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Autore: Iwuvyoubearymuch    03/02/2017    2 recensioni
Caitlin è con Barry nel momento più difficile della sua vita.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What is it to be a Hero?
 
Caitlin aveva fin troppa familiarità con quell’espressione per non riconoscerla subito. L’aveva fissata di rimando ogni terribile mattina dopo la morte di Ronnie - allo specchio, in una vetrina, una fotografia - per così tanto tempo da essersi convinta, a un certo punto, che sarebbe rimasta tale, immutata, per tutto il resto della sua vita.
Almeno fino a quando non era arrivato Barry.
Be’, non subito. All’inizio l’aveva odiato in un certo senso. Chi era questo Barry Allen? Perché era così importante che il Dr. Wells l’aveva costretta a risvegliarsi dal suo lutto per preoccuparsi di qualcuno che era sopravvissuto mentre il suo Ronnie non ce l’aveva fatta?
Barry era rimasto in coma così a lungo da risparmiarsi l’ira cieca di Caitlin e lei aveva lentamente fatto ritorno nei panni della donna che era stata prima. Forse, un po’ più distaccata e professionale di una volta, ma era certamente un passo avanti.
Poi si era risvegliato e senza sapere come era addirittura ritornata a sorridere. Barry era riuscito a rompere la corazza che si era innalzata tutt’intorno e, anche se la conosceva a stento allora e doveva essere il contrario, si era preso cura di lei.
“Barry?”
L’aveva chiamato piano perché sembrava così assorto nei suoi pensieri, mentre fissava lo schermo spento di uno dei computer che utilizzavano lei e Cisco, che aveva avuto paura di spaventarlo. 
Solo che avrebbe preferito non farlo. Le aveva fatto ricordare il modo accondiscendente che avevano usato tutti per trattare con lei solo pochi anni prima, come se fosse diventata improvvisamente stupida o regredita all’età di cinque anni anziché essere preda del dolore.
Barry si era voltato di scatto e il cuore di lei aveva fatto un po’ più male nel vedere i suoi occhi – grandi e verdi e così incapaci di celare quello che provava – smarriti, come se non avessero visto la luce del sole per anni.
Tirò su col naso, segno che aveva pianto, e annuì anche se Caitlin non aveva detto niente. Non ce n’era bisogno, sapeva perfettamente perché indossava un abito scuro quella mattina. “Sono pronto” disse, però rimase immobile ugualmente. 
Non erano in ritardo. Il funerale di Henry Allen non sarebbe cominciato prima di mezz'ora ancora, ma non importava. Barry emanava stanchezza anche nei movimenti che non faceva, un sottile strato che gli si era attaccato alla pelle e nelle sfumature scure attorno agli occhi.
“Abbiamo ancora un po’ di tempo.”
Solo dopo averlo detto le venne in mente che forse Barry voleva restare da solo. In fondo, se era andato via di casa senza dirlo a nessuno voleva pur significare qualcosa. Eppure, Caitlin non ce la faceva a voltargli le spalle e fare finta di non aver visto. E seppure avesse trovato il coraggio non voleva farlo; era arrivato il momento in cui doveva essere lei a tentare di riportare quel pizzico di luce nella vita di Barry, proprio come lui aveva con lei.
Il silenzio della Corteccia era spezzato soltanto dai tacchi di Caitlin sul pavimento mentre andava a sedersi accanto a lui.
Uno potrebbe pensare che dopo aver affrontato la morte del padre, del fidanzato e dopo ancora del marito, Caitlin fosse una specie di guru nel dispensare consigli su come affrontare la perdita di una persona cara, ma la verità era che non aveva assolutamente idea di cosa dirgli. Ripensò alle parole di incoraggiamento, alcune sinceramente sentite e altre solo perché comandate dal protocollo, che le erano state rivolte in tutte e tre le occasioni, però aveva l’impressione che nessuna di loro andasse bene.
Rimasero entrambi zitti, anche se lo spazio tra di loro era pieno di cose non dette. Caitlin si chiese se Barry non stesse aspettando che fosse lei a parlare per prima. In un certo senso doveva essere così; era stata Caitlin a intrudere nel dolore di Barry, anche se per puro caso.
Alla fine, però, fu Barry a parlare per primo.
“Avevo programmato già tutto”  disse in un sussurro.
Era un brutto suono, uno a cui Caitlin non era abituata. Barry era fatto di risate, di sorrisi e battute e balbettii imbarazzati. Non toni spezzati e lunghi silenzi.
“Avremmo recuperato il tempo perso. Vedendo i film di questi anni e che sapevo gli sarebbero piaciuti. Avrei visto con lui le partite di baseball anche se lo sport non fa per me. E c’è quel ristorante vicino al CC Theater che…”
Lasciò la frase in sospeso, ma Caitlin aveva il presentimento che avrebbe potuto continuare all’infinito a elencare tutte le cose che gli sarebbe piaciuto fare con il padre o semplicemente stare con lui.
Non sapeva cosa dire ancora una volta, ma cosa c’era da dire? Barry aveva bisogno di liberarsi e lei non poteva far altro che stare ad ascoltarlo. Dirgli che le dispiaceva o che sapeva perfettamente cosa stava passando era inutile e di certo non lo avrebbe fatto stare meglio.
Semplicemente poggiò la mano sul suo avambraccio, piano per paura di star scavalcando una certa linea di confine. Fece per ritirarla quando gli occhi di Barry distolsero lo sguardo dallo schermo del computer alla mano di Caitlin, ma non accennò alcun movimento e non disse nulla, il che convinse Caitlin a restare esattamente dov’era.
“E’ colpa mia.”
C’era un senso di risolutezza e rassegnazione nella voce di Barry e allo stesso tempo sembravano parole vuote. Lui stesso sembrava vuoto, solo l’ombra di quello che era in realtà.
“Non è colpa tua, Barry…”
“Si, invece” disse e balzò in piedi con uno scatto che non avrebbe potuto essere più differente dall’atteggiamento passivo tenuto fino a quel momento. “E’ colpa mia! Posso correre così veloce da tornare indietro nel tempo, ma sono stato comunque troppo lento” continuò, le mani nei capelli e lo sguardo tormentato. “Tutto questo potere e fra poco mio padre sarà sotto metri di terreno!”
Caitlin fece per dire qualcosa, ma non uscì alcun suono. Sentiva soltanto il cuore farsi più piccolo man mano che Barry si sfogava e gli occhi che stavano iniziando ad appannarsi leggermente. Si costrinse a non cedere perché non era quello di cui Barry aveva bisogno in quel momento.
“Sembra che qualunque cosa io faccia, non riesca a tenere al sicuro le persone a cui tengo." 
Una parte di Caitlin si chiese se Barry fosse veramente tagliato per la vita dell'eroe e ciò che ne conseguiva. Era troppo buono e troppo ottimista per non mettere il proprio cuore in prima linea in ogni situazione, il che non era sempre la scelta giusta, se non a scapito dei propri sentimenti e a volte della sanità mentale. Ma allo stesso tempo Caitlin non poteva fare a meno di dirsi che era proprio quel cuore che rendeva Barry la persona più adatta per il lavoro, in qualche modo sapeva trovare la forza di rialzarsi anche quando la caduta era stata tremendamente brusca o difficile o dolorosa.
"Barry, tu sei un eroe." 
Il viso di Barry si contorse in una smorfia, come se qualcosa gli avesse lasciato l'amaro in bocca. "Al momento non sento di esserlo" replicò, riuscendo in qualche modo a suonare determinato e rassegnato contemporaneamente. "Lo so che aiutato molte persone, ma ho anche deluso delle altre."
Caitlin aveva la sensazione di essere finalmente arrivati al punto della questione: oltre al dolore per aver perso suo padre, l'unico pezzo vivente che ancora lo legava alla sua vita del passato e quella che avrebbe potuto avere finalmente, proprio ora che aveva cominciato a scendere a patti con la morte di sua madre - se era possibile accettare una cosa del genere, lei non ci era ancora riuscita - Barry stava soffrendo perché convinto di aver qualche modo deluso le aspettative che Henry riponeva nel figlio. 
Sospirò e fece uno, due passi in avanti. Voleva dirgli che per lei era un eroe e che non aveva nulla da rimproverarsi perché aveva fatto anche più del suo meglio, che certe cose andavano così e basta - un pensiero che la mente scientifica di Caitlin non avrebbe mai formulato se non si fosse trovata costretta a credere in un disegno più grande di loro, altrimenti perché Ronnie era morto? 
Ma a Barry non serviva un discorso imparato a memoria.
"Non posso dire di aver conosciuto realmente tuo padre," iniziò, allontanando dalla mente che il motivo per cui ciò non era stato possibile era che Jay - Zoom - l'aveva presa come prigioniera. "Ma credo che sappia quanto stai soffrendo e sono certa che non vorrebbe vederti così." 
Gli angoli della bocca di Barry si sollevarono in un sorriso mesto e un suono simile a una risata fuggì dalle labbra. Non era divertito, solo triste. "Non so se riuscirò a farcela" disse, il peso del mondo interamente sulle sue spalle e le ginocchia a un passo dal cedere. 
"Non sei solo" disse subito Caitlin. E poi fece qualcosa che, be', non avrebbe mai pensato di fare: allungò la mano e fece passare le proprie dita in quella di Barry, lentamente come a dargli la possibilità di tirarsi indietro. Ma Barry non lo fece e quella sorta di calore che avvertì al petto era piacevole, per quanto fuori luogo. "Sei venuto con me nella pipeline e abbiamo visto insieme il video di Wells, questo non sarà diverso. E hai Cisco, anche. E Iris, Joe, Wally. Non sei da solo." 
Caitlin distolse lo sguardo dal volto di lui per dargli una parvenza di privacy mentre sembrava sul punto di prendere una decisione, mentre sceglieva se fidarsi di lei oppure no. Avvertì le dita di Barry muoversi contro il palmo della propria mano, rabbrividendo lievemente lungo la schiena. 
"Insieme, allora?" chiese Barry alla fine.
Caitlin annuì, stringendo più forte la mano di lui. Alzò lo sguardo ed ebbe la sensazione di vedere un baluginio negli occhi di Barry, debole e decisamente troppo breve, ma pur sempre presente. 
"Insieme."


 
  
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