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Autore: Sarck    31/01/2017    4 recensioni
Avrebbero potuto incontrarsi in questa o in qualsiasi altra sequenza temporale, sulla London Eye, per strada, in un taxi, in una taverna lugubre ai tempi dei corsari, ad un ballo di gala ottocentesco o in un'ospedale. In ogni modo, in qualsiasi universo alternativo, Blackstar l'avrebbe riconosciuta.
***
Raccolta di primi incontri tra Blackstar e Tsubaki, in diverse timeline. AU!
1. Metropolitana: "Sai correre? È la terza metropolitana che rompo e sono troppo un grande per farmi beccare!"
2. Ospedale: È strana Tsubaki, perché pensa troppo ad un ragazzo con cui non ha neanche mai parlato, di cui non conosce neanche il colore degli occhi.
3. Ballo di gala a Death City (storico): “Signor Blackstar, ma voi non dovevate invitare a ballare la signorina Maka-chan?”
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Metropolitana







Qualcosa non va, nel modo in cui quel ragazzo la guarda.
Muove i fianchi per sedersi un po' più dritta, su quella metropolitana troppo veloce, che fa tremare il sedile, imbarazzandola nel suo tentativo di non oscillare troppo e rimanere composta.
È quasi inquietante il modo in cui quel tipo strano, sui sedili davanti a lei, la fissa ghignando. Tsubaki cerca di guardare altrove, ma la situazione non è migliore; affianco a lei un uomo sulla quarantina le sta troppo spalmato addosso, con le gambe allargate in modo da  toccare con le ginocchia quelle di lei. Cerca di farsi piccola piccola, stringendo le coscie scoperte e alza - di nuovo- lo sguardo verso il ragazzo eccessivamente sorridente davanti a lei. Subito riabbassa le ciglia, rossa, nel notare che, il tipo - carino, c'è da dire - , si è sistemato meglio sul sedile, allacciando le mani dietro la testa spettinata e scivolando più in avanti, ma che non smette di sorriderle.
Mentre si tortura le mani e ascolta la voce elettronica prinunciare il nome della farmata, riesce a vedergli le scarpe. E continua a fissarle, insistentemente, mentre il signore affianco a lei tiene le mani sui pantaloni eleganti e allunga il migniolo per sfiorare la pelle della sua coscia. Si morde il labbro e continua a concentrarsi su quelle scarpe davanti a lei, come se, in qualche modo, potessero aiutarla a sentirsi meno a disagio.
La sua anima agitata quasi si rilassa, nel realizzare che la prossima fermata è la sua.
Prendere la metro, non le piace affatto.
Si alza, non riuscendo più a trattenere un sospiro di solievo, che si spegne subito quando, avvicinandosi alla porta, si accorge che sta per scendere anche l'uomo che era affianco a lei. Un ginocchio quasi le trema, agitata, e non sa perché si ritrova a far volare gli occhi dove prima era stravaccato il ragazzo, agitandosi ancora di più nel non trovarlo.
Quel tipo strano, che l'aveva fissata per tutto il tragitto da quando era salito e che si era seduto appositamente davanti a lei, invece che agitarla, aveva calmato qualcosa nel suo petto. Era come se, guardandola, non permettesse agli altri uomini di osare troppo. Non lo conosce, e l'aveva imbarazzava da morire, ma qualcosa, nei suoi occhi determinati e nel suo sorriso troppo grande, le fa intuire come non sia cattivo.

Le porte si aprono, sta per scendere, quando l'uomo di prima, dietro di lei, le si preme troppo addosso. Le viene quasi da piangere, perché le ha preso un fianco e la sta tenendo stretta, impedendole di scendere.
"Mi lasci!" sputa fuori delle labbra che tremano, cercando di uscire dalla porta automatica e scendere. Ma quelle si stanno chiudendo, sta perdendo la fermata e forse sta affettivamente piangendo, mentre la morsa di quell'uomo le fa male. Poi la presa si scioglie, mollemente. C'è il rumore di qualcosa che sbatte.
Di fianco a lei, quasi addosso, ha il ragazzo dai capelli azzurri scombinati. Le sta sorridendo, con il volto a un palmo dal suo viso.
Ha le guance che le vanno a fuoco, le lacrime ancora ad appannarle gli occhi e il braccio del ragazzo oltre la spalla. Segue con gli occhi la manica della sua felpa larga, fino ad arrivare alla sua mano e sussulta, nel notare che sta schiacciando la faccia dell'uomo contro la dura parete della metropolitana.
Le porte non si sono ancora chiuse, perché con l'altra mano il ragazzo le sta tenendo aperte. Più propriamente: il suo polso, infilato, non permette alle porte automatiche di chiudersi del tutto.
Tsubaki, con gli occhi inchiodati a quelli luccicanti e fieri del ragazzo, deglutisce. Totalmente presa alla sprovvista.
"Prego bellissima, scendi pure". Le dice, lasciando la testa dell'uomo, che si accascia a terra, tra i loro piedi, e aiutandosi anche con l'altra mano per aprirle le porte.
Lei non sa che dire, con le labbra secchissime annuisce, la testa intontita, scende e guarda il ragazzo mollare le porte, che subito si richiudono, in assenza della sua forza, che prima lo  impediva.
Rimane così Tsubaki, chiedendosi da dove diavolo fosse uscito, un tipo come quello. Continua a guardarlo, da oltre le porte della metro, lei fuori e lui dentro. Poi c'è un suono, segno che il mezzo sta per ripartire. A quel punto Tsubaki spalanca gli occhi, mentre la metropolitana inizia a muversi e il ragazzo si sposta davanti a lei, non più sorridente. La guarda come se stesse aspettando qualcosa.
Lei apre la bocca, gira la testa, ora, per riuscire a guardarlo, ma ormai è già pochi metri più in là di lei, non lo vede più e sente qualcosa in pancia, che la fa annaspare un attimo, in cerca di fiato. Non lo ha neanche ringraziato.
Si sta per girare, con le lacrime a bussare ai suoi occhi - per la seconda volta - quando vede una porta crollare, una gamba sbucare fuori e un urlo, soddisfatto: "uscita di scena trionfale!"
Impallidisce  e rimane impalata a guardare quel ragazzo dai capelli azzurri buttarsi fuori dalla porta, appena sfondata, del mezzo, e atterrare sulla banchina con un balzo, le braccia puntate al cielo. Giusto prima che quello scompaia nella galleria.
Tsubaki sta battendo le palpebre, con uno strano urlo (Yaoooh?) a rimbombarle nelle orecchie, incapace di schiodarsi da lì o fare qualasiasi cosa. Il ragazzo, che sta correndo verso di lei, le afferra la mano, e se la trascina dietro, ridendo rumorosamente, come un folle.
"Sai correre? È la terza metropolitana che rompo e sono troppo un grande per farmi beccare".
Tsubaki corre, stretta alla mano di lui, caldissima. "Sei pazzo!" gli risponde, sinceramente convinta, ma ridendo anche lei, con il cuore che spinge per bucarle il petto.

Non sa chi diavolo sia quel tipo, ma qualcosa, nel modo in cui lui volta la testa, senza smettere di correre e le sorride, con i capelli a coprirgli gli occhi decisi, le fa ansimare l'anima.
"Sono Blackstar" le dice, ululando il suo nome e facendole un occhiolino, come se ciò potesse bastare a spiegare tutto. E lei, mentre "Tsubaki" risponde, stringendo di più la presa, ha la sensazione che quella sia solo la prima di una serie di innumerevoli volte in cui si ritroverà ad aggrapparsi alla sua mano forte.














    



 

 







Spazio autrice. Nya.

Ecco di nuovo la patita di Tsustar, pronta a torturare i vostri animi con tante altre storielle :3
Che ne pensate di questo primo incontro? Vi dirò; io mi sto divertendo da matti a scrivere queste Oneshot (ho già pronta la seconda), quindi spero il risultato sia quanto meno piacevole da leggere. L'obiettivo di tutta la raccolta è ricreare tantissimi primi incontri tra Blackstar e Tsubaki, in contesti diversi, e far trapelare in ognuno di essi il
"filo rosso" che li unisce, nonostante ancora non si conoscano. I due protagonisti gravitano sempre l'uno verso l'altro, in un'attrazione delle loro anime che nell'ambientazione del manga è visibile, in questi AU lo si può solo intuire.
Poi, mi sono divertita davvero tantissimo a immaginare Blackstar in quella posizione: braccio teso a schiacciare la testa dell'uomo e l'altro a tenere aperte le porta della metro. Tsubaki - ovviamente sconvolta e imbarazzatissima - in mezzo. Waaaa, spero vi sia piaciuta quanto a me la scena *^*
Se la storia vi è piaciuta, passate a leggere il secondo primo incontro!
Non trattenetevi dal recensire, i consigli sono sempre ben accetti e qualche "sprint" motivazionale è sempre meglio averlo ;)

Grazie a tutti i lettori, anche quelli silenziosi ^-^
Sarck

 

  
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