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Autore: TheStrangeCaseOfCass    02/02/2017    2 recensioni
Dal capitolo 3: "Scosse la testa, contrariata. Diamine, era lì per divertirsi o no? Via questi cavolo di pensieri, occupavano già troppe delle sue giornate. Doveva lasciarsi andare quella sera, divertirsi come non faceva da troppo tempo, o forse come non aveva mai fatto."
Dal capitolo 5: "Lzzy annuì, felice di non dover tagliare fuori dalla sua vita quella magica ragazza che vi era entrata così all'improvviso. Era sempre stata una persona molto espansiva, aperta alle nuove esperienze, in diciotto anni aveva stretto amicizia con centinaia di persone in tutto il mondo e sentiva in qualche modo una speciale affinità con la strega."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 22

 
Durante l’intervallo Francesca si rifugiò in bagno e tentò disperatamente di far sparire la fuliggine dai suoi capelli mentre le amiche le stavano intorno.
- Non avevi imparato a fare quella pozione? Era una delle ultime dello scorso anno. - disse Cassandra.
- Sì, ma ho avuto tre mesi per dimenticarla.  - replicò la bionda - Tre mesi passati in Spagna e a casa, con una sorella adolescente che non fa altro che rubarmi i libri di scuola. -
- Hai una sorella minore? - chiese Flora.
- Sì, si chiama Katia. -
Flora sorrise, pensando alla sorella Miele.
- Anche io ho una sorella. Adesso studia al college di Linphea, ma l’anno prossimo inizierà a frequentare Alfea. Katia ha…? -
Francesca ritenne di essere presentabile e rispose:
- Ha quattordici anni, ma non credo che verrà ad Alfea. -
- Come sta? - chiese Ioanna, sapendo quanto la ragazzina desiderasse dei poteri magici.
- Guarda, ti ricordi quando passava le giornate a guardare le serie tv in streaming? Ecco, ora passa le giornate a cercare di spostare gli oggetti senza toccarli. Non è ancora successo niente che io sappia, ma anche se fosse magica andrebbe a Torrenuvola, ne sono sicura. Si divertirebbe troppo a prendermi in giro. - scherzò Francesca.
Il gruppetto uscì dal bagno e raggiunse le altre che, ad eccezione di Amaryl e Yomi, le aspettavano nel corridoio ripetendosi a vicenda l’alfabeto runico, quindi si avviarono senza fretta verso la classe di Avalon.
Con la coda dell’occhio Tecna notò che Icy si sfregava le braccia, come per togliere una sostanza appiccicosa o… riscaldarsi, cosa insolita per lei. Inoltre c’era qualcosa negli occhi della strega che la spinse a chiederle, senza farsi notare dalle altre:
- Tutto bene Icy? -
L’altra scosse appena la testa.
- Sento freddo. - sussurrò - E’ inquietante, come fate a sopportarlo voialtri? -
Ignorando la battuta, Tecna disse ad alta voce:
- Ho dimenticato il libro in camera, Icy mi accompagna a prenderlo. -
Quindi afferrò la strega per un braccio e la costrinse a seguirla fra il disappunto generale.
Il piano dei dormitori non era deserto, ma perlomeno ci si poteva isolare dalle orecchie indiscrete.
- Senti ancora freddo? - chiese Tecna alla strega non appena fu sicura di non essere sentita da nessuno.
- Sì, e mi preoccupa molto. Non succedono belle cose quanto sento freddo. - mormorò Icy in risposta.
Di fronte all’espressione perplessa ella fata della tecnologia Icy spiegò che non era la prima volta che accadeva: quando Tritannus aveva attivato il Trono dell’Imperatore o quando, ad Avram, aveva liberato il polline dell’Albero della Vita aveva avuto la stessa sensazione.
- E’ come se i miei poteri mi avvertissero di un pericolo imminente, capisci? -
- Ma cosa può essere tanto pericoloso da superare la protezione di Faragonda? - si chiese Tecna, che però notando lo sguardo scettico di Icy aggiunse:  - Sì, in effetti non ci vuole molto, lo ammetto. -
- Ecco. - disse semplicemente Icy per poi ragionare ad alta voce - Piuttosto, cosa può mettere in pericolo la mia vita? Voglio dire, ce ne vuole per mettermi in difficoltà, non basta certo un proiettile per… - si interruppe e lesse negli occhi di Tecna lo stesso pensiero.
- Lzzy! - esclamarono insieme.
- Quando l’hai sentita l’ultima volta? - chiese Tecna.
- Ieri pomeriggio, ma aspetta, la cerco adesso. - rispose Icy chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio.
Con suo grande sollievo trovò subito la mente di Lzzy, ma notò che non le dava quell’impressione di energia frizzante che le era ormai familiare. C’era qualcosa di strano, era col morale a terra rispetto al giorno prima, anzi, sembrava quasi non essere completamente in sé. “No… Ti prego, ti prego, fa’ che non sia successo niente…” fu la silenziosa preghiera della ragazza. Seguendo le sensazioni della terrestre Icy risalì al motivo di tale turbamento e quando capì che era colpa sua sentì il bisogno di appoggiarsi alla parete. Pensando e ripensando alla questione della durata della vita che avevano appena accennato il pomeriggio precedente, Lzzy era giunta alla conclusione errata che se avesse imparato troppo sui suoi poteri avrebbe vissuto tanto a lungo da veder morire tutti coloro ai quali teneva e, per tentare di distrarsi, aveva bevuto fino ad ubriacarsi. Icy non aveva mai provato su sé stessa le sensazioni di un dopo-sbornia ma a giudicare dalla mente di Lzzy non avrebbe sentito la mancanza di tale esperienza. Ad anni luce di distanza, il mal di testa causato dall’alcol faceva pulsare le tempie della strega, che si allontanò dalla mente della terrestre. Quindi imprecò a mezza voce e domandò a Tecna:
- Dopo le lezioni puoi venire con me? Ho bisogno di qualcuno di oggettivo, che non si senta male al pensiero di quanto a lungo potremmo vivere. -
Gli occhi verdi della fata si spalancarono.
- Avete parlato di questo?! -
Icy riassunse il dialogo del pomeriggio precedente e le attuali condizioni di Lzzy e quando finì Tecna chiese:
- Perché vuoi che ci sia io? A parte il sangue freddo. -
- Deve esserci un motivo particolare? - chiese Icy di rimando con il solito tono inflessibile, nascondendo però un mezzo sorriso.
- Aha, e voglio sentirlo da te. - replicò testarda Tecna.
Icy assunse un’espressione annoiata, ma rispose:
- E va bene. Perché ti considero un’amica, contenta? -
- Sì. - rispose la fata, stampandosi sul volto un enorme sorriso soddisfatto.
Stavano per scendere di nuovo le scale quando Icy prese il cellulare e digitò in fretta poche frasi. Dal momento che non fece niente per impedirle di guardare, Tecna si sentì autorizzata a sbirciare. Era un messaggio per Lzzy.
 
“Elizabeth Mae Hale, vedi di essere sobria quando verrò a prenderti oggi pomeriggio altrimenti ti farò pentire di aver bevuto ogni singola goccia di alcol durante l’intero arco della tua vita a suon di incantesimi! E questa è una promessa!”
 
***
 
Icy sembrava avere l’argento vivo addosso tanto era impaziente, Tecna non l’aveva mai vista così. In fondo era tenera a preoccuparsi tanto per la sua compagna di mente, le si era affezionata più di quando riuscisse ad ammettere, e anche più in fretta. “Beh, è così che funziona un Bonding” sorrise fra sé e sé mentre apriva un portale per Icy. Il teletrasporto era troppo semplice da individuare, anche con Alfea piena di studentesse.
- Vado e torno. - annunciò la strega per poi sparire nel portale.
Per tornare avrebbero usato lo specchietto di Lzzy. Le altre ragazze non sapevano niente e non c’era rischio che arrivassero nel bel mezzo della conversazione: ufficialmente Tecna e Icy erano impegnate in un pomeriggio di studio non-stop e avevano espressamente richiesto di non essere disturbate. Si erano chiuse nella camera di Tecna, la cui coinquilina era impegnata ad aiutare Adelaide in letteratura; mentre le altre ragazze erano impegnate o con lo studio o con il proprio ragazzo.
 
§§
 
Se già il teletrasporto non era sempre preciso quando non si conosceva bene il luogo in cui si voleva arrivare, i portali erano un terno al lotto. Per quanto ne sapeva Icy avrebbe potuto apparire nella doccia di Lzzy, a dieci chilometri da casa sua o a qualche metro da terra. Magari in orizzontale invece che in verticale, tanto per complicare le cose.
Fu con un certo sollievo, quindi, che riconobbe l’ingresso dell’amica. Non che ci fosse stata prima, ma Lzzy le aveva mandato diverse foto dato che Icy stentava a credere che avesse davvero una casa sua: era in giro per il mondo praticamente undici mesi l’anno! Nell’ingresso, appesa ad una parete, la Les Paul bianca e nera faceva bella mostra di sé.
- Lz? - chiamò Icy senza ricevere risposta.
Magari non l’aveva sentita. Un salotto accogliente comunicava con l’ingresso e una Les Paul grigia decorava la parete sopra il divano. Anche nel corridoio c’era una chitarra, tanto che Icy si chiese quante ce ne fossero effettivamente. Che fossero una per stanza?
Stava per chiamare di nuovo la padrona di casa quando sentì una voce che stentò a riconoscere.
- Quando pensi che arriverà? -
Era la voce di Joe, ma… perché il moro era lì? Seguendo il suono della sua voce, Icy aprì la porta che dava sulla camera da letto di Lzzy. Anche in questa stanza era appesa una chitarra, la Explorer nera e oro che Icy ricordava di aver visto al concerto, ma quello che catturò la sua attenzione fu il letto, enorme anche per essere un matrimoniale. O, per dir meglio, chi c’era sopra. Rimase bloccata per una manciata di secondi nel vedere Lzzy con la testa appoggiata sulla spalla di Joe e con un suo braccio che le cingeva i fianchi, entrambi semidistesi sopra le coperte, completamente vestiti (e Icy ringraziò il cielo di questo).
- E’ arrivata. - fu il commento asciutto di Joe.
Lzzy, che evidentemente non prevedeva di farsi trovare accoccolata in braccio al suo ragazzo, si affrettò ad alzarsi, balbettando parole senza senso che somigliavano ad un “volevo dirtelo prima ma…”.
Icy recuperò l’uso della parola.
- Non credevo di trovarti in compagnia - disse - ma credo di aver capito cosa fossero quei formicolii che sentivo ogni tanto. Complimenti a entrambi comunque, non avevo assolutamente capito niente. -
Il suo tono tranquillo diede a Lzzy il coraggio di riprendere fiato e mettere insieme una frase decente.
- Non sei… arrabbiata o infastidita o delusa perché non te l’ho detto prima? - chiese, con l’aria di chi ha paura di gettare benzina sul fuoco.
Sembrava abbastanza sobria.
- Lzzy, mi conosci sì e no da due mesi, hai tutto il diritto di tenere certe cose per te. Hai idea di quante cose io non ti ho detto? -
- Sicura? -
Lo sguardo di Icy fu eloquente quasi quanto il suo sopracciglio inarcato. Lzzy tirò un sospiro di sollievo palesemente finto.
- Allora per te non è un problema? - chiese Joe, alzandosi anche lui.
- Assolutamente no, anzi, sono felice per voi, avete una persona in meno a cui mentire. Solo… Mae, chiudi bene la mente quando vi “divertite”, per favore. Temo di aver sentito un paio di volte alcune tue sensazioni. - rispose Icy, imbarazzata al solo pensiero.
Lzzy arrossì improvvisamente, per quanto potesse essere esplicita o giocare con i doppi sensi preferiva tenere per sé quello che facevano lei e Joe.
- Uh, sì. Non succederà più. Non oso immaginare cosa tu abbia sentito. -
Joe sghignazzò. Dalla sua prospettiva la situazione era divertente ed imbarazzante in egual misura. Icy si affrettò a precisare che non aveva sentito altro che formicolii per poi esortare i due a darsi una mossa.
- Tecna si starà chiedendo il motivo di tanto ritardo. - disse.
- Vengo anch’io? - domandò Joe stupendosi mentre Lzzy andava a recuperare lo specchietto.
- Beh, sì. Io non sono di grande aiuto per quanto riguarda questo argomento. Come un sacco di altre cose, mi fa venire il voltastomaco pensare di vivere per secoli. - disse la strega assumendo un tono amaro.
Lzzy tornò in camera e aprì il portale.
 
§§
 
Tecna non si aspettava di vedere anche Joe e naturalmente chiese spiegazioni al riguardo, ma l’unica risposta di Icy fu:
- Teniamo le chiacchiere allegre per dopo, vuoi? -
Sembrava ansiosa di togliersi quel peso dal petto e Tecna la capiva. Non era un argomento facile, lei stessa provava un senso di vertigine del tutto irrazionale a pensare a che livello era arrivata.
Guardò Lzzy dritta negli occhi e vide un’apprensione identica a quella di Icy e allo stesso tempo completamente diversa, perché dettata dalla sete di sapere.
- Dritta al punto? - chiese Tecna.
Lzzy annuì decisa e rispose:
- Rapido e indolore, no? -
Nonostante l’apparente fermezza, però, la sua mano cercò quella del chitarrista per stringerla.
- Ok, ma non interrompermi. Non hai capito assolutamente niente della faccenda. Imparare a gestire i tuoi poteri, cioè quello che ti stiamo insegnando, non ti renderà immortale né ti allungherà la vita. L’aspettativa di vita qui si aggira fra i centodieci e i centocinquant’anni, che tu sia magico o meno. Posto che il sessanta per cento della popolazione magica si ferma al primo o al secondo livello, la media viene rispettata. Dal terzo livello si iniziano a riscontrare delle differenze: una creatura magica di terzo livello arriva tranquillamente ai centonovant’anni, una di quarto ai duecento e così via. Ora, nonostante i tuoi poteri siano incredibilmente forti, tu hai le conoscenze di una creatura magica di primo livello Lzzy. Io, Icy, Musa o una qualsiasi delle ragazze siamo al sesto livello, di conseguenza potremmo arrivare a vivere sui - fece dei rapidi calcoli - quattro secoli abbondanti, credo. Mi rifiuto di fare il calcolo preciso, sarebbe come fare un conto alla rovescia. -
Si fermò per dare alla ragazza il tempo di metabolizzare il tutto. Icy si era seduta alla sua scrivania e dondolava distrattamente una gamba, lo sguardo fisso nel vuoto. Lzzy si mordicchiava un labbro, impegnata a riflettere sulle parole di Tecna, e adesso Joe guardava la fata e la strega come fossero dei dinosauri.
- Allora siete… siamo costretti a vivere quanto a lungo il nostro livello ci consente? - chiese Lzzy.
Tre rughe orizzontali segnavano la sua fronte corrucciata. La risposta negativa di Tecna la sorprese.
- Ma hai appena finito di dire che… -
- Esiste un’alternativa. - la bloccò Tecna - Vedi, non tutti vogliono vivere per secoli. E’ possibile scegliere di rinunciare agli anni che la magia ci dona tramite una serie di incantesimi che solo pochi maghi sono autorizzati ad eseguire. Chi sceglie la Rinuncia, come la chiamiamo, segue un normale ciclo vitale, quello che il suo corpo gli consente. -
Lzzy moriva dalla voglia di interromperla quindi le fece cenno di parlare.
- Quando posso farlo? -
Joe sobbalzò, sorpreso dalla decisione della sua compagna.
- Lz, sei sicura? Voglio dire, è una cosa… -
- Orribile. Terrificante. Sarei sola, sola e isolata da tutti perché mi conosco e so che non legherei con nessuno per non soffrire di nuovo. Non lo voglio Joe, piuttosto il suicidio! - esclamò Lzzy quasi gridando.
Icy impallidì all’ultima frase, credendo di aver capito quale fosse il pericolo che aveva avvertito.
- Non dire così Lzzy! - la riprese Joe, afferandola per le spalle.
Era più alto di lei di pochi centimetri e questo gli dava un vantaggio che Lzzy detestava. Odiava sentirsi piccola. Si liberò dalla stretta e si piantò davanti al moro a braccia incrociate.
- Non lo farei adesso, non sono stupida! Che senso avrebbe? Farei solo soffrire voi e non voglio neanche questo. Ma io ho paura di restare sola Joe, lo sai. Se devo vivere cent’anni che sia perché lascio perdere i liquori, non perché i miei poteri mi impediscono di avere un cancro al fegato! -
-  Non è esattamente così che funziona, ma capisco cosa vuoi dire. - si intromise Tecna timidamente - Riflettici su finchè non troviamo un modo per farti fare la Rinuncia, ok? -
Lzzy annuì bruscamente, scossa. Non volendo incontrare lo sguardo di Joe, si voltò verso Icy. Si era quasi dimenticata della sua presenza e si rese conto che doveva averla turbata molto. Già pallida come un lenzuolo di suo, la strega ora le pareva addirittura trasparente e aveva l’aria di uno che sta per vomitare. Lei sembrava non vederla più. Esitando, Lzzy le toccò una spalla, gelida come al solito. Icy non si mosse di un millimetro, ma disse:
- Forse dovrei rinunciare anche io, sai? -
Per un attimo Icy pensò che Tecna le avrebbe elencato tutti i motivi per cui non avrebbe dovuto minimamente pensarci, ma la fata si limitò a sospirare sconsolata. Se anche avesse parlato, Icy non le avrebbe dato retta, lo sapeva.
- Rinunceresti per via di Lzzy? - chiese Joe.
- No Joe. Vedi, fra tre anni in teoria sarò libera ma so che in realtà sarò sempre nel mirino di qualcuno. Quattrocento e passa anni a preoccuparsi di una parola di troppo? No grazie. - rispose con una nota amara nella voce.
- Detesto doverti dare ragione su questo. - mormorò Tecna.
Icy fece un sorrisetto sarcastico.
- Pensa che festa faranno a Roccaluce quando lo sapranno. - commentò.
- Ehi, ti do ragione ma riflettici, non considerarla cosa fatta. Potresti cambiare idea più in là. -
“Certo, come no” pensò la strega, ma assentì comunque per non innervosire la fata. Calò un silenzio assordante. Nessuno aveva più voglia di parlare di quelle cose, era evidente, quindi Tecna decise che era ora di darsi al gossip. E pensare che prima di conoscere le Winx lo riteneva un’occupazione inutile!
- Allora - disse - com’è che sei qui Joe? Credevo fossi in giro fra i parenti come gli altri. -
Joe colse la palla al balzo.
- Beh, io e Lz non abbiamo molto tempo per stare da soli quando siamo in giro, c’è sempre il terzo incomodo e di solito anche il quarto. - rispose il ragazzo per poi sorridere soddisfatto nel sentire la risatina trattenuta dalla donna che amava.

Spazio dell'autrice
Salve a tutti :)
Nonostante i cataclismi, purtroppo per voi sono ancora qui per assillarvi muahahah EHM ok basta.
Spero che il capitolo non risulti troppo pesante, ma la questione della vita doveva essere spiegata. Spero anche di non aver reso Tecna troppo OOC...
E così Icy alla fine ha scoperto la relazione di Lzzy e Joe... peccato che Lzzy non abbia detto proprio tutto ;)
Sì, ha veramente le chitarre sparse in tutta la casa. Facilitano la creazione, a quanto dice.
Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono :)
See y'all
Cass
   
 
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