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Autore: Alexa_Akane    01/02/2017    2 recensioni
Anno 1493.
L'America è appena stata scoperta.
Le navi sono sempre più utilizzate come mezzo di trasporto, non solo dai commercianti ma anche dai pirati...
Tra di loro, il più temuto fra tutti i sette mari, colui che aveva saccheggiato dozzine di navi da carico, colui che aveva rubato migliaia di tesori e colui che è conosciuto per la sua ricerca sfrenata del tesoro più grande di tutti… Atlantide.
Lo spagnolo Antonio Fernandez Carriedo.
Spietato, sanguinario e donnaiolo, questi erano gli aggettivi a lui affibbiati.
Solcava i mari insieme alla sua amata nave Dolores e la sua fidata ciurma… ma la storia che andremo a raccontare inizia dopo un incontro che cambiò letteralmente la vita del pirata...
Genere: Avventura, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lovino e Antonio stavano ancora passeggiando tranquillamente per le strade della piccola cittadina portuale mentre il sirenetto si guardava attorno incuriosito. Osservava tutto: la gente, i loro abiti, l'architettura, gli animali!                        

"Hai sete?" gli chiese poi lo spagnolo, toccando il suo braccio per attirare l'attenzione.                        

"Ah, si, un po'" rispose il più piccolo, senza guardare Antonio. Era troppo preso dal resto!                     

"Allora vieni con me! Andiamo a bere qualcosa" gli disse, prendendogli la mano e trascinandolo verso una locanda.                        

"Wah! Hey!" Ma prima che potesse ribellarsi si ritrovò in una stanza dagli arredamenti di legno. Nel sentire quell'atmosfera strana, Lovino si strinse al braccio di Antonio, leggermente impaurito.                        

"Tranquillo... stammi vicino e non guardare nessuno negli occhi" si avviò al bancone e ordinò una birra per lui e un bicchiere di latte per Lovino.                        

"P-perchè non posso guardare nessuno negli occhi?" Chiese lui, prendendo in entrambe le mani il bicchiere di latte. Fece muovere un po' il liquido dentro, osservandolo curioso. "... cos'è?" Domandò, alzando lo sguardo sul pirata.                        

"Latte. È buono" gli sorrise, prendendo il suo boccale di birra e bevendone un sorso, sospirando soddisfatto subito dopo.                        

Lovino osservò ancora un po' quel liquido prima di portarselo alle labbra e berne un sorso. Sorrise leggermente quando il sapore gli riempì la bocca e si leccò le labbra leggermente bianche, continuando a bere.                        

"Ti piace?" gli chiese Antonio, sorridendo e accarezzandogli i capelli.                        

Il più piccolo annuì in risposta, posando il bicchiere sul tavolo quando finì. "E la tua cos'è?" Chiese poi, sporgendosi leggermente per guardare dentro il boccale.                        

"Birra e non la puoi bere" gli disse il maggiore, finendo di bere tutto il contenuto d'un fiato per interrompere lo sguardo curioso di Lovino.                        

"Eh? Perché no?!" Si lamentò il moretto, sporgendosi di più verso il viso dell'altro e corrucciando le sopracciglia, gonfiando le guanciotte.                        

"Perché è alcolica" gli spiegò "Probabilmente ti sentiresti male"                        

"Uffa… shei un bastardo" mormorò, posando i gomiti sul bancone e le guance sulle mani, tornando a guardarsi attorno.                        

"Vado a pagare, tu resta qua" disse Antonio, posando un attimo la mano sulla coscia di Lovi prima di alzarsi ed allontanarsi, scomparendo fra la gente.                        

"S-si, come vuoi" rispose l'altro, facendo finta di nulla. In realtá il fatto che fosse da solo, seduto lì, senza Antonio a proteggerlo, gli faceva paura. No, okay, non doveva andare nel panico.

Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Doveva solo aspettare che Antonio tornasse e poi sarebbero tornati alla nave.                        

"Hey!! Pivello!!" gli fece un energumeno. "Spostati!" lo spinse malamente giù dallo sgabello, prendendo il suo posto subito dopo per ordinare qualcosa.                        

"Chigi! Oi!!" Esclamò Lovi, alzando lo sguardo sull'uomo per guardarlo male.

Primo errore.                        

"Qualcosa da obiettare?" gli chiese in malo modo, ringhiandogli contro e guardandolo da sopra la spalla tatuata con occhi iniettati di sangue. La testa calva era avvolta da uno scuro foulard e non aveva un aspetto esattamente amichevole.                        

Lovino tremò leggermente per la paura ma ricambiò comunque lo sguardo, lasciandosi sfuggire un piccolo "tsk… bastardo".                        

"Cos'hai detto piccoletto?!" fece l’altro, seriamente arrabbiato, prendendolo malamente per il colletto e alzandolo dal pavimento.                        

"Eek! L-lasciami!" Gli urlò contro l'italiano, cercando di liberarsi dalla presa del più grande.                        

"Chi ti credi di essere eh?!".

Antonio intanto aveva appena finito di pagare e stava tornando da Lovino, sorridendo come suo solito.

"Fatto ora possia-... Lovi!" esclamò quando lo vide in quella brutta situazione. Sospirò e si avvicinò ai due, superando la gente che si era radunata attorno a loro. Bussò con un dito sulla spalla dell’uomo leggermente più alto, non mostrano nemmeno un briciolo di timore nei suoi confronti.

"Scusa, potresti lasciarlo andare?" chiese gentilmente per non passare subito alle mani.                        

"Cazzo vuoi tu?!"

"Sono un suo amico e vorrei che lo mollassi..." gli ripeté, tentando di rimanere calmo ma guardandolo comunque in modo minaccioso.                        

"A-Antonio" sussurrò sollevato Lovino, sorridendo leggermente nel vederlo.                        

"Cosa ridi?! Zitto devi stare!" gli urlò l'energumeno, sbattendolo a terra.

Dopo quello Antonio non resistette e gli tirò un cazzotto in pieno volto, facendolo indietreggiare. Il capitano si rimise dritto e scosse leggermente la mano mentre un’ombra gli coprì metà viso. "Ne vuoi ancora stronzone?"                        

Il più piccolo si alzò lentamente dal pavimento e spalancò gli occhi, coprendosi il naso con una mano quando sentì un rivolo di sangue scorrergli fino alle labbra.                        

"Bastardo!!" gli urlò. caricando un pugno e sferrandolo dritto verso il volto del moro. Antonio, che però era più veloce e furbo di quell’idiota tutto muscoli e niente cervello, schivò il suo pugno tirandogliene uno in pancia per poi estrarre la sua fidata spada e puntangliela alla gola. "Ho ammazzato molti come te, ma tu sei il più coglione di tutti!" gli disse, ringhiando mentre l'altro veniva messo nell'angolo. "Ora sparisci prima che ti tagli la testa e la usi come vaso da fiori!" detto ciò l'uomo se ne andò a gambe levate, troppo impaurito persino per guardarsi un’ultima volta alle spalle.                        

Lovino guardò tutta la scena, per un attimo temendo l'incolumità del pirata prima di ricredersi. Sospirò sollevato che Antonio stesse bene e si alzò definitivamente dal pavimento.                        

"Ti sei fatto male?" gli chiese leggermente preoccupato lo spagnolo, vedendo che sanguinava.                        

"N-non è nulla di grave" rispose Lovino, provando a togliersi la mano dal viso e notando che era ricoperta di sangue. "Merda"                        

"Meno male che non era nulla di grave..." disse sarcasticamente mentre si strappava un pezzo di stoffa della manica della sua camicia, usandola come tampone. "Andiamo... torniamo sulla nave..."                        

Il piccolo annuì, seguendo Antonio fuori da quella locanda. "Non credo di voler tornare più in un posto simile..." Mugugnò, tenendo lo sguardo puntato a terra.                        

"Forse se non mi fossi allontanato non ti sarebbe successo nulla" rispose il pirata con una nota di dispiacere.                        

"N-non è colpa tua!" Esclamò Lovino, alzando finalmente gli occhi ambrati sul viso di Antonio. "Sono io che non so starmene buono! M-me le vado a cercare in un certo senso..."                        

"Beh in effetti..." gli disse sorridendo leggermente mentre gli finiva di pulirgli il viso.                        

Il sirenetto arrossì ma poi gli fece la linguaccia, pulendosi la mano. "...scusa..."                        

"Fa nulla! Basta che ora non lo fai più..." finalmente finì e continuò a camminare verso il porto.                        

Lovi guardò la schiena di Antonio e lo seguì, sentendo dei piccoli sensi di colpa. Quel bastardo si sarebbe potuto fare male per colpa sua… ma allo stesso tempo… non riusciva a non provare uno strano senso di gioia… forse era perchè si era battuto per lui?

Arrossì solo al pensiero e scosse la testa.

Nonononono, non poteva essere quello… sarà per il fatto che se l'è scampata senza rimetterci le squame! Si, sicuramente quello!

 

"Sono emozionata. Non sono mai salita su una nave"
"Bheeee… sarà la tua… prima volta~" disse con tono malizioso l’albino, muovendo sensualmente le sopracciglia chiare verso l’ungherese.
"Non dirlo come se fosse un'altra cosa, idiota!" gli tirò un pugno sulla spalla, facendolo solo ridacchiare.
"Ahioooo~ non fare la violenta." sorrise Gilbert, massaggiandosi il punto colpito. "Oh! Vedo Lovi e Tonio!" Li salutò con la mano, muovendola vigorosamente sopra la testa per attirare la loro attenzione.
Antonio stava tornando al porto insieme a Lovino quando vide l'amico sbracciarsi. Sorrise quando notò che era in compagnia.
"Gil arriviamo!!" gli urlò, facendo alzare gli occhi al cielo a Lovino. Quei bastardi dovevano per forza attirare l’attenzione di tutti?
"Muovi il culo, Tonio!! Sei bravissimo a farlo!!" Aggiunse sarcastico, sorridendo sornione.
"O mio Dio è tornata la sedia!!"
"Va bene! Va bene!... Lovi fai vedere a Tonio come muovi TU il tuo culetto nuovo!!"
Lovino arrossí di botto, girando il viso dall’altra parte e alzando il dito medio al secondo in comando.

"Gil in che senso culetto nuovo?" chiese la ragazza, chiaramente confusa.
"Lunga storia, te la spiegherò" gli disse l'albino, scompigliandole i capelli.
Antonio arrivò finalmente al porto, avvicinandosi a Gil e tirandogli un pugno in testa "Questo è perche non stai mai zitto!" gli disse arrabbiato per poi girarsi verso Liz.
"Buongiorno" la salutò cordialmente, facendole il bacio a mano.
"Giorno Antonio, cortese come sempre" lo ringraziò l'ungherese, sorridendo dolcemente.
"Ahio!" Gil si accarezzò la testa, mordendosi le labbra e guardando male l'amico. Poi sorrise sornione, capendo esattamente come mai Antonio aveva reagito così.
"Chi è lei?" Chiese Lovi allo spagnolo, tirandogli leggermente quello che restava della sua manica.
"È la fidanzata di Gil" gli spiegò.
"Non dirlo ad alta voce, mi vergogno!!" disse lei, mettendosi le mani sulle guance e arrossendo, sorridendo leggermente.
"Siii, la mia bellissima e stupenda ragazza~" sorrise l'albino, cingendole il collo con un braccio e baciandole la guancia.
"Oh… io sono Lovino" si presentò, porgendo la mano alla ragazza e arrossendo leggermente.
"Gil… smettila non davanti a tutti" Liz lo scansò, imbarazzata, prima di rivolgersi al moretto. "Piacere di conoscerti Lovino, io sono Elizabeta" gli sorrise dolcemente, stringendogli la mano.
Lovino ricambiò leggermente il sorriso, tornando al fianco dello spagnolo. "Ora possiamo tornare sulla nave?... o mi devi mostrare qualcos'altro?"
"No, abbiamo finito. Meno stiamo fermi in un punto più possibilità abbiamo di non essere beccati da qualche autorità" disse, dirigendosi verso la zattera dove avevano già caricato le provviste acquistate.
Lovi lo seguí, assieme a Gilbert che aiutò la fidanzata a salire tenendole gentilmente la mano e facendo anche un piccolo inchino.
"Stavolta remi anche tu Gil" lo fulminò con lo sguardo, vedendo che invece di aiutarlo faceva solo il cascamorto con la ragazza
"Sisi, come il capitano comanda" sbuffò, staccandosi dalla compagna e iniziando a remare assieme all'amico mentre Lovino guardava leggermente triste la città che si allontanava
Liz, come Lov0,i guardava la città allontanarsi, ma era felice. Finalmente sarebbe potuta rimanere sempre al fianco di Gilbert, colui che le aveva rubato il cuore tempo fa e costretti a vivere separati per tanti anni.
La ragazza si voltò verso Lovi e gli sorrise. "Come mai quella faccia triste?"
Lovino portò lo sguardo su di lei e rispose al sorriso, anche se timidamente. "È solo che era la prima volta che vedevo una vostra città… e mi piacerebbe vederne molte altre, ma dubito che potrò farlo… "
"In che senso vostra?" chiese confusa.
"Lovino è una sirena" spiegò Antonio, continuando a remare e dando di tanto in tanto un calcio a Gil per farlo muovere.
"Cosa!?!"
"Sconvolta?" Ridacchiò l'italiano, mettendo una mano in acqua e muovendola dolcemente. "Mi hanno tirato su in una rete ed eccomi qui..."
"Davvero!? Che forte!! Ma… la coda?" chiese, guardando le gambe del ragazzo davanti a se.
"Quando sono fuori dall'acqua mi vengono le gambe. Però se mi bagno dalla testa ai piedi mi torna la coda" spiegò il ragazzo, guardandosi le gambe e arrossendo leggermente.
"Wow" lo guardava la ragazza con gli occhi luccicosi. "Secondo me da sirena saresti ancora più carino" aggiunse poi, accarezzandogli la testolina.
"N-non sono carino!" Esclamò, arrossendo come un pomodorino e gonfiando le guance.
"Oooh!!! Ma è un amore!" Elizabeta lo abbracciò, stringendoselo contro il suo petto per coccolarlo.
Lovino arrossì ancora di più, sentendo il seno della ragazza premergli contro il viso.
Gilbert guardò i due e corrucciò le sopracciglia, ringhiando leggermente
"Pensa a remare" gli disse Antonio, ridacchiando.
Gil gli lanciò una leggera occhiataccia. "Già, remo mentre il caro Lovi si gode il seno di Liz" mugugnò.
"Ognuno ha le sue fortune "

Continuarono a remare fino alla nave finchè non si accostarono sul fianco, vicino alla scaletta in corda.
Lovi ne approfittò per staccarsi dalla ragazza, ancora con il viso rosso per l'imbarazzo.
"Avanti su, tutti sulla nave!" Esclamò Gil, prendendo in spalla Liz e iniziando a salire con l’aiuto di un solo braccio.
"Gil so salire da sola!!"
"Lo so!"
"E allora mettimi giù"
"Nnnnnope!"
Liz buffò, lasciandosi portare da Gilbert. Il ragazzo arrivò finalmente sul ponte e posò la ragazza per terra, baciandole la guancia. "Benvenuta nella ciurma, principessa!"
"Smettila di chiamarmi principessa io ho un nomeee!!!" gli disse, gonfiando le guance e stringendo i pugni lungo i finachi. Tutti i marinai che si trovavano nei dintorni in quel momento smisero di fare quello che stavano facendo per ammirare la mora, guardandola come se non avessero mai visto una donna.
Stare per mare in una ciurma di soli uomini portava a guardare ogni donna come se fosse l’ultima rimasta sul pianeta. Gilbert naturalmente lo notò e lanciò un’occhiataccia generale prima di riportare la sua completa attenzione alla compagna, cingendole i fianchi con le braccia.

“Principessa…”
"Liz" la chiamò Antonio.
"Si dimmi" gli rispose gentilmente, volgendo lo sguardo verso di lui mentre si staccava malamente dalla presa dell’albino, facendolo cadere con il culo sul legno del pavimento.
"Devo mostrarti la tua stanza. Non voglio farti dormire con degli uomini" gli disse cordialmente, facendole segno di seguirlo.
Gilbert ridacchiò, notando che lo sguardo di Lovino, rimasto fino a quel momento fedelmente affianco ad Antonio, era sui due che si allontanavano. Sorrise e si avvicinò al più piccolo.
"Quindi… ti piace Antonio?" chiese ridacchiando malizioso mentre si alzava dal suolo e si avvicinava a lui.
"CHEEEE?!?!?!"

 

Nel frattempo Antonio stava conducendo la ragazza mora verso la sua stanza.
"Eccoci qua. Non è una suite reale ma..." non riuscì a finire la frase che intervenne lei.
"È perfetta non ti preoccupare" gli sorrise. "grazie"
"E di che?" Ridacchiò lo spagnolo, grattandosi il retro del collo.
"Per lasciarmi venire con voi"
"Nessun problema credimi" agitò le mani davanti a sè, sorridendo. "Gilbert è come un fratello, farei qualunque cosa per lui… e poi mi sei sempre stata simpatica"
Liz sorrise in risposta e stava per uscire quando scivolò, tirando un acuto squittio.
"Attenta!" si avvicinò a lei per prenderla ma cadde anche lui.
"Hey, tutto bene?!" Chiese Gilbert, andando di corsa verso di loro, seguito a ruota da Lovino. "Abbiamo sentito un tonfo e..."


Si bloccò quando vide la scena...


Angolo autrici

Scusateci per l'enooorme ritardo ma, tra tutti gli impegni avuti e problemi tecnici vari, abbiamo rimandato la stesura del capitolo ad oggi.
Scusateci ancora e spero che il capitolo vi piaccia e che continuerete a seguire questa storia.

Bacini Alexa e Francy

 

   
 
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