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Autore: Little_Weak    03/02/2017    0 recensioni
Dal testo: "Io lo so perché Ryta non è una di quelle persone che tutti riescono ad apprezzare, capisco perché è restia a spalancare il suo cuore col mondo intero: è perché è terrorizzata dalla gente. Qualcuno in qualche modo deve averle fatto capire che la miglior difesa è l’attacco e, col passare degli anni, mentre cercava di curare il suo cuore dalle continue cattiverie, ha creato una barriera protettiva, una sorta di filtro tra lei e il resto del mondo."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Ryta è la classica ragazza “non giudicare un libro dalla copertina”.
Veste quasi sempre di nero, non si mostra subito disponibile e generosa con le persone che conosce a malapena ma se ti vuole bene perché capisce che può fidarsi di te, Ryta sarebbe capace di regalare l’anima al diavolo per poter rendersi utile. Io lo so perché Ryta non è una di quelle persone che tutti riescono ad apprezzare, capisco perché è restia a spalancare il suo cuore col mondo intero: è perché è terrorizzata dalla gente. Qualcuno in qualche modo deve averle fatto capire che la miglior difesa è l’attacco e, col passare degli anni, mentre cercava di curare il suo cuore dalle continue cattiverie, ha creato una barriera protettiva, una sorta di filtro tra lei e il resto del mondo.
Passeggia da sola, ascolta tanta musica, legge libri, ha una grandissima dote per il disegno e in mia compagnia ci divertiamo sempre. Io sono diversa da lei, mi piacciono le discoteche e avere tanti amici per il mondo ma questo non ha fatto sì che tra di noi non potesse nascere un’amicizia, una grandissima amicizia, la più vera e importante che ho.
Io e Ryta impariamo sempre qualcosa dell’altra e cresciamo continuamente su qualche aspetto che è la forza dell’altra. Per assurdo è grazie a lei se sono più sicura di me. Passiamo le giornate a sognare e a plasmare il nostro futuro, così astratto, capace di stravolgersi al primo spiraglio di vento. Un giorno ci vediamo imprenditrici, un altro siamo madri di figli prodigio e quello dopo ancora facciamo un lavoro misero ma che ci rende felici perché avremmo lo spazio per coltivare i nostri sogni.
Abbiamo fatto anche un tatuaggio per siglare il nostro patto di non abbandonarci mai. Lo ha disegnato Ryta, come tutti gli altri che ha sul corpo, mentre per me quello è il primo e unico segno sul mio corpo, un piccolo pezzo di luna: da me crescente e da lei calante. Lei, in più, ha una scritta che lo completa: “She was like the moon: part of her was always hidden away”. Avrei dovuto farlo pure io ma, appena il tatuatore aveva finito con il disegno della luna ero già troppo indolenzita per avere la forza di continuare. I tatuaggi forse non erano cosa per me però quella luna sul polso ha un grande significato e la porto con orgoglio. Gli altri tatuaggi di Ryta mi piacciono molto e la decorano molto bene certo, una ragazza con le braccia ricoperte di inchiostro non è sempre ben vista dalla gente del paese ma questo è uno stereotipo vecchio quanto stupido. I tatuaggi di Ryta sono ricchi di significato e mostrano ciò che tende sempre a nascondere allo sguardo altrui: la sua anima.
Basta chiudere gli occhi su certi aspetti del suo carattere per rendersi conto della bellezza del suo cuore (ma anche del suo aspetto) ed è per questo che a Ryta non sono mai mancati i ragazzi. Abbiamo fatto uscite a 4, abbiamo seguito in ogni posto il ragazzo che ci piaceva e ci siamo consolate a vicenda dopo la fine di ogni relazione. Ogni tanto storie lunghe, altre storie sbagliate. Ogni volta Ryta aveva bisogno di molto più tempo di me per digerire la cosa. Dare anima e corpo a qualcuno era già difficile per lei, vederseli restituire la faceva soffrire. Ogni volta un piccolo passo avanti e uno indietro. Quando veniva tradita passava un periodo in cui si sigillava in se stessa e facevo fatica pure io a parlarle. La vedevo cambiare completamente: dallo sguardo che sembrava chiedere in continuazione aiuto al modo in cui incrociava le braccia quasi a volersi proteggere. Ma poi ogni volta rinasceva e la sua voce sembrava una distesa di fiori quando era innamorata, come quando mi parlava di Flavio.
Flavio sembrava essere l’unico punto debole che non si vergognava di mostrare al mondo intero. Per lui mollava un qualsiasi impegno, per lui c’era sempre e, purtroppo, per lui Ryta ha cercato di cambiare più volte. Quando c’è lei sta bene, quando esce dalla sua vita Ryta si sente vuota.
Ma questa volta è diverso.
 
Oggi è il giorno del mio matrimonio, sono passati 14 anni da quando la mia migliore amica mi ha abbandonato rompendo il nostro patto di “esserci per sempre l’una per l’altra” ma sono arrabbiata con lei per questo. Riccardo, mio marito, mi sfiora la mano e passa il pollice su quella piccola luna tatuata sul polso. Mi alzo in piedi e richiamo l’attenzione di tutti.
«Buonasera a tutti, grazie mille per essere qui. Questo, come tutti sanno, è uno dei giorni più importanti nella vita di una persona, un giorno in cui si celebra l’amore, in cui parte una nuova vita. È proprio per questo, per la questione del “ricominciare” che vorrei ricordare in questo giorno per me molto importante, una persona che rappresenta il mio passato, presente e, in cuor mio anche il futuro. Ryta avrebbe voluto essere qua oggi, lo so, credeva anche lei nell’amore, ci ha sempre creduto in qualche modo, anche quando questo le ha voltato le spalle. Ryta ha sperato fino in fondo, ha lottato per la causa sbagliata e io non ho potuto salvarla. Lei non ha avuto la mia stessa fortuna. Oggi ho metaforicamente sposato Riccardo anche per lei, per tutte quelle persone che si sentono sole, per chi soffre per un amore non corrisposto, per chi si sente in “dovere” di fare l’amante, per tutte quelle donne che non si amano e cercano di colmare questo vuoto con l’amore di una persona sbagliata. Ma anche se Ryta non è seduta qui accanto a me, anche se ha preso una decisione diversa, io non smetterò mai di volerle bene. In alto i bicchieri e ora tornate a festeggiare, non avevo intenzione di farvi diventare tristi»
 
Flavio non era quello giusto per la mia migliore amica, l’avevo capito subito, ma come si possono dire certe cose senza ferire chi si vuole bene? Quel pomeriggio Ryta era così felice perché sarebbe andata a casa sua. Flavio l’usava un po’ come un giocattolo e lei, come un vecchio yo-yo tornava sempre indietro. Era la sua droga.
Ryta mi disse che una sera fecero l’amore ma lo diceva con gli occhi bassi. Disse che non era stato molto gentile con lei ma che, secondo un suo ragionamento, forse avrebbe dovuto assecondarlo con la speranza che i sentimenti per lei nascessero in qualche modo.
Io lo sapevo, in cuor mio, che non era davvero quello che voleva, non l’amore che sognava, non il futuro che disegnavamo con tanti ghirigori. Ma Ryta pensava di poter cambiare una persona come aveva fatto con la “i” del suo nome, ma quella che mi sembrava ogni giorno più diversa era lei. Dopo un mese aveva il viso stanco, sempre triste ma si rifugiava in un sorriso ogni volta che incrociavo il suo sguardo. Era sempre assente, lo era anche quando stavamo insieme. In poco tempo iniziò a sparire fisicamente, a non farsi vedere per giorni interi e tornare sempre con quell’aria stanca.
Una sera mi chiamò sua madre, una chiamata che mi uccise letteralmente.
Aveva scelto di andarsene senza salutarmi, senza chiedermi il permesso, senza pensare a se stessa.
In ospedale mi dissero che arrivò in ambulanza già morta.
La vidi sul letto della camera mortuaria e non mi sembrava possibile che fosse lei.
Inerme, priva di vita una ragazza che aveva lottato contro chi voleva curiosare dentro di lei e che aveva sbagliato solo a giudicare la persona al quale aveva deciso di dare tutto, pure la vita.
Sul suo petto c’era incisa una frase: Mai abbastanza.
Ma questa volta non era uno dei suoi disegni.

Quel nuovo tatuaggio non mi piaceva per niente.

  

  
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