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Autore: Vago    03/02/2017    3 recensioni
Libro Secondo.
Dall'ultimo capitolo:
"È passato qualche anno, e, di nuovo, non so come cominciare se non come un “Che schifo”.
Questa volta non mi sono divertito, per niente. Non mi sono seduto ad ammirare guerre tra draghi e demoni, incantesimi complessi e meraviglie di un mondo nuovo.
No…
Ho visto la morte, la sconfitta, sono stato sconfitto e privato di una parte di me. Ancora, l’unico modo che ho per descrivere questo viaggio è con le parole “Che schifo”.
Te lo avevo detto, l’ultima volta. La magia non sarebbe rimasta per aspettarti e manca poco alla sua completa sparizione.
Gli dei minori hanno finalmente smesso di giocare a fare gli irresponsabili, o forse sono stati costretti. Anche loro si sono scelti dei templi, o meglio, degli araldi, come li chiamano loro.
[...]
L’ultima volta che arrivai qui davanti a raccontarti le mie avventure, mi ricordai solo dopo di essere in forma di fumo e quindi non visibile, beh, per un po’ non avremo questo problema.
[...]
Sai, nostro padre non ci sa fare per niente.
Non ci guarda per degli anni, [...] poi decide che gli servi ancora, quindi ti salva, ma solo per metterti in situazioni peggiori."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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 Il demone si spostò di lato, evitando l’affondo, che non arrivò.
Lo spettro si era fermato a metà della sua carica, mettendosi in posizione difensiva, con lo stiletto davanti al corpo.
Follia lo guardò con genuina sorpresa negli occhi scintillanti.
- Non sapevo che il mio caro genitore avesse creato qualcuno su cui scaricare i propri compiti. – La creatura piegò la testa di lato accennando un sorriso divertito sul grugno animalesco.
- Non credo si fiderà mai a lasciarmi leggere quel libraccio. – gli rispose lo spettro, tendendo i muscoli delle gambe e piegando impercettibilmente le ginocchia. – Ora voglio farti una domanda io. –
Il demone si allontanò un poco dal suo rivale, tirando un calcio sul costato a Jasno, che tentava di alzarsi carponi, facendolo rotolare su se stesso per un paio di volte accompagnato da un gemito disperato.
- Come hai fatto a nascondere questo posto e le tue creature alla Trama del Reale? –
- Ho utilizzato me stesso come materia prima. Ogni mattone, ogni corpo è stato creato partendo dalla mia essenza. –

Ecco perché non riuscivo a rilevare nulla.
Follia resta pur sempre della stessa pasta degli dei minori e come loro non fa parte del piano del reale. È stato talmente calcolatore da utilizzare la polvere in cui si era disgregato per ricostruire tutto questo.


Il Servitore si lanciò in avanti, tentando un colpo al ventre della creatura.
Follia fece un passo a sinistra, ma si accorse troppo tardi che la mano di fianco a sé era disarmata.
Lo stiletto ora correva verso la gamba sinistra della creatura e per poco non la colpì, se questa non avesse fatto un balzo indietro.
- Capisco perché ti abbiano mandato qui… - disse il demone, allungando una mano in direzione dei soldati alla sua sinistra.
Una spada venne lanciata nella sua direzione, per poi essere afferrata da una presa sicura.
Follia optò per il contrattacco, fendendo l’aria di fronte a sé con quella lama.
Lo spettro si spostò di lato, evitando il colpo e tentando una stoccata, il cui unico scopo era far aumentare le distanze tra i due duellanti.
- Ti assicuro che non hai capito nulla. – fu la risposta del Servitore.
Il demone si lanciò di nuovo in avanti, euforico.
Prima un fendente orizzontale all’altezza del cuore, schivato facendo un passo indietro.
Poi un secondo fendente di ritorno, più basso, evitato facilmente con un balzo laterale.
Infine una stoccata dritta al ventre.
Lo spettro non parve volerla evitare.
Si gettò contro al suo avversario, disgregandosi in una nuvola di polvere che turbinò intorno alle braccia asciutte della creatura, per poi tornare a solidificarsi alle sue spalle.
Lo stocco tentò di insinuarsi tra le scapole coperte dal cuoio e dalla corta pelliccia, ma Follia riuscì a fare un passo avanti, evitando per poco quel colpo che avrebbe sancito la fine del duello.

Ce la posso fare.
Sono superiore a lui, basta che riesca a coglierlo impreparato.

Il demone si voltò, i suoi occhi erano cambiati. La scintilla che vi ardeva dentro non era più pregna di boria e autocompiacimento, piuttosto sembrava ira quella che ora li abitava.
- Come fai ad avere un corpo e allo stesso tempo non averlo? Dimmelo! –
La spada tornò a sibilare nell’aria, tentando di troncare il collo dello spettro.

Si sta agitando.
Ora posso fare quello che mi riesce meglio.


La lama passò da parte a parte quel collo avvolto nel fumo, senza incontrare la benché minima resistenza.
Follia sorrise, ma il volto animalesco si contrasse di nuovo quando il suo avversario si portò la mano sinistra al capo, afferrandolo e sollevandolo di una spanna per dimostrargli che la spada non aveva tagliato nulla di vitale.
- Regalo di papà. – gli rispose baldanzoso il Servitore.
Il demone urlò, avventandosi nuovamente contro quell’essere che gli stava davanti.
Questo non si spostò, si ridusse prima nella forma di coniglio, osservando la lama volare sopra la sua testa, per poi scomparire nuovamente in una nube polverosa.

Non sono impazzito. Non completamente, per lo meno.
Il coniglio è uno degli animali con il battito cardiaco più veloce esistente. Se a questo aggiungo dei polmoni sovrasviluppati, ottengo un corpo carico d’aria ossigenata che posso sfruttare come…

Il demone si guardò intorno confuso, senza riuscire a trovare il suo avversario.
Un sibilo lo mise in guardia.
Sopra di lui, lo spettro stava cadendo in picchiata a velocità folle, lasciando dietro di sé una scia di condensa, mentre il suo petto gonfio si sgonfiava rapidamente.

…Propulsione.


Follia si gettò di lato, rotolando sulla strada di pietre, per evitare la lama sottile che lo stava mirando.
La nube di polvere raggiunse il terreno al posto del corpo, spargendosi per un attimo sul terreno per poi tornare ad aggregarsi in una forma riconoscibile.
La nebbia che avvolgeva il corpo dello spettro si fece più tetra. Gli occhi gialli si socchiusero, mentre la mano destra stringeva il pugnale.
- Tutto questo deve finire, Follia. Sei sopravvissuto a fin troppe cose, per i miei gusti. A proposito, senti ancora male per quella caduta dalla Volta? –
- Taci! Stai parlando con un dio, maledetto servitore! –

Devo farla finire per davvero, ora.
Devo prenderlo di sorpresa con qualcosa di folle, se voglio avere la possibilità di colpirlo con lo stiletto.
Spero di aver fatto bene i miei conti…


Il Servitore caricò Follia, con il braccio destro stretto contro il corpo, pronto a far scattare avanti l’arma.
Il demone si scansò, evitando la lama e piantando la propria nel ventre del suo avversario.
La mano sinistra dello spettro comparve dalla cortina di fumo, stretto in quel pugno riposava lo stiletto, pronto ad affondare nella gamba destra del demone.
Qualcosa cadde a terra, poi la lama sottile si conficcò nelle carni di quell’essere.

È finita.
Abbiamo vinto.
E chi se ne frega se ho un buco in pancia, guarirà.
È davvero finita.
Ce l’ho fatta.
Hai visto Fato! Ce l’ho fatta!


Il grugno del demone si contorse in un sorriso.
- Tutto qui? -



Angolo dell'Autore:

Si, è da un po' che non mi faccio sentire.
Diciamo che questi ultimi capitoli (compreso il prossimo) li ho prodotti tutti in preda ad un attacco d'ispirazione (malattia rara, purtroppo!) nel giro di tre giorni circa, quindi nelle ultime settimane il mio unico impegno come autore era quello di aggiornare la storia sul sito e... controllare ogni tanto come fossi messo a visualizzazioni e recensioni.
Tutta questa bella premessa è un modo prolisso per dire che ora potrò tornare a scrivere con i miei soliti tempi biblici e portarvi, possibilmente, capitoli un po' più lunghi e pregni di avvenimenti (non che in questi ultimi non succeda nulla, anzi, ma una media di tre o quattro pagine a capitolo mi sembra un poco bassina, tutto qui).

Passiamo al capitolo, nonchè alle cose serie.
So di essere una scarpa quando si tratta di combattimenti, ma questo in particolare ho cercato di renderlo al meglio, che dite, ne è uscito qualcosa di buono?
Per di più ho voluto strafare, i buoni hanno perso. Su tutta la linea, vorrei aggiungere. Probabilmente l'avrò già detto millemila volte, ma l'idea di rompere i clichè e gli schemi mi affascina da sempre. Sono riuscito a stupirvi, almeno un poco? Oppure già avevate letto le mie intenzioni e non ho dato una scossa così inaspettata come credevo?
Infine il finale.
Dopo un combattimento sia sul piano fisico che psicologico, in cui il Demone si è sbottonato, ha messo a nudo buona parte del lavoro che ha prodotto per raggiungere questo obbiettivo, finalmente, il traditore ha agito.
Ultime possibilità, piazzate le vostre scommesse perchè poi i botteghini chiudono. Il titolo del capitolo che uscirà la prossima settimana è "Il traditore", chiuderò quindi anche questa traccia rimasta in sospeso.
In ogni caso nel prossimo angolo dell'Autore cercherò di spiegare come ho scelto il traditore e quali ragionamenti di... "metanarrativa" (non credo questa parola esista, ma prometto che la userò solo questa volta) ho fatto per arrivare a lui.

Infine a tutto questo, vorrei fare per una volta l'Autore decente.
Vi ringrazio tutti per essere arrivati fin qui, per avermi letto fin ora e, di tanto in tanto, per avermi aggiunto alle vostre liste di storie da ricordare. Già vedere quei numeretti crescere è un buon feedback, per me, ve lo posso assicurare.
Inoltre, vorrei ringraziare qui, sulla piazza del paese, OldKey e EragonForever, seriamente, grazie per tutte le recensioni che mi avete lasciato fin ora.

Io qui vi saluto, ci si vede la settimana prossima, con il finale sempre più alle porte.
Vago 

   
 
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