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Autore: Jasmine_dreamer    01/02/2017    1 recensioni
"La finisci di starmi addosso? Mi perseguiti da settembre, quando l'anno scorso non conoscevi neanche il mio nome!" disse Alexia.
"L'anno scorso eri un cesso, poi non so cosa sia successo!" rispose Parker.
"Si chiamano tette. Ecco cos'è successo, quando ti crescono le tette improvvisamente diventi figa."
Lui rise: "Guarda che le tette non c'entrano, contribuiscono, ma non sono loro la causa del tuo cambiamento. Quando ti ho vista ho pensato che eri una favola."
Sul sorriso di Alex comparve un sorriso dolce e pensò a quanto fosse carino Parker. Poi si ricordò che era Parker e disse: "Non mi compri con due parole in croce, sai?"
"Oh che strano, sembrava di si."
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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"Ciao zia Nicole.. zio Oliver?" chiese Alex.
"In cucina, sta cucinando."
Alexia raggiunse Oliver in cucina, mentre Christian e Nick corsero in sala da pranzo a fregare un po' di cibo di nascosto mentre Nicole accoglieva altri ospiti.
"Nick.. hai 21 anni." disse Jessica.
"E Chris, tu ne hai 23!" esordì Nicole.
"Siamo pur sempre maschi!" fece Nick.
"Questa storia della stupidità maschile la tirate in ballo solo quando fa comodo a voi." disse Jessica.
Intanto Alexia aveva raggiunto Oliver in cucina.
"Hey zio!" strillò abbracciandolo.
"Ciao piccola peste!"
"Posso farti una domanda?"
"Dimmi."
"Come hai capito di amare zia Nicole e non Jane?"
"Perché quando ero con Jane pensavo sempre a Nicole, ma non il contrario.
E quando l'ho rivista avevo il cuore che mi batteva a mille, come la prima volta in cui la vidi. Ho sempre pensato che non ci fosse niente al mondo migliore di lei. E lo penso anche ora, dopo 18 anni di matrimonio e 22 di convivenza."
"Che bella storia.." sorrise Alex.
"Sei innamorata?"
"No! Almeno, non credo. Da quando papà è morto.." fece intristendosi.
"Sì, lo so. Ora non pensarci, è Natale."
"Hey!" fece Nick entrando in cucina: "Ho chiesto a Nancy e a Parker di venire, visto che sono da soli alla vigilia di Natale. Nicole ha detto vabene, per te è un problema?"
"No!"
"Parker?" chiese Alex arrossendo.
"Sì Parker."
"Non lo vedo o sento dal 21.."
"Stasera lo rivedrai. Tra 3/4 d'ora saranno qui." disse Nick lasciando la cucina.
"Quindi è Parker quello di cui sei forse innamorata."
"Sì.."
"Non ha una bella reputazione."
"Lo so."
"Magari gli metti la testa apposto."


Suonarono alla porta e Alexia andò ad aprire.
"Ciao." disse lei.
Nancy la salutò e andò a salutare gli altri.
"Hey, come stai?"
"Bene, tu?"
"Bene.. sei sparita."
"Non sono mai stata brava a farmi sentire, e tu lo sai. Per questo ti sei sempre fatto sentire tu."
"Volevo vedere quanto avresti resistito senza di me." disse Parker andando in camera a lasciare la giacca.
"Idiota." rispose lei chiudendo la porta.
"Accompagnami a salutare, Oliver mi guarda sempre male." disse tornando in sala.
"Andiamo."
Quando entrarono in cucina però, con grande sorpresa di Parker, Oliver lo salutò con il sorriso: "Parker!"
"Oliver!"
"Sapete... stareste proprio bene voi due assieme."
Alexia divenne paonazza per l'imbarazzo.
"Diglielo a lei, non mi vuole proprio!"
"Perché sei un imbecille!" rispose Alex.
"Vedi, non mi ritiene alla sua altezza. E non è che abbia tutti i torti."
"Parker.."
"La smetto, Rattatà! Per una volta non ho tirato io in ballo l'argomento."
Oliver rise: "Rattatà?"
"Sì, è uguale a Rattatà!"
"Finché la chiami come quell'orribile topo, credo sia normale che non ti voglia!"
"Lei mi chiama Snorlax."
"Ma hai iniziato prima tu con Rattatà."
Parker gli fece il solletico: "E stai un po'  zitta."
Lei rideva a crepapelle: "E lasciami!!"
Oliver sorrise: forse aveva sbagliato a pensar male di Parker.
"Dai che mi chiama mia madre!" disse Alex liberandosi di lui e uscendo dalla stanza.
Parker fece per seguirla ma Oliver lo richiamò: "Parker! Tu vuoi bene a mia nipote?"
"Sì, certo."
"E io ti credo. Ma Alexia ha sofferto molto nella sua vita, quindi sta' molto attento a non causarle altra sofferenza."
Parker annuì andando in sala.
Sapeva che data la sua reputazione e dato il bene che tutta la famiglia volesse ad Alex era assolutamente che si preoccupassero per lei, ma Parker non le avrebbe mai fatto del male, o per lo meno non volontariamente. Avrebbe preferito farsi del male da solo piuttosto che infliggerne ad Alex, quindi consciamente non avrebbe mai fatto nulla che potesse ferirla.      
Notò come Alexia avesse lo sguardo perso nel vuoto mentre tutte le altre persone ridevano e scherzavano. E a quanto pare non fu l'unico, perché anche suo fratello la guardava con aria preoccupata, indicandola anche a Christian.
Riusciva a leggere il labbiale mentre parlava con il cugino: "La colpa è mia."
Quindi Parker gli si avvicinò: "Credo che dovresti restare con lei, per lo meno adesso. Poi un giorno potrai lasciarla per seguire mia sorella, ma ora è Alex ad avere più bisogno di te nella sua vita. Dopo che vostro padre è morto, lei è caduta letteralmente in pezzi."
"Guarda che lo so, non ho bisogno che me lo dica tu."
"Sì, ne sono consapevole. Ma a volte c'è bisogno di qualcuno che te lo ricordi."
"Portala a fumare una sigaretta, Parker. Andate in un posto imboscato però, qui tranne noi 3, nessuno sa che fuma. Ha bisogno di calmarsi e, se riesci, falla sfogare."
Parker annuì ed andò da lei.
"Perché non vai tu?" chiese Christian.
"Ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei quando e se io partirò, e con Parker è già a buon punto. Spero solo che non tradisca la sua fiducia, come è tipico di Parker. Lo vedo dai loro occhi che si vogliono bene, forse anche qualcosa di più."

"Cosa c'è che non va?"
Alex fece un tiro dalla sigaretta: "Un altro Natale senza mio padre, e la partenza di mio fratello è alle porte. Sai, so che è del tutto irrazionale, ma vorrei tanto che tua sorella non fosse venuta qui per le vacanze. Voglio dire... so che si amano e blah blah, ma io non voglio che mio fratello se ne vada in Europa."
"Guarda che l'Inghilterra non fa più parte dell'Unione Europea."
Alex lo fulminò con lo sguardo.
"Scusa Rattatà, volevo sdrammatizzare, ma non è il momento."
"Quando Nick se ne andrà io rimarrò sola."
"Magari non andrà via. Magari resterà con te."
"Cosa gli hai detto?"
"Come mai credi che ci abbia parlato?"
"Perché, non lo hai forse fatto?"
"Beh sì.."
"Ma dai, Parker.."
"Gli ho detto che secondo me non dovrebbe andarsene, per lo meno non ora, poiché tu hai molto più bisogno di lui di quanto ne abbia mia sorella."
"So che è un po' egoista da parte mia, ma spero che ti ascolterà. Grazie Snorlax."
Lui sorrise e spense la sigaretta.
"Dai, andiamo."
"Parker.." disse Alex aprendo la portiera: "Perché stai facendo tutto questo per me?"
"Perché tengo molto a te."
Lei sorrise arrossendo.
   
 
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