese. 
Non riusciva proprio ad essere la persona educata e normale che tutti avrebbero voluto che fosse. Non era adatto a far parte di quel mondo fatto di cortesie e gentilezze, ma proprio in quel momento si ricordò che sullo stesso pianeta vi erano persone orribili, quasi più terribili di quel principe dei saiyan divenuto oramai un terrestre.
Si girò nuovamente verso la donna, guardandola fisso negli occhi come per farle capire che in realtà il suo gesto di ospitalità in fondo era stato apprezzato. Avrebbe dovuto capirlo da sola perché mai e poi mai il saiyan l'avrebbe detto ad alta voce. 
«Sai, quando Goku è partito per sempre con il drago, pensavo che la mia vita sarebbe stata un disastro» dichiarò la donna mentre guardava il saiyan sedersi sul materasso «ma poi non è stato così. Ho trovato molte cose interessanti da fare, mi sono dedicata molto ai miei figli e alla mia nipotina» Chichi si voltò verso la finestra malinconica «io lo aspetterò per sempre, perché spero che torni indietro. Ma tu, Vegeta, se le cose non vanno davvero più bene, puoi rifarti una vita. Sai, i terrestri lo fanno. Si sposano e divorziano in continuazione. Fa parte di questo mondo. So bene che è presto, ma il dolore passerà e potrai iniziare una vita nuova» concluse la donna.
Chichi tornò con lo sguardo sugli occhi del saiyan. Era invecchiata molto, delle piccole rughe segnavano il suo dolce sorriso. I suoi occhi avevano conservato la luce di un tempo, ed erano visibilmente speranzosi di poter ritrovare, un giorno, il suo amato. Vegeta la guardò torvo, forse leggermente infastidito dall'invadenza della donna. In quel momento farsi dare consigli da una terrestre non era esattamente il miglior modo per far gonfiare il proprio orgoglio anche se, purtroppo, non aveva nemmeno tutti i torti.
Si allontanò dalla stanza accostando la porta, lasciando riflettere Vegeta sul significato delle sue parole. Mai come in quel momento si sentì completamente fuori posto. Non era più un combattente ma non era nemmeno un uomo normale, non era buono ma neanche cattivo, non era un terrestre ma nemmeno un vero saiyan. 
Si sentì perso nei suoi stessi dubbi, un vagabondo, una persona senza origine nè destinazione. 
 
Passarono all'incirca due settimane da quella notte.
Yamcha era riuscito a sopravvivere allo scontro con il saiyan e si avvicinò ulteriormente a Bulma, a detta sua "come amici", nonostante le proteste di Trunks e Bra. 
Vegeta si recava ogni giorno al parco nella speranza di ritrovare la misteriosa musicista della quale aveva perso le tracce quella lunga notte. Non riusciva a capire come mai la ragazza dai capelli rossi fosse sparita nel nulla e soprattutto era più che intenzionato a scoprire il suo segreto. Sapeva volare e soprattutto sapeva il suo nome, non poteva essere un caso e non avrebbe affatto lasciato passare inosservata una cosa del genere. Aveva bisogno di risposte.
Gli alberi erano completamente spogli e il tappeto di foglie gialle e marroni si estendeva lungo tutto il parco. L'inverno era oramai alle porte, le maglie avevano lasciato spazio ai maglioni più pesanti. Le rondini erano migrate verso luoghi più caldi e nel parco gli unici suoni erano le risate dei bambini, di numero sempre inferiore man mano che i giorni si accorciavano.
Vegeta camminava lungo il sentiero calciando delicatamente una pigna, quando finalmente scorse in lontananza una figura incappucciata con una chitarra sotto braccio volare fuori dalla casetta in legno. Il principe sbarrò gli occhi: era quella ragazzina. 
Deciso a non farsi notare il saiyan inseguì la figura per qualche chilometro verso est. Fortunatamente trovò nella giacca una capsula contenente un aereo monoposto, in modo tale da poter azzerare la sua aura e non farsi notare volando poco lontano.
 
Non appena la ragazza posò i piedi a terra si sfilò il cappuccio, aprendo poi la porta di una piccolissima casa di mattoni. 
La dimora era circondata da aceri spogli, prorpio come quelli del parco. Non vi era traccia di autovetture o motocicli, probabilmente la ragazza si spostava solo in volo. 
Vegeta, dopo aver riposto l'aereo, si adagiò senza fare rumore sopra ad un ramo vicino alla finestra, osservando al suo interno.
Il soggiorno e la cucina erano arredate con cura, l'ambiente sembrava accogliente. Il salotto inoltre era pieno di strumenti musicali, un grosso pianoforte a muro mostrava sul dorso delle vecchie fotografie.
La giovane stava mettendo a bollire l'acqua per il te e si era sfilata la felpa lasciando posto a una leggera canottiera, nonostante la bassa temperatura percepita.
Il saiyan rimase ad osservare i movimenti della ragazza dai lunghi capelli rossi per parecchi minuti ma nulla sembrava potesse ricondurre a qualche indizio.
"Ma chi accidenti è questa?" si domandò sporgendosi leggermente verso la finestra, ma proprio in quell'istante un piccolo rametto si spezzò nella sua grande mano.
In meno di un secondo ella si voltò verso l'esterno, incrociando lo sguardo del saiyan il quale, senza nemmeno avere il tempo di respirare, se la ritrovò a meno di dieci centimetri dal suo naso. 
  
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