Quella mattina Melanie
non fu l’unica a spegnere per ben tre volte la sveglia e ad alzarsi dal
letto alle 7:15, non fu l’unica nemmeno a cercare nell’armadio i
vestiti più decenti che avesse e a far colazione con un misero biscotto
al burro.
Non fu sola
nemmeno a fremere d’emozione e d’impazienza mentre aspettava che il
vecchio ascensore del suo palazzo la portasse al piano terra.
Il suo
compagno di sventura, quella mattina, portava il nome di Cameron.
Cameron non
era mai in ritardo, non era mai agitato o emozionato, era solo ed
esclusivamente impaziente.
Impaziente
di entrare per la prima volta in quella scuola, ed iniziare il suo
primo vero e proprio lavoro. Uscì di casa alle 7:55, e calcolando che
le lezioni iniziavano alle 8:10 era in assoluto ritardo. La scuola
superiore in cui l’avevano “spedito” era a circa mezz’ora da casa sua,
e se -pregando il cielo- non avesse incontrato traffico, nè tantomeno
vigili pronti a multarlo per eccesso di velocità, sarebbe arrivato in
venti minuti.
Fortuna fu
che la macchina quel giorno non diede problemi, che non ci fosse
un’anima in giro, nonostante fosse lunedì mattina, e che i vigili in
quella città si vedevano ogni 30 febbraio.
Si accorse
di non essere l’unico a varcare la soglia dell’ingresso scolastico poco
prima che suonasse l’ultima campanella... Peccato che però, in qualità
di professore, lui dovesse essere già nella propria classe.
Ed invece si trovò a pochi passi dalla sua aula con il cuore in gola
per la fretta, un po’ di sebo che gli lucidava la fronte ed un braccio
lesionato dall’arrivo di una ragazzina in evidente ritardo, che come
lui si fermò davanti alla porta scorrevole chiusa.
Cameron
tossì per farsi sentire. Perfetto... La bimba che aveva attentato alla
vita del suo braccio era una sua alunna.
La ragazza
si girò leggermente, i muscoli tesi e le sopracciglia aggrottate, poi
sobbalzò.
Cameron,
onde evitare ulteriore imbarazzo, portò una mano al di sopra della
testa della ragazza, afferrando la porta e aprendola.
Melanie era
in totale imbarazzo. Ritardare e trovarsi davanti in proprio professore
non era il massimo.
Menomale
che sembrava per niente arrabbiato, ed anzi le parve di scorgere che
aveva un’aria davvero serena e rassicurante.
Entrò non
appena la porta si aprì, e nemmeno fosse ad una maratona si fiondò
veloce al suo posto di fianco a Gilda.
Gilda era
un’ottima compagna di banco,; Erano diventate amiche dal primo giorno
del primo anno ed erano sempre state insieme ad ogni gita e ad ogni
cambio di posto.
”Pronta per
finire ciò che abbiamo iniziato insieme?” Le disse, sfoggiando un
sorriso splendido.
Di un anno
più grande di lei, Gilda era sempre stata un po’ come un faro durante
le lunghe ore di matematica e gli stressanti compiti di inglese. Era
una ragazza più che solare, sempre ottimista e in gamba.
Era
riuscita a farle passare più volte l’ansia prima di un’interrogazione e
più volte l’aveva consolata, non soltanto per i brutti voti.
Purtroppo
però per colpa di due stili di vita più che differenti, le due si
trovavano a frequentarsi quasi esclusivamente all’interno dell’ambiente
scolastico, salvo qualche rara giornata di shopping.
”Sentito
che abbiamo uno nuovo di storia dell’arte?” sussurrò l’amica, e a
Melanie tornò subito in mente quel tizio.
Sì, quello
in ritardo come lei che dieci minuti fa era fuori la porta a fissarla e
a tossicchiare.
E mentre si
perdeva a chiacchierare con Gilda, pensando che fosse strano che ancora
dovesse entrare, ammesso che fosse lui, la porta dell’aula si chiuse.
Il ronzio
di sottofondo dato dall’accumularsi delle ventiquattro voci presenti in
quella classe fin troppo stretta si estinse e lasciò spazio ad un
silenzio molto più fastidioso.
Melanie si
trovò esattamente incollata con le iridi a quelle del “nuovo arrivato”
che l’aveva evidentemente riconosciuta.
Deviò
totalmente i commenti poco consoni di Gilda e Susanne, l’altra compagna
di banco, e distolse furtiva lo sguardo trovando magicamente
interessante il suo portapenne.
Quando
quello iniziò a parlare, poi, nemmeno una pizza grande quanto la luna
l’avrebbe potuta distrarre dalla sua voce.
Aveva
lasciato il tempo agli ultimi arrivati di entrare in classe, prendere
il registo e far finalmente capolineo dalla porta.
Non appena
entrò, sentì fin troppe voci per un’aula così eccessivamente stretta.
Il mattino
seguente avrebbe richiesto un’aula decisamente più grande, se ne
sarebbe ricordato.
Posò la
valigettà per terra, di fianco alla cattedra e sentì un improvviso
silenzio, chiaro segno che si erano accorti di lui.
”Buongiorno,
sono il professor Carter. Come alcuni di voi sapranno” pochi, a
giudicare dai loro sguardi stupiti “la vostra professoressa di Storia
dell’arte ha dovuto per forze maggiori cambiare liceo.” Tossì un paio
di volte, sentendosi veramente
troppo
al centro dell’attenzione. “E quindi da ora in poi a farvi da cicerone
nelle pagine del vostro Cricco, che spero abbiate già, sarò io.”
Detto
ciò si sedette, sperando di essere stato abbastanza convincente e aprì
il registro.
”Posso
procedere con l’appello?” Freddo, fin troppo gelido.
I
ragazzi nelle prime file annuirono, e cercando consenso nelle file
seguenti si intrattenne per qualche secondo in più su una in
particolare. La terza. Più precisamente il secondo banco a sinistra: La
ragazzina di poco prima, quella che gli aveva portato via un braccio,
quella che gli aveva investito le narici con il suo profumo che sapeva
di... Frutta, credeva.
Il
tossicchiare di qualcuno lo fece rinsavire, e sfogliando le prime
pagine del registro, trovò l’elenco.
”Ashton”
Guardò di fronte a se.
”Presente”
Rispose una timida ragazza in seconda fila.
”Allen”
Continuò.
”Presente”
Alzò la mano un armadio a due ante in ultima fila.
”Berry..”
E notò un puntino rosso di fianco al nome.
”Presente”
Sorrise la ragazza seduta in terza fila, nel primo banco a sinistra.
E
così via, notando due nomi che avevano di fianco il puntino rosso.
Fin
quando arrivò al terzo nome con quel maledetto puntino, e guardò
diritto negli occhi verde prato già conosciuti.
”Turner.
Melanie Turner” Disse, pronunciando per la prima volta anche il nome
dell’alunna.
La
ragazza che stava fissando sobbalzò e alzò leggermente la mano per
farsi notare. “Presente!”
Doveva
capire del perchè di quei puntini, e gli balenò in testa una strana
idea.
”Signorina
Turner potrebbe avvicinarsi un secondo?” Disse lentamente, senza mai
staccare gli occhi dai suoi.
Melanie
cadde dalle nuvole, sentendo d’improvviso gli occhi di tutti puntati su
di lei, persino quelli di Jack, che era in fondo all’aula e non
distoglieva mai lo sguardo dalle tette di Teresa, sua compagna di banco.
Si
alzò, ignorando Gilda che le chiedeva cosa avesse combinato sta volta. Si
avvicinò lentamente, nemmeno stesse andando al patibolo, alla cattedra,
e dopo che il Professor Carter tossì, la classe smise di fissarla
iniziando a parlottare.
”Mi
dica.. professore.”Sibilò sperando che quest’ultimo l’avesse sentita.
Lui
senza degnarle di uno sguardo le strisciò il foglio con l’elenco e le
indicò con una penna il suo nome “Per cosa sta questo puntino,
signorina Turner?”
”Ah..
il bollettino..” Si maledisse. Quella mattina avrebbe dovuto ricordarlo
alla madre e invece perchè era in ritardo se ne era dimenticata. “Devo
ancora consegnare il bollettino di iscrizione.” Pregò che i compagni di
classe non l’avessero sentita.. che figura avrebbe fatto?
E
seppure non l’avessero sentita, ci pensò il bellissimo Professor Carter
ad alzare un po’ la voce per lei.
”Bene,
quindi Turner, devi consegnare il bollettino entro una settimana
massimo..”Sentenziò.
Poi
si voltò verso la classe e continuò “Anche Berry e Owan! Massimo una
settimana, in quanto cordinatore di classe, mi muoverò a prendere
provvedimenti in caso non doveste portarli entro lunedì prossimo.” Si
voltò verso di lei “Capito..Melanie?” Disse con un filo di voce,
lasciando che a sentirlo fossero solo loro due.
Angolino~
Allora, come prima cosa voglio fare delle premesse (e delle promesse
ahaha)
Premetto che ho scritto questo capitolo tutto d'un fiato, insieme ad
altri due che vorrei ancora rivedere per bene... Quindi in caso di
erroracci perdonatemi ç///ç
Poi volevo avvisare che non sono molto costante, e qui parte la prima
promessa.
Prometto che proverò ad esserlo e spero di riuscire a pubblicare almeno
un capitolo a settimana, se non due u.u
Ah si, poi.. amo disegnare, e proprio a tal proposito pensavo di darvi
"un'immagine" dei personaggi, protagonisti e non.. quindi vi prometto
che prima o poi all'inizio di uno dei capitoli vi pubblicherò un
disegno che rappresenti Melanie, Cameron, Gilda e tutti gli altri che
pian piano andremo a conoscere u.u
E vi prometto che manterrò le promesse ahahahaha <3
Bacini baciotti ~