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Autore: MusicHeart    01/02/2017    5 recensioni
Avete mai avuto quella sensazione di oblio in cui non riuscite a credere di esserci caduta?
Beh, io si.
Volete sapere come mai ?
Partiamo dal presupposto che io non sono per niente razzista, nè odio qualsiasi cosa sia rappresentato dall'Asia o altro ma andare in un posto non conosciuto, di una lingua di cui non sai assolutamente un bel niente, beh ditemi se anche voi non avreste dato di matto nel sapere di dovervi trasferire a Seul.
Ma forse quell'anno che pensavo fosse stato un incubo e noioso, in realtà mi ha dato tanto e mi ha fatto scoprire una delle cose migliori che esistono al mondo: l'amore.
 ------
Valentina parte per Seul, un paese in cui non conosce nessuno e di cui non sa nulla.
Conoscerà due ragazzi che le faranno battere il cuore ma solo uno riuscirà a conquistare il suo cuore e chi?
Lee Minho , l'attore dolce e gentile che in Corea tutte amano, oppure lo stronzo ma tenero Park Chanyeol , rapper di una delle boyband più famose dell'Asia?
Nessuno lo sa ma su una cosa ne siamo sicuri, sarà un anno indimenticabile nella magica Seul.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Che cosa? -
- Eh si mi dispiace . -
- E quando? Quando devo partire? -
- Fra tre giorni! -
Mi paralizzo all'istante e le parole mi muoiono in gola.
Com'è possibile che io debba partire?
- Posso chiedere cosa ho fatto di male per dover andare dall'altra parte del mondo per questa promozione? -
-  Beh perchè sei sempre molto diligente e  poichè so che ti piace viaggiare pensavo...-
- Pensava male.. Sa Seul quanto è distante da qui? -
Lo vedo deglutire e abbassare gli occhi.
- Mi dispiace ma eri l'unica persona capace che mi è venuta in mente... -
Sospiro e  senza pensarci due volte mi alzo dalla sedia, prendo la mia borsa e mi dirigo fuori dall'ufficio.
-Hey Vale dove vai? - senza neanche girarmi sospiro esausta e gli rispondo.
-A farmi il passaporto! - detto questo me n'esco dall'ufficio del mio ex capo.



Cammino lentamente mentre mi guardo attorno e vedo la neve cadere lenta e posarsi sull'asfalto.
Cosa ho fatto di male per meritare una promozione così terribile?
Andare a Seul per  sostituire una mia collega è un bene ma anche un'esperienza tramautica, come posso stare lontano da casa per un anno in un posto che non conosco e per di più di cui non so una parola della lingua?
E pensare che in passato avrei fatto i salti di gioia per andare lì, ora invece  non riesco a non essere disperata.
Sospiro e nel frattempo mi avvicino ad un negozio cinese.
Ci rendiamo conto che per un'anno dovrò vedere gente tutta uguale? Secondo me non riuscirò neanche a riconoscerli .
Che casini!
Mi avvio lentamente  verso la stazione per prendere la metro.
Ogni volta che vengo a Napoli è un delirio,  soprattutto sotto le feste natalizie.
Tante persone che corrono di qua e di là alla ricerca del regalo perfetto, le luci, il freddo ma la cosa più bella sono i mercatini che mettono da qualche anno a Piazza Dante.
E' molto bello venire a Napoli perchè nonostante il freddo, nonostante il caos rimane una delle città più magiche di sempre.
Sospiro e mi guardo attorno mentre scendo dal treno, giungo giusto in tempo alla fermata del bus e  salgo velocemente alla ricerca di un posto a sedere.
Mi siedo e sospiro mentre penso a cosa dover fare per la partenza ma senza rendermene conto mi addormento.

Mi sveglio dopo un'ora e mi accorgo di essere arrivata alla fermata e così velocemente scendo dal bus e mi dirigo verso l'auto per poi tornare a casa.
Sono stanchissima e annoiata, non ho assolutamente nessunissima voglia di  partire per un paese sconosciuto.
Come farò a parlare con qualcuno se non conosco la lingua?
Ma soprattutto riuscirò a mangiare qualcosa di decente? Secondo me farò la dieta lì.
Sospiro e infreddolita entro in casa, non appena varco la soglia della cucina mi ritrovo tutta la famiglia seduta attorno al tavolo in trepidante attesa della notizia che gli darò.
-Non mi guardate così perchè la notizia che vi darò non sarà per nulla felice. Sono costretta a partire, tra tre giorni per la durata di un anno in una città, Seul! -
Più veloce e indolore di così si muore!
Il silenzio che cala mi fa paura e, non appena sento dei singhiozzi provenire da mia madre, alzo gli occhi al cielo.
-Mamma dai... - dico avvicinandomi a lei e cercando di consolarla.
-Andrai da quegli animali... - singhiozza mentre con un fazzolettino si asciuga le lacrime versate.
-Mamma non sono degli animali, solo perchè a quel tempo mi ero fissata non vuol dire che è colpa loro... - cerco di consolarla ma, naturalmente, non ci riesco.
Non sono brava nel mostrare i miei sentimenti soprattutto con la mia famiglia.
Direte voi , dovrebbe essere più semplice mostrare alla propria famiglia che la si ama ma con me non è così.
Per anni ho cercato di '' curare'' questa mia mancanza ma non ci sono mai riuscita, purtroppo per me direi.
Vorrei essere ''normale'', poter mostrare agli altri quanto io ci tenga a loro ma non è così semplice, ogni volta che provavo a dire un semplice '' Ti voglio bene '' mi sentivo quasi costretta  anche se non lo ero, ho sempre preferito i gesti alle parole ed è quello che ho sempre fatto.
Per me un gesto vale molto di più di una semplice parola e o frase.
Beh che posso dire sono un tipetto particolare lo ammetto, mi piacerebbe essere diversa ma non credo di riuscire a cambiarmi.
Sospiro mentre abbraccio mia madre e ,dopo un po' , si calma e si allontana da me per poi stentare un sorriso, forzato direi.
-E va bene. Organizziamo tutto per la tua partenza! - sorrido e l'abbraccio mentre noto, con la coda dell'occhio, che tutta la mia famiglia sorride con gli occhi lucidi.
Su una cosa sono certa. La mia famiglia mi mancherà nonostante tutto!





Tre giorni dopo...



Naturalmente i tre giorni per i preparativi sono passati in un batter d'occhio e così ora , che sono le sei del mattino, orario improponibile direte voi, sono seduta su una sedia posizionata nella sala d'attesa dell'aeroporto per fare il check-in.
La mia famiglia è a qualche sedia di distanza, sotto mia costrizione naturalmente, e sto riflettendo più del dovuto su questa avventura che vivrò a Seul, dall'altra parte del mondo.
Vorrei fuggire a gambe levate ma so che non posso, sarebbe inutile scappare.
Bisogna affrontare ciò che la vita ci pone davanti e io non sono mai scappata di fronte alle avversità, nonostante non abbia un cuor di leone ma so che l'unico modo per superare i miei limiti è combattere.
Direte voi, beh potresti anche superare la paura di amare e mostrare i tuoi sentimenti.
Si, potrei ma non ce la faccio.
Ho molta più paura di mostrare la vera me che di vivere per un anno in un posto nascosto dal mondo dove si parla una lingua incomprensibile e dove si mangia roba strana fatta solo da verdure, carne e spezie.
In questi tre giorni mi sono documentata abbastanza sulla cultura coreana, ho scoperto la storia, la divisione sociale , il cibo, la musica, la lingua, anche se non so parlarla, e poi ho scoperto anche che la legge lì è severa, molto severa però questo non mi stupisce, dopotutto siamo in oriente e nulla, oltre quello che la legge ti permette, è fattibile.
Mica come in Italia, ma non voglio far polemica.
Stringo la maniglia della mia valigia e mi accorgo di avere la mani sudate e le nocche completamente bianche tanta la forza che sto usando.
In questo momento mi viene da rigettare ma cerco di non pensarci e, così, prendo un lungo respiro e chiudo gli occhi cercando di mantenere la calma.
-Tesoro... - la voce di mio padre mi ridesta dai miei pensieri e così alzo il capo per guardare bene in volto l'unico uomo che io abbia mai amato davvero.
-Si? - mugugno mentre l'ansia e la nausea si fanno sentire sempre di più.
-Hanno richiamato il tuo volo! Devi correre a fare il chek-in o perderai il volo. Hai un'ora di tempo! - e mentre mio padre dice ciò , io mi alzo e velocemente, forse troppo velocemente, mi alzo dalla sedia e prendo le mie valigie, le uniche che sono riuscita a portare perchè il resto è partito ieri direttamente nella mia nuova casa.
Con passo svelto mi avvicino a tutta la mia famiglia e li abbraccio e li bacio mentre le loro lacrime mi invadono completamente e cerco di  trattenere le mie per non dover rimanere qui un'ora a piangere.
Avrò tempo in aereo.
Sospiro e, mentre mi allontano da loro per dirigermi al check-in, li guardo un'ultima volta prima di sorridergli mentre il mio cuore si spezza a vedere i loro volti tristi e i loro occhi rossi e gonfi a causa delle lacrime.
-Dai un anno passerà in fretta. Ve lo prometto! - dico sorridendo per poi prendere tutte e tre le mie valigie e sospiro.
-Vi voglio bene famiglia, ci sentiamo su Skype! - li saluto con una mano e loro ricambiano.
Sorrido per un'ultima volta per poi girarmi e dirigermi velocemente verso l'imbarco.
Spero di addormentarmi presto!



Dopo ben quarantacinque minuti, si , quarantacinque...
Beh dopo quarantacinque minuti , l'ho già detto vero?, sono riuscita a varcare l'imbarco e a sedermi su una poltroncina nella sezione economica per il viaggio.
Guardo attentamente dalla finestra e sospiro sconfitta mentre delle lacrime rigano il mio viso.
Come vorrei non partire, mi manca già la mia famiglia e l'Italia...
-Aish dannazione , sto pensando troppo...-
-I'm sorry...- mi giro e mi ritrovo davanti un ragazzo con un berretto nero, degli occhiali da sole e una sciarpa nera al collo che mi guarda o almeno è quello che penso stia facendo in questo momento..
-Yes? - chiedo mentre continuo a guardarlo con sospetto, potrebbe essere un terrorista e in questo momento non ho proprio voglia di morire..
-E' libero? - mi chiede in italiano con un accento un po' strano e , dopo che io ho annuito la testa in senso di affermazione, lo vedo sedersi e sospirare.
Comincia a spogliarsi della sciarpa, del cappello e del cappotto e rimanendo solo con addosso gli occhiali da sole.
Lo guardo con la coda dell'occhio e posso ammettere che questo tipo è particolare, non sembra per nulla normale se continua a tenere gli occhiali addosso.
Ma perchè non mi faccio i fatti miei? Che mi importa se continua a tenere gli occhiali da sole? Non sono mica una sua parente o la sua ragazza. Può fare ciò che vuole!
Mi giro verso la finestrella dell'aereo e non appena annunciano che stiamo per decollare stringo con forza i braccioli della poltrona.
Dio fa che questo viaggio duri il meno possibile!
E mentre prego ciò perdo completamente i sensi e non vedo nè sento più nulla.


Mi sveglio completamente intorpidita e mi stiracchio con cautela per non colpire il mio povero vicino di poltrona, continua ad avere gli occhiali da sole addosso e questa cosa mi turba e non poco...
Chi razza di persona normale penserebbe di dormire e viaggiare per ventiquattr'ore, su un aereo, con gli occhiali da sole? Nessuno penso... e spero.
O almeno non io, poi non so voi.
Neanche mi accorgo di star continuando a fissarlo fino a quando la sua voce non mi ridesta dai pensieri.
-Ti piace ciò che vedi? - dice in italiano mentre un sorriso spunta sul suo viso facendo comparire due meravigliose fossette agli angoli della bocca.
-Eh? - chiedo ancora intontita dal sonno ma , come sempre fanno tutti, lui scoppia a ridere e senza rendersene conto si alza gli occhiali mostrandomi due piccoli occhi scuri come il cielo notturno con un tagli orientale ma nonostante ciò sono abbastanza grandi.
- Piacere mi chiamo Park Chanyeol, ma tu puoi chiamarmi Chanyeol...- dice facendomi un occhiolino e sorridendo per poi porgermi una mano.
Io continuo a guardarlo negli  occhi e senza smettere di farlo sorrido e mi presento.
-Io sono Valentina , ma puoi chiamarmi Vale..- dico sorridendo.
-Nessun cognome? - chiede sorpreso e io non so che fare.
Glielo dico o non glielo dico?
Ok glielo dico!
-Valentina Cuomo...-
-Bene Valentina Cuomo... cosa ci fai su un aereo diretto a Seul? - chiede senza peli sulla lingua.
Curioso il ragazzo eh?
-Impegni di lavoro...-
-Che genere di lavoro? -
Ok questo tipo si sta facendo un po' troppo gli affari miei.
-Scusa ma perchè ti interessa? - chiedo sulla difensiva, non mi piace la gente che chiede troppo.
-Volevo fare solo amicizia. Abbiamo ancora venti ore davanti , non vorrai mica dormire per altre venti ore e lasciarmi sveglio senza sapere nulla della mia compagna di viaggio? -
Chiede con un sorrisetto strano, molto arrogante.
-Perchè dovremo fare amicizia se una volta arrivati a Seul ci divideremo? - chiedo con un sopracciglio alzato mentre mi sistemo meglio sulla poltrona.
-Chi può saperlo, alla fine Seul è una città magica . Può succedere di tutto! - dice strizzandomi nuovamente un occhio e io alzo gli occhi al cielo.
-Tu sei uno che si crede molto vero? Pensi che tutte le ragazze possano cadere ai tuoi piedi e che tu le possa avere tutte ma tieni a mente una cosa. Io non mi faccio abbindolare da uno come te! - dico per poi girarmi nuovamente verso il finestrino e cercare di porre fine a questa inutile discussione.
-Sei davvero un peperino eh? Mi piacciono le tipe toste. Ci sarà da divertirsi! - dice ridacchiando e io sbuffo esausta.
Questa nuova vita non è proprio iniziata bene.
Ti prego fa che questo viaggio termini il più in fretta possibile!
Sbuffo nuovamente mentre le risate del mio vicino di viaggio continuano imperterrite a disturbare le mie povere orecchie.
Voglio arrivare presto a Seul  e liberarmi di questo inutile essere  che è seduto vicino a me perchè sono sicura che sarà un viaggio infernale!





Buonasera a tutti come state? Purtroppo non ho aggiornato prima perchè ho avuto delle settimane davvero incasinate e sinceramente non ho avuto voglia di scrivere.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto il prologo e ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo ( spero che questo sia di vostro gradimento! ) .
Spero di sentire anche gli altri e sapere cosa ne pensano di questa storia =)
Beh che dire come sempre vi dò appuntamento alla prossima volta e se vi va di tenervi aggiornate sulle mie storie potete unirvi al mio gruppo FB: MusicHeart's Story , mentre se volete vedere altre mie storie basta andare sul mio profilo EFP: MusicHeart.
Un bacione a tutte e ci vediamo presto :*
   
 
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