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Autore: hexleviosa    02/02/2017    5 recensioni
[ La storia comincia direttamente dopo la 4x09 e man mano che andrà avanti terrà conto anche di possibili avvenimenti delle puntate successive. ]
Felicity viene trasportata con urgenza allo Starling General Hospital, dove viene operata per rimuovere il proiettile. Le cose sembrano andare per il meglio, finché Oliver e Donna non sono costretti a prendere una decisione che influirà sul futuro di Felicity. I segreti si accumuleranno e la situazione diverrà insostenibile, quando Green Arrow dovrà lottare per salvare la sua relazione, tenendo nascosto il suo stesso figlio, e per proteggere la donna che ama da se stesso e da colui che si scoprirà essere niente meno che il padre di lei.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Ricordati che ti amo

Capitolo XIV

 

 

<< Stai bene? >> le chiese una volta saliti in macchina.

Lei annuì e guardò fuori dal finestrino oscurato, oltre cui giornalisti e paparazzi si azzuffavano per rubare uno scatto dei fidanzatini più famosi di Star City, il primo dopo quella fatidica sera.

<< Dio, stai congelando >>.

Felicity si voltò e solo allora si accorse che Oliver le stava accarezzando il ginocchio sinistro.

<< Aspetta, vieni qui >> fece, alzandole le gambe.

Le tolse le decoltè e si appoggiò i piedi in grembo, cominciando a massaggiarle le gambe per riscaldarla.

<< Oliver. Oliver! >> dovette chiamarlo due volte prima che lui si voltasse << E’ inutile. Non sento niente >>.


 

<< Che ci fate già qui? >>

<< Grazie per il benvenuto, mamma >> replicò sarcastica Felicity.

Donna si affrettò a scendere dalla scala e lasciò cadere il festone che stava appendendo sul divano, per andare a salutare la figlia.

<< La mia bambina >> esclamò emozionata mentre la abbracciava e baciava sulle guance. Per quanto la sua posizione lo permettesse, visto che si trovava ancora tra le braccia di Oliver.

<< Non credevo che sareste arrivati così presto >> spiegò << Oliver mi ha dato il permesso di decorare un po’ il loft per il tuo ritorno a casa >> spiegò sorridente.

<< Ah >> fece la figlia << Oliver… ti ha dato il permesso >> ripeté.

<< Purché non fosse nulla di esagerato! >> ci tenne a precisare lui, per nulla contento di essere stato di nuovo tirato in mezzo dalle due donne.

<< E infatti ho chiamato il fioraio e il discount e li ho avvisati che gli ordini per centocinquanta rose rosse, i dieci bouquet di piume e le venti confezioni di palloncini sono rimandati a data da definirsi >>.

Entrambi la guardarono scioccati.

<< Per la vostra festa di fidanzamento, ragazzi! >> spiegò, seriamente turbata dal fatto che i due non avessero capito subito le sue intenzioni << Se ritenete che questo sia troppo per una festa di bentornata a casa, ok, lo capisco. Ma di sicuro non è troppo per una festa di fidanzamento. La vostra! >>

Felicity sospirò stanca e appoggiò il capo al petto di Oliver chiudendo gli occhi.

<< Perché non ne parliamo più tardi? >> propose lui << Felicity sarà sicuramente stanca e ha bisogno di riposare >> constatò.

<< Ma certo >> disse Donna lentamente << Ci pensi tu? >>

Oliver annuì. Felicity dovette sforzarsi per non urlare addosso a sua mamma e al suo fidanzato: odiava quando parlavano di lei come se non fosse presente. La faceva sentire impotente, ora più che mai.

Stava salendo le scale incredibilmente lentamente, più perché non voleva sballottarla troppo che perché faticava a portarla. Infatti, da quando erano tornati ad Ivy Town Felicity non aveva fatto che dimagrire: prima perché era troppo impegnata a mettersi in pari con le questioni del team, poi aveva passato giorno e notte a cercare Ray, infine c’era stata la questione Damien Dark, per non parlare dell’ultimo periodo in ospedale in cui, un po’ perché sottoposta alle operazioni o sotto l’effetto dei farmaci e un po’ perché il cibo dell’ospedale fa veramente schifo, aveva mangiato poco e niente. Ma Oliver aveva già in mente qualcuna delle sue ricette già collaudate ad Ivy Town che le avrebbero fatto tornare l’appetito.

L’adagiò e fece per aiutarla a stendersi, ma lei si tirò subito su, appoggiandosi al gomito.

<< Che c’è? >> le chiese allarmato.

<< Credo di stare per vomitare >>.

Non fece tempo a finire la frase che si ritrovò in bagno, davanti al gabinetto, seduta sulle gambe di Oliver. Cercò di allontanarsi da lui, ma era letteralmente bloccata, incastrata tra il wc e il suo petto e, oltretutto, le sue mani sui fianchi la stavano reggendo.

<< Oliver >> mugugnò << Va… vattene >>.

<< No! >> esclamò lui quasi indignato.

<< Ti prego >> sussurrò << Ti chiamo quando ho finito >> provò a convincerlo.

<< Felicity >> la chiamò e lei pensò che si fosse arreso prima che proseguisse << Scordatelo >>.

Una volta finito abbassò la tavoletta e ve la sedette sopra, per permetterle di sciacquarsi la bocca e lavarsi i denti.

La riaccompagnò in camera, dove la aiutò a sfilarsi il vestito, troppo stretto e scomodo. Si girò per prenderle un pigiama ma, quando fece per porgerglielo, notò che lei aveva già afferrato e indossato la sua camicia, rimasta abbandonata sul letto dopo la doccia della sera prima. Sorrise a quella vista e la aiutò ad infilarsi sotto le coperte.

<< Come ti senti? >> chiese.

<< Meglio >> biascicò lei stanca << credo di aver sofferto il viaggio in macchina >>.

<< O forse sono gli antidolorifici. Dovremmo contattare il dottor Briand >> fece preoccupato.

<< Nah… non è necessario, Oliver. Sai che soffro il mal d’auto. Devo ricordarti Positano? Bali? >>

<< Quello era mal di mare, Felicity >> ribatté inarcando un sopracciglio, ma col sorriso sulle labbra.

<< Shh >> lo zittì << Non mi contraddire >>.

Aveva la voce di chi sarebbe crollato dal sonno da un momento all’altro. Gli occhi erano già chiusi e il respiro le si stava pian piano regolarizzando.

<< Riposati >> le sussurrò, prima di baciarle dolcemente la fronte e uscire socchiudendo la porta.


 

Al piano di sotto trovò Donna, seduta sul divano con una tazza di the fumante. Sembrava sorprendentemente immobile e assorta nei suoi pensieri. Voltò appena il capo per guardarlo mentre si avvicinava e si sedeva al suo fianco.

<< Non gliel’hai detto, vero? >> domandò timorosa.

<< No >> sospirò combattuto, poi si girò a guardarla << Quando accadrà >> le disse << Quando lo verrà a sapere, saremo io e te, insieme, a dirglielo >>.

Donna annuì, visibilmente sollevata.

<< Ma non ora >> continuò Oliver << E’ ancora fin troppo scossa dagli eventi e non so come potrebbe prenderla >> spiegò << Ho bisogno… lei ha bisogno di fidarsi di qualcuno in questo momento, non possiamo permettere che la nostra decisione pesi sul nostro rapporto con lei. Non ora >>.

Lei concordò immediatamente con lui. Ora più che mai avevano bisogno di fare fronte unico.


 

<< Pensavo che dovremmo fare una qualche festa per recuperare quelle che ci siamo persi >> propose Donna, che stava guardando Oliver dietro il bancone, indaffarato dietro ai fornelli.

<< Cioè >> le chiese mentre affettava una cipolla.

<< Be’ non abbiamo festeggiato l’Hanukkah né il capodanno. Potremmo organizzare qualcosa per passare un po’ tempo tutti assieme >> spiegò << Qualcosa ti semplice, tipo una cena >>.

Oliver alzò il capo a guardarla.

<< Mi sembra un’ottima idea >> la appoggiò, sperando che ciò avrebbe potuto rallegrare Felicity.

Donna trillò eccitata e cominciò ad elencare tutti i preparativi necessari, di cui ovviamente si sarebbe occupata lei.

<< Non ti fermi a cena? >> le chiese, notando che aveva già afferrato borsa e cappotto.

<< No. Grazie, caro, ma ho troppe cose di cui occuparmi. Ci sentiamo. Salutami Felicity! >>


 

Una volta preparata la cena, decise di andare a svegliare Felicity, dopotutto era passata già qualche ora. Aprì la porta lentamente e si avvicinò a passi leggeri, ma quando le fu davanti la fioca luce proveniente dal bagno gli mostrò i suoi occhi aperti.

<< Ehi, sei già sveglia >> le sussurrò sedendosi sul letto, accanto a lei.

<< Non avevo più sonno >> gli rispose spostando la testa fino ad incontrare con la fronte la coscia di lui, che prese ad accarezzarle la schiena.

Ridacchiò notando la sua posizione. Nel sonno si era mossa fino ad occupare tutto il letto in diagonale e ad appoggiarsi al cuscino di Oliver.

<< Com’è che tutte le volte ti ritrovo completamente dalla mia parte del letto? >> rise.

Lei di rimando lo guardò truce, sforzandosi di non scoppiare a ridere a sua volta.

<< Da quant’è che sei sveglia? >>

<< Da abbastanza da aver sentito tutte le confabulazioni
tra te e mia mamma >>.


 


 


 


 


 


 

*** SPAZIO AUTRICE ***

Ta ta tatan!

Questo finale interrotto così di punto in bianco mette ansia pure a me…

e sono l’autrice quindi dovrei essere tranquilla visto che so cosa accade perché lo scrivo io, ma sono una persona estremamente ansiosa.

Quiiindi posterò il prossimo capitolo il prima possibile,

anche perché l’ho già scritto e finito…

Ad ogni modo, vogliamo per un attimo ammirare la mia velocità?

Era da secoli che non ero così veloce ad aggiornare la storia!

Che ci volete fare, mi sento ispirata!

Ad ogni modo, vi annuncio che il prossimo capitolo sarà il punto centrale della fanfiction, ovvero, troverete il rimando del titolo!

Tutto ciò mi esalta molto.

Dal capitolo ancora dopo invece comincerò ad inglobare alcuni elementi della quarta stagione, partendo ovviamente dalla 4x11 e via dicendo.

Vi avviso anche, se non lo sapete già,

che ho pubblicato la prima parte della ff che sto traducendo,

The Cavalry, e a breve, anzi brevissimo posterò anche la seconda.

Grazie a tutti i lettori e ai miei carissimi recensori

e ci vediamo presto!

Baci,

Hexleviosa

   
 
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