La promessa
La donna
sospirò, congedandosi dall’uomo che aveva richiesto i suoi servigi. Era stanca,
per tutta la mattina non aveva fatto altro che consigliare ai pellegrini
dell’Abbazia la vocazione più adatta a loro e il peso dell’età iniziava a farsi
sentire sulla sua povera schiena. Fino a qualche anno prima sarebbe stato uno
scherzetto rimanere incurvati sulla sfera di cristallo tutto il giorno, ma
ormai la vecchiaia incideva a fuoco sulle sue ossa le tacche dello scorrere del
tempo.
Stava già
pensando di lasciare il suo banchetto e di cercare ristoro nella locanda al
piano sottostante, quando un brivido le percorse interamente la sua dolorante
schiena ridestandola del tutto. Non era il freddo, oh no, e neanche la paura.
Era solo l’intima certezza che qualcuno la stesse fissando con insistenza, come
per chiamarla, e il messaggio era giunto forte e chiaro a destinazione. Non
avrebbe neanche avuto bisogno di alzare lo sguardo per controllare, ma per
scrupolo lo fece. Un ragazzo dagli abiti verdi, appoggiato allo stipite del
portone con una gamba alzata e le braccia incrociate, le stava puntando gli
occhi addosso, in un richiamo fermo e vigoroso, ma tuttavia non aggressivo.
Sarebbe stato disposto ad attendere a lungo, lo sentiva, ma la vecchia aveva
invece il terrore di non avere tutto quel tempo.
«Mi
dispiace, signori, per oggi ho finito.»
Cori di
protesta si levarono dalla gente ancora in fila di fronte al banchetto, ma la
donna zittì tutti alzando le mani: «Lo so, lo so, avete atteso a lungo il
vostro turno per potermi parlare e io ora vi lascio così. Ma credetemi... c’è
qualcuno che ha avuto più pazienza di
voi.»
Non
appena la donna si avvicinò a lui, Jared fece un gentile cenno con la testa, ma
la signora lo afferrò per un braccio e lo trascinò con sé senza troppi
convenevoli.
«Abbiamo
molto di cui parlare, figliolo, ma questo non è il luogo adatto. Seguimi.»
I suoi
compagni vedendolo allontanarsi lo seguirono, ma giunti al limitare di un bosco
la vecchia si voltò verso di loro.
«Fermi!
Non un passo di più! Questo è un discorso privato fa me e il ragazzo!»
Jan fece un
passo avanti: «Ma...»
La donna
sorrise, ma in modo quasi inquietante: «Lo riavrete indietro, non temete, ma è
una prova che deve affrontare da solo e che voi non potete capire. Aspettate qui,
potrebbe volerci un po’ di tempo ma se le cose vanno come spero ne varrà la
pena, credete alle parole di questa povera vecchia...»
E senza
aggiungere altro trascinò Jared fra gli alberi, schivando rami bassi, cespugli
e buche di animali, fino a giungere a una piccola radura. Solo lì lasciò andare
il braccio del ragazzo e lo guardò negli occhi.
«Sei
cresciuto dall’ultima volta che ci siamo visti, Jared, e non solo fisicamente.
L’ultima volta avevo di fronte a me un ragazzino timido e impacciato, ora vedo un
uomo forte e sicuro di sé.»
Il
ragazzo annuì: «Grazie.»
«Se sei
tornato da me è perché hai completato la tua vocazione, lo sento senza nemmeno
bisogno della sfera di cristallo. Sapevo che eri in grado di completarla.»
«Ma non è
stato per niente facile.»
«Mai
detto che lo fosse. Per poter completare la vocazione di Drago bisogna toccare
il più basso e oscuro grado della propria personalità e saper risalire. Ma la
maggior parte delle persone non è in grado di reggere lo sforzo e periscono nel
tentativo. È il motivo per cui quelle pergamene erano così rare.»
Jared
sospirò: «Ora lo capisco. Anch’io ci sono andato molto vicino.»
«Ma ora
sei qui e io manterrò la mia promessa. Ti darò ciò che più il tuo cuore anela,
se supererai un’ultima prova.»
«Ovvero?»
Sul volto
della donna comparve un ghigno, per poi esclamare: «Pof!»
Il suo
corpo venne avvolto dal fumo. Jared cercò di stringere gli occhi per
distinguere la figura della vecchia, ma non appena riuscì a vederla rimase
senza fiato. Dell’anziana donna non c’era più traccia, ma di fronte a lui si
ergeva un imponente drago verde.
Il drago
rise: «Questa non te l’aspettavi, eh?»
Jared
rimase senza fiato nel riconoscere quella voce femminile: «Ma cosa...»
«Il Pof è un incantesimo di alto livello. Normalmente lo conoscono
solo i Saggi e i Paladini, ma per te potrei fare un’eccezione e insegnartelo.
Se hai superato la vocazione Drago dovresti avere in te abbastanza magia per
poterla compiere, anche se probabilmente non l’hai mai usata.»
Jared si
sentì infiammare il petto dall’eccitazione. Aveva la possibilità di ottenere
quello a cui ormai aveva rinunciato da tempo, diventare un Drago in tutto e per
tutto!
«Non è
una magia semplice e ha parecchie controindicazioni. Saputo questo, hai ancora
intenzione di accettare la mia sfida?»
Il
ragazzo si accucciò, tirando fuori le sue zanne dalla tasca e mettendosele in
bocca: «Assolutamente.»
Il drago
verde lesse l’eccitazione selvaggia negli occhi del suo avversario: «Bene,
buona fortuna, allora. Io non mi risparmierò.»
Jared
sorrise: «Non chiedo di meglio.»
E rotolò
su un fianco per schivare una fiammata. Il cuore non gli era mai battuto così
forte nel petto. Per la prima volta poteva affrontare un drago, e il premio in
palio era un incantesimo di cui non avrebbe mai immaginato l’esistenza, ed era
esattamente quello che poteva farlo felice. Con agilità balzò da una parte
all’altra della radura per saggiare le mosse della sua avversaria. Era potente,
sì, ma lenta. Probabilmente l’età avanzata giocava a suo sfavore. Lui non aveva
la sua forza fisica, ma la sua velocità era nettamente superiore e le sue
fiamme e il suo ghiaccio non erano inferiori. Doveva solo fare attenzione a non
subire colpi fisici e la vittoria sarebbe stata facilmente sua.
Il drago
diede un possente colpo di coda nella sua direzione. Jared saltò, ma così
facendo gli fu impossibile schivare il colpo di zampa che calò su di lui
dall’alto. Per un momento il mondo si fece nero e confuso. Cercò di
allontanarsi e di rifugiarsi in mezzo agli alberi per riprendersi.
Non aveva
calcolato l’enorme differenza di peso fra loro. Un errore fatale.
Conny
sospirò: «Secondo voi cosa stanno facendo là dentro?»
Mako sbuffò:
«Non so, ma spero si diano una mossa, mi sto davvero annoiando a stare qui
senza fare niente...»
La frase
della ragazza fu interrotta dal rumore di uno schianto.
«Cos’era?»
Jan balzò in
piedi: «Sembrava un albero abbattuto.»
Lo
schianto si ripeté, ancora e ancora.
Conny
deglutì: «Si sono messi a fare i boscaioli?»
Jan scosse
la testa, serio: «Non credo. Mi sembra qualcosa di più pericoloso...»
Mako si
scrocchiò le dita: «Benissimo. Andiamo a vedere, allora. Qua mi stavo
decisamente annoiando.»
Ma non
appena misero un piede dentro i confini della foresta, la voce della vecchia,
potente e cavernosa, gridò: «STATENE FUORI, HO DETTO! SIETE STATI AVVERTITI DI
NON INTERVENIRE! ALLA PROSSIMA VIOLAZIONE RICEVERETE UNA FIAMMATA CON I
FIOCCHI!»
A tutti e
tre i guerrieri si drizzarono i capelli in testa e immediatamente arretrarono.
Conny
guardò gli alberi sconvolta: «Era... era la stessa nonnina dolce e carina di
prima?»
Jan
balbettò: «N-non so se prima fosse dolce e carina, ma ora sembrava che volesse
divorarci tutti interi!»
Mako assunse
un’aria sospettosa: «Ma come ha fatto a urlare così forte?»
Conny
scosse la testa: «Non lo so, ma ora vorrei davvero sapere cosa stanno facendo
là dentro...»
Jared si
rese immediatamente conto che non avrebbe potuto nascondersi ancora a lungo. La
vecchia stava abbattendo gli alberi intorno a loro per trovarlo, ma lui aveva
avuto bisogno di un po’ di tempo per riprendersi da quel colpo e per poter
pensare un piano efficace. Sentì ribollire il magma e il ghiaccio nei suoi
polmoni e pregò che fossero sufficientemente potenti per la pazzia che stava
per compiere. Dopo un ultimo istante di esitazione, si buttò. Prendendo la
spinta sui tronchi abbattuti, si lanciò direttamente sulla coda del drago,
risalendo sulla sua schiena a piedi nudi. Incredibilmente, stare in equilibrio
gli veniva facile, quasi naturale. Era meraviglioso il contatto con quella
pelle a scaglie, ruvida, bollente e gelida allo stesso tempo, resistente a
tutto. La parte più selvaggia e mostruosa della sua coscienza la invidiava
profondamente. Risalì velocemente la schiena del drago, fino a giungere sulla
sua testa. Il drago si dimenava nel tentativo di colpirlo o buttarlo giù, ma
inutilmente. Jared si teneva con tutte le sue forze e si preparava alla
prossima mossa. La pelle del drago era invulnerabile alle sue armi, ma un punto
debole doveva averlo per forza, e il ragazzo era convinto di averlo trovato.
Non appena fu pronto e il drago si fu leggermente calmato, si sporse dalla nuca
e ricoprì gli occhi della belva con uno spesso strato di ghiaccio, per poi
scivolare sul suo muso e tornare a terra. Il drago si dimenava cercando un modo
per tornare a vedere, ma Jared non aveva ancora finito. Corse sotto il suo
corpo spuntando fiamme non per ferirlo, ma per attirare la sua attenzione. Il
drago ci cascò, cercò di seguirlo e di prenderlo, ma il risultato fu solo un
grosso capitombolo che lo stese definitivamente.
Il
ragazzo si fermò a controllare lo stato del suo avversario. Dopo qualche
istante, il corpo del drago fu avvolto dal fumo e al suo posto tornò l’anziana
donna, che ancora litigava con il ghiaccio sui suoi occhi. Jared si affrettò a
raggiungerla.
«Stia
ferma, glielo scioglierò subito.»
La donna
attese che il ragazzo concludesse la sua operazione, poi chiese: «Perché non me
li hai bruciati? Sarebbe stato più efficace.»
«Volevo
disorientarla, non ferirla. Ho fatto attenzione a non creare uno strato di
ghiaccio troppo spesso per non danneggiarle definitivamente gli occhi.
Dopotutto era un sfida, non un combattimento all’ultimo sangue.»
La
nonnina sorrise: «Sei un bravo ragazzo, Jared. Penso di potermi fidare di te.
Ti insegnerò questo incantesimo, come promesso, dammi solo il tempo di
riprendermi.»
Jared
sorrise: «Tutto il tempo che le serve!»
«Ma non
sarà tempo perduto. Devo farti alcune raccomandazioni di estrema importanza,
prima di tenere fede alla mia promessa.»
Il
ragazzo si sedette per terra e ascoltò con attenzione tutto ciò che la donna
aveva da dirgli.
«Innanzitutto,
questo non è un incantesimo facile. Non basta avere un po’ di magia, serve
moltissima concentrazione, e non devi essere agitato o di malumore.»
Jared
sollevò un sopracciglio: «Perché?»
«Il Pof attinge la forza e la potenza del tuo incantesimo anche
dalle tue emozioni. La specie del drago in cui ti muterai dipenderà da esse e
sarà probabilmente ogni volta diversa. Richiede anche molta energia magica, ma
calcolando la tua forza direi che dovresti essere in grado di effettuare
l’incantesimo una decina di volte consecutive. Tieni bene in conto che
l’incantesimo ha durata limitata e che dovrai fare una pausa tra due
trasformazioni consecutive.»
Il
ragazzo annuì.
«E ora, l’ultima
raccomandazione. Anzi, una promessa.»
«Ancora?»
«Sì,
ancora. Il Pof ti renderà un Drago in tutto e per
tutto, ma manterrai coscienza umana. Potresti trovarti comunque a dover gestire
esigenze più mostruose.»
«L’ho già
fatto, non mi fa paura.»
«Hai
anche mangiato dei mostri?»
«Sì, ma
solo in caso di necessità.»
«E
com’erano?»
«Disgustosi.»
La
nonnina sorrise: «Bene. Se un giorno ti dovesse capitare ancora e dovessi
invece trovarli buoni, vienimi subito a trovare, d’urgenza. Quello sarebbe un
brutto segnale.»
«Quanto
brutto?»
«Potresti
iniziare a trovare appetitosi anche gli esseri umani.»
Jared
sbiancò: «Ah...»
«Bene,
detto questo... cominciamo.»
Jan si stava
ormai appisolando, quando una figura minuta uscì dal bosco.
«Finalmente,
signora!»
Conny corse
subito verso di lei: «E Jared?»
La
signora ridacchiò: «Lo vedrai presto. Ha superato la prova.»
«Cosa...»
Ma Mako non ebbe il tempo di finire la sua domanda che un
possente drago bianco uscì volando dal centro della foresta e atterrò proprio
di fronte a loro. I ragazzi arretrarono spaventati, ma la vecchia si avvicinò e
accarezzò il mostro.
«Il Drago
bianco, simbolo della felicità e della gioia... bravo, Jared, ottimo lavoro!»
Jan lo
guardò sorpreso: «J-Jared?»
«Ha
superato la mia prova e gli ho mostrato l’ultimo segreto. In questo stato gli è
difficile parlare, ma ovviamente capisce tutto. Tra un pochino si scioglierà
l’incantesimo e tornerà come prima. Ha solo una possibilità in più.»
Conny si
avvicinò titubante, ma Jared abbassò la testa, invitandola gentilmente ad
accarezzarlo. Anche Mako e Jan
la seguirono, mentre la donna, silenziosamente, si allontanava.
«Buona
fortuna, Jared. Spero con tutto il cuore di non doverci più rincontrare.»
Ed ecco qua! Finito? E invece no... c’è ancora un capitolo.
Alla prossima!
Hinata 92