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Autore: Sarah_lilith    03/02/2017    0 recensioni
Tre volte in cui Thomas sente il proverbio "l'amore è cieco" e una in cui adatta il detto alla sua situazione.
Tre situazioni diverse, ma con al centro mille e più sentimenti sottintesi e parole non dette.
[Newtmas]
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Thomas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui, a pubblicare Newtmas
quando ho una Sterek e una Merthur in sospeso!
Ma questa è una sfida che mi ha ispirato la mia Alpha,
che pensava non riuscissi a finire questa storia.
Si, è proprio per te, Angy,
perché dovrai attendere un pò (tanto)
per una ff su Sherlock.
Buona lettura.

 

 

1
Thomas è da poco arrivato alla Radura, il suono della Scatola ancora a rombargli nelle orecchie.
É frastornato per tutte le informazioni che gli sono piombate addosso in quelle ore, e vorrebbe solo chiudere gli occhi per uscire da quell’incubo.
Si è rintanato in una zona nascosta vicino al muro Nord, rannicchiandosi con le ginocchia strette al petto. E, anche se non ricorda la sua vita prima di allora, è sicuro di non aver mai provato tanta frustrazione come in quel momento.
Fai un respiro profondo
Mentre tenta invano di ricacciare indietro le lacrime, sente un fruscio tra gli alberi e fa appena in tempo a nascondersi dietro un grosso cespuglio, prima che due figure appaiano dalla vegetazione.
Non riconosce i due ragazzi che si tengono per mano, forse Alby non glie li ha presentati, o forse non ha prestato attenzione.
Uno di loro ha i capelli scuri, la pelle olivastra e, anche da quella distanza, Thomas è sicuro abbia degli stupefacenti occhi verdi. Il secondo è più basso, con gli occhi e i capelli marroni; cosa che vicino all’altro lo fa sembrare… anonimo.
Thomas si chiede cosa ci siano venuti a fare due ragazzi in quell’angolo isolato della Radura, ma quando il primo si gira verso il più basso e lo bacia, il Pive (come lo chiamano tutti) capisce.
L’altro ricambia il bacio, e Thomas è sicuro di vedere una lacrima attraversargli la guancia, che viene prontamente cancellata da un carezza del primo.
“Ancora con questa storia?” domanda il moro, a metà tra l’esasperato e l’intenerito.
“I-io non capisco perché tu… cioè, non…” balbetta il castano, subito zittito dall’altro.
“Sai, l’amore è cieco” e qui Thomas decide di andarsene silenziosamente, perché i baci sono diventati più intimi e vuole, in qualche modo, lasciare loro un minimo di privacy.

 

2
Nella Radura la pioggia non esiste. L’acqua arriva tramite delle tubature sotto terra, per annaffiare il raccolto e dissetare quanto basta per lavorare.
Non sa se nella vita prima amava la pioggia, quindi non può dire che gli manca, ma sicuramente in quella situazione sarebbe molto poetica.
I Velocisti sono da poco tornati da un giro di ricognizione più lungo degli altri, appena in tempo per la chiusura delle porte.
Hanno tutti gioito per il ritorno dei compagni, che ormai davano per dispersi.
Ad esultare di più è stato Blaise1, che è praticamente volato in braccio all’amico Gregor2, sommergendolo di rimproveri per averlo fatto preoccupare.
Purtroppo la gioia è durata poco, perché il Velocista, dopo aver risposto debolmente all’abbraccio, è impallidito per poi crollare a terra, in preda alle convulsioni.
É stato punto
Due ragazzi, svelti, sono intervenuti per bloccarlo, sollevarlo e portarlo dai Medicali.
Invece Blaise è rimasto lì, immobile, con il sorriso ancorato alle labbra e gli occhi umidi fissi nel vuoto.
Thomas non ha avuto il coraggio di parlargli in quel momento, e non ne ha avuto neppure vedendolo seduto su una sedia, vicino al letto di Gregor, con gli occhi ancora persi nel vuoto e le mani strette in grembo.
Non ha pianto. Forse spera in una ripresa miracolosa, oppure si è semplicemente rassegnato al destino crudele.
Sarebbe meglio così, ha pensato Thomas, se lo capisce subito… cosa? Smetterebbe di soffrire? Impossibile.
La sofferenza ci modella, è parte di noi. Senza di essa siamo indifesi, vulnerabili; e nel Labirinto non puoi essere né l’uno né l’altro.
Thomas guarda Blaise, seduto vicino al suo Gregor, che soffre, e soffrono insieme.
Ma Alby è lì accanto che dice quelle parole, senza rivolgersi a nessuno in particolare:
“L’amore è cieco, per questo si soffre”
E Thomas è rimasto zitto.

 

3
Durante il tragitto attraverso quello che si era rivelato solo un altro stabilimento dei loro aguzzini, Thomas aveva incontrato gli Spaccati.
Tra le macerie che Minho aveva creato facendo crollare un muro, si intravedeva un braccio che ancora si contorceva dagli spasmi. L’avevano visto tutti, ma nessuno aveva detto nulla; erano solo scappati.
Erano fuggiti il più veloce e lontano possibile, senza guardarsi indietro, perché l’unico obbiettivo era sopravvivere.
Passando per quella che un tempo doveva essere una città enorme, ormai ridotta ad un cumulo di macerie polverose, Thomas aveva visto una donna. Una donna viva, in mezzo a tutta quella morte, inginocchiata con le mani sul viso e la schiena curva scossa da singhiozzi.
Si erano tutti fermati, paralizzati dallo stupore e dallo sgomento, quando avevano notato al suo fianco la sagoma di una bambina, girata di spalle. Ma lo stupore era stato presto sostituito dall’orrore, quando la piccola si era voltata, mostrando un volto deformato con le orbite vuote, con un naso graffiato e una bocca sporca di sangue rappreso e saliva.
La bambina era poi avanzata sul terreno arido e si era avventata sulla donna, che continuava a piangere e a sussurrare:
“La mia piccola Ker3… amore mio!”
I Radunai videro la madre allargare le braccia verso la figlia e morire divorata senza emettere un grido, ma continuando a sussurrare alla piccola Ker che le voleva bene e che non le importava, non era colpa sua.
Thomas aveva represso un conato di vomito e aveva guardato da un’altra parte, imitato da molti; altri invece erano rimasti quasi incantati a osservare la fine della madre, morta per amore.
“L’amore è cieco, quella donna è morta contenta. Andiamocene.” aveva sentito sussurrare dal gruppo, non riuscendo ad identificare la voce.
Per una volta era stato felice di eseguire gli ordini.

 

4
“Newt…?”
“Si, Tommy. Sono a cinque centimetri da te, che vuoi?”
“Stai dormendo?”
“Solo tu puoi svegliare una persona per chiederle se dormiva, comunque no, sono sveglio da ore. Perché?”
“É che ho questa domanda in testa da un pò e pensavo che…”
“Avanti, dimmi, che vuoi sapere? Se è Minho quello che ora sta russando? Se saremo tutti vivi domani? Se amo starti così appiccicato perché non abbiamo abbastanza coperte? Le risposte sono , Spero di sì e Assolutamente sì
“Non volevo credere quest… aspetta, ami starmi appiccicato?”
“Abbiamo già passato quel punto, non rimanere indietro che poi… smettila di baciarmi tutta la faccia, non abbiamo tre anni e non siamo cani”
“Come se non ti piacesse”
“Dettagli tecnici e inutili. Allora, cosa dovevi dirmi?”
“Sai che c’è quel proverbio che dice l’amore è cieco? Hai presente?”
“Si”
“Perché si dice così? Cioè, ci sono tanti aggettivi per descrivere una cosa come l’amore, perché proprio cieco?”
“Credo che sia perché quando ci si innamora lo si fa senza badare a nulla, né all’aspetto fisico, né alla logica o alla razionalità. Non si mettono altri aggettivi perché per ognuno l’amore ha forme diverse, rivolto ad una persona diversa. Non è positivo, perché altrimenti non si soffrirebbe, e non può essere negativo, perché rende felici. Quindi credo che lo si definisca cieco perché non guarda in faccia nessuno e… come dire, impedisce agli innamorati di vedere altro se non la loro persona speciale… e ora perché mi guardi così?”
“É solo che hai detto una cosa bella”
“Il mondo è pieno di cose belle”
“Non me lo ricordavo più”
“Tommy…”
“Sai che ti dico, Newt: hai detto che per ognuno l’amore ha una forma diversa, giusto? Per me l’amore non è cieco, ma ha un’altra caratteristica.”
“Ovvero?”
Il mio amore è zoppo

 

ANGOLINO D’AUTRICE
1. Blaise: ispirato al noto fisico francese (anche matematico, filosofo e teologo. Tutto, insomma) Blaise Pascal. Dato che i ragazzi della Radura si chiamano con nomi di personaggi importanti… mi sono adattata.
2. Gregor: gentilmente concesso (ma mica tanto, grazie Wikipedia) da Gregor Johann Mendel, naturalista, matematico e monaco agostiniano ceco di lingua tedesca.
3. Ker: dea greca che rappresenta la Morte Violenta. É rappresentata con un lungo mantello macchiato dal sangue degli uomini uccisi che da lei stessa venivano portati al cancello dell’oltretomba. Il nome della bambina non poteva, nella mia testa, essere casuale, ovvio.

Nota doverosa: Questi personaggi non mi appartengono (purtroppo) e che la mia ff non ha assolutamente scopo di lucro.
Baci a tutti, Sarah_lilith

 
   
 
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